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sabato 6 giugno 2020

Recensione: BACI DA POLIGNANO di Luca Bianchini



Ritornare nella bella Polignano e ritrovare don Mimì, Ninella, Damiano, Orlando e tutti gli altri, è come fare un salto in un luogo che hai imparato a conoscere ed amare, e tra personaggi che ormai sembrano diventati "di famiglia".



BACI DA POLIGNANO
di Luca Bianchini

240 pp

Li avevamo lasciati così: separati sebbene sempre uniti da quel sentimento che ha resistito negli anni.
Eppure, la magia pare essersi spezzata tra don Mimì e Ninella: lui se n'è andato di casa dopo che la moglie, Matilde, l'ha lasciato per mettersi con un loro dipendente, il tuttofare Paqualino, belloccio e gentile: un uomo che finalmente le dà importanza, visto che per anni ha vissuto una realtà matrimoniale fatta di indifferenza e scarsa considerazione da parte di un marito perennemente innamorato di un'altra donna, di quell'amore di gioventù che da qualche anno è pure di famiglia, in quanto consuocera.

E lui, il "re delle patate", che pensa, che fa?
Finalmente il sogno s'è avverato: è nuovamente single!! Quale migliore occasione per riavvicinarsi al suo amore di sempre, la bella Ninella?

Ma non è così semplice; beh, è proprio la vita a non esserlo quasi mai, del resto!

Ninella sembra aver spazzato via dal proprio cuore ogni traccia di amore per il signor Scagliusi e averlo sostituito con un altro uomo: Carlo, un 38enne di Milano, professione architetto.

Con lui la donna - che si porta splendidamente i suoi ultra cinquant'anni e si sente una fanciulla nello spirito - ha ritrovato la spensieratezza e quel pizzico di euforica felicità che si prova quando si è consapevoli di vivere un'esperienza che in tanti guardano con occhio scettico e critico ma che tu sei consapevole che... ti fa star bene e tanto!
E allora chi se ne importa dei pettegolezzi e dei chiacchiericci dei polignanesi, e pazienza se quell'impicciona della signora Labbate non smette di farsi i fatti suoi (e di chiunque): la vita è sua e Ninella sarà pur libera di far ciò che le pare, se non fa nulla di male.

E' vero, tra lei e Carlo ci sono diversi anni di differenza, questo è un dato di fatto, e Ninella non è una sciocca: sa benissimo che quella con Carlo è una relazione che probabilmente non ha futuro, ma fino a quando i due trascorrono momenti sereni, perché non lasciarsi andare almeno un po'?

In casa di Damiano e Chiara, la vita va avanti tra il lavoro (lui è a capo dell'azienda di famiglia, lei si è buttata con Mariangela nell'organizzazione di eventi) e le esigenze della loro figlioletta, "la bambina", la cinquenne Gaia, un tipino capricciosetto che comanda tutti a bacchetta, e che nonna Matilde vizia senza misura.
Tra i due la vita matrimoniale scorre all'insegna dell'abitudinarietà e dell'apatia; Chiara ha addirittura smesso di essere gelosa e di controllare gli spostamenti di Damiano.
Forse perché questi ha messo la testa a posto ed è maturato? 
Damiano stesso si rende conto di come la sua mogliettina sia distante: che abbia un altro? 

Orlando è sempre il più complicato di tutti; non trova pace a livello sentimentale e le sue inquietudini sembrano essersi amplificate dopo la rottura con Mario, il figlio della signora Labbate.
La sua frenesia di piacere e di avere fugaci storie (possibilmente con uomini sposati) lo porta a vivere situazioni ambigue, in cui l'equivoco fa da padrone ma che si tramutano in scenette comiche grazie alla verve e all'imprevedibilità della sua cara amica Daniela, all'occorrenza "finta fidanzata".

E poi non mancano Nancy e il sogno di diventare la prima influencer polignanese, e la petulante zia Dora, che lascia l'amato e "progredito" Veneto per catapultarsi in Puglia e riscattare l’eredità contesa di un trullo.

Insomma, la vita dei nostri amici di Polignano è sempre bella movimentata e tutti avranno il loro bel daffare per sistemare i sentimenti, le relazioni e i casini in cui si trovano: qualcuno dovrà fare i conti con la paura di essere tradito, qualcun altro con la paura e la voglia di concedersi il brivido della trasgressione; c'è chi deve decidere se struggersi per amori nascosti che fanno soffrire e regalano pochi sprazzi di felicità, e chi deve decidere se mettere da parte l'orgoglio e fare un passo importante per recuperare i rapporti che contano.

E al centro di questa storia infinita iniziata con Io che amo solo te, ci sono sempre loro due, proprio come il giorno del matrimonio di Damiano e Chiara, quando sotto gli occhi stupiti degli invitati i due consuoceri ed ex-fidanzati hanno ballato insieme e si sono persi l'uno negli occhi dell'altra: don Mimì e Ninella sono ancora intimamente legati, anche se lei cerca di convincersi che un ritorno di fiamma sarebbe inopportuno e susciterebbe scompiglio in paese e in famiglia; e poi, non è forse vero che "i grandi amori di gioventù vivono bene quasi solo nel ricordo"?

Ma si sa, "certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano", e chissà che, nonostante fraintendimenti e ostacoli imprevisti, tra una spesa al supermercato e una frittata di zucchine, tra fughe d'amore a Milano e un viaggetto a Budapest, tra tuffi all'alba come ai vecchi tempi, Ninella e don Mimì non trovino finalmente il coraggio per scegliere l'amore e la vita, lasciandosi alle spalle dubbi e timori!


Come dicevo, leggere questo romanzo è stato come fare un salto con l'immaginazione in una località indimenticabile e ormai familiare come Polignano, che mi ha permesso di ritrovare vecchi amici, le cui vicende passate mi avevano catturata e che - devo ammettere - giunta all'ultima pagina de La cena di Natale, sapevo che mi sarebbero mancati e non nego di aver sperato ci fosse un seguito, e infatti sono contenta sia arrivato.
La scrittura di Luca Bianchini mi piace perchè non soltanto è scorrevole e fluida, ma su di me ha un effetto rassicurante, è semplice e schietta, ha un sapore di "casa"; mescola con piacevole leggerezza romanticismo e ironia; i personaggi li ho sempre trovati, dal primo momento, spontanei, con mille difetti e fragilità e proprio per questa loro innata attitudine a continuare a sbagliare nonostante le testate al muro già prese, mi fanno molta simpatia e tenerezza.
L'ambientazione, a me geograficamente vicina - il che me la rende a maggior ragione famigliare -, i modi di fare e parlare tipici della zona, quest'atmosfera amichevole e allegramente incasinata che riflette in pieno il motto "la puglia è uno stato d'animo", mi affascinano e mi attirano, per cui ancora una volta Luca Bianchini si riconferma un autore capace di farmi affezionare - alle sue storie, ai suoi protagonisti, alle sue location, alla sua scrittura - senza se e senza ma.

Mi mancherà soltanto non averlo incontrato di persona in libreria per la presentazione del libro, ma vorrà dire che per ora riempirò la lacuna con la diretta su Facebook, in attesa di tempi decisamente migliori.


4 commenti:

  1. Eh, gli incontri da vivo con Luca sono memorabili, ma vedrai che prima o poi torneranno anche quelli.
    Lo sto leggendo anche io, poi ci confrontiamo;)

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  2. Una storia intricata ed una piacevole lettura estiva per molti anche se non è però il mio genere

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    1. Per l estate è perfetta.
      Certo, deve piacere il genere ;-)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz