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giovedì 26 luglio 2018

Recensione: VITE FRAGILI di Elisabetta Sabato



Storie di vite difficili, di donne dolci e comprensive e di altre ciniche e folli, di uomini arroganti e di altri buoni e leali; esistenze come tante che nascondono in loro stesse tutta la fragilità e la forza, la normalità e la pazzia del vivere quotidiano.


VITE FRAGILI 
di Elisabetta Sabato




Ed. Del Poggio
144 pp
15 euro
Marzo 2018
"Vite fragili" è un romanzo particolare, nel senso che ci sono sì dei personaggi principali e, di conseguenza delle dinamiche relazionali e dei filoni narrativi che il lettore è chiamato a seguire e sui cui l'Autrice si sofferma più che su altri, ma come, del resto, il titolo stesso suggerisce, il vero protagonista, che fa da fil rouge alle vicende che si susseguono, sia la vita stessa, con tutte le traversie, "i capricci", le rare gioie e le ben più frequenti afflizioni, che l'accompagnano.

Conosciamo Alice, una donna sensibile, creativa, piena di talento, empatica, il cui sguardo profondo e riflessivo attira la fiducia di chiunque si ritrovi a scambiare con lei anche poche parole; pur portando dentro il proprio cuore e sulle proprie fragili spalle il peso di un'infanzia poco felice, della quale aveva conservato il senso di frustrazione e di negatività, la donna possiede la capacità di

"...guardare oltre le cose, vedendo la magia di ciò che altri non potevano vedere, perchè affannati dalla pressione della loro vita, dei problemi e di tutte le giornate che passavano uguali a se stesse ora dopo ora".

Innamorata del proprio compagno Carlo, in lui ha trovato un rassicurante rifugio e i due si completano a vicenda, trovando reciproco sostegno, comprensione, complicità.
Alice ha poche amiche con cui trova affinità, e tra esse ci sono la collega Elia, una donna dal carattere forte e dall'animo puro, e Iris, dal fisico minuto ma dal grande cuore, capace di capire Alice con un solo sguardo.

E poi c'è un'altra amica (o meglio, una conoscente), Linda, che però si rivelerà fin troppo debole caratterialmente, tanto da causare non pochi problemi alla povera Alice che si fiderà di lei, presa com'è dalla voglia di ricercare stimoli nuovi che la facciano sentire viva e la tengano impegnata, così da poter costruire qualcosa di personale e di bello che le doni una rinnovata voglia di vivere; è lo stesso psichiatra che la segue a incoraggiarla a buttarsi in un'attività diversa da ciò che aveva intrapreso fino a quel momento:

"Hai proprio bisogno di una svolta, di un cambiamento netto che spazzi via le tue angosce, le paure di fallimento, e la voglia di approvazione",
e così Alice, con l'appoggio fiducioso di Carlo, decide di coinvolgere Linda nella ristrutturazione di una proprietà in campagna per aprirvi un ristorante.
In questo progetto Alice investe molto, da tutti i punti di vista, e purtroppo... molto le sarà richiesto; un prezzo decisamente troppo alto ed ingiusto, che sarà costretta a pagare per aver dato fiducia a chi non avrebbe dovuto...
Linda, infatti, è una persona succube della propria amante e compagna, Nina, ed è incapace di ribellarsi alla tirannia psicologica che questa esercita su di lei e che provocherà una tragedia nella vita della povera ed inconsapevole Alice...

Le vicende drammatiche di Alice si intrecciano con quelle di Iris, la sua dolce amica, una donna bisognosa d'amore che purtroppo avrà la sfortuna di incontrare un uomo bugiardo e infedele, che la farà soffrire; ma Iris non si arena nel proprio dolore, nell'amarezza e nella delusione, e parte per un viaggio che potrebbe cambiarle la vita.
Il destino è spesso bizzarro ed ha in serbo per lei altre situazioni, altre avventure, altri luoghi da esplorare ed altre persone da conoscere, con cui entrare in empatia e che, a loro volta, le parleranno di se stesse, dei traumi dolorosi che hanno segnato la loro vita.

I vari personaggi che compaiono tra queste pagine sembrano passarsi il testimone e raccontarci ognuna pezzi importanti di sè; veniamo messi di fronte a diverse esistenze tutte segnate, lacerate da qualcosa di brutto che è intervenuto a creare in loro dei vuoti, a caricarli di pesi, di solitudini.
Vi troviamo donne e uomini come noi, come potremmo incontrarne normalmente per strada..., forse a scuola o all'aeroporto, o magari di fronte casa nostra; gente comune, ma con i propri segreti, le proprie debolezze.

Uomini generosi e sensibili e altri mascalzoni e arroganti; donne che vivono nell'agiatezza ma col cuore ormai inaridito dall'assenza di calore umano, altre accecate dalla propria follia, dall'egoismo, dalla prepotenza, e ancora donne desiderose di incontrare l'amore vero, con cui invecchiare insieme, con cui condividere il bello e il brutto che ogni giorno porta con sè.

Elisabetta Sabato ha scritto un libro sicuramente carico di umanità, in cui l'essere umano viene fuori in tutte le sue sfaccettature, da quelle più positive a quelle più infime e meschine, e l'ha fatto proponendoci un ventaglio - non troppo vasto, in quanto sarebbe stato dispersivo - di storie, di avvenimenti e intrecci che man mano, di capitolo in capitolo, si concentrano su una o due persone alla volta; leggere queste singole storie di vita è come addentrarsi nel gioco delle scatole cinesi, in cui dentro una narrazione ce n'è un'altra e poi un'altra ancora. 
Ad accomunarle c'è spesso il dolore, il Bene che deve fare i conti col Male che c'è nel prossimo e il conseguente carico di sofferenza che esso produce; in particolare, ci sono due storie (con protagoniste femminili) che mi hanno molto colpita e che terminano lasciando un sapore amaro e molta tristezza di fronte alle brutte sorprese che la vita non di rado riserva e alle quali non sempre è possibile sfuggire.

Adatto in special modo a chi predilige letture in cui a contare non è tanto (o soltanto) un ricco intreccio di vicende e fatti, quanto la complessità psicologica e la varietà del mondo interiore presente in ogni singola persona e nelle relazioni che la vedono coinvolta.


2 commenti:

  1. È già sullo scaffale della mia libreria, nella pila dei libri da leggere... spero di riuscire ad iniziarlo presto ;)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz