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lunedì 28 agosto 2017

Recensione film: IRRATIONAL MAN (Woody Allen)



La commedia sfumata di nero di Woody Allen questa volta si fa un bagno nella filosofia esistenzialista attraverso un giovane e depresso docente in cerca di qualcosa che lo "svegli dal letargo" e una studentessa carina con la sindrome del "buon samaritano".


 IRRATIONAL MAN



Regia: Woody Allen
Cast: Joaquin Phoenix, Ben Rosenfield, David Aaron Baker, Emma Stone, Ethan Phillips , Gary Wilmes, Jamie Blackley


Abe Lucas (J. Phoenix) è un professore di Filosofia che sta vivendo un periodo di "letargia", è emotivamente provato ed incapace di trovare un significato nella vita dopo essere stato mollato dalla moglie fedifraga..

Noto per le sue pubblicazioni di saggi e articoli filosofici, giunto nel college di una piccola città come insegnante, si ritrova al centro della curiosità dei colleghi e dell'interesse delle donne, giovani e meno giovani.

Abe infatti, nonostante l'aria decisamente apatica e dimessa, la pancetta che sbuca da sotto la maglia, la tendenza a bere qualche bicchiere di troppo e il suo modo di fare sfuggente e fin troppo riservato, piace alla donne, che lo trovano intrigante e ricco di fascino, oltre che colto e bravo nella propria disciplina.
Abe si ritrova conteso soprattutto da due donne: Rita Richards, professoressa solitaria in crisi matrimoniale, che cerca di sedurre il nuovo collega (il quale inizialmente non sembra proprio entusiasta di accettare le avances della donna) e Jill Pollard (E. Stone), la sua migliore allieva che prende a cuore il professore triste e depresso, tanto da diventarne migliore amica e da passare con lui giornate intere, conversando di tutto, dalla filosofia a cose personali, suscitando le perplessità dei genitori e del fidanzato.
Nei primi tempi il rapporto tra Jill ed Abe è smaliziato: i due sembrano davvero solo grandi amici e la bella Jill - quasi soggiogata dal fascino misterioso che emana l'uomo, più maturo di lei anche anagraficamente - desidera davvero aiutare il professore ad uscire dal suo stato di insofferenza e infelicità, stimolandolo ad uscire e a farsi una vita sociale.

Proprio durante una passeggiata e una sosta in un locale, Jill e Abe ascoltano involontariamente la
conversazione di un gruppetto di persone sedute dietro di loro: una donna del gruppo è disperata perchè sta per andare incontro ad un'ingiustizia a motivo del giudice corrotto che si sta occupando della causa di affidamento del proprio figlio.
Nell'apprendere il dolore e la preoccupazione di questa donna, benchè sia per lui una perfetta sconosciuta, Abe non riesce a far finta di nulla e decide di fare qualcosa per aiutarla, anche se in forma anonima.
Quello che in teoria potrebbe essere "un bel gesto", però, passa attraverso un'azione assolutamente discutibile dal punto di vista morale (e non solo!), ma Abe è deciso a realizzarla, perchè il solo fatto di dedicarsi a questo piano, dal fine altruistico, lo elettrizza.
Finalmente c'è qualcosa che smuove in lui la voglia di fare che era stata seppellita dal dolore per il matrimonio naufragato e dalla perduta voglia di vivere che lo stava spegnendo a poco a poco. 
Finalmente Abe si sente vivo, utile, capace di intervenire per cambiare il corso di alcuni eventi che, se si verificassero, sarebbero ingiusti, quindi vanno fermati.
Ma la decisione presa è delicata e mette in atto una serie di eventi che coinvolgeranno non soltanto Abe, ma anche Rita e Jill, con le quali i rapporti si sono nel frattempo "evoluti".

Partendo dalle mini lezioni esistenzialistiche di Abe e passando per i suoi personali problemi - dentro e fuori dal letto -, ci ritroviamo dentro una storia che assume man mano contorni noir, senza perdere quell'umorismo sottile e brillante che appartiene allo stile di Woody Allen, che in questo film "fa filosofia" - con tutti i dilemmi, le speculazioni esistenzialistiche che le sono propri - con garbo ed ironia, puntando su un protagonista maschile complesso, il cui fascino (sulle donne) fa proprio leva sul suo essere schivo, tormentato, contorto eppure così acculturato; i due personaggi femminili principali, Rita e Jill sono diverse per età e stili di vita: la prima insoddisfatta e desiderosa di cambiare aria, la seconda così giovane, ingenua, che confonde l'attrazione con il vero amore, rischiando di mettersi nei guai...

Per me Gioacchino è sempre bravissimo, poi nel ruolo del depresso asociale e solitario è sempre efficace: Emma Stone, carinissima, le musiche jazz che accompagnano tutto il film mi piacciono tantissimo perchè contribuiscono a dare quel tocco di leggerezza dall'inizio alla fine ed in particolare nei momenti "neri", in cui il prof. Abe si lascia prendere un po' troppo la mano dalla propria folle missione, finendo per compiere azioni irrazionali...

Carino, mi ha fatto pensare a un altro film del regista, "Match Point", quindi se vi è piaciuto quest'ultimo, magari anche "Irrational man" lo apprezzerete.

2 commenti:

  1. Allen mi piace sempre o quasi, ma questo per me è uno dei peggiori. Somiglia a Match Point, sì, ma in peggio. :/

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    1. Ahah si beh nn è il miglior Prodotto di Allen, però ti dirò, l'ho Guardato con interesse. Poi io ho un debole per Phoenix ..' 🙈😍

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz