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lunedì 25 aprile 2022

[[ RECENSIONE ]] I CURATORI DI SUNBLACK di Nicolò Manuel Bellenzier



In un mondo devastato da una misteriosa e mortale malattia, la Chiesa e la setta dei Curatori sono impegnati, su fronti opposti e ciascuno con i propri metodi e servitori, a salvare l'umanità da questo terribile morbo. Mentre gli infetti aumentano, il giovane protagonista dovrà sfidare molti pericoli e individuare la causa che ha dato origine a tutto per poter fermare il male che avanza.


I CURATORI DI SUNBLACK 
di Nicolò Manuel Bellenzier

goWare Ed.
494 pp
Quando scende la notte a Sunblack, la Città Oscura, non è saggio uscire di casa e avventurarsi per le buie e malsane strade del villaggio.
Il giovane Roj, che vive con sua madre, lo sa bene: è di notte che i malati vengono fuori, in cerca di corpi da azzannare, e finora né il controllo della Chiesa né le azioni dei Curatori son riusciti a debellare il morbo, né a fermarne la diffusione tra gli esseri umani.

L'umanità - o meglio, ciò che di essa resta - sembra abbandonata a sé stessa e il giovane Roj, schivo e solitario, non può più starsene con le mani in mano, barricato in casa con la dolce madre Sophie.
Ha deciso di raggiungere la Magione in cui vive la setta dei Curatori,
adoratori del dio sanguinario Nurasha, e di entrarvi per farne parte. 

Da subito, la sua decisione incontra i primi ostacoli, ma riesce ad arrivare a destinazione e a farsi accettare dal Gran Maestro dei Curatori, non prima di essersi sottoposto a dei terrificanti riti per essere ammesso nella setta.

"...il mondo lo schifava, la vita era un inferno. A volte gli capitava di immaginare come sarebbe cambiato il mondo se fosse riuscito a incastrare la Chiesa nei suoi stessi inganni e a smascherare il vero volto dei Curatori. Da secoli esistevano due poli di potere e la popolazione aveva in un certo senso accettato quella situazione e si era adeguata. Come sarebbero state amministrate le varie isole? Chi avrebbe respinto la minaccia dei malati? Era possibile trovare una vera cura o ogni essere vivente aveva un  destino di morte segnato? E Roj soprattutto si domandava quale fosse il suo posto in quel mondo. 
Non aveva più una famiglia, né una casa, che sperava di trovare nella Magione, si sentiva un viandante su una terra che si affacciava sulla morte."

Alla Magione inizia per lui una nuova esistenza, all'insegna di combattimenti notturni al seguito dei suoi diretti superiori, tra cui spicca la bella e coraggiosa Lucy, che ha il compito di addestrare e controllare i nuovi adepti affinché diventino dei veri Curatori.
Sin dal primo momento, l'adepto Roj stringe amicizia con Christopher e Annabeth; fra i tre ragazzi si instaura un'amicizia, salda e sincera, anche se i due ragazzi sono entrambi attratti dalla compagna, che è tanto bella quanto diretta, impavida e sicura di sé.

Roj e suoi amici ben presto vengono introdotti nella difficile situazione che rende invivibile la vita al villaggio: i malati sono in aumento e sono sempre più aggressivi e pericolosi. Vanno fermati e Sunblack va liberata e dal morbo e da chi ne è infetto, il quale purtroppo va ucciso, visto che da quel male atroce non c'è guarigione.

Roj è un giovane riflessivo, che cerca di capire tutto ciò che accade attorno a sé e di arrivare al cuore degli eventi e delle persone con cui si trova ad interagire; non si limita a chinare il capo, ad ubbidire e a sguainare spade o pugnali: vuol capire chi e perché ha ideato questo morbo e fatto sì che si creasse questa infausta condizione.

E lui è intenzionato a scoprirlo. Certo, ora è nei Curatori ed è chiamato a rispettare il dio Nurasha e tutti i suoi superiori, cui deve obbedienza; ma dentro di sé Roj non si sente un Curatore, e anche se entrare nella oscura setta è stata una sua decisione, qualcosa gli dice che non è quello il suo destino.

Scoprire chi stia dietro gli infetti non è un'impresa facile: è colpa dei Curatori stessi? O della Chiesa?
Una cosa è sicura: dei sacerdoti non ha una buona concezione, in quanto sono maestri nel conservare segreti e nel tramare inganni, anche se poi non tutti sono mossi da fini malvagi e, anzi, Roj avrà modo di conoscere, in particolare, un sacerdote diverso dagli altri, che al momento opportuno gli sarà d'aiuto: Joannis, il sacerdote albino.

Intelligente e razionale, Roj capisce che è il sangue degli infetti ad essere stato contaminato; tutti coloro che si ammalano manifestano i medesimi sintomi: comportamenti aggressivi contraddistinti da un'anomala potenza fisica, cambiamento cromatico negli occhi e nel sangue, che diventa nero ed emana un fetore insopportabile. Col passare degli anni, questi esseri, sempre meno umani, diventano simili a belve feroci.

"Erano dei mostri, ma che differenza c'era tra lui e loro? Li aveva ammazzati come cani, senza mostrare pietà, senza risentimento. Un uomo normale sarebbe stato divorato in pochi secondi; lui no, il sangue infetto lo aveva reso più forte. Roj capì di essere diventato qualcosa di più, una terribile macchina assassina."


Una prova concreta di quanto sia potente quel sangue infetto, Roj e gli altri Curatori ce l'hanno sulla propria pelle, o meglio, nelle proprie vene: per far parte della setta, tutti loro hanno ingoiato quel disgustoso sangue malato, traendone insospettabilmente un vigore mai avuto prima!

Il giovane non si capacita di  come sia possibile questa contraddizione: pur essendo il sangue contaminato, se un Curatore lo beve e viene poi morso o graffiato da un malato, non subisce danni e non contrae l'infezione.
Ma allora che razza di morbo è? È davvero un dannato virus dai poteri oscuri e qualcuno - ma chi? - ha dato il via a questa maledetta epidemia, creata ed estesa intenzionalmente.
Perché? Con quale losco obiettivo?

Roj farà di tutto per rispondere a queste fondamentali domande, andando incontro ad avventure molto pericolose in cui si ritroverà spesso da solo, senza la presenza rassicurante degli amici Annabeth e Cristopher, e quella più riservata ma solida di Lucy, verso la quale il giovane prova dei sentimenti.

A dargli un grosso aiuto nella sua personale missione sarà il ritrovamento di un libro segreto: il diario di un sacerdote. A costo di soffrire atroci torture sul proprio corpo, Roj si addentrerà nei sotterranei di un posto lugubre e raccapricciante dove apprenderà l'identità di coloro che, attraverso rituali magici innominabili, hanno creato qualcosa in grado di modificare il corpo a livello genetico e trasformare un uomo in un animale.

Come se non bastasse la spiazzante scoperta della realtà che si cela dietro il morbo, Roj scopre che tra i Curatori non mancano i traditori.
Non sarà facile, in alcuni momenti si vedrà prossimo alla morte, nella più completa solitudine, ma neppure in quelle situazioni drammatiche ascolterà il consiglio disperato di Joannis:

"Scappa (...), non farti domande, non guardarti indietro. È più grande di te, non puoi sorreggere il peso del male".

La convinzione di voler dare il proprio contributo per salvare le persone del suo villaggio - e non solo - da quella peste malefica e dalla rabbia incontrollata degli infetti, è più forte di qualsiasi paura ed esitazione.


"I Curatori di Sunblack" è un fantasy dalle atmosfere oscure, tenebrose - la notte è il momento migliore per agire e per combattere -, in cui non mancano elementi macabri, spargimenti di sangue e dove il male trova il modo di manifestarsi attraverso le nefandezze di uomini il cui cuore è diventato un pozzo nero privo di sentimenti di pietà, giustizia, compassione.
Ma il protagonista è determinato a combattere per porre fine alla malattia che rende gli uomini delle belve aggressive e a svelare ogni segreto, ogni malvagio piano orchestrato di nascosto, coperto da anni di menzogne, tradimenti e finzioni. 
Grazie a questa missione, Roj avrà modo di crescere e scoprire i propri punti di forza, di testare il proprio coraggio e il sangue freddo; non solo, ma nonostante le lacrime e le perdite (umane, soprattutto) prenderà coscienza di cosa vuol essere e fare nella vita.

Se amate il genere fantasy/distopico, vi consiglio il romanzo di Bellenzier perché ha una storia accattivante, un linguaggio accurato, dialoghi interessanti, descrizioni efficaci di ambienti e situazioni, un buon ritmo narrativo e personaggi (primari e secondari) ben delineati sia nel fisico che caratterialmente. 

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz