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martedì 29 settembre 2015

Recensione: NICEVILLE di Carsten Stroud



Il weekend di solito per me è prolifico di letture, e anche nei giorni scorsi mi sono dedicata a due romanzi appartenenti a generi molto diversi, ma che avrebbero dovuto avere in comune un elemento: il mistero.
La recensione di adesso riguarda il primo libro di una trilogia.

NICEVILLE
di Carsten Stroud


Ed, Longanesi
trad. M. Fiume
Pagine: 414. 
€ 16.40
Settembre 2012
Trama
Benvenuti a Niceville, una piccola cittadina del Sud degli Stati Uniti, circondata dal verde delle colline, popolata di alberi e di antiche ville coloniali... E abitata dal male. Nelle sue strade deserte, troppa gente sparisce nel nulla. Come Rainey Teague, di appena dieci anni, che la madre aspetta invano di veder spuntare lungo il vialetto di casa dopo la scuola. La polizia si mobilita in massa, anche se non c’è nessun indizio da seguire. La scomparsa di Rainey è soltanto il primo anello di una catena di avvenimenti che nel giro di sole trentasei ore travolgeranno la vita di molte persone. Soprattutto quella di Nick Kavanaugh, un poliziotto con un lato oscuro, e di sua moglie Kate, appartenente a una delle più antiche famiglie di Niceville. Una realtà agghiacciante sta per riemergere, e nessuno può far nulla per impedirlo. Perché a Niceville niente rimane sepolto per sempre.


Recensire questo romanzo potrebbe essere estremamente facile… o altrettanto estremamente difficile, dipende da cosa si vuol dire.
Se dovessi riassumervi la trama del romanzo – che è soltanto il primo di una serie – non saprei da dove iniziare. 
Ma siamo qui e ci provo comunque. 

Niceville è una cittadina statunitense fondata nel 1764, composta da 25mila anime, delle quali – ci avvisa l’Autore – “non tutte sono brave persone”.

A Niceville la gente scompare, ma già da parecchi anni. Com’è possibile che in un posto ameno, apparentemente tranquillo, dove tutti conoscono tutti, dove poche famiglie cofondatrici della cittadina sono in pratica tutte imparentate tra loro, accadano poi queste tragedie, che coinvolgono persone di qualsiasi età?

Il romanzo infatti ha inizio con la sparizione di un 11enne, Rainey Teague. A disposizione della polizia vi è un unico filmato, che riprende il ragazzino mentre ritorna da scuola e si ferma, come fa tutti i giorni, davanti alla vetrina di un negozio; il filmato mostra che il ragazzino era stato attratto da un qualcosa, per poi scomparire dalle immagini video da un secondo all’altro, senza alcuna spiegazione, senza che qualcuno abbia visto alcunché.

Chi aveva ragione di rapire o far del male ad un ragazzetto orfano e adottato da una delle famiglie più ricche ed in vista del paese?

A occuparsi del caso, tra i tanti poliziotti, c’è Nick Kavanaugh, sposato con la bella e dolce Kate Walker, avvocatessa onesta e tenace.

La scomparsa di Rainey getta nello scompiglio Niceville, che però è sempre stata attraversata da qualcosa di molto strano, inquietante, misterioso.

 
E i tanti personaggi coinvolti in questa storia lo realizzeranno in modo palese e personale un anno dopo la scomparsa misteriosa.

Gli eventi narrati – fatta eccezione per la scomparsa del ragazzino, che costituisce una sorta di prologo – si svolgono nell’arco di un weekend (dal venerdì pomeriggio alla domenica mattina) e seguono praticamente due filoni: una rapina ad una banca ad opera di uomini che hanno le mani in pasta ovunque, e con i quali collaborano anche tizi insospettabili, che hanno militato in Polizia e nell'FBI, e poi c’è appunto quello concernente la ricerca investigativa circa il giovane Teague, che vede in prima linea proprio Nick e Kate e, dietro le quinte, altre persone interessate al caso per varie ragioni, tra cui il padre di Kate, Dillon.
Aggiungo che il giovane Rainey successivamente verrà ritrovato vivo. In che modo e dove, starà al lettore scoprirlo, come del resto scoprirà il succedersi degli eventi, che porteranno alla risoluzione del caso e che vedrà qualcuno ricevere il benservito per le proprie azioni.

Il romanzo ha poco più di 400 pp ma ciò che è balzato ai miei occhi, ancora prima di arrivare alle prime 100, è la debolezza della trama, unita alla sensazione che essa sia tirata per i piedi, allungata inutilmente e un po’ confusionaria.

Ci sono tanti personaggi, non si segue il punto di vista di pochi eletti bensì quello di tanti degli individui coinvolti, il che personalmente mi ha distratta ed a volte un tantino annoiata.

Il punto di forza della storia sarebbe potuto essere costituito dall’aura di mistero e paura irrazionale che aleggia in modo pesante su questa cittadina, carina, pacifica, una comunità quasi familiare, eppure pericolosa.
Pericolosa perché c’è qualcosa che da fuori si insinua dentro per gettare orrore, angoscia, morte.

“Qualcuno – qualcuno di reale – stava combinando qualcosa a Niceville, ed era per questo che esistevano persone come Nick, per fermarlo.”

Ma di cosa si tratta? Quali presenze malefiche e demoniache s’è inventato Stroud per tenere il lettore sulle spine, per instillare in lui il germe del terrore e della suspense e fargli provare quell’attraente brivido di paura che spinge a continuare la lettura (come accade quando continuiamo a guardare un film horror fino alla fine, nonostante ogni tanto ci si nasconda sotto il plaid) di eventi terrificanti?

Niente di che, caro lettore.

Eh sì, perdonate la tiepidezza e la lapidarietà, ma è così. Non è che voglia necessariamente scoraggiarvi a leggere questo thriller/horror (tra l'altro, immagino ci siano pareri opposti al mio e, di conseguenza, più incoraggianti), ma desidero e devo essere onesta: non che sia un’esperta in materia, ma a questo romanzo manca tutto ciò che possa permetterci di definirlo sia thriller che horror.

Non mette alcuna paura, alcuna inquietudine, alcuna curiosità – se non nel senso che ci si chiede “Ma dove vuol andare a parare? Bah, continuo a leggere così lo scopro”) -, alcuna tensione, alcuna emozione!

Ripeto, la trama – seppur articolata, non priva di intrecci, idee e cura dei dettagli, anzi, in questo senso è molto ricca – non regge più di tanto, svicola in fatti e fatterelli poco interessanti, che personalmente non mi hanno coinvolta per nulla; ma ciò che più manca è l’approfondimento dell’unico punto di forza - che non sarà originale ma che, se sviluppato bene, crea interesse e aspettative -, e cioè questo paesino infestato dal Male… 

Un male che si manifesta in modo concreto, agendo sulla realtà, interagendo con i personaggi (la maggior parte dei quali è gretta e cinica, ma ci sta, nel contesto ci stanno più che bene), attraverso visioni di fantasmini davvero scialbi (e che mi fanno rimpiangere alla grande le agghiaccianti gemelline di Shining) e oggetti "magici" scontati, in particolare qui bisogna stare attenti agli specchi.

Quel po’ di alone di mistero che c’è, non basta a creare curiosità e suspense, e si arriva alla fine un po’ per inerzia, aspettando e agognando la novità sconvolgente che metta tutti i tasselli al loro posto; gli stessi personaggi – anche i “principali” - , forse proprio perché troppi, risultano freddi, distanti, e anche i "buoni" sono un po' "anaffettivi" e poco interessanti; manca il coinvolgimento mentale, emotivo in questo romanzo, e la parte che dovrebbe essere horror è così banale da risultare nulla; sembra di essere in presenza di un sovrannaturale adatto ai cartoni animati per bambini, che non fa alcuna paura, anzi rischia di scatenare una serie di sbadigli.

Devo dilungarmi ulteriormente o mi fermo qui - perché è evidente che non lo consiglio -? Ci saranno sicuramente romanzi migliori in grado di coinvolgervi e tenervi col fiato sospeso, ma questo non è in grado di farlo (PARERE MIO, ci mancherebbe). 
Poi, se i successivi (I confini del nulla e La resa dei conti) sono migliori e più interessanti, questo non posso dirvelo perchè non li ho letti; magari migliora, quindi se ve la sentite, iniziate Niceville.
Di buono c'è che non è scritto male, lo stile è sufficientemente fluente, anche se ci sono dei capitoli meno coinvolgenti, ma tutto sommato le 400 pagine scorrono; ripeto, io sono giunta alla fine perchè spero sempre che, fino a quando non si giunge all'ultima pagina, qualcosa possa sempre succedere e un colpo di scena possa riscattare ciò che fino a quel momento non mi ha entusiasmata.

Prossimo thriller? Il suggeritore di Carrisi, lui sì che non mi delude mai!!

6 commenti:

  1. Con Carrisi vai sul sicuro cara Angela :)

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  2. La trama non mi sembrava male ma l'idea di una trilogia thriller non mi alletta, preferisco i thriller autoconclusivi, se poi come mi confermi non c'è suspense e la storia è debole.. proprio no, non lo leggerò!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz