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giovedì 4 giugno 2020

Recensione: LO SCRITTORE SOLITARIO di Nicola Ianuale



Il giovanissimo protagonista di questo romanzo, ammiratore sincero di Francis S. Fitzgerald e del mondo da lui rappresentato ne Il grande Gatsby, a disagio in un tempo e in una società dominata da ipocrisie ed incoerenze, superficialità e voglia di apparire, incontra un ragazzo che condivide la sua stessa visione del mondo e della vita e l'amore per la scrittura.




LO SCRITTORE SOLITARIO 
di Nicola Ianuale


240 pp
"La realtà, Dan, è tanto labile quanto fuorviante; tutti indossano delle maschere e al di sopra di esse ve n’è una sola che le raccoglie e le sovrasta: la maschera della società. In un mondo come questo non c'è spazio per il libero arbitrio e le persone preferiscono rinunciare al loro vero io in favore di una perpetua illusione che li mimetizzi con gli altri."

Daniele Serpico - detto Dan - è un ragazzo di diciassette anni, consapevole di essere irrimediabilmente malato d'apatia.
A renderlo così insofferente verso la società che lo circonda, ed in particolare verso i propri coetanei, è la certezza di essere nato nel periodo storico sbagliato: adora, infatti, i Ruggenti Anni Venti, quel mondo descritto nelle pagine del capolavoro di Fitzgerald, e quando si guarda attorno e vede persone interessate unicamente all'apparenza, alle gratificazioni egoistiche derivanti dall'essere considerati vincenti, a far bella figura sui Social..., capisce di essere un pesce fuor d'acqua in un mondo artefatto, abitato da individui sciocchi, vanesi, che indossano maschere e vivono esistenze finte e vuote.

Questa sua apatia l'ha indotto a mettere da parte l'unica passione in grado di accendere la sua mente: la scrittura.

E proprio quando tutto sembra arido e inutile, ecco che sulla sua strada compare un giovanotto che sembra uscito da un'altra epoca; anzi, che sembra uscito dagli anni descritti nei libri di Fitzgerald!

Questo giovane è William Esposito, talentuoso scrittore emergente; mentre gironzola tra gli scaffali di una libreria di Mersano, Dan si imbatte nel romanzo "Il Poeta d'altri tempi", scritto appunto da William; apprende che questo libro in poco tempo è diventato un bestseller, vincendo anche premi e riconoscimenti importanti, pur non avendo ricevuto la dovuta risonanza a livello mediatico.

Dan si ritrova a divorare questo libro, ritrovandosi nei pensieri e nelle riflessioni dell'autore, che la critica ha elogiato con convinzione, maturando anch'egli un'alta considerazione verso William che, benchè molto giovane, rivela un animo profondo e una grande maturità.

Un giorno, mentre passeggia, scopre che qualcuno ha appena rilevato antica e maestosa villa nella via del Passo Vecchio: questo qualcuno è proprio lo scrittore del momento, William Esposito! 
I due si conoscono e immediatamente nasce un'affinità spirituale, mentale, che li porta ad instaurare un'amicizia intima e sincera.

"Improvvisamente, tutto mi fu più chiaro; almeno per quel che riguardava me e William. Entrambi eravamo legati da un parallelismo non poco indifferente: due scrittori immersi in una realtà frivola e alla ricerca dell'impossibile."

Nonostante i suoi 23 anni, William è incredibilmente colto, saggio, maturo, ha un'idea precisa del mondo e dei tempi in cui sta vivendo, e come Dan,  è cosciente di non sentirsi parte di quest'epoca.
Dan e William si sentono dei perdenti, ma mentre il primo è convinto di esserlo in virtù del fatto che la sua vita è priva di stimoli, di relazioni vere, di aspirazioni..., il secondo, al contrario, è uno scrittore stimato, acclamato, con un tenore di vita elevato, che inevitabilmente lo rende, agli occhi della gente, interessante, una persona da ammirare e della cui amicizia ci si può sentire privilegiati.

In realtà, anche William è un perdente, ma lo è nell'intimo della propria natura, e questo lo rivela in particolare nei suoi scritti.

I due, quindi, si intrattengono in brillanti conversazioni, imparano a conoscersi, anche se Dan si accorge di come il suo nuovo amico non sia del tutto limpido con lui: è come se nascondesse qualcosa, dei pensieri non confessati, un passato che cerca di soffocare.

E quest'aura di mistero lo avvolge anche in quanto scrittore: il fatto che di lui non si abbiano molte notizie biografiche, lo rende oggetto di morboso interesse da  parte di lettori, fans, editori e giornalisti.

Frequentando William, Dan conosce persone a lui vicine, come la sua ragazza Marta: bella, dolce..., sembra davvero innamorata di William. O forse brama solo i vantaggi derivanti dal successo del ragazzo in campo letterario? 
Magari Marta è semplicemente una di quelle ragazze sciocchine, superficiali, alla ricerca di relazioni con uomini vincenti...!
E se su Marta Dan e William nutrono questo genere di dubbi, a catturare l'attenzione di William è una sua vecchia conoscenza, la bella Elena.
Chi è la ragazza per lo scrittore: soltanto un'amica dei tempi della scuola o qualcosa di più?

Il rapporto tra i due ricorda a Dan quello suo con Giulia, una ragazza per la quale lui ha sempre avuto una cotta, purtroppo non ricambiato, avendo lei sempre preferito ragazzi decisamente più "vincenti" e sicuri di sè.

William e Dan sono più simili, nelle proprie esperienze di vita e nella visione del mondo, di quanto si rendano conto, e attraverso l'amicizia con l'altro, Dan imparerà a conoscere meglio se stesso e, in seguito ad un evento tragico, a comprendere la propria "missione" all'interno della società in cui vive.

"Lo scrittore solitario" è un romanzo di formazione particolare, che ha come protagonisti due giovani che vivono ai nostri giorni ma che sembrano isolati dalla vita frenetica del mondo contemporaneo e circondati piuttosto da un'atmosfera "retrò", che si riflette nella scelta del registro linguistico - ricercato e anche un po'  inusuale se consideriamo l'età dei due amici -, oltre che nella caratterizzazione degli stessi, i quali, pur avendo solo 17 e 23 anni, hanno un modo di esprimersi e atteggiarsi "d'altri tempi", come se per loro il tempo fosse fermo agli anni Venti ed essi non accettassero di vivere nell'epoca sbagliata.

Questo modo di essere poco in linea con i loro coetanei può sembrare una nota stonata, e forse lo è volutamente, infatti trovo abbia una sua coerenza e una sua logica, in quanto riflette proprio il senso di  inadeguatezza rispetto al presente e al contesto in cui essi si trovano  - che divide le persone in vincenti e perdenti -, cosa che li spinge a rifiutare di adottare i modi di pensare, di agire e di relazionarsi propri della gioventù di oggi, da cui si sentono lontanissimi.

La consapevolezza di essere dalla parte dei perdenti li porta a guardare gli altri con disprezzo, convinti che attorno a loro ci siano per lo più persone false, interessate solo alle vanità e all'apparire e lontani da quella dimensione nobile ed elevata propria di chi ama la cultura e rigetta tutto ciò che ritiene essere gretto, meschino e finto.
Questa visione porta i due amanti della letteratura a cercare una sorta di conforto proprio nella scrittura, attraverso la quale essi possono essere loro stessi.

Devo ammettere di non essere riuscita ad entrare molto in empatia con Dan e con William, forse proprio in virtù di questo loro insistere sulla contrapposizione perdenti-vincenti, come se fosse un dato di fatto incontrovertibile e immutabile; nondimeno, mi è piaciuto il loro essere così pieni di passione e di fervore nel sostenere la propria posizione e le proprie idee, coerentemente con la loro giovanissima età. 

La presenza della villa imponente e antica, che suscita curiosità in quanto avvolta nel mistero, mi è piaciuta, è un aspetto che trovo sempre intrigante; mi stava piacendo anche il fatto che attorno al passato di William ci fosse qualcosa da svelare, se non fosse che poi questo mistero l'ho trovato poco convincente.
Un altro elemento che ho gradito è stato l'amore per la letteratura, per la scrittura e il riferimento al celebre romanzo di Fitzgerald.

In conclusione, fatta eccezione per pochi aspetti che non mi hanno convinta al 100%, il mio parere su questo romanzo - e ringrazio l'Autore per avermi dato l'opportunità di leggerlo - nel complesso è positivo.
Se siete appassionati del grande Gatsby e cercate una lettura che ruoti attorno al potere che la letteratura e la scrittura hanno di formare la coscienza di una persona, questo libro potrebbe fare al caso vostro. 






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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz