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sabato 6 febbraio 2021

Recensione: LE NOVE VITE DI JACOPO di Carlo Gibiino


Svegliarsi nel bagno di casa propria, guardarsi allo specchio e non riconoscersi: è forse uno degli incubi peggiori che si possano fare. Per il protagonista è la realtà quotidiana, e la sua è una disperata ricerca della propria identità, del proprio passato, così da poter comprendere anche il confuso presente che sta vivendo.



LE NOVE VITE DI JACOPO
di Carlo Gibiino


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156 pp
Il protagonista di questa storia paranormal è un uomo di nome Jacopo Martelli che, dopo aver perso conoscenza, si risveglia nel bagno di casa, sudicio e oltremodo confuso, senza che si ricordi cosa gli sia accaduto. Sa solo il proprio nome, la data e il luogo di nascita, ma a queste conoscenze segue il vuoto assoluto.

Jacopo si rende conto con sgomento di non riuscire a ricordare nulla di sé, addirittura neanche il proprio viso: nel guardarsi allo specchio non si riconosce, c'è qualcosa di diverso in quella immagine riflessa, ma non capisce cosa. 

Una situazione di questo tipo farebbe paura a chiunque, così per cercare di capirci qualcosa e mettere a posto i pezzi, l'uomo scrive un diario.

La stesura di questo diario è fondamentale nello sviluppo delle vicende, perché è l'unico appiglio alla realtà - passata e presente - di cui Jacopo dispone, anche se il dubbio che ciò che c'è scritto in quelle pagine l'abbia vissuto effettivamente, c'è, ma del resto è inevitabile: se tutte le volte che sviene e si risveglia, non ricorda nulla di quel che ha vissuto, è ovvio che leggendo le esperienze fatte lui non ci si riveda.

Cosa sta succedendo a Jacopo? Com'è possibile che non abbia memoria del proprio vissuto, fatta eccezione per sensazioni e déjà-vu che gli fanno percepire luoghi, vicende e persone incontrate nel presente come familiari e, al contempo, gli fanno dubitare, ogni volta, di sé stesso e del proprio stato mentale?

Una cosa è certa: Jacopo è un tipo introverso che ha viaggiato tanto, è stato sposato, conosce e parla otto lingue... ma queste cose le sa solo perché sono scritte nel diario, non perché le ricordi.

"...leggendo questo mio diario, mi sono reso conto di non sapere chi sono, o meglio non lo ricordo. Qua dentro ci sono scritte delle storie, ma che non so se corrispondono alla realtà o se sono soltanto sogni. Ci sono descritte delle vite...le mie vite, presuppongo, vite che non ho vissuto e di cui non ne ho la più pallida memoria. C'è un filo conduttore in tutto questo, o almeno così mi è parso di capire, perdo conoscenza e mi sveglio in un sudicio bagno (...) e poi...mi guardo allo specchio e non mi riconosco, poi perdo conoscenza nuovamente e mi sveglio in un altro posto e in un'altra persona. La cosa più strana, se così si può dire, è che non so come possa essere che io abbia sempre questo diario appresso."

Ogni volta che riprende conoscenza, è come se Jacopo vivesse altre vite, ma a restare costante è sempre il famoso diario, che lo inciterà alla ricerca del suo Io perduto. 

Con l'aiuto di alcuni personaggi che intervengono in questa storia fatta di flashback e frammenti di un passato che pretende di tornare a galla, il protagonista andrà incontro ad una sconcertante verità che lo farà piombare prima nel terrore, nella rabbia, nel senso di impotenza ma che infine si trasformerà nella consapevolezza di sapere finalmente chi è.

Un libro piacevole, con un'idea di base intrigante, che getta interrogativi nel lettore su cosa sia effettivamente vero e cosa sia solo immaginato e/o frutto di falsi ricordi; interessanti le riflessioni introspettive del protagonista, inserito in una condizione decisamente surreale.


4 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz