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lunedì 21 ottobre 2019

Dietro le pagine di "The Chain" di Adrian McKinty



Non troppi giorni fa ho letto e pubblicato il mio modesto parere su un thriller verso il quale nutrivo più di un'aspettativa... ma che purtroppo mi aveva in (larga) parte deluso.

Parlo di THE CHAIN di Adrian McKinty    >>>>>  RECENSIONE


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da cosa ha tratto ispirazione l'Autore
per scrivere il libro?


Vi riassumo la trama: una donna single, mamma della 13enne Kylie, un giorno riceve una terribile telefonata anonima, che le comunica che sua figlia è stata rapita, che entrambe sono ormai entrate a far parte della cosiddetta "catena", una sorta di gruppo criminale segreto che rapisce minori e costringe i genitori della vittima a rapire a sua volta un ragazzino, mettendo in condizione la successiva famiglia a fare lo stesso..., se vogliono veder vivo il proprio figliolo.
Una catena di crimini, insomma, che non va spezzata, pena la morte di chiunque trasgredisca le regole.

Il tema del rapimento è super sfruttato all'interno di film e serie TV, ma l'idea di fondo di McKinty ha dalla sua un buon punto di partenza (che ahimè poi si va a perdere), che è quella di costringere il genitore della vittima (una persona comune ed onesta) a commettere a sua volta un rapimento per poter riavere il proprio bambino.
Qual è stata l'ispirazione per questa idea?

L'autore ha dichiarato che lo spunto ha preso avvio da tre elementi distinti.
Il primo affonda le proprie radici ai tempi della scuola elementare. Una delle prime cose studiate nella prima settimana di scuola è stata la mitologia greca, nella quale c'è il mito di Demetra e Persefone. Demetra va letteralmente all'Inferno per salvare sua figlia dagli inferi; questa storia lo colpì molto ed è rimasta nella sua mente per quarant'anni per poi finalmente emergere e accendere una lampadina.

Il secondo elemento è stato il soggiorno a Città del Messico
Stava lavorando a questo libro che sembrava non andare da nessuna parte.
Una sera, mentre era solo a leggere un giornale, gli occhi sono finiti su un articolo che raccontava proprio questo schema di rapimento in uso in Messico, in base al quale rapirebbero un membro di una famiglia e, mentre questa si sbatte per trovare i soldi del riscatto, deve anche scegliere chi dare come scambio ai rapitori per ottenere la liberazione del rapito, che è più vulnerabile.
Ha pensato: "È davvero intrigante, questa idea di rapimento e scambio". Lo ha davvero incuriosito in quanto bizzarra: una persona viene scambiata con un'altra!

Il terzo elemento ha a che fare con l'Irlanda (McKinty è di Belfast) e il mondo delle superstizioni; negli anni '70 i bambini, nel periodo di Halloween, si mandavano lettere piene di maledizioni e disegni di esagoni e altre diavolerie simili, e se chi li riceveva non ne faceva delle copie inviandole a sua volta ad altri ragazzi, i genitori sarebbero stati uccisi. 
Accadde poi che la sua insegnante di quarta elementare, la signora Carlyle, scoprisse tutto su queste catena di lettere che si inviavano i ragazzini e la trovo terrificante, tanto da chiedere ai ragazzi di portargliele: fece un grande falò fuori dalla classe per "spezzare" la catena di maledizioni e sfortune. 
Tutto ciò impressionò Adrian, che anno dopo si informò della signora Carlyle e seppe che.. no..., le maledizioni non avevano avuto alcun effetto su di lei, non le era accaduto nulla di brutto e, anzi, era viva ed in buona salute all'età di ottantotto anni!

Gli scambi di rapimenti, queste lettere a catena, una donna che spezza la catena: elementi che gli frullavano in testa, e poi l'idea di una madre che va letteralmente all'inferno per salvare sua figlia. 

E così quella notte a Città del Messico, si è seduto e ha iniziato a scrivere un racconto basato su questi punti: scrisse circa cinque pagine, per poi lasciarlo in un cassetto per circa cinque o sei anni. Fino al giorno in cui gli fu proposto di scrivere una "storia americana", lui disse di sì... ed è venuto fuori, "The Chain", tutto in una volta.



Fonti consultate per l'articolo:

2 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz