PAGINE

sabato 19 ottobre 2013

L'autunno è Neri Pozza (anteprime, 3° parte)



Continuano i fantastici e prossimi arrivi Neri Pozza!

ENON
di Paul Harding


Enon
Ed. Neri Pozza
I narratori delle tavole
240 pp
16 euro
NOVEMBRE 2013?
Trama

Quasi tutti i Crosby, da Howard, che girovagava con il suo carro pieno di mercanzie tra i boschi del Maine, a George Washington, che trascorreva i suoi giorni riparando orologi, hanno lasciato vedove le mogli e orfani i figli. 
 Charlie Crosby costituisce l’eccezione. Il destino è scritto diversamente per lui. 
Nipote di George Washington, Charlie vive a Enon, una piccola città a nord di Boston. Pittura case, e a volte gli capita di tagliare l’erba nei giardini e spalare la neve. 
Una vita fatta di piccole cose: camminare nei boschi con Kate, la figlia tredicenne che si incanta ancora a dar da mangiare alle cince e ai picchi che vengono a beccarle i semi dal palmo; avventurarsi in canoa lungo il fiume che attraversa il paese; contemplare Susan, la moglie, un mistero vivente per il benevolo distacco che traspare dai suoi occhi turchesi e tuttavia, proprio per questo, un mistero irresistibile.
Certo, per i genitori di Susan, Charlie è una persona debole o tutt’al più di buon senso, capace solo di borbottare frasi di poco conto in loro presenza. 
Tuttavia, la loro considerazione non lascia crepe nel rapporto tra Charlie e la moglie, reso ancora più forte dalla nascita della loro adorata unica figlia. 
Un giorno però irrompe, crudele, insensata, terribile, la tragedia.
 In un piovoso pomeriggio di settembre che annuncia la fine dell’estate, mentre sta rientrando in auto dopo una passeggiata nei boschi, Charlie riceve una telefonata di Susan. Con la voce spezzata dal dolore, la moglie gli dice che un automobilista ha travolto Kate mentre tornava in bici dalla spiaggia, e che tutto è stato così rapido, inevitabile e assurdo che i soccorsi si sono rivelati inutili. La fine della ragazza lascia macigni pesanti sul cuore di Charlie. 
Susan cerca di reagire, di non soccombere alla sofferenza, ma Charlie cede di schianto.
Un giorno, dopo aver trascorso quasi tutta la notte seduto al buio, esausto e senza riuscire a dormire, Charlie scaglia un pugno contro la parete del pianerottolo.
 Il vecchio intonaco di crine si riversa dal muro come la sabbia da una clessidra a sancire che un altro tempo si è esaurito: quello tra Charlie e Susan, che se ne torna a casa dei suoi, nella sua vecchia camera da letto, che la madre usa per cucire ormai da vent’anni. 
Sembrerebbe tutto perduto per il nipote di George Washington Crosby, tutto precipitato nell’abisso della disperazione.
15797396
-
 Tuttavia, da qualche parte è ancora all’opera la semplicità salvifica della natura e del mondo. 

Con un romanzo struggente e poetico, Paul Harding narra una storia in cui il dolore più grande – la perdita di un figlio per un genitore – apre a una nuova considerazione, a un nuovo senso della vita.

L'autore.
Paul Harding ha insegnato scrittura creativa a Harvard e all’Università dello Iowa. Oggi vive a Georgetown, nel Massachusetts, con la moglie e i figli. Ha esordito nel 2009 con L’ultimo inverno (Neri Pozza 2011). Pubblicato dalla piccola casa editrice indipendente Bellevue Literary Press, il romanzo, primo di una trilogia, vinse nella sorpresa generale il premio Pulitzer 2010. Enon è il secondo romanzo del ciclo
.


IL CAMPO DI BATTAGLIA E' IL CUORE DEGLI UOMINI
di Carlo Patriarca

Ed. Neri Pozza
I narratori delle tavole
224 pp
15 euro
NOVEMBRE 2013?






Da amici fraterni a duellanti: una storia d’amore e di gelosia, di libertà e tirannia durante le guerre napoleoniche.

Trama

Etienne e Raymond hanno stretto un patto di indissolubile amicizia all’École militaire di Bordeaux, dov’erano tra gli allievi più brillanti, prima di ritrovarsi, nell’aprile del 1796, nella piana di Albenga al seguito dell’Armata d’Italia di Bonaparte, acquartierata in attesa di muovere verso le fertili pianure padane.
Etienne vaga smanioso per l’accampamento, passeggiando tra le tende e scavalcando corpi addormentati.
Medico abituato a fronteggiare quotidianamente i numerosi malanni di un esercito in guerra – febbri tifoidi, amputazioni, scabbia, vaiolo, scorbuto, pazzia, nostalgia –, Etienne cerca di vincere il tedio esercitandosi al suo amato violoncello.
Raymond è ancora più inquieto. Sulla testa ostenta sempre il suo bonnet d’ourson decorato da una splendida piuma viola, e sul volto mostra ancora la sua proverbiale nobiltà d’animo.
Tuttavia, l’irruenza e la spavalderia della gioventù sembrano in lui un ricordo del passato.
Ufficiale colto e di bell’aspetto, che parla correntemente l’italiano e il tedesco, Raymond ha ricevuto qualche tempo fa un incarico delicato: recarsi a Milano per raccogliere informazioni da inviare a Parigi sullo stato e la consistenza della guarnigione austriaca. 
Mai missione si è rivelata più fatale per lui, e il fato ha un solo nome: Costanza Melzi d’Eril, cugina prima del conte Francesco, ben noto in città per le sue simpatie repubblicane, e moglie di un uomo facoltoso e assai fedele agli austriaci.
Viso perfetto persino per il più riottoso dei ritrattisti, collo lungo e delicato, spalle dritte e sottili e seno rigoglioso, Costanza ha infranto talmente il cuore di Raymond da rendergli insopportabili le ore trascorse lontano da lei.
«Sono irrimediabilmente perduto» confessa l’ufficiale a Etienne che, convinto che la guerra contro le potenze monarchiche dell’Ancien Régime non possa concedere spazio al sentimento, cerca invano di ridestare nell’amico l’antica risolutezza che ne faceva l’allievo migliore a Bordeaux.
In una pausa della dura campagna d’Italia accade, tuttavia, l’irrimediabile: Etienne incontra a Milano Costanza e resta trafitto dal suo fascino e dalla sua bellezza. 
Con Raymond non lascia trapelare nemmeno un «riflesso di quel diamante spigoloso» che la donna gli ha appoggiato sul cuore, tuttavia le voci corrono e, durante la campagna d’Egitto in cui lo scoraggiamento bellico si accompagna ai deliri di onnipotenza di Napoleone, i due amici si trasformano in duellanti.
Carlo Patriarca
-

Opera in cui l’amicizia e il tradimento, l’amore e la passione, la libertà e la tirannia si intrecciano in una trama avvincente, Il campo di battaglia è il cuore degli uomini svela un nuovo talento della narrativa italiana, capace di padroneggiare come pochi il romanzo storico e i temi propri della letteratura.

L'autore.
Carlo Patriarca (Sondrio 1960) è un medico anatomopatologo. Ha studiato a Pavia e ha lavorato a Genova, Milano e Como. E' sposato e ha due figli. Vive a Milano. Il campo di battaglia è il cuore degli uomini è il suo primo romanzo
.


LA RICCHEZZA
di Marco Montemarano

Ed. Neri Pozza
Bloom
272 pp
16.50 euro
NOVEMBRE 2013?
Trama


A quindici anni Fabrizio Pedrotti è già un gigante.
A volte se ne sta in piedi in mezzo alla sua cameretta come se il suo corpo fosse un fantoccio ingiustificabile e lui non sapesse come disfarsene. 
È bello, è un leader. 
A scuola è attorniato da una folla di cortigiani, e il mondo gli si srotola ai piedi come un tappeto.
Un giorno del 1975, nel corridoio di un liceo romano, Fabrizio sceglie Giovanni come amico. 
Gli mette una mano sulla testa e lo elegge a suo scudiero. Poi lo ribattezza Hitchcock e lo accoglie nella cerchia più intima della sua famiglia. 
Nel lussuoso appartamento dei Pedrotti, Giovanni-Hitchcock si muta nel testimone della vita dell’intero nucleo familiare. 
Riesce a scorgere il padre, un onorevole perennemente assente da casa, in una imbarazzante intimità; si rende subito conto della svagata cortesia ed estraneità della madre; stringe amicizia con Mario, il fratello minore, un ragazzo gracile, un fantasma in pantofole che rasenta i muri aprendo e chiudendo in silenzio le porte; ha una relazione clandestina con Maddalena, la seducente sorella, una ragazza quasi adulta, coi ricci del colore di certe alghe marine; e infine apprende il lato nascosto, la zona d’ombra del rapporto tra Fabrizio e il fratello. 
A volte Fabrizio sente un fremito tra il palato e la radice del naso, una specie di istinto a mordere. 
E allora lui, il gigante, tortura l’esile fratello minore, lo sveglia a morsi e lo sfinisce con il solletico. Finché Mario, che è in preda al panico al minimo tocco, smette quasi di dare segni di vita. 
Al fianco dei Pedrotti, Giovanni abbraccia completamente l’identità di Hitchcock. Al punto tale che si convince persino di aver determinato la rovina e l’infausto destino di Fabrizio, Mario e Maddalena con un atto scriteriato e irresponsabile nell’acceso clima politico degli anni Settanta. Finché, con il trascorrere degli anni, e l’irrompere della maturità, la verità dei Pedrotti e di Hitchcock, il loro scudiero, gli appare sotto una luce inaspettata e sorprendentemente diversa.

Con la sua scrittura asciutta e controllata, La ricchezza è un romanzo che narra dei ragazzi degli anni Settanta, di una generazione che ha consumato in fretta il proprio tempo nel sogno e nell’illusione, per esporre alcuni dei temi fondamentali della letteratura di ogni tempo: le grandi speranze e le fragili certezze della gioventù, l’impossibilità di accedere alle vite degli altri, gli inganni della memoria e dell’Io.
Marco Montemarano
,.

L'autore.
Marco Montemarano è nato a Milano, cresciuto a Roma e vive da oltre 20 anni a Monaco. È scrittore, giornalista, traduttore e musicista. Il suo romanzo Acqua passata è tra i vincitori dell’edizione 2012 del concorso IoScrittore ed è stato pubblicato in e-book. I due album musicali Così sempre e The Art of Solo Guitar (RoBa/Zaraproduction) raccolgono sue composizioni per chitarra
.


LA NOTTE PIU' BUIA
di Monika Held

Ed. Neri Pozza
I Narratori delle tavole
Trad. R. Cravero
272 pp
17 euro
NOVEMBRE 2013?
Come si può pensare di vivere il presente, 


 se le ferite del passato sanguinano ancora?

 Uno struggente romanzo sull’Olocausto che ritorna
a una delle pagine più intense della nostra storia: i processi per i crimini di Auschwitz.

Una magnifica storia d’amore tra una traduttrice tedesca e un sopravvissuto al campo di Auschwitz.

Un viaggio liberatorio nella memoria, per lasciarsi la sofferenza alle spalle e riprendersi un futuro che spetta a tutti.


Trama

È il 5 giugno 1964 quando Lena attraversa l’atrio del tribunale di Francoforte, dove lei lavora come traduttrice, e incontra Heiner Rosseck. 
Quell’uomo magro e taciturno è appena arrivato da Vienna per partecipare al processo contro i crimini nazisti di Auschwitz, in cui è stato prigioniero. 
Lena lo assiste in un momento di difficoltà e non ci mette molto a capire che quell’uomo è disperato. Prima di tutto perché, per Heiner, ricordare significa riaprire ferite terribili e dolorose: spiegare come si sopravvive in un campo di sterminio, quali lavori si svolgono, quante vessazioni fisiche e umiliazioni psicologiche si devono subire, o raccontare come muoiono ogni giorno centinaia di uomini, donne e bambini. 
E poi, Heiner parla davvero una lingua diversa dalla sua: una lingua in cui «rampa» non indica il pezzo di metallo di un magazzino, ma lo scivolo su cui i corpi venivano trasportati verso i forni crematori, in cui «camino» è la più impronunciabile delle parole, e in cui il verbo «selezionare» riporta alla memoria ricordi spaventosi. 
Quando al cinquantesimo giorno di processo Heiner non ce la fa più e scoppia a piangere, il giudice sospende il processo. 
16153065
,
Heiner vuole tornare a Vienna, lontano da tutti quelli che lo accusano di non riuscire a scrollarsi quel passato di dosso. Ma ormai è troppo tardi. 
Lena ha capito cosa lo tormenta e non vuole lasciarlo andare.
 Inizia così una struggente «educazione sentimentale» che li avvicina sempre di più, e che si concluderà vent’anni dopo in Polonia, dove Lena, dopo aver visitato i luoghi in cui quell’orrore ha avuto inizio, capirà che le ombre di Heiner non se ne andranno mai e che toccherà a lei lottare ogni giorno per ricordargli che esiste un’altra possibilità per ripartire da zero ed essere finalmente felice: fidarsi di lei. 

Con un romanzo dalla trama coinvolgente e uno stile ricco di esplosioni poetiche, Monika Held fa tesoro delle testimonianze raccolte in prima persona dai sopravvissuti dei campi di sterminio e dipinge una storia d’amore universale, cruda e commovente assieme, che riflette sulla memoria, sulla sofferenza e sul diritto di ogni uomo di poter credere in un futuro.

L'autrice.
Monika Held (1943) è nata e cresciuta ad Amburgo. Ha scritto articoli su diversi quotidiani («Frankfurter Rundschau») ed è stata editor per la società di comunicazione Hartmann and Braun’s, prima di diventare giornalista freelance. Ha ottenuto numerosi premi per i suoi articoli e per il suo impegno politico, tra cui il German social Prize, l’Elisabeth Selberg Prize, il Reporting Prize e la Polish Medal. Attualmente vive a Francoforte sul Meno, in Germania
.

ISTITUTO DI BELLEZZA MARGARET THATCHER
di Marsha Mehran

Ed. Neri Pozza
Le tavole d'oro
288 pp
16.50 euro
NOVEMBRE 2013?
Amori, intrighi e tradimenti delle donne dell’Istituto di bellezza Margaret Thatcher, Avenida Florida 1796, Buenos Aires, nell’attesissimo nuovo romanzo dell’autrice di Caffè Babilonia.




Un romanzo pieno di grazia e di fascino che unisce culture e mondi differenti. Un collage di storie armoniose e toccanti, esotiche e divertenti, che è un inno al potere magico della letteratura.

Trama

Teheran. Primavera 1982. Quando in Iran scoppia l’ennesimo attentato, Zadi abbandona l’hammam in cui lavora, prende la figlia Maryam e sale su un aereo diretto a Buenos Aires.
Ad attenderla
nel palazzo al numero 1796 dell’Avenida Florida, c’è la signora Haji, proprietaria di un istituto di bellezza fatto in casa. 
Sede, in passato, dell’accademia delle Belle Arti della città, l’edificio che ospita ora l’istituto è solo un condominio abitato da profughi iraniani come Zadi. 
Così, quando la nuova arrivata propone a Haji di riunirsi ogni settimana per leggere insieme nella loro lingua e ripensare alla loro terra natale lontana, magicamente il condominio si anima, riportando a galla le storie dei suoi inquilini. 
Quella della signora Haji, ad esempio, che ha girato il mondo con il grande amore della sua vita e ha appreso i segreti della «danza rotante» dei dervisci. O quella del Capitano Soheil Bahrami, che dopo un periodotrascorso nella prigione di Farvin, vive ora con la figlia Sheema, una studentessa di medicina innamorata di una compagna di corso. 
E ancora, quella di Parastoo, l’apprendista di Haji, sposata con un uomo che le ha fatto credere di possedere una fortuna e poi l’ha abbandonata; oppure quella di Homa e Reza, che di giorno lavorano al mercato e la sera dipingono miniature; o, infine, quella del giovane e attraente rivoluzionario Houshang, infatuato di Zadi. 
E mentre l’Inghilterra di Margaret Thatcher dichiara guerra all’Argentina per le Falkland, una nuova inquilina fa il suo arrivo al numero 1796 dell’Avenida Florida. Dice di chiamarsi Khanoum Soltani, ma somiglia moltissimo alla poetessa iraniana Farzaneh Farangi. 
E tra amori segreti, confessioni commoventi e ricordi di un tempo perduto per sempre, saranno proprio le parole di Farzaneh a spingere gli inquilini a smetterla di vivere nel passato e a cominciare finalmente la loro vita nuova in Argentina.

.
Con una trama avvincente e una lingua aggraziata che mescola culture e mondi lontani, Marsha Mehran – già nota in tutto il mondo con Caffè Babilonia – costruisce un collage di storie armonioso e toccante e si conferma una delle nuove voci più interessanti del panorama letterario contemporaneo, con un romanzo che si preannuncia già un bestseller della prossima stagione.

L'autrice.
Marsha Mehran ha lasciato l'Iran durante la rivoluzione khomeinista e si è rifugiata con la sua famiglia in Argentina. A Buenos Aires i suoi genitori hanno aperto un caffè mediorientale, mentre lei studiava in una università privata scozzese. Dopo aver vissuto negli Stati Uniti e in Australia, Marsha Mehran vive ora in Irlanda. Caffè Babilonia, il suo primo romanzo, è stato un best seller internazionale
.


LIETO FINE
di Edward St.Aubyn

Ed. Neri Pozza
Bloom
272 pp
16 euro
NOVEMBRE 2013?





L’episodio conclusivo dei Melrose: una saga che ha appassionato centinaia di migliaia di lettori.


Una commedia sociale – intelligente, profonda e magnificamente scritta – che svela le ipocrisie della nobiltà inglese e conferma il talento di uno dei narratori contemporanei più importanti.

Trama

Cos’altro può capitare a Patrick Melrose, dopo un’infanzia con un padre violento e una madre alcolista; un’adolescenza tra droghe e party lussuosi; e una maturità segnata dal ritorno nella tenuta di famiglia e dall’infelice matrimonio con Mary? 
Quando anche sua madre Eleonor muore, Patrick sogna di lasciarsi alle spalle il disgusto verso la
propria famiglia e quella vita troppo sregolata. 
Al funerale, però, mentre la bara della madre entra nella navata e i parenti gli presentano
le condoglianze, riceve la notizia che sua madre non l’ha diseredato, come avrebbe voluto suo padre, ma gli ha lasciato in eredità ben due milioni di sterline. 
Perché quel lascito? 
E se non fosse un regalo, bensì un’ammissione di colpevolezza? Separato in casa con la moglie Mary e tentato da Becky, una ventenne «bella, disponibile e mentalmente disturbata», Patrick si rifugia nel silenzio del lutto e, per la prima volta, riflette a mente lucida sugli eventi che lo hanno portato a diventare la persona che è. 
Sprofondando di nuovo nel corridoio di un’infanzia raccapricciante e parlando con filosofi e strizzacervelli, con ex amanti e servitori, Patrick non può smettere di domandarsi perché sua madre non sia mai intervenuta per fermare le violenze del marito su di lui. 
E solo quando entra in possesso di alcune vecchie lettere, intuisce la raccapricciante evidenza: sua madre Eleonor, che lui aveva sempre considerato la seconda vittima di un marito dispotico, era a conoscenza di tutto. 
E lui, in tutti quegli anni, è stato solo «un giocattolo nella masochistica relazione tra i suoi genitori». 
.
Con la stessa profonda indagine psicologica dei libri precedenti, Edward St Aubyn – paragonato dalla critica britannica e statunitense a Evelyn Waugh e Oscar Wilde per la sferzante descrizione dell’upper class inglese e a Martin Amis, per il nichilismo – conclude uno dei cicli narrativi contemporanei più belli degli ultimi anni, con un romanzo elegante e spietato che, raccontando la storia di una famiglia, riesce a illuminare i luoghi più bui e inquietanti dell’animo umano.

L'autore.
Edward St Aubyn è nato nel 1960 in una zona della Cornovaglia abitata dai St Aubyn dai tempi della conquista normanna. È autore dei romanzi A Clue to an Exit e On the Edge, nonché dalla tetralogia I Melrose (Neri Pozza, 2013) dove ha raccontato le storie tragiche e comiche della sua famiglia e con cui è stato finalista del Booker Prize e vincitore del Prix Fémina
.

Nessun commento:

Posta un commento

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz