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martedì 5 giugno 2018

Recensione film: NEMESI (Walter Hill)



Sete di vendetta e smanie di potere sulla vita e sul corpo di gente disgraziata sono al centro di questo film d'azione in cui la ricerca e la punizione del colpevole lasciano dietro di sè qualche scia di sangue...


NEMESI


2016
Regia: Walter Hill.
Cast: Michelle Rodriguez, Sigourney Weaver, Tony ShalhoubPaul McGillionAnthony LaPagliaCaitlin Gerard.


L'eccellente chirurgo plastico Rachel Kay è rinchiusa in una struttura psichiatrica e, avvolta da una camicia di forza, è in presenza di uno psichiatra, il dottor Galen, che la sottopone a incazanti interrogatori volti a chiarire una serie di delitti nei quali è coinvolta proprio la dottoressa, inspiegabilmente sopravvissuta a una mezza strage.

Rachel, imperturbabile e fredda, va a ritroso nel tempo e racconta gli avvenimenti che l'hanno condotta lì.

Scopriamo che lei è un bravissimo chirurgo, specializzata in particolare nella riassegnazione di genere; interventi che però lei ha cominciato a svolgere "in nero", a prezzi stracciati e tutti con soggetti che non potrebbero permettersi l'operazione; persone sulle quali la dottoressa non risparmia esperimenti per il presunto progresso della medicina; i suoi clienti preferiti sono poveracci che, se qualcosa andasse storto durante l'intervento, nessuno si darebbe la briga di cercare.

La donna ha un fratello molto amato, che però è invischiato in brutti giri ed infatti viene ucciso; la mano del sicario è quella dell'esperto serial killer a pagamento Frank Kitchen, che in fin dei conti ha fatto soltanto il lavoro per il quale è stato generosamente ricompensato.

Ma è con lui che la brillante dottoressa se la prende: lo fa rapire e si vendica praticando sull'uomo un intervento di riassegnazione di genere non richiesto.
Nelle scene iniziali, affinchè lo spettatore non abbia dubbi, viene mostrata agli spettatori la virilità di Frank (!!!), personaggio interpretato dall'attrice Michelle Rodriguez, che dà al suo sicario dei tratti che, a dispetto di barba, sguardo d'acciaio e... "arnese", le conferiscono comunque un che di femmineo.

Quando il giovanotto si risveglia in una squallidissima camera di un hotel da due soldi, si libera delle bende che gli fasciano il viso e s'accorge.... che la barba non c'è più...!

E vabbè, fin qui...., l'hanno semplicemente rasato, che sarà mai..?
Ma poi si toglie il camice.... e scopre che le son cresciute due cosine che prima non aveva (per carità, al massimo sarà una seconda) e tra le gambe c'è una una sorpresina.... o.O

Insomma, peggior risveglio non poteva esserci! Ti addormenti maschio e ti svegli femmina (da notare che sul nuovo corpo dell'ex maschietto non c'è una sola cicatrice, quindi apparentemente nulla che faccia pensare che prima fosse un uomo)!

Una rabbia furiosa lo invade e lo acceca e in lui si fa strada un solo pensiero: trovare quel maledetto che gli ha fatto sta carognata e vendicarsi!
Se c'è una cosa che sa fare, del resto, è ammazzare a sangue freddo e con precisione le vittime designate, e da questo momento in poi Rachel diventa la nemica numero uno di Frank, che viene edotto, tramite un videomessaggio, su chi sia l'artefice del suo cambio sesso e del perchè gli sia stato praticato.

Michelle Rodriguez è adesso libera di essere la donna che è, prestando volto e corpo al nuovo Frank, costretto a gestire la sua condizione di donna e gli effetti emotivi e psicologici che questa ridefinita identità di genere porta con sè; non solo, ma anche in senso pratico Frank deve abituarsi a questo corpo che non sente suo e fare i conti col dato di fatto che gli altri lo vedono come una donna (e pure carina e sexy); certo, il suo modo di ragionare è sempre quello di prima, dentro lui è ancora un uomo e desidera le donne, cosa che inevitabilmente potrebbe creare giusto qualche problemino tecnino.
L'unica persona (e non è un caso...) alla quale riesce a raccontare la tragedia accadutagli e a riceverne comprensione è un'infermiera con cui aveva avuto una storia di una notte, prima della "transizione".

Tutto ciò che Frank pensa e progetta è orientato a trovare la dottoressa e attuare la propria contro-vendetta.

Per raggiungere questo scopo, ce ne saranno di morti lungo il tragitto, tante piccole rese dei conti che appagano solo momentaneamente la sete di vendetta e che costituiscono un preludio a quella finale.
Frank è intenzionato ad acchiappare la folle invasata che gioca a fare dio e che gli ha rovinato la vita e impedirle di fare ad altri ciò che ha fatto a lui.

Sia la Weaver che la Rodriguez conferiscono ai loro personaggi personalità forti, atteggiamenti rigidi, mascolini, algidi, freddi, sguardi implacabili, mascelle dalla linea dura, scarsa propensione al sorriso, insomma c'è ben poco di femminile tanto in Rachel Kay quanto nel "secondo Frank".

Film bizzarro, assurdo, non so se vuol essere provocatorio, se vuol dare un messaggio, del tipo che non basta cambiar sesso per diventare donna anche nella testa; ambientazioni volutamente squallide, personaggi rozzi e sgradevoli; sono indecisa se la Rodriguez sembri più maschio da femmina o più femmina da maschio; la Weaver dà alla sua Rachel Kay un'aria di lucida follia tipica dello scienziato geniale (con la passione per la letteratura classica e la fissa per Shakespeare) ma con qualche rotella fuori posto a causa di un malsano delirio di onnipotenza.
Una cosa però va detta: il ritmo è incalzante e difficilmente ti annoi.
Per il resto, è un film di cui si può fare a meno.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz