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domenica 15 luglio 2018

Recensioni film: LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi - INSURGENT di Robert Schwentke



Ultimamente mi sto mettendo d'impegno per recuperare alcuni film che da un po' volevo vedere.
Non solo, ma ho incominciato a vedere la serie "The Handmaid's Tale", ispirato al romanzo "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood, che mi sta piacendo molto; e poi su canale 5 è iniziato Poldark, che ho preso a guardare con molto interesse.

Ma veniamo ai film. 

La ragazza nella nebbia è un film diretto da Donato Carrisi, con Toni Servillo e Alessio Boni.

2017
E' sera e un banco di nebbia fitta avvolge il paese di Avechot, nella piccola valle incuneata tra le Alpi; l'agente Vogel è nella sua auto, e a causa della scarsa visibilità la vettura finisce in un fosso.
L'uomo, pur essendo uscito incolume dall'incidente, ha i vestiti ricoperti di sangue..., e non è il suo.
Ha solo l'aria di essere confuso e dice di non ricordare nulla.
Viene quindi portato dallo psichiatra Flores, con quale comincia a parlare fino a raccontargli cosa gli è successo negli ultimi turbolenti mesi della propria vita.

L'impassibile Servillo, nei panni di Vogel, ci conduce indietro di qualche mese, a quando tutto è iniziato...: poco prima di Natale si verifica un fatto drammatico che sconvolge la vita della piccola comunità, da sempre un posticino molto tranquillo e sicuro: la sedicenne Anna Lou, capelli rossi, lentiggini sulle guance, è scomparsa, dissoltasi nella nebbia senza che nessuno abbia visto nulla di strano e senza che la ragazza avesse dimostrato una qualche forma di inquietudine nelle settimane precedenti la sparizione.
Gli adolescenti, si sa, possono avere questi colpi di testa e allontanarsi da casa volontariamente, ma la famiglia della ragazza esclude che se ne sia andata di sua volontà: Anna Lou, infatti, è un tipo tutta casa-scuola-chiesa, ha un buon rapporto con la madre, non usa social e, a parte la migliore amica, frequenta soltanto il gruppo della confraternita, la comunità religiosa di cui fa parte insiema alla famiglia.

E' dunque stata rapita?
La pista del rapimento si fa strada con prepotenza, soprattutto quando in paese arriva l'agente speciale Vogel, che è conosciuto per essere abile nel pilotare l'attenzione di Tv e giornali; manipolatore, scaltro, anche cinico, Vogel sa cosa deve fare ed dire per avere i riflettori puntati su di lui e sul caso: anzitutto, la vittima va "santificata", e poi va trovato un mostro, o meglio il mostro, colui cui addossare la colpa della tragedia.

Il "pubblico" (perchè in fondo, quello messo su da Vogel, ha tutta l'aria di uno spettacolo, per quanto triste) vuole un colpevole da consegnare alla giustizia e che garantisca nuovamente quella pace che prima regnava ad Avechot; Vogel è disposto a trovarlo e a darglielo.

Quando, in seguito ad una serie di coincidenze, viene individuato un fuoristrada "sospetto", che si trovava nel luogo e nel lasso di tempo della scomparsa della ragazzina, il suo proprietario, il prof. Loris Martini, diventa immediatamente, con somma soddisfazione di Vogel, il candidato ideale da dare in pasto all'audience.

Seguiamo quindi l'evolersi del caso, soffermandoci tanto sui metodi poco ortodossi di Vogel - che ci appare fin troppo schiavo di fama e popolarità e intenzionato a risolvere il caso a tutti i costi, anche se questo significa "perseguitare" un uomo su cui gravano solo e soltanto... indizi - quanto su Loris, che dichiara fermamente la propria innocenza, dandoci l'aria di essere completamente spiazzato e sorpreso dalle accuse rivoltegli.

E' lui il rapitore della povera Anna Lou? C'è ancora speranza di trovare viva la ragazzina?
Il caso di questa povera ragazza sembra ripercorrere quello di altre sei adolescenti sparite misteriosamente trent'anni prima, ad opera del cosiddetto "uomo della nebbia"...

Per quanto riguarda Vogel..., perchè, dopo gli eventi di alcuni mesi prima, si trova ad Avechot? E a chi appartiene il sangue sui suoi vestiti? Quali confessioni fa in presenza dello psichiatra?

Ricordo che il romanzo mi aveva preso molto (Recensione Libro) e inevitabilmente ero curiosa di guardarne il film, tanto più che a dirigerlo era lo stesso scrittore.

Servillo è un Vogel convincente: sicuro di sè, incentrato su se stesso, desideroso di prendersi i meriti di aver risolto il caso, convinto di poter manipolare la verità, le informazioni trovate, le persone...

"Il peccato più grande del diavolo è la vanità": gli dice Martini, ed infatti la sicumera di Vogel sarà la sua rovina...

E Martini? Come accade nel libro, anche qui, nel corso della storia, ci si ritrova indecisi tra innocenza e colpa, perchè Boni, con la barba da montanaro solitario, l'aria dimessa, sfuggente, il suo essere di poche parole, certi atteggiamenti ambigui..., inevitabilmente destano sospetti.
Ma non si può condannare uno solo per degli indizi, ci vogliono le prove..., no?

Verso la fine, proprio quando sembra che i fatti abbiano preso una direzione definitiva, emerge un'altra verità, che mostra allo spettatore come si sono svolti i fatti..., e il colpo di scena è assicurato.
Per chi ha letto il libro, è una sorpresa a metà, ma è stato bello comunque vedere il film, perchè ho ritrovato quegli intrecci contorti tipici dell'Autore, abilissimo nel farci credere una cosa per poi, alla fine dei giochi, lasciarci capire che era tutto un mega inganno. Il Male fa da padrone e, cosa inquietante, non è così semplice individuarlo perchè non sempre ha "sembianze mostruose".
Insomma, Carrisi regista? Mi piace!

Ricordo che a Donato Carrisi è andato il David di Donatello come Miglior regista esordiente e il Globo d'oro per la Miglior sceneggiatura; Miglior attore, Toni Servillo (Globo d'Oro).

 Insurgent, diretto da Robert Schwentke, con Shailene Woodley e Theo James, è il secondo film della serie "The Divergent Series"; il mio parere sul primo - Divergent - è QUI.

2015
Ritroviamo la coraggiosa Tris che, insieme al fidanzato Quattro (Tobias), è in fuga tra le rovine di una futuristica Chicago, per sfuggire alla cinica e fredda Jeanine Matthews, la leader degli Eruditi, una fazione elitaria assetata di potere. Jeanine sta cercando disperatamente quell'unico Divergente speciale che possa aprire un'antica scatola, nella quale è custodito un messaggio da parte di chi li ha preceduti.
Un messaggio che potrebbe cambiare le sorti di tutte le fazioni.
Per ottenere questo scopo, Jeanine non ha esitato a sterminare la fazione degli Abneganti, alla quale appartenevano anche i genitori di Tris, sacrificatisi per Tris.

Perchè la famiglia di Tris ha sacrificato la propria vita? E come mai gli Eruditi fanno di tutto per fermarli?

Tris, con Quattro al suo fianco, è pronta ad affrontare quasiasi sfida, anche a consegnarsi nelle mani di Jeanine, pur di scoprire la verità sul passato e proteggere le persone che ama.

Mi è piaciuto questo secondo capitolo, bello dinamico, pieno di azione; mi è piaciuta Tris, fragile e forte allo stesso tempo; lei è convinta di essere meno coraggiosa di quel dimostra, ma in realtà a renderla speciale è la sua nobiltà d'animo, il suo spirito di sacrificio, oltre all'intelligenza e alle sue abilità fisiche; Tris è, in ogni, momento, pronta a combattere e anche a soffrire a costo della sua stessa vita se ritiene che questo sia utile per gli altri.

A Kate Winslet  stanno bene i panni della "str****" esaltata e anaffettiva; Quattro è un bel vedere, non c'è che dire, pure se tace e sta fermo, resta comunque un personaggio imprescindibile (^_^); i momenti che mi hanno intrigata di più sono stati quelli relativi alle simulazioni.

Pur non rientrando tra i miei generi preferiti, devo dire che la saga fantascientifica/distopica di Divergent mi sta piacendo, non mi sono distratta un attimo durante il film, davvero godibile.
Sto apprezzando molto i distopici, ultimamente, queste società future divise in categorie rigide, sottomesse a una qualche ideologia e capeggiata da esaltati, tra i quali, fortunatamente, si distinguono sempre quei pochi che conservano la propria personalità, senza ridursi allo stato di automi o di parassiti.

4 commenti:

  1. Veramente un gran bell'esordio per Donato!
    La saga della Roth al cinema, invece, bah.

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    1. Non mi sta dispiacendo, nonostante in tanti dicano che solo il primo della fosse bello :)

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  2. Ciao Angela, non conosco nè il libro nè il film, ma in compenso anch'io ho iniziato a seguire Poldark :-)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz