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domenica 15 dicembre 2019

Recensione: I MIRACOLI DEL SANGUE di Maurizio Roccato



La storia narrata in questo thriller molto avventuroso è ambientata in Italia, più precisamente a Torino e si basa su fatti storici realmente accaduti; fatti che, nell'immaginazione dell'Autore, collegano periodi storici distanti tra loro e ci portano indietro agli anni del nazismo.


I MIRACOLI DEL SANGUE
di Maurizio Roccato


Ed. Intrecci
224 pp
È il 10 ottobre 2013 quando le principali agenzie di stampa italiane danno la notizia di uno strano e sinistro ritrovamento avvenuto a Torino: su una panchina antistante il cimitero monumentale è stata lasciata la scatola di una vecchia pasticceria del centro chiusa da anni; al suo interno sono contenute diverse ossa umane avvolte in una pagina della "Stampa Sera" del 9 maggio 1963, che riporta un articolo  con la ricostruzione dettagliata su un delitto attualmente insoluto: il delitto Fenaroli (il geometra Giovanni Fenaroli fu condannato per aver fatto uccidere la moglie).

Ad aggiungere mistero al fatto ci pensano particolari relativi ai resti: i crani sono incisi con strani simboli e ricoperti da cera fusa, il che fa pensare che possano essere stati utilizzati in un rituale satanico.
A parte questo, non vi sono altri indizi...

Si occupa del caso, per la redazione del giornale per cui lavora, il reporter Giordano Bruno, che asseconda (non che abbia alternative, effettivamente) il capo-redattrice e comincia, non proprio entusiasticamente, a cercare di capire cosa ci sia dietro quelle ossa, che appartengono a cinque persone differenti, tra cui un bambino e molto probabilmente un'adolescente.

Chi e perché ha fatto sì che i crani di queste povere persone venissero alla luce? Sono morti accidentalmente (!!) E successivamente le loro ossa sono state trafugate da satanisti o forse dietro la loro morte si nascondono fatti delittuosi?

Giordano Bruno - lo capiamo sin dalle prime pagine - è un uomo davvero particolare: testardo, sarcastico all'ennesima potenza, sa come farsi detestare da colleghi e superiori, orgoglioso, ma anche molto tenace e determinato, ed infatti in questo caso si butterà anima e corpo pur di arrivare alla sua soluzione.

Ciò che però mai si sarebbe aspettato è che questa scatola con resti umani potesse essere in qualche modo collegata con un altro grande mistero, che affonda le proprie radici negli anni '40 e che riconduce fuori dall'Italia: in Polonia, tra i "Monti del Gufo", li dove ancora oggi si trova il più complesso sito segreto sotterraneo della Germania Nazista.
Il luogo dove sarebbe ancora nascosto il più prezioso tesoro del Terzo Reich.

Inizialmente Bruno segue la pista dei riti satanici ma poi, in virtù di una serie di coincidenze, intuisce che per arrivare a sbrogliare la matassa deve indirizzare la propria attenzione verso altre "strade".
A venire in suo aiuto, in modo del tutto provvidenziale (lui, a dire il vero, alla Provvidenza non crede granché...), è il geologo Gilberto Rinaldi, che, appassionato di oggetti antichi e di valore, è recentemente entrato in possesso di una macchina fotografica risalente all'epoca pre-bellica; grazie ad alcune foto scattate e ad una scritta in lingua ebraica (il nome di un uomo, posto sulla macchina fotografica), Giordano si ritrova a collegare insieme fatti e personaggi a partire da questi pochi elementi.
Acuto osservatore e brillante nel fare ragionamenti e trovare connessioni, Bruno, capisce  dare un'identità a quelle ossa è fondamentale per arrivare al mistero che c'è dietro, e cosa e come questo abbia a che fare con i campi di concentramento e i folli progetti nazisti.

E così, in compagnia del curioso ed impavido (tanto quanto lui) geologo Rinaldi, Giordano parte alla volta della Polonia, più precisamente di Walbrzych, una cittadina appartenuta fino al 1945 alla Germania.
Intorno a questa zona girava una leggenda: si diceva fosse nascosto un treno pieno di tesori rubati dai nazisti ai popoli da loro conquistati.

Sappiamo come il regime hitleriano, per finanziare la guerra, abbia saccheggiato i beni delle proprie vittime, che venivano poi depositati presso i conti e le camere blindate della Reichsbank. 

Che ne è stato di questi "beni" dopo la sconfitta della Germania?
Pare siano stati caricati su convogli ferroviari e portati in un posto segreto, introvabile.

Ovviamente, dopo la caduta della Germania, in tanti si sono messi alla ricerca del tesoro nazista, parte del quale è stato effettivamente recuperato: ma il restante?

Si vocifera che questa parte di tesoro mai ritrovata sia stata trasferita su uno dei treni partiti la notte del 12 febbraio 1945 da Breslavia, convoglio misteriosamente sparito nel nulla con un carico che non comprendeva solo un grosso quantitativo di oro e preziosi: anche qualcos'altro verso cui il Fuhrer nutriva una vera e propria ossessione...

E, scopriremo leggendo, anche in tempi recenti c'è qualcuno fedele all'ideologia hitleriana che conserva ancora la medesima bizzarra ossessione...

Rinaldi e Bruno si armano di tutto punto e partono alla volta dei mitici "monti del gufo" e del Castello di Książ, che fino al 1945 fece parte del Projekt Riese, un progetto volto alla realizzazione di complessi militari sotterranei.

Il viaggio dei due uomini non sarà proprio una passeggiata turistica, tutt'altro, si rivelerà una avventura dai possibili risvolti pericolosi e fatali, perché c'è qualcuno disposto a tutto pur di non lasciare emergere certe verità e per accaparrarsi una parte di quel tesoro leggendario...

"I miracoli del sangue" è un thriller appassionante, che parte da due episodi oscuri e irrisolti, da un fatto di cronaca nera recente che viene messo in collegamento con eventi storici del passato, su cui aleggia piu di qualche alone di mistero, il che rende la trama coinvolgente, interessante, lasciando il lettore col desiderio, ad ogni capitolo, di scoprire quale verità ci sia dietro.
Il ritmo è molto dinamico, "da film", e questo crea aspettative durante la lettura; il protagonista è un personaggio che suscita simpatia per la sua onestà e coerenza, nonostante non sia sempre amabile.

Consigliato, una lettura intrigante che si lascia apprezzare per il linguaggio dettagliato (nelle descrizioni in particolare, degli ambienti come delle scene più dinamiche) ma comunque molto scorrevole, la narrazione avvincente, tanto nei dialoghi quanto nello sviluppo degli eventi.

Ringrazio la C. E. Intrecci Edizioni per la copia omaggio.

6 commenti:

  1. Veramente interessante. Grazie di averne parlato.

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  2. Allora non è soltanto una bella copertina!

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  3. Interessante questo intreccio tra fatti realmente accaduti e l'immaginazione dell'autore.

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    1. Si, ha costruito una trama complessa e interessante

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz