"Josef Mengele. L'angelo della morte di Auschwitz" di Richard J. Samuelson è un libro che, seppur brevemente, ripercorre la cupa e terribile figura di un personaggio storico di cui tutti abbiamo sicuramente sentito parlare e che è associato ad uno dei capitoli più brutti della storia contemporanea.
letto da Marileda Maggi |
Basta il suo nome perché la nostra mente vada a fatti ed immagini terribili, legati ai campi di sterminio e, soprattutto, agli abominevoli e disumani esperimenti condotti proprio da quest'uomo, che lavorò come medico ad Auschwitz per 21 mesi.
Un tempo sufficiente per provocare innumerevoli e irreversibili danni.
L'Autore parte dall'inizio, illustrandoci brevemente gli anni della giovinezza, la laurea in Antropologia e poi in Medicina, il morboso interesse per le ricerche sulla genetica (convinto che le differenze razziali e sociali avessero origini genetiche, appunto), l'iscrizione al partito naazionalsocialista, il ferimento in guerra, il congedo con onore e l'assegnazione al campo di sterminio.
Era chiamato "l'Angelo della Morte" e trasformò l'ospedale di Auschwitz in una vera e propria clinica degli orrori, torturando e seviziando le vittime del campo con esperimenti spietati e terrificanti: bambini, nani, rom e, soprattutto, i gemelli, la vera ossessione del folle dottore nazista.
Questi era intenzionato a "studiare" la genetica delle povere cavie con l'infame scopo di incrementare la nascita di bambini ariani così da poter rafforzare il futuro Reich.
Uno dei suoi obiettivi, ad es., era modificare la pigmentazione dell’iride al fine di ottenere più bambini con gli occhi azzurri; a tal fine, Mengele iniettava negli occhi dei bambini diverse soluzioni che non solo non sortivano l'effetto sperato, ma rovinavano gli occhi alle vittime, procurando loro gravi infezioni, cecità.
Non tutti sopravvivevano ai crudeli trattamenti...
Gli organi tolti alle vittime erano inviati all’Istituto per l'antropologia, la genetica umana e l'eugenetica a Berlino, etichettati come “materiale di guerra - urgente”.
Questo libro l'ho ascoltato, non letto, ma a livello emotivo è stato comunque angosciante sentire le crudeltà inferte a vittime innocenti da questo.... essere - che chiamare uomo è difficile, anche se, ovviamente, lo è, ed è questo che rende tutto più brutto -; pensare a ciò che hanno potuto soffrire riempie il cuore di un tremendo e profondo gelo, mette i brividi ogni volta che leggo queste storie.
È un viaggio nell'inferno, ma per quanto doloroso, non possiamo tirarci indietro dal ricordare che la memoria e la conoscenza sono fondamentali perché l'Umanità non commetta più gli stessi errori.
Certo, sembra strano dire una verità del genere in queste settimane in cui l'orrore della guerra è tornato prepotentemente ad angosciarci; le immagini della guerra in Ucraina ci fanno star male e ci confermano come l'Uomo sia davvero un cattivo scolaro, e poco impara dalle lezioni di "maestra Storia".
Tornando al medico nazista...: aveva poco più di trent'anni ed è stato capace di lasciare un'impronta nella storia... ma che impronta mostruosa!
A farci innervosire, però, è il sapere che purtroppo quest'uomo non è mai stato consegnato "alla giustizia", non ha subito condanne per i suoi numerosi e sadici crimini; la vicenda di Mengele è continuata anche dopo la guerra.
Gli bastava cambiare nome e riusciva a passare frontiere come se niente fosse, fino ad arrivare in Paraguay, Argentina, Brasile, dove è vissuto indisturbato fino alla sua morte, avvenuta per cause naturali nel 1979.
Samuelson mette in campo alcune delle ipotesi per spiegare come sia stato possibile che questo individuo sia fuggito e abbia vissuto tranquillamente (e non sempre sotto falso nome) per molti anni dopo la guerra, senza che nessuno lo riconoscesse e ne permettesse l'arresto.
Samuelson mette in campo alcune delle ipotesi per spiegare come sia stato possibile che questo individuo sia fuggito e abbia vissuto tranquillamente (e non sempre sotto falso nome) per molti anni dopo la guerra, senza che nessuno lo riconoscesse e ne permettesse l'arresto.
Chi l'ha aiutato a fuggire e chi l'ha protetto durante la sua latitanza? È possibile che ci fossero Paesi (ad es. gli Stati Uniti) con un qualche interesse a "proteggerlo"?
E inoltre, che fine hanno fatto gli appunti segreti redatti da Mengele ad Auschwitz? Ha impunemente proseguito i suoi folli esperimenti anche in Sudamerica?
Domande a cui ancora oggi è davvero difficile dare risposte certe ed univoche.
Un particolare inquietante che non conoscevo (o forse l'avevo dimenticato) è che trascorse gli ultimi tre lustri della propria dannata esistenza in un paesino in particolare: Cândido Godói, un piccolo villaggio brasiliano al confine con l’Argentina, in cui era presente una minoranza di polacchi e tedeschi.
Fece di questa località una sorta di "laboratorio"; del resto, è una coincidenza se proprio dal 1963 (anno in cui Mengele si stanziò lì) la cittadina gradualmente è divenuta la località con la più alta incidenza di gravidanze gemellari dell’intero pianeta?
Concludendo, è un libretto che tratta un argomento senza dubbio interessante; certo, la sua brevità non permette di approfondire tanti aspetti, ma può costituire una motivazione per fare ricerche personali.
Noticina sulla voce narrante: il timbro è molto piacevole, ma in certi momenti il suo tono di voce era... irritante, ma tanto!! Perché? Beh, il volumetto tratta temi senza dubbio terrificanti e atroci ed infatti le musiche di sottofondo sottolineano l'atmosfera lugubre in certi specifici frangenti; la voce della narratrice, al contrario, in alcuni passaggi da brividi... aveva un tono troppo "leggero", come se stesse leggendo una favoletta per bambini....!
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz