PAGINE

domenica 24 marzo 2019

Il 24 marzo 1905 moriva Jules Verne, il padre della fantascienza



Jules Gabriel Verne nasce l'8 febbraio 1828, da Pierre e Sophie, che accolsero il loro primo figlio mentre vivevano a Nantes, una città nella Francia occidentale. Il luogo di nascita ha avuto un profondo impatto sulla scrittura del futuro scrittore, in quanto nel diciannovesimo secolo, Nantes era un'affollata città portuale che fungeva da importante centro per i costruttori e commercianti francesi, per cui il piccolo Jules ha trascorso la sua infanzia guardando le navi che navigavano lungo la Loira e immaginando come sarebbe stato salirvi a bordo. Negli anni questi ricordi della vita marittima li riutilizzerà nella scrittura.

Verne ha iniziato a scrivere poesie a soli 12 anni principalmente per esprimere il turbinio dei propri sentimenti adolescenziali. Quando si innamora di sua cugina, Caroline Tronson (maggiore di lui di un anno e mezzo), le dedica delle poesie; purtroppo la giovane Caroline non ricambia i sentimenti del cugino più giovane e anzi sposerà un uomo molto più grande di lei, spezzando il cuore del povero Jules.

La vena da scrittore di Giulio si scontra con i desideri del padre, che lo incoraggia a seguire le proprie orme e ad immergersi nella professione legale, e lo manda così a Parigi.
Verne si laurea in giurisprudenza nel 1851, ma continua a scrivere fiction durante questo periodo,  continuando a scontrarsi con suo padre. Nel 1852, il genitore gli fea fare pratica a Nantes, ma Verne decide di dedicarsi seriamente alla vita di scrittore.

Nel suo soggiorno parigino, Verne fu molto preso dalla situazione politica francese, molto in fermento in quegli anni, e anche se restò fuori dagli sconvolgimenti politici, i suoi scritti in seguito esplorarono temi di conflitto governativo.

Nel maggio 1856, Verne incontra Honorine de Viane Morel, a un matrimonio; si innamora di lei (una vedova di 26 anni con due figli) e nel gennaio 1857, con il permesso della sua famiglia, i due si sposano.
Ma il matrimonio gli ha messo sulle spalle delle responsabilità:ora che è sposato e deve mantenere moglie e figlie acquisite, Verne necessita di un reddito dignitoso, così ottiene un lavoro in una società di intermediazione, lasciando il lavoro teatrale (che non gli assicurava grossi guadagni) per diventare agente di cambio alla Borsa di Parigi. Ma il lavoro non gli impedisce di continuare a scrivere, infatti egli prende l'abitudine di svegliarsi presto ogni giorno per scrivere e fare ricerche per diverse ore prima di andare a lavorare.
A proposito di teatro, Verne, insieme a Dumas figlio, ha rivisitato la propria commedia teatrale, Les Pailles rompues (The Broken Straws) con cui debutta a Parigi nel 1850.
E' stato anche molto amico di Dumas padre e di Victor Hugo, che sapranno incoraggiarlo nei periodi difficili.

Anche se probabilmente i romanzi più famosi dell'Autore ci appaiono come entità distinte, in realtà essi facevano parte di una serie, la Les vyages Extraordinaires. A partire dal 1860, Verne incontrò Pierre-Jules Hetzel, un noto editore che lo aiutò a pubblicare il suo primo romanzo, Five Weeks in a Balloon. Questo romanzo è stato il primo di una serie di dozzine di libri scritti da Verne e pubblicati da Hetzel, e tra essi figurano alcuni famosi come Ventimila leghe sotto i mari.

Dal 1863, Verne accetta di scrivere due volumi all'anno per Hetzel, un contratto che gli procura una costante fonte di reddito per decenni. Tra il 1863 e il 1905 pubblica 54 romanzi su viaggi, avventure, storia, scienza e tecnologia per la serie succitata, lavorando molto su personaggi, struttura e trama insieme ad Hetzel, fino alla morte di lui (1886). 
Nella sua vita ha scritto 65 romanzi, sebbene alcuni non sarebbero stati pubblicati fino a molto tempo dopo la sua morte.

La sua fama di scrittore decolla negli anni '60 dell'800, tanto che egli si concede l'acquisto di un piccolo yacht (chiamato Saint Michel in onore del figlio, Michel); viaggia molto per mare, godendosi la pace e la tranquillità e proseguendo a scrivere; proprio nel corso di questi viaggi in barca a vela, scrive la maggior parte dei manoscritti - Il giro del mondo in 80 giorni, Ventimila leghe sotto i mai.
Col trascorrere del tempo, acquista altre imbarcazioni, tra cui una barca a vapore per i suoi lunghi viaggi in Scozia e nel Mediterraneo.

Verne ha scritto in francese, ma i suoi lavori sono stati tradotti in circa 150 lingue, facendo di lui il secondo autore più tradotto di sempre (Agatha Christie detiene il record del mondo).

Purtroppo Verne non sempre è stato apprezzato come meritava; molti editori di lingua inglese hanno considerato il suo genere fantascientifico-avventuroso come adatto precipuamente a lettori giovanissimi, minimizzando il suo lavoro, semplificando le storie, tagliando passaggi molto ricercati, riassumendo dialoghi e, in alcuni casi, annullando qualsiasi cosa che potesse essere interpretata come una critica all'Impero britannico; per non parlare di tante traduzioni piene di errori.

Le opere di questo scrittore hanno fortemente influenzato lo steampunk, un sottogenere della fantascienza che prende ispirazione dalla tecnologia industriale del XIX secolo.
Alcune delle tecnologie da lui immaginate nella sua narrativa in seguito sono divenute realtà (puoi sbirciare QUESTO ARTICOLO, se interessato all'argomento).
Verne ha scritto di grattacieli, ascensori, automobili con motori a combustione interna, treni, luci della città elettriche e sobborghi: era decisamente in anticipo sui tempi. Ha persino scritto di un gruppo di calcolatori meccanici in grado di comunicare tra loro su una rete...!
E per finire, il nostro Giulio ha ispirato anche innumerevoli autori di svariati generi, dalla poesia al viaggio all'avventura. Come scrisse Ray Bradbury , "Siamo tutti, in un modo o nell'altro, figli di Jules Verne."

Dal punto di vista della salute, purtroppo sin dalla giovinezza, il Nostro ha patito a causa di vari malanni, a cominciare dagli attacchi improvvisi e forti di mal di stomaco, senza riuscire ad ottenere diagnosi adeguate; per cercare di alleviare i dolori, provò diverse diete, tra cui una che prevedeva solo uova e latticini. A parere degli storici, poteva soffrire di colite o di un disturbo legato ai processi digestivi.
Non solo, ma ha sofferto di cinque episodi di paralisi facciale nel corso della sua vita; la prima volta che ebbe l'attacco, i medici hanno trattato il suo nervo facciale con la stimolazione elettrica, ma in seguito ebbe comunque altri episodi simili.
Tanto per non farsi mancar nulla, poverino, aveva anche il diabete di tipo 2, pressione alta, vertigini croniche e altre malattie, fino a diventare parzialmente cieco.
Ma non è finita qui...: nel 1886 Verne divenne invalido a causa di uno spiacevole "incidente". Un suo nipote, Gaston, che allora aveva vent'anni e soffriva di un disturbo mentale,  sparò a Giulio con una pistola, colpendolo alla gamba sinistra...
Il proiettile aveva danneggiato gravemente la gamba e il suo diabete ovviamente complicò il processo di guarigione. Un'infezione secondaria lo lasciò con una zoppia evidente che persistette fino alla sua morte, avvenuta il 24 marzo nel 1905, ad Amiens.





Fonti consultate:


8 commenti:

  1. Davvero interessante questo articolo! Di Verne ho adorato "Il giro del mondo in 80 giorni"... Buona domenica, Angela :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ce l ho ma non l ho ancora letto ;-)
      Ciao ariel :))

      Elimina
  2. Ho sognato da ragazzina un futuro bellissimo, grazie ai suoi libri.
    Che bel post Angela!

    RispondiElimina
  3. Un autore che ha fatto sognare e fantasticare intere generazioni di lettori. Bel post. Buona notte.
    sinforosa

    RispondiElimina
  4. Grazie, Angela, per questo post così ricco di dettagli poco noti su uno degli autori preferiti della mia infanzia :o). Non sapevo che le sue opere avessero subito una sorta di "censura" e mi piacerebbe leggere un'edizione integrale, chissà se sarà mai possibile...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non gli è stato riconosciuto sempre il giusto valore...
      Già, chissà se ce ne sono :-O

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz