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martedì 10 luglio 2018

Recensione: LONTANA DA ME di Cristiana Serangeli



Può essere difficile tornare a sentirsi felici e godersi la vita, attimo per attimo, quando la persona che più ami al mondo si allontana da te; il rischio è che si porti via un pezzo troppo grande del tuo cuore e che tu finisca per allontanarti da te stessa. Ma non c'è salita senza discesa, e non c'è una notte, per quanto buia, cui non segua una nuova, luminosa alba.
Non ci resta che attenderla.


LONTANA DA ME
di Cristiana Serangeli


Kimerik Ed.
128 pp
Matilde è fidanzata con Filippo e il loro amore è tutto per lei, che sembra vivere di lui, dei suoi sorrisi, dei suoi abbracci, dei suoi sguardi.
Filippo è sinonimo di Amore - quello che speriamo sia eterno, forte, capace di travolgerti e farti sentire improvvisamente viva come mai ti eri sentita - e di Felicità e andare a convivere diventa una decisione naturale.
Matilde è una ragazza molto sensibile e riflessiva, attenta osservatrice di ciò le è attorno, sempre piena di domande su tutto, in particolare sulle persone che gravitano nel suo "mondo", fosse anche casualmente e per poco, su ciò che provano e pensano.

Anche se con Filippo è felice, non riesce a non avere timori; il timore che nasce proprio quando stai toccando la più grande delle felicità con un dito, anzi no, con tutta te stessa!, ed ecco che pensi che la "fregatura" è dietro l'angolo, pronta ad affacciarsi e a ricordarti che non ti conviene salire troppo in alto, perchè poi, quando cadrai, ti farai ancora più male.
O ancora, la paura che stare insieme a Filippo, condividendone la quotidianità, si trasformi in abitudine e che essi perdano la voglia di parlarsi, di comunicare, di condividere...; e invece la parola è un dono, dobbiamo usarla bene e non isolarci, divenendo estranei l'uno per l'altro, incapaci di dirci tanto le cose importanti quanto quelle più semplici.

"Parlare sempre e di tutto, anche del nulla, è un tendere la mano a chi abbiamo di fronte per tenerlo nel nostro mondo, anche quando il suo è distante anni luce dal nostro. Ho sempre pensato che i pensieri non debbano restare tali, devono essere espressi per essere compresi e, se anche non verranno accettati, saranno almeno stati condivisi. (...) Abbiamo la parola, ci è stata data per interagire e non essere banali automi persi nelle proprie ragioni.Usiamola.Chi ama sa chiedere scusa, sa chiedere aiuto. Chi si ama parla. Chi si ama non è chiamato a fare parte di una giuria nel ruolo del giudice sentenziatore. Il mio più grande incubo era trovarmi con Fil senza più voglia di parlare e senza vedere in lui la voglia di ascoltarmi".

La storia d'amore con Filippo riempie totalmente i giorni di Matilde, ma cosa accadrebbe se lui cominciasse ad allontanarsi da lei...?
E' bello parlare d'amore quando esso ci riempie il cuore di felicità; ma quando diventa fonte di rimpianti, dolore, perdita, sconcerto...?

Il racconto di Matilde, personale, intimo e intenso, è ricco di pensieri, aforismi, poesie, che descrivono in modo dettagliato e la quotidianità di un rapporto totalizzante e i sentimenti della protagonista: le sue paure, le speranze, il suo modo di vedere gli altri e il mondo attorno a lei; ogni cosa assume tonalità e un senso differenti, se a guidarla sono le vie dell'amore.
E quando quest'amore pare essere giunto al capolinea..., cosa resta tra le mani?
Il presente, splendido e ricco di nuovi e brillanti colori, di freschi profumi, di canzoni che segnano le tappe del tuo grande amore..., d'un tratto si tinge di un grigio triste, e tutto ciò che voleva dire "felicità" si ritrova chiuso in un cassetto che si chiama "passato" e che tu non riesci più ad aprire perchè l'unico ad averne le chiavi è lui.
E lui, da un giorno all'altro, "semplicemente" potrebbe non esserci più.

Davanti all'abbandono, come ci si sente? Non resta che il dolore, lo smarrimento, la confusione, i mille perchè senza risposta, le lacrime, il senso opprimente di solitudine.

E Matilde, come probabilmente ha fatto e fa ognuno di noi, si interroga, si guarda dentro e sa di dover trovare in se stessa la forza di non cedere al vuoto che d'improvviso sta riempiendo la sua vita, la sua casa, i suoi giorni.

"Forse niente sarà come prima, ma sarò sicuramente ricca. Il dolore, quando è capace di scavarti dentro, ti lascia in eredità la capacità di essere invincibile. Perché se sei sopravvissuta al tornado che ti ha raso al suolo la vita, allora resterai in piedi sempre, fno a quando tu e soltanto tu non deciderai di sederti. Hai la forza e la saggezza di chi è scesa in battaglia e ne è tornata vincitrice contando solo sulle proprie forze. Se sei restata in piedi nonostante tutto questo, adesso la strada non può essere che in discesa. Ricordati sempre: hai la forza di una guerriera dietro quell’animo insicuro di bambina."

Un romanzo introspettivo, in cui la protagonista e voce narrante si mette a nudo, apre il proprio cuore al lettore, che può lasciarsi cullare dalla profondità dei sentimenti espressi e ritrovare in essi qualcosa di se stesso, delle proprie emozioni, dei propri pensieri..., entrando così in empatia con Matilde, colei che dà voce a quel mondo interiore che non sempre tutti riusciamo ad esprimere con chiarezza o disinvoltura.

Mi è piaciuta molto la scrittura di Cristiana Serangeli perchè sa scavare nell'animo della sua Matilde, la cui storia è un po' come uno specchio che riflette qualcosa che probabilmente non è così lontano anche dall'esperienza di chi legge; tanti passaggi di questo libro mi hanno colpita nel profondo perchè mi ci sono rirovata ed è stato come se ci fosse un po' di me in Matilde.

E' un libro da leggere con calma, forse anche nel silenzio (non è proprio da ombrellone, ecco) perchè "parla" di sentimenti, di quella ricchezza interiore che è racchiusa dentro di noi, che ci rende unici e di cui dovremmo avere cura, perchè è la parte di noi più vera, quella che troppo spesso abbiamo timore, vergogna, pudore... di mostrare agli altri.

Consigliato, in particolare a quanti amano quei libri in cui a predominare non è tanto l'agire o il racconti dei "fatti" in sè , nè la presenza di dialoghi e di tanti personaggi che creano dinamiche intricate, quanto l'aspetto emotivo e intimo, il guardarsi dentro, raccontandosi senza veli, mostrando quelle debolezze dietro le quali, insospettabilmente, possono nascondersi dei punti di forza. È da lì che si rinasce.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz