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sabato 14 luglio 2018

Recensione: MAIGRET E IL PRODUTTORE DI VINO di Georges Simenon (RC2018)



Il commissario Maigret, in questa indagine, sfodera tutta la sua umanità ed empatia, che lo rendono un invidiabile e sensibile conoscitore dell'animo umano.



MAIGRET E IL PRODUTTORE DI VINO
di Georges Simenon

Adelphi ed.
Trad. E. Necchi
167 pp
10 euro
Il ricco e borioso imprenditore di Vin des Moines, Oscar Chabut, è stato assassinato a colpi di pistola, mentre usciva da un appartamento in rue de Fortuny dove era solito concedersi numerosi appuntamenti sessuali con l'amante del momento.

Chi l'ha fatto fuori a sangue freddo e perché?

Sta al commissario Maigret scoprirlo e infatti le sue indagini iniziano immediatamente.

Il defunto produttore di vini non ha avuto tutto servito su un piatto d'argento, anzi; ne ha fatta di gavetta, cominciando come umile rappresentante porta a porta per poi costruire un impero tutto suo.
Per arrivare in alto non ha esitato a pestare i piedi a qualcuno, per non parlare del fatto che il suo vino, mediocre miscela di vini del Midi e d'Algeria, fa storcere il naso agli intenditori.
Ma che importa? Ciò che conta davvero è il danaro, il potere, il prestigio, il rispetto e la deferenza che da anni riceveva da chi gli era intorno, dipendenti in primis e continuando con il gentil sesso.

La sua fiorente attività è dislocata in un paio di moderni uffici e a lui appartengono un appartamento in place des Vosges, una villa in campagna a Sully-sur-Loire, una casa a Cannes; la sua vita era fatta di lavoro, divertimenti, piaceri e amicizie altolocate.

Ma Chabut aveva anche dei nemici, poco ma sicuro.
Chiunque lo conoscesse da vicino, ne riconosceva i modi di fare aggressivi e sprezzanti, il suo essere un uomo d'affari insensibile e senza scrupoli, sempre pronto a ostentare la sua ricchezza e il suo potere, anche se questo significava umiliare il prossimo.
Insomma, Oscar Chabut pare ci provasse gusto a farsi odiare. 
Per non parlare del fatto che era un donnaiolo con la D maiuscola: andava a letto con qualsiasi donna gli capitasse a tiro, dalle segretarie alle mogli di amici e conoscenti; non se ne faceva scappare una!

Forse il suo assassinio rientra a buon diritto tra i delitti passionali?
Per Maigret non è da escludere, e per conoscere il giro di amicizie e i potenziali mariti le cui consorti hanno ceduto al fascino di Chabot (e che potevano quindi covare risentimento e desiderio di vendetta), il nostro commissario scava nella vita dello stesso, interrogando anzitutto la moglie del morto; la donna, elegante e riservata, confessa che il matrimonio con Oscar era diventato da tempo qualcosa di platonico; lei sapeva e accettava i tradimenti del coniuge, anche perchè l'amore tra loro era finito, lasciando il posto ad un affetto sincero, più simile ad un'amicizia che ad altro.

Accompagnato dall'agente Lapointe, sempre col sigaro in bocca e tormentato da una brutta influenza che gli causa non solo raffreddore e mal di gola ma pure febbre e stanchezza, Maigret se ne va in giro facendo un sacco di domande e ciò che viene fuori è una certezza che, da sola, serve a ben poco: in troppi avevano motivo di odiare Chabut tanto da volerlo vedere morto.
E quindi? Cercare l'omicida che ha premuto il grilletto è come cercare un ago in un pagliaio!

Ma Maigret non si fa abbattere nè dalla febbre (a casa ha una moglie premurosa che si prende cura di lui, non può davvero lamentarsi) nè dalle non sempre utilissime informazioni raccolte, che danno un quadro dell'assassinato poco lusinghiero.
Eppure, tra tutti i possibili nemici dev'esserci quello che, umiliato e maltrattato dalla vittima quando questa era viva e fungeva da carnefice, non è riuscito a ingoiare il rospo e s'è lasciato trasportare dalla sete di vendetta.

A confondere un po' la ricerca della verità ci pensa una serie di telefonate anonime da parte di un tizio che dice apertamente come questo Chabut fosse un mascalzone fatto e finito, e la sua morte è stata un atto di giustizia.
Che sia l'assassino stesso a voler comunicare con Maigret, oppresso dal senso di colpa e inconsciamente desideroso di farsi scoprire ed arrestare?
Non c'è paura, il desiderio non può che realizzarsi; o dubitate delle capacità di Maigret di scovare l'assassino?

Questo breve romanzo della serie sul commissario Maigret è un giallo poliziesco/noir classico, in cui al centro v'è la ricerca dell'assassino e quindi la soluzione del caso, cui si arriva interrogatorio dopo interrogatorio, tra ragionamenti e ipotesi da parte del protagonista, cui non sfuggono particolari e dettagli, nonostante la febbre e il naso colante.
Maigret mi è simpatico perchè ha un modo tutto suo per sfilare la verità e le informazioni desiderate dalla bocca degli interrogati, che sottopone alle sue numerose e precise domande con naturalezza e senza far trapelare dubbi e sospetti, anzi, sembra quasi uno psicologo o un amico comprensivo che fa domande assolutamente innocue.

Sagace e ironico, intelligente e arguto, Maigret sa come conquistare la fiducia di tutti, perchè lascia parlare e sa aspettare il momento giusto per ottenere ciò che vuole; anche con l'assassino dimostra umanità e comprensione..., forse perchè consapevole di quanto fosse un farabutto la vittima; ma lui non è un sacerdote o una guida spirituale, e il suo compito è consegnare alla giustizia il colpevole.

A parte la moglie di Maigret, devo dire che in questo libro di Simenon, il genere femminile non fa una gran bella figura: la quasi totalità delle donne che compaiono, o vengono solo citate, subisce il carisma di Chabut, che seduce e abbandona, dopo aver spesso umiliato, le amanti occasionali che gli allietano i giorni e le notti; la maggior parte sono donne sposate che evidentemente non trovano appagamento all'interno del matrimonio e che, svogliate e annoiate, cercano l'avventura eccitante con l'imprenditore vinicolo, aitante e sicuro di sè.

Lettura piacevole, molto scorrevole grazie allo stile asciutto, snello, all'abbondanza di dialoghi e botta e risposta, alle descrizioni brevi ma efficaci; il punto di forza è il porotagonista.
Però, confesso che mi è mancata la suspense; sarà che ho acchiappato un episodio in cui Maigret è un po' sottotono per l'influenza invernale, ma non ho trovato che quest'indagine fosse attraversata dal brivido di curiosità verso la ricerca del colpevole; nessun colpo di scena, tutto procede e termina con troppa tranquillità.
Per carità, è un giallo/noir, non un thriller, quindi non mi aspettavo adrenalina a fiumi, però un pochettino di vivacità in più non mi sarebbe dispiaciuto...

Ma non mi arrendo!!
Sento parlar bene di Simenon, quindi mi procurerò qualcos'altro ^_^



Reading Challenge
obiettivo n. 31.
Un libro in cui il vino sia in qualche modo protagonista.

2 commenti:

  1. Non ho mai letto nulla di Simenon, ma prima o poi mi piacerebbe colmare questa lacuna ;-)

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    1. Io ho iniziato da poco ed è un autore che merita :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz