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martedì 30 aprile 2013

Anteprime. Il maggio di Neri Pozza!!



Sbirciando sulla pagina Fb della Neri Pozza ho scoperto che a maggio ci sono tre uscite very interesting!!

Devo dire che in particolare il primo, "Dal ventre della balena", mi incuriosisce per via dell'uomo nudo e puzzolente che giace nel ventre di una balena, che ricorda un po' il biblico Giona e un po' Geppetto di Pinocchio; e il secondo, "Sangue e onore" è il genere che amo, storico e per di più ambientato in Italia; il terzo dev'essere una commedia simpatica.

Voi che ne pensate?

DAL VENTRE DELLA BALENA
di Michael Crummey


Foto: Prossimamente

Michael Crummey, Dal ventre della balena

La prima volta che Mary Tryphena incontra il «Grande Bianco» non può sapere che quell’uomo nudo, puzzolente e dalla pelle chiarissima, diventerà suo marito. Mary è solo una bambina e l’unica cosa che le interessa è l’enorme balena che si è appena spiaggiata sulle coste del suo villaggio. È aprile, il giorno della festa di San Marco, ma il ghiaccio non accenna a sciogliersi. Gli orti marciscono sotto la pioggia incessante e i pescherecci tornano vuoti. In una tale carestia, quell’animale morente non può che essere un dono di Dio.
Gli abitanti aspettano che la balena muoia per spartirla equamente, quando King-me Sellers si presenta in spiaggia dicendo che l’animale si è arenato sulla sua proprietà e perciò a lui spettano l’intero fegato e otto botti d’olio. Mentre per risolvere il contenzioso si attende l’arrivo della Vedova, matriarca temuta e rispettata, dotata di poteri soprannaturali, la balena muore e i pescatori si armano di coltelli, accette e seghe, scalano il dorso del leviatano e prendono a tagliarne le carni e a raccoglierne il grasso. Hanno appena iniziato quando sulla spiaggia risuonano le grida di un ragazzo: nel ventre della balena c’è un uomo nudo, dalla pelle chiarissima, che puzza di pesce marcio. 
Inizia così un racconto epico e ipnotico che schiude davanti ai nostri occhi il mondo del Newfoundland, in Canada, a cavallo tra Ottocento e Novecento. Un mondo magico e spietato in cui due villaggi confinanti, Deep e Gut, con le loro due famiglie – da una parte i Sellers, protestanti di origine inglese, dall’altra i Devine, pescatori irlandesi cattolici – si combattono da decenni, per un motivo che ormai pochi ricordano ancora.
Neppure il singolare ritrovamento del «Grande Bianco», un uomo che pare non invecchiare e che, novello Messia, porterà benessere e abbondanza in una terra dimenticata da Dio, eviterà che i vecchi rancori tra la Vedova e i Sellers tornino a galla e trascinino tutti in un vortice inarrestabile.
Narrato da uno dei più grandi scrittori canadesi contemporanei e già paragonato a Cent’anni di solitudine di Márquez e a L’urlo e il furore di Faulkner, Dal ventre della balena è un romanzo popolato da fantasmi e creature magiche che racconta l’eroismo e il fallimento di una comunità
di immigrati, e l’insondabile malvagità che si annida in ogni famiglia.

Michael Crummey, nato nel 1965 a Bunchas, sulle coste del Labrador, esordisce a metà degli anni Ottanta con raccolte di poesie e di racconti, accreditandosi fin da subito come una delle voci più originali e interessanti del panorama letterario canadese. Nel 2001 il suo primo romanzo, River Thieves, è stato un bestseller in Canada. Tradotto in francese e olandese, ha vinto il Thomas Head Raddal Award e l’Atlantic Independent Booksellers’ Choice Award ed è stato candidato al Giller Prize e al Commonwealth Writers’ Prize. The Wreckage, del 2005, è stato nominato per l’IMPAC Award. Dal ventre della balena è il suo terzo romanzo, vincitore del Commonwealth Writers’ Prize e finalista al Governor General’s Award.

«Fantasmi, gangster, sirene e un guaritore simile a Cristo che emerge dal ventre di una balena spiaggiata sono solo alcune delle attrazioni di questo romanzo epico».
Kirkus

«È stato a ragione paragonato a Cent’anni di solitudine di Garcia Márquez. Ma richiama alla mente anche... i racconti epici del William Faulkner di L’urlo e il furore».
Library Journal

«Sulla scia del realismo magico di Márquez, un ambizioso romanzo sulle vicende di una comunità di immigrati, sui conflitti e sulle alleanze tra le famiglie, sull’eroismo e sul fallimento».
Booklist
Ed. Neri Pozza
I narratori delle tavole
384 pp
18 euro
MAGGIO 2013

Trama

La prima volta che Mary Tryphena incontra il «Grande Bianco» non può sapere che quell’uomo nudo, puzzolente e dalla pelle chiarissima, diventerà suo marito. 
Mary è solo una bambina e l’unica cosa che le interessa è l’enorme balena che si è appena spiaggiata sulle coste del suo villaggio. 
È aprile, il giorno della festa di San Marco, ma il ghiaccio non accenna a sciogliersi. Gli orti marciscono sotto la pioggia incessante e i pescherecci tornano vuoti. 
In una tale carestia, quell’animale morente non può che essere un dono di Dio.
Gli abitanti aspettano che la balena muoia per spartirla equamente, quando King-me Sellers si presenta in spiaggia dicendo che l’animale si è arenato sulla sua proprietà e perciò a lui spettano l’intero fegato e otto botti d’olio. 
Mentre per risolvere il contenzioso si attende l’arrivo della Vedova, matriarca temuta e rispettata, dotata di poteri soprannaturali, la balena muore e i pescatori si armano di coltelli, accette e seghe, scalano il dorso del leviatano e prendono a tagliarne le carni e a raccoglierne il grasso. 
Hanno appena iniziato quando sulla spiaggia risuonano le grida di un ragazzo: nel ventre della balena c’è un uomo nudo, dalla pelle chiarissima, che puzza di pesce marcio.
Inizia così un racconto epico e ipnotico che schiude davanti ai nostri occhi il mondo del Newfoundland, in Canada, a cavallo tra Ottocento e Novecento. 
Un mondo magico e spietato in cui due villaggi confinanti, Deep e Gut, con le loro due famiglie – da una parte i Sellers, protestanti di origine inglese, dall’altra i Devine, pescatori irlandesi cattolici – si combattono da decenni, per un motivo che ormai pochi ricordano ancora.
Neppure il singolare ritrovamento del «Grande Bianco», un uomo che pare non invecchiare e che, novello Messia, porterà benessere e abbondanza in una terra dimenticata da Dio, eviterà che i vecchi rancori tra la Vedova e i Sellers tornino a galla e trascinino tutti in un vortice inarrestabile.

Narrato da uno dei più grandi scrittori canadesi contemporanei e già paragonato a Cent’anni di solitudine di Márquez e a L’urlo e il furore di Faulkner, Dal ventre della balena è un romanzo popolato da fantasmi e creature magiche che racconta l’eroismo e il fallimento di una comunità

di immigrati, e l’insondabile malvagità che si annida in ogni famiglia.
The Wreckage
cover

«Fantasmi, gangster, sirene e un guaritore simile a Cristo che emerge dal ventre di una balena spiaggiata sono solo alcune delle attrazioni di questo romanzo epico».  
Kirkus

«È stato a ragione paragonato a Cent’anni di solitudine di Garcia Márquez. Ma richiama alla mente anche... i racconti epici del William Faulkner di L’urlo e il furore».Library Journal

«Sulla scia del realismo magico di Márquez, un ambizioso romanzo sulle vicende di una comunità di immigrati, sui conflitti e sulle alleanze tra le famiglie, sull’eroismo e sul fallimento».Booklist

Crummey
L'autore.
Michael Crummey, nato nel 1965 a Bunchas, sulle coste del Labrador, esordisce a metà degli anni Ottanta con raccolte di poesie e di racconti, accreditandosi fin da subito come una delle voci più originali e interessanti del panorama letterario canadese. Nel 2001 il suo primo romanzo, River Thieves, è stato un bestseller in Canada. Tradotto in francese e olandese, ha vinto il Thomas Head Raddal Award e l’Atlantic Independent Booksellers’ Choice Award ed è stato candidato al Giller Prize e al Commonwealth Writers’ Prize. The Wreckage, del 2005, è stato nominato per l’IMPAC Award. Dal ventre della balena è il suo terzo romanzo, vincitore del Commonwealth Writers’ Prize e finalista al Governor General’s Award.



SANGUE E ONORE. I Borgia

di Sarah Dunant


Foto: Prossimamente

Sarah Dunant, Sangue e onore. I Borgia

Roma, 11 agosto 1492. Per cinque giorni,ventitré uomini sono rimasti prigionieri di una cappella in Vaticano. Senza scrivani cui dettare le loro lettere, né cuochi per preparare banchetti; con un solo domestico che li ha aiutati a vestirsi, e pasti frugali passati da uno sportello di legno che si chiude quando l’ultimo piatto è stato consegnato.
Sono i cardinali entrati in conclave per eleggere il nuovo successore di Pietro. Diciassette giorni prima papa Innocenzo VIII, esausto, al cospetto dei figli chiamati al suo capezzale, ha smesso di combattere per restare in vita. Il corpo era ancora caldo quando i pettegolezzi hanno cominciato a diffondersi per le strade come lezzo di fogna. In città è corsa addirittura voce che l’irascibile cardinale Della Rovere, favorito del pontefice, e il vicecancelliere cardinale Rodrigo Borgia si siano scambiati insulti da un capo all’altro del capezzale, e che Innocenzo abbia esalato l’ultimo respiro giusto per sfuggire al baccano.
L’alba dell’11 agosto è un livido giorno di afa e calura quando, nella grande piazza, risuona il fatidico annuncio: «Habemus Papam!» Rodrigo Borgia, cardinale di Valenza, è stato eletto Papa col nome di Alessandro VI. Il vicecancelliere di cinque papi diversi, il cardinale spagnolo che, con quell’accento che suona come un attacco di tosse, non è certo nel cuore delle famiglie più antiche di Roma, è il successore di Innocenzo VIII. Ha sconfitto Della Rovere, che in conclave già sedeva sotto l’immagine di Cristo che consegna a san Pietro le chiavi della Chiesa, e il potente Ascanio Sforza.
I piani di Alessandro VI sono chiari: ripristinare l’ordine, risanare la finanza pubblica, unificare le forze cristiane contro il pericolo turco e rinsaldare le alleanze. Buoni propositi che vengono,
tuttavia, presto dissipati da un’ambizione sfrenata, capace di convincerlo a cedere in sposa la figlia Lucrezia ben due volte (prima a Giovanni Sforza e poi ad Alfonso d’Aragona), di crescere il figlio Cesare come il Principe spietato e freddo che ispirerà Machiavelli, di intraprendere una relazione con una giovanissima Giulia Farnese e di ordire complotti e vendette senza risparmiare nessuno.
Ripercorrendo gli amori, i tradimenti e le macchinazioni dei Borgia e, in controluce, dell’intero Rinascimento italiano, Sarah Dunant – «impeccabile per padronanza, ritmo e istinto» (The Financial Times) – ci regala un affresco rigoroso e potente di una famiglia e un paese assetati di potere, che sintetizza l’essenza stessa della Storia: affascinante, contraddittoria e inarrestabile.

Sarah Dunant è l’autrice di The Birth of Venus e The Company of the Courtesan, due romanzi storici ambientati rispettivamente nella Firenze dei Medici del 1490 e a Roma e Venezia tra il 1527 e il 1530. Con Le notti al Santa Caterina (Neri Pozza 2009) completa il suo ciclo narrativo dedicato a un secolo della storia d’Italia. Sarah Dunant ha studiato a Cambridge, ha lavorato a lungo per la BBC, insegna Storia del Rinascimento, ha due figlie e vive tra Londra e Firenze.

«Per dodici anni non ho fatto altro che scrivere romanzi ambientati nel Rinascimento italiano, e il nome di una sola famiglia è risuonato a lungo nella mia testa… i Borgia».
Sarah Dunant

Hanno scritto di Le notti al Santa Caterina:

«Un sofisticato e bellissimo romanzo storico di cui va dato merito a Sarah Dunant».
Fabio Cavalera, Corriere della Sera

«Le notti al Santa Caterina è la narrazione potente, frutto di una profonda ricerca condotta da Sarah Dunant».
Carlotta Vissani, D-la Repubblica delle donne
Ed. Neri Pozza
I narratori delle tavole
576 pp
18 euro
MAGGIO 2013
Trama

Roma, 11 agosto 1492. Per cinque giorni,ventitré uomini sono rimasti prigionieri di una cappella in Vaticano. 
Senza scrivani cui dettare le loro lettere, né cuochi per preparare banchetti; con un solo domestico che li ha aiutati a vestirsi, e pasti frugali passati da uno sportello di legno che si chiude quando l’ultimo piatto è stato consegnato.
Sono i cardinali entrati in conclave per eleggere il nuovo successore di Pietro. 
Diciassette giorni prima papa Innocenzo VIII, esausto, al cospetto dei figli chiamati al suo capezzale, ha smesso di combattere per restare in vita. 
Il corpo era ancora caldo quando i pettegolezzi hanno cominciato a diffondersi per le strade come lezzo di fogna. In città è corsa addirittura voce che l’irascibile cardinale Della Rovere, favorito del pontefice, e il vicecancelliere cardinale Rodrigo Borgia si siano scambiati insulti da un capo all’altro del capezzale, e che Innocenzo abbia esalato l’ultimo respiro giusto per sfuggire al baccano.
L’alba dell’11 agosto è un livido giorno di afa e calura quando, nella grande piazza, risuona il fatidico annuncio: «Habemus Papam!».
 Rodrigo Borgia, cardinale di Valenza, è stato eletto Papa col nome di Alessandro VI
Il vicecancelliere di cinque papi diversi, il cardinale spagnolo che, con quell’accento che suona come un attacco di tosse, non è certo nel cuore delle famiglie più antiche di Roma, è il successore di Innocenzo VIII. 
Ha sconfitto Della Rovere, che in conclave già sedeva sotto l’immagine di Cristo che consegna a san Pietro le chiavi della Chiesa, e il potente Ascanio Sforza.
I piani di Alessandro VI sono chiari: ripristinare l’ordine, risanare la finanza pubblica, unificare le forze cristiane contro il pericolo turco e rinsaldare le alleanze. 
Buoni propositi che vengono, tuttavia, presto dissipati da un’ambizione sfrenata, capace di convincerlo a cedere in sposa la figlia Lucrezia ben due volte (prima a Giovanni Sforza e poi ad Alfonso d’Aragona), di crescere il figlio Cesare come il Principe spietato e freddo che ispirerà Machiavelli, di intraprendere una relazione con una giovanissima Giulia Farnese e di ordire complotti e vendette senza risparmiare nessuno.
Ripercorrendo gli amori, i tradimenti e le macchinazioni dei Borgia e, in controluce, dell’intero Rinascimento italiano, Sarah Dunant – «impeccabile per padronanza, ritmo e istinto» (The Financial Times) – ci regala un affresco rigoroso e potente di una famiglia e un paese assetati di potere, che sintetizza l’essenza stessa della Storia: affascinante, contraddittoria e inarrestabile.
cover

«Per dodici anni non ho fatto altro che scrivere romanzi ambientati nel Rinascimento italiano, e il nome di una sola famiglia è risuonato a lungo nella mia testa… i Borgia».  Sarah Dunant 

Hanno scritto di Le notti al Santa Caterina:

«Un sofisticato e bellissimo romanzo storico di cui va dato merito a Sarah Dunant». Fabio Cavalera, Corriere della Sera

«Le notti al Santa Caterina è la narrazione potente, frutto di una profonda ricerca condotta da Sarah Dunant».  Carlotta Vissani, D-la Repubblica delle donne
S. dunant

L'autrice.
Sarah Dunant è l’autrice di The Birth of Venus e The Company of the Courtesan, due romanzi storici ambientati rispettivamente nella Firenze dei Medici del 1490 e a Roma e Venezia tra il 1527 e il 1530. Con Le notti al Santa Caterina (Neri Pozza 2009) completa il suo ciclo narrativo dedicato a un secolo della storia d’Italia. Sarah Dunant ha studiato a Cambridge, ha lavorato a lungo per la BBC, insegna Storia del Rinascimento, ha due figlie e vive tra Londra e Firenze
.



ISTRUZIONI PER LA MANUTENZIONE DEL PARQUET
di Will Wiles


Foto: Prossimamente

Will Wiles, Istruzioni per la manutenzione del parquet

Cosa ci vorrà mai a prendersi cura di un appartamento di lusso? Basta lasciar fare alla domestica, non giocherellare coi tasti del pianoforte a coda, non sfondare i divani in pelle nera, non sporcare le pareti color bianco ghiaccio e attenersi alle istruzioni.
Sí, perché il padrone di casa Oskar, famoso compositore minimalista e poliglotta, amante del design e della semplicità che costa un occhio, impegnato a Los Angeles con gli avvocati della moglie sul piede di guerra, non solo ha affidato la sua elegante casa, situata in una città dell’Europa dell’Est, a un vecchio amico di università e aspirante scrittore, «inesorabilmente, illecitamente bloccato» al primo romanzo, ma gli ha lasciato anche biglietti, noticine e istruzioni per ogni situazione possibile: da come scegliere la dieta ideale per i gatti a quale deodorante d’ambiente usare, dal divieto di toccare il pianoforte a dove ricomprare tempestivamente il caffè, a come riciclare nella maniera piú efficace. Bizzarrie da ricchi, certo, ma in quello spazio «di gusto e denaro», assai diverso dal suo fetido scantinato di Londra, guarda caso lo scrittore sente rinascere l’ispirazione.
Tuttavia, quando l’ospite, dopo una serata trascorsa in un locale di lap dance in compagnia di una ragazza coi capelli color ambra e microscopica minigonna di pvc o lattice, torna a casa ubriaco e si accascia sul letto trascurando i gatti, quasi come si fosse innescata un’antica maledizione, tutto precipita verso la catastrofe: il prezioso parquet in quercia francese si macchia in una maniera orribile e, all’apparenza, irrimediabile; uno dei due gatti tira le cuoia, stecchito sotto il peso del coperchio del pianoforte; la donna delle pulizie stramazza al suolo nella cucina tutta vetro e acciaio; e cosí via fino al sorprendente, inaspettato colpo di scena finale.
Selezionato per il National Book Award 2012 e inserito dal Telegraph nella lista degli «Amazing 15», Istruzioni per la manutenzione del parquet è un romanzo brillante e sarcastico che racconta le ossessioni e le follie dell’era moderna, una commedia nera «diretta da Hitchcock» (The Washington Post), con un protagonista che sembra uscito dalle migliori pagine di David Nicholls e Nick Hornby.

Will Wiles è nato in India nel 1978 e ora vive e lavora a Londra. È stato fino allo scorso anno editor di una affermata rivista di design e architettura, prima di intraprendere la carriera di scrittore e giornalista free lance. Negli ultimi dieci anni ha collaborato con numerose testate, tra le quali il New York Times, e fondato e curato siti web di architettura e blog (quello attuale si trova all’indirizzo willwiles.blogspot.com).
Istruzioni per la manutenzione del parquet, il suo romanzo d’esordio, è stato selezionato per il National Book Award 2012.

«Questo romanzo genera le stesse vertigini che si provano sulla cima di una scogliera, quella sensazione di catastrofe imminente che si fa sempre piú chiara… un libro che crea dipendenza».
Daily Mail

«Divertente, poetico, ricco… una commedia surreale e farsesca, un originalissimo esordio letterario».
The Times

«Un libro ingegnoso… la storia ha qualcosa della sorprendente sensibilità de Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe».
Daily Telegraph

«Se siete appassionati di Kafka, di certo vi piacerà questo romanzo, che ricorda da vicino Le metamorfosi».
Kirkus Reviews
Ed. Neri Pozza
bloom
288 pp
16.50 euro
MAGGIO 2013
Trama

Cosa ci vorrà mai a prendersi cura di un appartamento di lusso? Basta lasciar fare alla domestica, non giocherellare coi tasti del pianoforte a coda, non sfondare i divani in pelle nera, non sporcare le pareti color bianco ghiaccio e attenersi alle istruzioni.
Sí, perché il padrone di casa Oskar, famoso compositore minimalista e poliglotta, amante del design e della semplicità che costa un occhio, impegnato a Los Angeles con gli avvocati della moglie sul piede di guerra, non solo ha affidato la sua elegante casa, situata in una città dell’Europa dell’Est, a un vecchio amico di università e aspirante scrittore, «inesorabilmente, illecitamente bloccato» al primo romanzo, ma gli ha lasciato anche biglietti, noticine e istruzioni per ogni situazione possibile: da come scegliere la dieta ideale per i gatti a quale deodorante d’ambiente usare, dal divieto di toccare il pianoforte a dove ricomprare tempestivamente il caffè, a come riciclare nella maniera piú efficace. 
Bizzarrie da ricchi, certo, ma in quello spazio «di gusto e denaro», assai diverso dal suo fetido scantinato di Londra, guarda caso lo scrittore sente rinascere l’ispirazione.
Tuttavia, quando l’ospite, dopo una serata trascorsa in un locale di lap dance in compagnia di una ragazza coi capelli color ambra e microscopica minigonna di pvc o lattice, torna a casa ubriaco e si accascia sul letto trascurando i gatti, quasi come si fosse innescata un’antica maledizione, tutto precipita verso la catastrofe: il prezioso parquet in quercia francese si macchia in una maniera orribile e, all’apparenza, irrimediabile; uno dei due gatti tira le cuoia, stecchito sotto il peso del coperchio del pianoforte; la donna delle pulizie stramazza al suolo nella cucina tutta vetro e acciaio; e cosí via fino al sorprendente, inaspettato colpo di scena finale.
cover
Selezionato per il National Book Award 2012 e inserito dal Telegraph nella lista degli «Amazing 15», Istruzioni per la manutenzione del parquet è un romanzo brillante e sarcastico che racconta le ossessioni e le follie dell’era moderna.

w. wiles
L'autore.
Will Wiles è nato in India nel 1978 e ora vive e lavora a Londra. È stato fino allo scorso anno editor di una affermata rivista di design e architettura, prima di intraprendere la carriera di scrittore e giornalista free lance. Negli ultimi dieci anni ha collaborato con numerose testate, tra le quali il New York Times, e fondato e curato siti web di architettura e blog (quello attuale si trova all’indirizzo willwiles.blogspot.com).
Istruzioni per la manutenzione del parquet, il suo romanzo d’esordio, è stato selezionato per il National Book Award 2012.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz