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martedì 9 dicembre 2014

Recensione: "Se chiudo gli occhi" di Simona Sparaco



Un libro molto molto bello e scritto davvero bene!

SE CHIUDO GLI OCCHI

di SImona Sparaco


Ed. Giunti
272 pp
16 euro
OTTOBRE 2014
Viola è una giovane donna dalla vita tranquilla e, in fondo, poco interessante.
Lavora come commessa in un negozio di fotografie, è sposata con Paolo - col quale è palesemente in crisi - e ha una dolce e intelligente bambina di 4 anni, Cristina.
Veste in modo anonimo, Viola, pur essendo carina: vestiti larghi e dai colori non certo vivaci, un lavoro poco creativo e lontano dai suoi sogni di bambina cui piaceva inventare storie, che poi scriveva su fogli di carta.

La sua vita procede piatta fino al giorno in cui, nel negozio in cui lavora, si presenta un uomo alto e dinoccolato, ancora bello nonostante l’età: è suo padre, scultore, l’artista famoso, l’eterno bambino.
Cosa ci fa lì davanti a lei, dopo quattro anni d'assenza?

È tornato a cercarla per proporle un viaggio nella sua terra d’origine (nella Marche, ai piedi dei monti Sibillini) e per rivelarle qualcosa di molto importante. 

Viola ama suo padre ma cova non pochi risentimenti per lui, per aver abbandonato la famiglia anni prima.
Per lei Oliviero non è solo l'apprezzato artista, un po' estroso e singolare, ma è più di tutto un padre assente; ha fatto soffrire la mamma e non s'è fatto vivo con lei, Viola, per diversi anni, un'assenza pesante e insopportabile perchè fin troppo evidente proprio nei momenti importanti, come quando è nata Cristina, che infatti Oliviero non conosce.

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E ora lui spunta dal nulla, da un passato fatto di rare presenze e tante distrazioni, per proporle un viaggio nei luoghi della sua infanzia?

Viola fa fatica a fidarsi un’altra volta dell’uomo
 che l’ha abbandonata e, ancor di più, faticherà - perchè accetterà, suo malgrado e nonostante le esitazioni, di accompagnarlo - a credere alle incredibili e quasi surreali storie che riguardano  le donne della loro famiglia, dalla nonna Antina alla mamma stessa di Oliviero e a Nora, un'amica della nonna. 
Donne piene di mistero e fascino, frutto di "poteri" e sensibilità particolari, che apparentemente hanno poco a che fare con la realtà, ma che in effetti sono più che mai ancorate alla terra, alla natura e alla sua forza, ai suoi misteri arcaici, tramandati da madre in figlia, attraverso saperi, storie, silenzi.

E così partono insieme, in auto, padre e figlia, e nel viaggio a volte sarà un silenzio pesante e carico di parole non dette a dominare, altre volte le battute caustiche e acide di Viola zittiranno il padre.., altre volte quest'ultimo riuscirà a catturare l'attenzione della scettica figlia parlando di sè e del proprio passato.

Viola pian piano imparerà a immaginarsi suo padre come il bambino smarrito che è stato, cresciuto da donne forti come rocce, piene di insegnamenti non sempre semplici da accettare, capaci di aprire gli occhi del cuore e della mente di un intelligente e sensibile Oliviero su ciò che non tutti vedono e sentono, ma che non per questo smette di esistere.
sibillini
"Credi solo in quello che vedi. Il fatto che tu sia l’unico a vederlo, non vuol dire che non esista.”
Non solo, ma Oliviero apre il suo cuore ad una confusa Viola e le parla di sè ragazzo, giovane uomo innamorato di una donna che gli è entrata nel cuore e c'è rimasta, per anni, nonostante il matrimonio con la mamma di Viola.
E alla ragazza, grazie ai racconti vividi e accorati del padre, sembra di conoscerla davvero, di averla davanti a sè, questa donna sconosciuta eppure così fondamentale e presente nella vita dell'artista (quante cose non sa di lui?): Pauline, il solo grande amore di Oliviero, colei che ha in qualche modo ispirato e guidato tante sue opere e di cui adesso anche Viola conosce l'esistenza.

Ma perchè?
Per quale ragione Oliviero la porta nella sua terra, alle pendici dei Sibillini?
Quale antico segreto vi è custodito?
Cosa lega lei a questa Pauline, a questa donna forte ma dolce, che ha amato e conosciuto l'uomo e l'artista come forse nessun altro ha saputo fare?


Viola sarà travolta da una forza a lei finora realmente sconosciuta: l’amore, quello che Viola non ha mai conosciuto davvero; e poi la forza del perdono ("il perdono è femmina!"); il fascino di un luogo che la chiama a sé con la sua luce misteriosa e avvolgente, e la capacità di aprirsi alle meraviglie con gli occhi chiusi ma con il cuore aperto

"nella lontananza si trova un tempo interiore che è come un vortice, e arriva un momento in cui da quel vortice ti volti indietro, per ritrovare la calma da cui provieni"

e Oliviero vuole far proprio questo: tornare indietro per riprendersi se stesso e dare alla figlia l'opportunità di fare la stessa cosa: ritrovarsi.

"Dall'infanzia non ci si può mai davvero separare, per alcuni è l'unica età della vita. Ma può accadere di perdersi in quella fase di passaggio, che non è più e non è ancora. E allora si resta come in bilico, in un limbo, dove le cose sono quelle che sono... Non si trasformano, non sono più materia plasmabile dello sguardo. Io avevo aperto gli occhi, avevo accolto la realtà come tangibile, immutabile. Ma non ero diventata grande. Mi ero persa".
Questo viaggio, per Viola, sarà un modo per crescere, per mettere in discussione tante false certezze creatasi negli anni; a quei posti quasi magici, che sussurrano verità che lei ancora non sa, che parlano di percezioni e sensazioni che lei non ha ancora sperimentato, che sono pregni di odori e sapori dai quali lei non è ancora stata travolta..., anche Viola appartiene, e forse grazie ad essi anche lei può scoprire qualcosa di sè, di questo padre lontano eppure tanto simile a lei; qualcosa dell'amore, quell'equilibrio instabile...

"...che oscilla tra libertà e compromesso, .... chi ama cammina potente e traballante lungo un sentiero sottile e incerto, ma senza mai voltare lo sguardo a chiedersi quale altra strada avrebbe potuto prendere".

Un viaggio dal quale Viola tornerà diversa e, in un certo senso, rinata.

Un romanzo molto bello, attraversato da un'atmosfera arcaica, affascinante, antica e allo stesso tempo così reale; una scrittura sensibile e realista, che mette a nudo sentimenti e pensieri, fragilità e rimpianti, debolezze e capacità dei protagonisti; l'utilizzo della prima persona dà quel tocco intimo alla storia e ti lascia entrare nei luoghi descritti, così che ti sembra di vederli, conoscerli, di sentire il freddo della montagna o l'odore buono e caldo di un camino acceso.

Una storia che tocca principalmente il tema difficile del rapporto padre-figlio e quello ancora più vasto dell'amore, vissuto con passione, con rimpianto, portato avanti per abitudine, quello che ti cambia la vita per sempre, o quello inaspettato, che giunge quando meno pensavi di averne bisogno.

Una lettura che commuove e ti entra dentro, un modo di narrare coinvolgente,..., insomma non posso non consigliarvelo!

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Letture correlate:

Accabadora di Michela Murgia

IL CUORE SELVATICO DEL GINEPRO di Vanessa Roggeri

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz