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mercoledì 15 agosto 2018

Mini-recensione: "Tutto è bene quel che finisce bene" di William Shakespeare



Tutto è bene quel che finisce bene (All’s well that ends well) è una brillante commedia in cinque atti di William Shakespeare scritta tra il 1602 e il 1603 e che si ispira alla novella Giletta di Narbona, inclusa nel Decameron di Boccaccio.

Ed. Feltrinelli
trad. N. Fusini
256 pp
8 euro
Elena è una fanciulla orfana di un celebre medico; è la pupilla della Contessa di Rossiglione e il suo cuore batte per il figlio della stessa, Bertram, un giovane cavaliere tanto affascinante quanto vanesio, che decide di partire per la corte di Parigi e di mettersi al servizio del Re di Francia.

Anche Elena raggiunge la corte e quando viene a sapere di una fistola che tormenta il re (e che i medici hanno dichiarato "inguaribile"), decide di intervenire, a rischio della propria vita, per aiutare il sovrano, mettendo a frutto le conoscenza ereditate dal defunto padre, eccellente medico.
Convinta di sè e delle proprie capacità, Elena riesce nel suo intento di guarire il Re e ottiene da lui, come ricompensa, la possibilità di innalzare il proprio rango sposando un giovane nobile della corte del Re.

Ovviamente, il cuore di Elena sa già chi sia il suo preferito: Bertram..., che però è sconvolto all'idea di doversi maritare costretto dalla volontà del Re e della ragazza che sua madre ama come una figlia.
Per non far adirare il sovrano, Bertram accondiscende rassegnato alle nozze, ma il suo animo inquieto lo porta a scappare da un matrimonio non voluto e a partire in gran segreto per Firenze dove intende offrirsi volontario nell’esercito, accompagnato dallo spaccone capitano Parolles.

Ad Elena giunge intanto un messaggio da parte del consorte fuggitivo: se davvero vuole che egli la consideri sua moglie, dovranno verificarsi due condizioni apparentemente impossibili, vale a dire deve restare incinta di lui e dimostrarglielo avendo al dito un anello di famiglia da cui Bertram non si separa mai.

In questo modo, il giovanotto crede di essersi liberato definitivamente di questa consorte inopportuna - che pure tutti giudicano tanto bella quanto buona e gentile - e di poter fare il cascamorto e il seduttore con altre donne...

Giunto a Firenze, accade qualcosa che rovescerà i destini di tutti e questo grazie alla tenacia e all'astuzia di Elena, che ancora una volta farà di tutto per ottenere ciò che vuole.

Questa gradevole commedia è composta da personaggi vivaci e sempre in movimento, che si sforzano di cambiare le sorti e gli eventi in cui sembrano incastrati.
La Contessa guarda alle azioni stolte del proprio figliolo con materna compassione, addolorata che egli non apprezzi quel fiore di fanciulla che il Re gli ha dato in moglie.

Bertram dimostra di essere un giovanotto superficiale, sfuggente e dalla personalità poco forte, che vuol divertirsi come fanno i gentiluomini della sua età, trattando le donne che seduce con poca gentilezza e molta arroganza.

Ma non ha fatto i conti con l'intelligenza della bella Elena, anch'ella sempre in giro, pur di realizzare gli scopi prefissi e dare una mano al fato, affinchè finalmente le sorrida.

Tra servi fedeli, clown irriverenti e soldati gentiluomini (o quasi), Shakespeare ci regala scene intrise di un'ironia amara, considerato che in quel "tutto è bene quel che finisce bene" - detto diventato popolare - più che esserci ottimismo e soddisfazione c'è una buona dose di rassegnazione.


Ama tutti, fidati
di pochi, non far torto a nessuno. Affronta il nemico
più in potenza che in atto, e veglia sull’amico
come fai su di te. Accetta critiche sul tuo silenzio,
ma mai per parlar troppo.



Reading Challenge
obiettivo n. 23.
Un'opera di Shakespeare.




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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz