Nella cupa atmosfera di una giornata d'autunno di fine Ottocento, tre uomini, accomunati dal desiderio di ricchezza e da segreti nascosti nei meandri delle loro coscienze, salgono su un treno che viaggia nella notte, attraversa una tetra campagna inglese, e che li conduce verso un unico destino.
Il loro viaggio - in cui la dimensione paranormale si confonde con quella reale - li condurrà dritti verso le zone più torbide dell’animo umano, lì dove risiedono le debolezze e le colpe più gravi, quelle che si cerca di nascondere e che rivelano la propria natura ipocrita e ambigua.
AL DI LA' DELLA NEBBIA
di Francesco Cheynet e Lucio Schina
Segreti in giallo edizioni 212 pp |
Siamo in Inghilterra e in una sera d'autunno fredda e nebbiosa, tre uomini si ritrovano a vivere la più terrificante delle esperienze; qualcosa che neppure nei loro più fervidi sogni avrebbero potuto mai immaginare di vivere.
E' il 14 novembre 1885 e il giovane avvocato Edward Jenkins, Angus Cullen (consulente finanziario) e Victor Cooper, giovanotto scapestrato che ha dilapidato la fortuna ereditata dal padre, si apprestano a partire per una località sconosciuta.
Sulla banchina della stazione ferroviaria di Skegness, attendono un treno che li porterà in una piccola città di nome Fault City, di cui essi non hanno mai sentito parlare.
Ma poco importa: ciò che li spinge a prendere il treno è più forte di qualsiasi dubbio o perplessità.
I tre uomini, infatti, hanno ricevuto un invito (il medesimo per tutti loro) nel quale, in cambio di denaro, sono chiamati a raggiungere una ignota residenza a Fault City per poter assumere un incarico che porterà loro guadagni interessanti.
Non si dice altro, non c'è la firma del committente; ci sono alcune scarne indicazioni su cosa succederà una volta giunti in paese e poi... null'altro.
Si può accettare un invito così enigmatico senza neppure provare ad informarsi su chi ci sia dietro?
A quanto pare sì, se si è mossi dalla brama di dare una svolta alla propria esistenza e di far soldi, se ce ne sono le possibilità.
«Ogni strada non percorsa, ogni tentativo rinunciato è il preludio a una vita monotona, un’esistenza piatta che rappresenta il peggior male possa capitare a un uomo.»
Jenkins, Cullen e Cooper non si sono mai incontrati prima, sono dei perfetti sconosciuti, accomunati però da questa prospettiva di chiudere il più importante affare della loro vita.
Certo, tanti sono gli interrogativi, zero le risposte e diverse le supposizioni, ma è inutile lambiccarsi il cervello su qualcosa che diverrà chiaro solo una volta giunti a destinazione.
Ci viene raccontato qualcosa di questi tre uomini: sono dei gentiluomini che finora hanno ricercato il successo e il danaro, non hanno esitato a concedersi piaceri e libertà, chi mantenendo la propria facciata di rispettabilità, ostentando magari la propria devozione religiosa, chi lasciandosi guidare dal sangue freddo e un invidiabile raziocinio, e chi, dopo essersi giocato i propri beni e il rispetto per se stesso, ha finito per rendersi schiavo delle droghe.
Ma ormai ciò che è stato, è stato: basta pensare al passato, proiettiamoci verso ciò che ci attende: pensano essi mentre sono seduti al bar del vagone ristorante e trangugiano brandy, chiacchierando tra loro, prima con diffidenza e un pizzico di superiorità l'uno verso l'altro, poi con più scioltezza.
La loro serenità va man mano, però, affievolendosi.
Possibile che su quel treno ci siano solo loro come passeggeri?
Il loro committente è così ricco da potersi concedere un tale lusso?
Una cosa è certa: questi tre passeggeri si ritrovano a godere i privilegi della prima classe, e l'eleganza che caratterizza i vagoni e le cabine a loro destinati, solleticano la vanità di ciascuno.
L'euforia per l'invito ricevuto - e ciò che esso significa in termini di gratificazione personale ed economica - comincia a cedere il passo a un senso di indefinita inquietudine, che avvertono insinuarsi nel loro cuore e che non riescono a tenere a bada nemmeno con l'alcool.
Anzitutto, ben presto si rendono conto di un'altra presenza: un uomo di nome Mr Ferry è anch'egli sul treno e, seppure attraverso risposte molto vaghe e ambigue, i tre comprendono che è colui che sta controllando il loro viaggio per assicurarsi che gli invitati giungano a Fault City, secondo gli accordi.
La surreale serata si colora di sfumature cupe e paurose una volta entrati ciascuno nella propria cabina per concedersi qualche ora di sonno: una volta soli, durante la notte, le sensazioni e i pensieri dei passeggeri subiscono delle alterazioni, delle inspiegabili "suggestioni" di cui essi stessi sono protagonisti.
Tra presunte allucinazioni visive e uditive, sogni ad occhi aperti ed incubi terribili, i tre viaggiatori si ritrovano a vivere esperienze al limite della realtà, inseriti in scenari sinistri, tenebrosi, che li spaventano e che essi si convincono essere frutto dell'immaginazione o di un sogno troppo vivido.
Ma è davvero così?
Fuori, oltre i vetri di quel treno che corre nella notte, attraversando una campagna scura e sconosciuta, c'è la nebbia, ma la vera foschia e il vero buio sono nella loro mente, ed essi divengono, col trascorrere delle ore buie, coscienti di come gli inganni percettivi di cui sono preda stanno facendo emergere qualcosa che avevano relegato nell'inconscio e che essi stavano cercando di dimenticare.
La sensazione di pericolo imminente che i tre uomini provano via via che si avvicinano a Fault City, e in seguito agli stranissimi episodi allucinatori di cui sono vittime, è tanto più minacciosa quanto più è indefinibile, non attribuibile a cause razionali.
Ma cosa li attende realmente in quell'oscura cittadina? Chi ha sadicamente organizzato questo viaggio spaventoso, che si sta rivelando una trappola mortale?
E chi è davvero il bizzarro e criptico Mr Ferry: una sorta di traghettatore di anime dannate destinate all'inferno?
L'avventura dei tre gentlemen continua una volta scesi dal treno, e ciò che li aspetta sarà solo il prosieguo di un grande incubo in cui dovranno - per loro sfortuna - fare i conti con loro stessi, con le colpe e gli errori commessi e che chiedono a gran voce espiazione e giustizia.
"Al di là della nebbia" è un fantasy con sfumature noir ambientato in un’Inghilterra Vittoriana dalle atmosfere cupe, gotiche, surreali e fitte di mistero, come fitta è la nebbia autunnale che avvolge tanto la campagna inglese quanto la mente alterata dei tre, protagonisti di esperienze, potremmo dire, "extrasensoriali".
Le descrizioni dell'ambientazione (la villa mastodontica isolata, che compare all'improvviso, la cui mole e i cui contorni spettrali si stagliano nel cielo scuro; personaggi secondari che paiono burattini senz'anima; odori forti e disgustosi, rumori sospetti, presenze agghiaccianti e sinistre), questo treno che non fa mai fermate in stazioni intermedie, il macchinista che non si vede, porte che scompaiono e riappaiono: tutto contribuisce a indirizzare chi legge verso sensazioni di terrore, creando l'aspettativa che di lì a poco, durante la lettura, succederà qualcosa di cruciale e di spaventoso per i tre uomini.
Supportato da un linguaggio accurato e da uno stile molto fluente, il romanzo ha tutte le caratteristiche per catturare l'interesse del lettore, che si trova ad essere spettatore - in un mix di realtà e la fantasia - di un viaggio pieno di incognite, che ha come destinazione ultima l'esplorazione della natura umana, con tutti i suoi segreti inconfessabili e terribili.
I tre individui - che finora hanno vissuto ignorando la distinzione tra il Bene e il Male, ciò che è giusto da ciò che non lo è, sentendosi i padroni assoluti del proprio destino, comportandosi come se non dovessero mai rendere conto delle proprie azioni - sono giunti forse al capolinea: le ambiguità e i lati oscuri presenti nella loro coscienza verranno allo scoperto, così come la consapevolezza di come non si possa sfuggire per sempre alle proprie colpe e responsabilità, anche quando si trovano giustificazioni, anche quando un tribunale umano dà l'assoluzione o agli occhi della società si è persone ragguardevoli.
Ringrazio gli Autori per avermi dato l'opportunità di leggere questo romanzo, di cui vi consiglio la lettura, tanto più se amate le atmosfere dark e questo genere di ambientazione.
Ma ormai ciò che è stato, è stato: basta pensare al passato, proiettiamoci verso ciò che ci attende: pensano essi mentre sono seduti al bar del vagone ristorante e trangugiano brandy, chiacchierando tra loro, prima con diffidenza e un pizzico di superiorità l'uno verso l'altro, poi con più scioltezza.
"Si trattava di un gioco che di un gioco che all’apparenza non aveva nulla di pericoloso ma che, riflettendo, poteva riservare qualche sgradita sorpresa da un momento all'altro.Ogni nuovo accadimento, anziché fornire risposte soddisfacenti, intrecciava ancora di più una matassa formata da nuovi interrogativi".
La loro serenità va man mano, però, affievolendosi.
Possibile che su quel treno ci siano solo loro come passeggeri?
Il loro committente è così ricco da potersi concedere un tale lusso?
Una cosa è certa: questi tre passeggeri si ritrovano a godere i privilegi della prima classe, e l'eleganza che caratterizza i vagoni e le cabine a loro destinati, solleticano la vanità di ciascuno.
L'euforia per l'invito ricevuto - e ciò che esso significa in termini di gratificazione personale ed economica - comincia a cedere il passo a un senso di indefinita inquietudine, che avvertono insinuarsi nel loro cuore e che non riescono a tenere a bada nemmeno con l'alcool.
Anzitutto, ben presto si rendono conto di un'altra presenza: un uomo di nome Mr Ferry è anch'egli sul treno e, seppure attraverso risposte molto vaghe e ambigue, i tre comprendono che è colui che sta controllando il loro viaggio per assicurarsi che gli invitati giungano a Fault City, secondo gli accordi.
La surreale serata si colora di sfumature cupe e paurose una volta entrati ciascuno nella propria cabina per concedersi qualche ora di sonno: una volta soli, durante la notte, le sensazioni e i pensieri dei passeggeri subiscono delle alterazioni, delle inspiegabili "suggestioni" di cui essi stessi sono protagonisti.
Tra presunte allucinazioni visive e uditive, sogni ad occhi aperti ed incubi terribili, i tre viaggiatori si ritrovano a vivere esperienze al limite della realtà, inseriti in scenari sinistri, tenebrosi, che li spaventano e che essi si convincono essere frutto dell'immaginazione o di un sogno troppo vivido.
Ma è davvero così?
Fuori, oltre i vetri di quel treno che corre nella notte, attraversando una campagna scura e sconosciuta, c'è la nebbia, ma la vera foschia e il vero buio sono nella loro mente, ed essi divengono, col trascorrere delle ore buie, coscienti di come gli inganni percettivi di cui sono preda stanno facendo emergere qualcosa che avevano relegato nell'inconscio e che essi stavano cercando di dimenticare.
La sensazione di pericolo imminente che i tre uomini provano via via che si avvicinano a Fault City, e in seguito agli stranissimi episodi allucinatori di cui sono vittime, è tanto più minacciosa quanto più è indefinibile, non attribuibile a cause razionali.
Ma cosa li attende realmente in quell'oscura cittadina? Chi ha sadicamente organizzato questo viaggio spaventoso, che si sta rivelando una trappola mortale?
E chi è davvero il bizzarro e criptico Mr Ferry: una sorta di traghettatore di anime dannate destinate all'inferno?
L'avventura dei tre gentlemen continua una volta scesi dal treno, e ciò che li aspetta sarà solo il prosieguo di un grande incubo in cui dovranno - per loro sfortuna - fare i conti con loro stessi, con le colpe e gli errori commessi e che chiedono a gran voce espiazione e giustizia.
"Al di là della nebbia" è un fantasy con sfumature noir ambientato in un’Inghilterra Vittoriana dalle atmosfere cupe, gotiche, surreali e fitte di mistero, come fitta è la nebbia autunnale che avvolge tanto la campagna inglese quanto la mente alterata dei tre, protagonisti di esperienze, potremmo dire, "extrasensoriali".
Le descrizioni dell'ambientazione (la villa mastodontica isolata, che compare all'improvviso, la cui mole e i cui contorni spettrali si stagliano nel cielo scuro; personaggi secondari che paiono burattini senz'anima; odori forti e disgustosi, rumori sospetti, presenze agghiaccianti e sinistre), questo treno che non fa mai fermate in stazioni intermedie, il macchinista che non si vede, porte che scompaiono e riappaiono: tutto contribuisce a indirizzare chi legge verso sensazioni di terrore, creando l'aspettativa che di lì a poco, durante la lettura, succederà qualcosa di cruciale e di spaventoso per i tre uomini.
Supportato da un linguaggio accurato e da uno stile molto fluente, il romanzo ha tutte le caratteristiche per catturare l'interesse del lettore, che si trova ad essere spettatore - in un mix di realtà e la fantasia - di un viaggio pieno di incognite, che ha come destinazione ultima l'esplorazione della natura umana, con tutti i suoi segreti inconfessabili e terribili.
I tre individui - che finora hanno vissuto ignorando la distinzione tra il Bene e il Male, ciò che è giusto da ciò che non lo è, sentendosi i padroni assoluti del proprio destino, comportandosi come se non dovessero mai rendere conto delle proprie azioni - sono giunti forse al capolinea: le ambiguità e i lati oscuri presenti nella loro coscienza verranno allo scoperto, così come la consapevolezza di come non si possa sfuggire per sempre alle proprie colpe e responsabilità, anche quando si trovano giustificazioni, anche quando un tribunale umano dà l'assoluzione o agli occhi della società si è persone ragguardevoli.
Ringrazio gli Autori per avermi dato l'opportunità di leggere questo romanzo, di cui vi consiglio la lettura, tanto più se amate le atmosfere dark e questo genere di ambientazione.