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mercoledì 29 gennaio 2020

Recensione: LE GUARIGIONI di Kim Rossi Stuart



Cinque sono i racconti che compongono il libro con cui l'attore e regista Kim Rossi Stuart firma il proprio esordio in campo letterario: cinque storie appartenenti a generi diversi, che si soffermano su più tipologie di relazioni (padre-figlio, di coppia, uomo-Dio) ma che tutte convergono sulla necessità espressa dal titolo stesso del libro: la guarigione, quella che ci aspettiamo coinvolga tutto il nostro essere più profondo, quegli angoli nascosti nei quali sono accovacciati i mostri e le paure che ci rendono insicuri, folli, rabbiosi, frustrati, infelici, sempre in crisi, traumatizzati. Spesso insopportabili. Meravigliosamente umani.


LE GUARIGIONI
di Kim Rossi Stuart

Ed. La nave di Teseo
208 pp
Quando mi sono approcciata a questo libro - incuriosita, in prima istanza, dall'Autore - non ho potuto fare a meno di chiedermi il perché di questo titolo: le guarigioni.
Sorge spontanea la domanda: chi deve guarire e da cosa?  

L'Autore ha messo nero su bianco cinque protagonisti complessi, ciascuno con qualcosa di irrisolto nella propria vita come nel passato, nella mente come nel cuore.

Nel primo racconto incontriamo Renato e Leo, un padre e un figlio che vivono insieme ma sono intimamente distanti, nel senso che sono lontani l'uno dall'altro per tutto ciò che concerne il loro interiore, i pensieri, le aspettative e i crucci che abitano nel loro intimo.

Renato è un papà single; sua moglie l'ha lasciato e lui non s'è più rifatto una vita con un'altra donna, cosa che al figlio pare davvero strana.
Ma non ha il coraggio di chiedergli nulla in merito; a dire il vero, i due parlano poco in generale: il padre è un educatore severo, rigoroso, che non esita a "mettere alla prova" il figlio pur di incitarlo a sviluppare un carattere forte, a farsi le spalle grosse attraverso il lavoro, lo sforzo fisico, le responsabilità, la consapevolezza che le difficoltà nella vita vadano affrontate di petto e a testa alta.
Questo papà ha una passione (i cavalli) che cercherà di trasformare in un lavoro (apre un maneggio in una zona di campagna, fangosa e solitaria), coinvolgendo forzatamente anche Leo, che si ritrova a dividersi tra la scuola e i lavori a casa, domestici e relativi al prendersi cura degli amici equini.
Leo, che già di per sé è un ragazzetto silenzioso, timido soprattutto con le ragazze, che prova una sorta di inadeguatezza di fronte alla vita..., sente montare dentro di sé sentimenti negativi, di rifiuto e odio, verso il padre, che non fa che inasprire il figlio con le sue parole di disistima, le pressanti richieste di collaborazione in casa, i toni duri e spesso sarcastici.
Tra i due si instaura una "lotta" fatta di parole dette tra i denti, taglienti come lame, di sguardi carichi di delusione, amarezza, ostilità, di silenzi e porte chiuse in faccia, e per far sì che la bomba non scoppi, facendo danni magari irreparabili, uno dei due dovrà o fare un passo indietro o... scappare.
Padre e figlio rischiano di perdersi, di ammalarsi l'uno di frustrazione, depressione e infelicità, l'altro di odio represso verso un genitore che chiede e pretende e mai comprende.

I due racconti successivi hanno entrambi come protagonista un uomo che ha una grande difficoltà a relazionarsi con l'altro sesso, seppur per ragioni e secondo modalità differenti.

In Il maniaco inesistente uno scrittore cerca ripetutamente di innamorarsi davvero, per capire ogni volta di volere tutt’altro e in tutt’altro modo; le sue storie sentimentali sono un fallimento: pur fidanzandosi con donne che lo amano, non riesce a lasciarsi andare completamente. Passati i momenti di euforia iniziali, subentra subito una fase fatta di dubbi, paranoie, fissazioni assurde, in particolare sull'aspetto fisico delle sue donne, alle quali trova difetti che, pur essendo di poco conto, egli ingigantisce fino a sentirsi soffocare, ingabbiato in una relazione che non gli dà nulla, non lo soddisfa. A questo si aggiungono i suoi "sogni ad occhi aperti" che hanno come soggetto donne nude, con cui lui si immagina impegnato in amplessi appaganti.
In realtà, il sesso gli dà ben poche soddisfazioni, proprio per via di questa sua incapacità a relazionarsi in maniera matura e responsabile con le donne.
E' allergico alle relazioni impegnative, alla convivenza, preferirebbe incontri fugaci e goderecci..., qualcosa che lo responsabilizzi poco, anzi niente.
Per cercare di capirsi meglio e guarire da questi suoi traumi irrisolti, va pure dallo psicologo..., ma con scarsi risultati.

Edoardo (L’altra metà) è un piccolo e morigerato imprenditore la cui esistenza viene travolta dall’arrivo di una donna tanto appassionata quanto ingestibile: la bella, sensuale e vulcanica Marta, ricca ed esigente sotto tutti i punti di vista. I due si amano, hanno una buona intesa tra le lenzuola, eppure non fanno che litigare..., lasciandosi andare anche a sceneggiate e scatti rabbiosi che lasciano a bocca aperta. Non riescono a lasciarsi ma, al contempo, neppure ad essere sereni, ad accettarsi per ciò che sono, a fidarsi l'uno dell'altra. 
Marta ha una personalità molto forte, è una donna che va dritta per la sua strada, è sicura di sé, e questo suo essere così disinibita, libera e indipendente, spiazza il compagno, che sente emergere ancora di più fragilità, insicurezze, paura di perderla mista al desiderio di mandarla al diavolo per avere finalmente un briciolo di serenità...

Gli ultimi due  racconti - Il chiodo, Alla fine del Male (l’ultimo diavolo) - hanno anch'essi un aspetto in comune: il rapporto con Dio, con la fede, con la ricerca di un senso profondo e vero da dare alla propria vita.
E se nel primo incontriamo Linda, agnostica convinta, scettica e razionale, che  accetta di accompagnare il marito in un viaggio a Medjugorie, senza immaginare che questa innocua esperienza potrebbe rivelarsi determinante per metterla in contatto con la dimensione spirituale, sovrannaturale, nell'ultimo (un distopico con sfumature thriller) conosciamo un prete ribelle che vive in un tempo futuro e combatte contro la pressoché totale scomparsa del Male nel mondo.
A causa di uno strano morbo che sta contagiando tutti gli esseri umani giorno per giorno, il Male sembra scomparire man mano dalla faccia della terra: il prete si guarda e vede attorno a sé solo gente gioiosamente serena, che non ha mai uno scatto d'ira, uno sguardo cattivo, una parola offensiva. 
Immaginatevi circondati sempre e solo da persone che, pari ad automi senza vita e senza sentimenti, non fanno che elargire sorrisi ebeti, pronti ad abbracciarvi anche quando non lo meritereste, incapaci di una qualsiasi reazione umana in cui traspaia passione, ardore, anche rabbia o gelosia..., insomma tutto quello che che da sempre caratterizza l'essere umano e i suoi rapporti con i propri simili è un lontano ricordo.
Un paradiso in terra: la Bontà ha vinto, il Male non c'è più.
Ma è davvero così? Davvero il paradiso e la felicità per tutti passano attraverso esistenze vacue, in costante stato di estasi, prive di slanci, passioni, difetti, imprevisti...? 

I protagonisti di Kim Rossi Stuart sono uomini e donne curiosi, burberi e inafferrabili, complicati e romantici, fragili e convinti di sé, buffi e paranoici, egoisti e testardi: sono imperfetti e con tutte loro manchevolezze amano, si arrabbiano, covano risentimenti e si dannano pur si trovare un modo per sfogarli e non scoppiare, sperano, sognano ad occhi aperti e sono tormentati da incubi, accusano e vengono accusati da partner esigenti... In due parole: sono vivi.
Uomini e donne dal temperamento focoso, eccessivo, folle e maniacale, determinato o esitante, carnale o mistico, le cui esistenze straordinariamente comuni seguono spesso percorsi imprevedibili, confondendoli e acuendo interrogativi e perplessità.
Persone che, in un modo o nell'altro, hanno ferite, fratture, instabilità, dalle quali vorrebbero guarire, per sentirsi liberi dai propri dèmoni e dalle proprie fobie. Ma forse il punto non è tanto l'obiettivo della guarigione in sé, quanto il percorso necessario per arrivare ad essa.

Con una penna disinvolta e onesta, l'Autore mette a nudo questi suoi personaggi un po' "sopra le righe", svelandone istinti e passioni, le cui vite sono travolte da visioni e ansie, e da realtà che spesso sono anche più incredibili dei sogni stessi.
Kim Rossi Stuart scrittore è stata una bella scoperta!

8 commenti:

  1. Le trame dei cinque racconti dimostrano la profondità dell'attore profondità già dimostrata facendo l'attore

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    1. Vero, è un attore molto bravo, intenso nelle sue interpretazioni, e lo ha dimostrato anche nella scrittura!

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  2. Attore che apprezzo molto. Curioso di scoprirlo anche scrittore!

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  3. Ciao Angela, non sapevo che quest'attore così famoso facesse anche lo scrittore :-)

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    1. eh già, si è cimentato anche nella scrittura ;-)

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  4. Come attore e regista mi piace molto. Cercherò il libro in biblioteca.
    Grazie!

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    1. Ero curiosa di leggerlo proprio perché piace anche a me :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz