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mercoledì 4 dicembre 2013

Recensione CANTO DI NATALE di Charles Dickens



Questo breve ma delizioso classico mi mancava e son contenta di averlo letto!

CANTO DI NATALE
di Charles Dickens

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A Christmas Carol
Sinossi

Pensate alle gioie presenti - ognuno ne ha molte - non alle disgrazie passate - tutti ne hanno qualcuna.
Riempite di nuovo il bicchiere con volto radioso e cuore pago.
Mi ci gioco la testa che il vostro sarà un Natale allegro e un anno nuovo felice

Charles Dickens


Una grande storia sulla possibilità di cambiare il proprio destino. Una riflessione sull’equilibrio difficile fra il presente, il passato e il futuro. Una denuncia dello sfruttamento minorile e dell’analfabetismo. 
Ma soprattutto una favola, una delle più commoventi che siano mai state scritte. 
Protagonista è il vecchio e tirchio finanziere Ebenezer Scrooge – personaggio che servirà da modello per il Paperon de’ Paperoni disneyano – che nella notte di Natale viene visitato da tre spettri. Lo indurranno a un cambiamento radicale, a una conversione che farà di lui uno dei più grandi personaggi letterari di tutti i tempi. Questo piccolo, amatissimo libro è un un’opera immortale, capace di mantenere inalterata nel tempo la fragranza della propria magia e del proprio spirito. 
Lo spirito del Natale, dell’infanzia, di ciò che è buono e rassicurante, ma anche prezioso abbastanza da volerlo proteggere a ogni costo.

il mio pensiero
A prescindere dal fatto che ciascuno di noi festeggi o meno il Natale dal punto di vista prettamente religioso, è indubbio che il periodo dell'anno che gira attorno a questa festività sia pervaso da un'atmosfera particolare, festosa, serena, gioiosa; atmosfera che si esprime a tutti i livelli...!
La vediamo per le vie illuminate da luminarie, dalle vetrine dei negozi, coloratissime e addobbate, dalle canzoni natalizie che si sentono per le strade e nei centri commerciali; la vediamo nelle persone, che improvvisamente sembrano più gentili del solito, meglio disposte verso l'altro, più desiderose di stare in compagnia, soprattutto in famiglia, facendo pranzi e cene faraonici, scambiandosi regali ecc....
Insomma, il Natale sembra piacere a tutti e il solo immergerci col pensiero in questo magico periodo mette addosso sensazioni e pensieri positivi, di calore umano, condivisione, felicità, bontà....!

Beh, il protagonista della novella natalizia del maestro Dickens, Ebenezer Scrooge (bello il nome Eben-Ezer...! Non so se lo sapete, ma deriva da un'espressione ebraica che significa "Fin qui l'Eterno ci ha soccorsi") non ama affatto il Natale e non sopporta nè che gli si facciano gli auguri nè che le persone attorno a lui manifestano eccessivi sorrisi e un'inopportuna gaiezza, da lui ritenuti inutili.
Ebenezer è un usuraio di una certa età, con un gran senso pratico, preso dal pensiero degli affari, un tipo solitario, burbero, taccagno, egoista, incline ad adirarsi facilmente, poco propenso a dare e ricevere carinerie di vario genere.
Lui non si lascia coinvolgere nè dall'euforia dei pranzi di Natale, in cui il buon cibo, un bel bicchiere di vino e lo stare insieme danno senso allo spirito natalizio, nè dalla pretesa voglia di essere più generosi del solito, facendo offerte a chi è meno fortunato...!
Eh no, Scrooge non sa che farsene di queste sciocchezze e non gli viene automatico essere più buono, più gentile, più generoso, più comprensivo e anzi, davanti alla solarità del nipote Fred o alla pazienza e gentilezza del commesso del proprio negozio, il vecchio risponde stizzito e irritato....
Ma ci penseranno tre Spiriti - del passato, del presente e del futuro - a obbligarlo a dare un'occhiata alla propria vita e a quella di chi gli è intorno, per aver modo di riflettere sul proprio comportamento e sull'atteggiamento di disprezzo verso la festa in onore del Figlio di Dio.
Dopo un incontro inquietante con lo spirito del defunto e infelice socio in affari, Marley, che avvisa Scrooge dell'imminente visita dei tre Spiriti, questi ultimi vengono, l'uno dopo l'altro, ad accompagnare il vecchio Ebenezer in una sorta di visione e viaggio nel tempo, che prima lo metterà faccia a faccia con la sua famiglia, nella quale c'era amore, nonostante la povertà..., poi con la vita in famiglia di altre persone povere ma felici; infine, vedrà una parte di ciò che deve ancora accadere e che lo riguarda... e sarà soprattutto quest'ultima visione a scuoterlo.

Riuscirà lo spirito natalizio, che splende con forza nei cuori e nei visi di tante persone che Scrooge conosce e che da sempre hanno parole buone per lui, a coinvolgerlo e a intenerire il suo cuore, gelido e arido?
Per ogni uomo c'è possibilità di ravvedimento, di rivedere e considerare le proprie azioni e cambiare rotta, per essere felici con se stessi e con gli altri.

Un racconto breve ma intenso, che colpisce per l'abilità dell'Autore nel tratteggiare i personaggi, le loro azioni, tanto da sembrarci vivi e reali sotto i nostri occhi (leggere Dickens è così: è come essere comodamente seduti a teatro e assistere ad uno spettacolo e del resto questo racconto è strutturato come un dramma, composto da 5 parti); un racconto, che è un po' una favola, dal "piacevole sapore" gotico, che fa riflettere su tante tematiche sempre attuali (lotta alla povertà, sfruttamento del lavoro minorile....) e che alla fine disegna un sorriso di tenerezza sul viso del lettore.

Leggete Dickens: non delude mai!!

con questo classico partecipo a...

 

2 commenti:

  1. Io sono una grande amante dei classici, però questo mi ha sempre attirata!!
    Comunque sul mio blog ho un premio per te :)

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  2. grazie mary!! passerò a ritirarlo!! ;)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz