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giovedì 10 marzo 2016

Recensione: GIRL RUNNER di Carrie Snyder (Sonzogno Editori)



Questa è la storia di una donna la cui longeva esistenza si dipanerà lungo un coinvolgente ossimoro che l'accompagnerà per sempre: pur essendo un'atleta, una velocista, "costretta" a guardare avanti per poter arrivare ai traguardi tanto ambiti, Aganetha Smart vivrà ogni giorno col forte e inevitabile impulso di guardarsi indietro, di tornare con la memoria alla sua famiglia e a tutte le vicissitudini che l'hanno resa la donna che è.


GIRL RUNNER
di Carrie Snyder



Sonzogno editori
Trad. Gioia Guerzoni
pp. 286
 € 16.50
ebook €9.99
In copertina: ill. M. C.Azzali
Il romanzo inizia presentandoci la protagonista,  Aganetha Smart, ultracentenaria, che vive in una clinica per anziani; alterna momenti di lucidità ad altri in cui non ricorda nulla e vaneggia, ed è così che la conoscono i due giovani che un giorno, inaspettatamente, vanno a farle visita, portandola via con sè, dicendole che desiderano intervistarla, fare un film su di lei, raccontando della sua brillante carriera di "girl runner", la ragazza d'oro che nel 1928 ad Amsterdam vinse l'oro per il Canada alle Olimpiadi.

Aggie - questo il diminutivo con cui familiari ed amici l'hanno sempre chiamata - è perplessa e stupita: c'è ancora qualcuno che si ricorda di lei e della sua gloria passata, ora che vive sola e abbandonata in una casa per anziani?

Eppure è così, e la giovane coppia di visitatori, Kaley e suo fratello Max, la prendono e la portano via per far vivere all'anziana donna la sua ultima avventura. Man mano che il viaggio la conduce verso i luoghi della sua infanzia, nelle brumose campagne dell'Ontario, i ricordi di Aggie prendono forma e corpo, si accavallano e ci sommergono  prima gradualmente, poi con più forza, in un passato ormai lontano negli anni ma ancora vivido nella mente della protagonista.

L'autrice intervalla, capitolo dopo capitolo, il racconto del presente e del passato e da quest'ultimo, come da un paese lontano, a noi sconosciuto ma così dolorosamente caro ad Aggie, ci appaiono dinanzi agli occhi, uno ad uno, i numerosi personaggi che hanno dato senso e colore all'esistenza di Aganetha.

Tutti personaggi cui lei è sopravvissuta e ai quali ella dà voce e corpo, di cui racconta le singole vite che si sono inevitabilmente incrociate con la sua.

Conosciamo la sua famiglia: la presenza silenziosa ma rassicurante del suo taciturno papà Robert: la sua mamma Jessica, la levatrice del paese, cui tante donne si rivolgevano per far nascere i propri figli o, al contrario, per la scelta opposta..., e lei curava tutti, senza mai giudicare, somministrando, con la dolce comprensione che sempre l'ha caratterizzata, i suoi misteriosi e naturali infusi.
Ci sono i fratelli e le sorelle della prima (e defunta) moglie del padre, alcuni di essi morti in tenera età, altri presenti nella vita di Aggie, seppur in misura e tempi diversi: Robbie, il fratello morto in guerra molto giovane; Fannie, la cara sorellastra cui Aggie era affezionatissima, anche lei andata via troppo presto; e ancora George, il fratellastro amato ma al contempo quasi "detestato", perchè enigmatico, spesso spavaldo e indifferente.
E ancora le sorelle di Aggie, la dolce Olive e la meno indulgente Cora, con cui Aggie intratterrà sempre rapporti conflittuali per diversità caratteriali e divergenze d'opinione, ma che sarà il familiare con cui trascorrerà più tempo negli ultimi anni della propria vita.

Aganatha è protagonista e narratrice ed è così che prende per mano il lettore e lo porta indietro negli anni, parlandogli della vita nella modesta fattoria di famiglia, nell'Ontario, le morti e i dolori che hanno abitato in quella casa, gli addii e i tentativi di cercare la propria strada lontano da casa.

Aganetha è solo un'adolescente quando decide di raggiungere George a Toronto, cominciando a lavorare e soprattutto a dar valore a quello che è sempre stato un suo punto di forza, fino a quel momento visto come un gioco da fare contro i ragazzi, ricavandone la personale soddisfazione di batterli: correre.

Aggie corre... e corre davvero veloce. Per lei correre è tutto, la fa sentire libera, forte, felice, in una parola "se stessa": 

"Il paradiso, giuro. Il paradiso sarà una gara di corsa su una dolce pianura d’erba tenera con le linee di partenza e traguardo segnate da nastri bianchi. Il paradiso sarà una folla di ragazze sulla linea di partenza con una gamba in avanti, le gonne sollevate, in attesa del «pronti, attenti, via!». Il paradiso sarà un gruppo di bambini che fanno il tifo da una parte e dei vecchi dall’altra, ma io non sarò vecchia in paradiso. Avrò sedici anni, io, la ragazza più alta nel campo, e tutti mi applaudiranno per come sfreccio con naturalezza, per come corro, quasi da sola, sulla pungente erba estiva, per come raggiungo, con uno scatto di velocità schiacciante, l’unica ragazza che mi precede. Per come il nastro bianco cade al mio impatto e svolazza a terra, aggrovigliandosi ai miei piedi."

Eh sì, Aggie ha talento e il signor Tristan, il suo allenatore, non fa che stimolarla  a primeggiare.
Ed è su una pista che Aggie incontra una ragazza che diverrà anche la sua migliore amica: Glad.
Glad è brava a correre, è veloce, agile, e poi è così vivace, piace ai ragazzi...; Aggie la osserva e la ammira, le vuol bene e quando si ritrova a gareggiare con lei quasi prova rimorso se vince e la batte.

Ma i successi arrivano anche per la nostra girl runner, e con essi le copertine, i complimenti da tutte le parti.
Arriva anche l'amore, nella persona di Johnny, un atleta come lei.

Ma proprio quando sembra che la vita della giovane atleta sia costellata di traguardi raggiunti e medaglie vinte - che valgono ancora di più se consideriamo gli anni (Anni Venti/Trenta del secolo scorso) in cui la storia è ambientata, anni che vedevano le donne discriminate in diverse discipline sportive, in quanto ritenute fisicamente inferiori, meno resistenti - , ecco che le delusioni non tardano ad arrivare, da diversi fronti: amicizia e amore, prima di tutto.

In tutte le traversie affrontate, conosciamo Aggie in tutta la sua complessità di donna che vuol mostrarsi forte, tutta d'un pezzo (come uno sportivo dev'essere?), indifferente alle delusioni, ma che in realtà sente su di sè tutto il peso delle botte in faccia ricevute, tutta la solitudine di una famiglia che va man mano sgretolandosi, pur restando sempre un punto di riferimento per lei, un faro al quale ritornare sempre.

La Aggie anziana, ormai al tramonto della vita, è costretta - a causa dei discorsi e delle rivelazioni fatte dai due giovani che l'hanno condotta via dalla clinica - a ripercorrere un'ultima volta, con la memoria e non più sulle proprie gambe, il viale doloroso dei ricordi, rivivendo su di sè le perdite, le lacrime piante di nascosto, i rari sorrisi e tuffi al cuore vissuti, le scelte difficili prese (e le relative conseguenze subite), per poi scoprire il perchè, il senso, di questo viaggio nel passato, lì dove i suoi morti sono ormai sepolti, pur essendo ancora vivi nel suo cuore e nella sua mente.

Persone care alle quali il suo cuore non hai mai detto addio:

"Non si cambia, per quanto si faccia pratica. Non sono capace di dire addio. Non ho mai imparato."

E il lettore corre insieme ad Aganetha questa maratona nostalgica eppure intrisa di forza, di sentimenti, di umanità, di colpi di scena, sentendosi anch'egli un maratoneta, un corridore, proprio come l'eroina di questo romanzo:


"In un certo senso, non mi ha mai abbandonato il desiderio di gareggiare, di scontrarmi con gli altri, di vincere o perdere: è parte di un ritmo più grande di me. Un ingranaggio in una massa di sforzo."

Aggie è un personaggio bellissimo, che nasconde in sè tutte le caratteristiche proprie di una donna piena di talento e potenzialità, che nella propria vita ha dovuto fare i conti con tanti, troppi momenti di solitudine e di dolore, senza però farsi schiacciare da essi, senza perdere la propria energia, pur portando il fardelli dei piccoli grandi segreti custoditi ormai da tanti anni nel proprio cuore e che le hanno lasciato dei pungenti e irrisolti rimpianti, ai quali può solo guardare con quel velo di nostalgia che ricopre tutto ciò che è stato e che non è più.

Una storia originale e coinvolgente, con momenti commoventi e intensi, accompagnati da una scrittura ora poetica e densa di passaggi che fanno riflettere e toccano i sentimenti del lettore, ora forte e vigorosa, come è Aggie: una bambina, una ragazza, una donna matura, un'anziana... abituata alla disciplina e all'esercizio fisico, ma non per questo meno dolce, fragile, e spesso terribilmente sola.

Un romanzo davvero molto molto bello, ringrazio la C.E. Sonzogno per copia digitale e vi esorto a leggerlo perchè ne vale la pena: la Snyder vi travolgerà con la sua Aganetha in una maratona di colpi di scena, segreti ed emozioni... dalla prima all'ultima pagina.



30. Un libro "femminile" dove l'autore o l'autrice racconti una storia di donne

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz