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giovedì 5 maggio 2022

RECENSIONE ★★ LA SORELLA PERDUTA di Kate Furnivall ★★



Mentre i rumori di una guerra imminente echeggiano in Europa e c'è chi è disposto a sacrificare la Francia e a consegnarla nelle mani della Germania nazista di Hitler, due gemelle - legatissime ma molto diverse tra loro, sia per carattere che per ideologia politica - condividono un segreto terribile: un evento tragico che le ha segnate e, pur legandole in un patto silenzioso, le ha allontanate.
Ma nonostante tante complicazioni, sotterfugi e tradimenti sembrino lavorare per separarle, le loro vite e le loro anime sono profondamente unite e l'una sarà sempre disposta a sacrificarsi per la felicità dell'altra.


LA SORELLA PERDUTA
di Kate Furnivall



Ed. Piemme
trad. C. Ingiardi
416 pp
Risvegliarsi nello studio del proprio padre, accorgersi di avere le mani insanguinate e che il proprio genitore è riverso sul pavimento, morto.

È il 1930 e la diciassettenne Romaine Duchamps è confusa, spaventata: non ha idea di cosa sia successo in quella maledetta stanza.
Ha ucciso suo padre?
Ci sono solo loro due e se lei è sporca di sangue e l'uomo è senza vita, la ragione suggerisce che non ci siano molte spiegazioni a quella situazione. 
E poi sua sorella gemella, Florence, glielo conferma: lei, Romaine, ha ucciso il loro padre. Inutile indagare sui perché, e del resto Romaine non ricorda assolutamente nulla e non saprebbe dire cosa sia successo e cosa possa averla spinta ad aggredire il padre fino ad ammazzarlo: non resta che preparare un piano per evitare che Romy sia accusata di omicidio e finisca condannata alla ghigliottina. 
Le bugie. Ecco a cosa bisogna ricorrere.

Otto anni più tardi, la bella, bionda e riccia Romy, passionale e irrequieta, vive una vita avventurosa, fatta di viaggi e amori passeggeri tra le spiagge mediterranee della Spagna e il freddo Atlantico.

A dare colore e vitalità alla sua giovane vita ci pensa l'aviazione: la ragazza, infatti, ha una grande passione per gli aerei ed è diventata un'abile aviatrice; ma quella che è nata come una semplice passione ben presto - in un'Europa sempre più scossa dai venti di guerra - diviene una missione di ben altro tenore.

Romy lavora per Léo Martel, un tempo ottimo pilota ma che, a causa di un brutto incidente aereo, ha perduto l'autorizzazione a volare.
L'uomo è un tipo molto riservato, restio a manifestare emozioni, di poche parole ma con un gran senso pratico e, più di tutto, pronto a collaborare alla nobile causa di fermare il nazifascismo, che si sta facendo ogni giorno più strada in Europa, Francia compresa.
È proprio lui a reclutare persone interessate alla medesima causa politica e a coordinare le loro azioni
con quelle delle altre cellule clandestine che si nascondono a Parigi; anche con la indomita Romy, Léo ha cominciato a parlare della guerra civile spagnola, delle idee e dei principi che erano in gioco. Le ha spiegato come i partigiani si stiano battendo contro i fascisti di Franco – che sono appoggiati invece da tedeschi e italiani –, e come stiano attraversando un brutto momento. 
E poiché anche Romy  ha un alto senso della giustizia e detesta la tirannia dei dittatori, è stata ed è ben felice di mettere le sue capacità di aviatrice al servizio della causa repubblicana, consegnando pacchi e viveri. 

Sua sorella Florance, dal canto suo, vive a Parigi, ha sposato un potente politico, Roland, e i due hanno una bambina, Chloé.

Il loro comune segreto - cos'è successo nello studio paterno, otto anni prima? Com'è possibile che Romy non ne abbia memoria, o meglio, che ne ricordi, e male, solo alcuni offuscati frammenti? - è un argomento tabù, e inutili sono sempre state le domande angosciate di Romaine, i cui grandi sensi di colpa per essere l'assassina del padre non l'hanno mai abbandonata.
Sarà per questo gravoso fardello che si porta sul cuore, che la donna negli anni si è lasciata andare ad uno stile di vita disordinato, contrassegnato dal gioco d'azzardo, dalla frequentazione di uomini poco raccomandabili, con cui condividere qualche ora di piacere tra le lenzuola, e dall'uso smodato di alcool.
Sì, Romaine Duchamps fa parte di quella schiera di persone disperate e sole che affogano i dispiaceri e i brutti pensieri in whisky e affini.

Chissà, magari perdendo conoscenza a furia di bere, qualche dettaglio importante che le faccia riaffiorare la memoria potrebbe affacciarsi e aiutarla a mettere ordine nella confusione che ha in testa!

Intanto, Romaine si rende conto che qualcuno sospetta del suo coinvolgimento nelle cellule clandestine di Martel e questo la mette in serio pericolo..., ma di certo non la ferma, anzi.

La donna non si ferma neppure quando, dopo aver conosciuto alcuno tedeschi - amici di suo cognato Roland -, realizza che essi le stanno col fiato sul collo e che sono intenzionati a stanare questi sporchi "comunisti" che vorrebbero ostacolare il nazifascismo e mettere i bastoni tra le ruote ad Hitler.

Romy e Martel - con i loro amici al seguito - hanno non pochi nemici nascosti nei vicoli bui di Parigi, che li seguono silenziosi, pronti ad ucciderli; ma a turbare la ragazza è il sospetto che sia implicato anche il marito della sorella: anche Roland è in combutta con i nazisti, coinvolto in pericolosi
maneggi segreti con la Germania allo scopo di consegnare una Francia docile e sottomessa nelle mani ingorde di Hitler?

E Florance è eventualmente al corrente delle attività politiche del marito, al soldo dei tedeschi?
Non si rende conto che questo potrebbe mettere a repentaglio anche la vita della piccola Chloé?

Chloé ha sei anni ed è la luce degli occhi non solo di sua madre, ma pure di zia Romy, che darebbe la vita per quella piccola, così somigliante a lei nel viso, negli atteggiamenti, nel carattere vivace e determinato.

Ma la gemella e la nipotina non sono le uniche persone per le quale Romaine è disposta a sacrificarsi; ce n'è un'altra: un uomo che lei stima e per il quale sente crescere, di giorno in giorno, un grande affetto.
È Léo Martel, il suo "capo", l'unico uomo che sa abbracciarla con tenerezza, che la tocca con rispetto e la fa sentire protetta e amata.

Purtroppo i tamburi di guerra suonano sempre più forti, la città di Parigi (e non solo essa) è attraversata da forze contrastanti, divisa tra chi odia il nazismo e chi vuole imporlo, e ciascuno schieramento è pronto ad uccidere senza scrupoli per impedire all'altro di portare avanti i propri piani.
La Storia entra con irruenza nelle vicende private delle sorelle Duchamps, contribuendo suo malgrado a schiarire le nebbie fitte dei ricordi confusi di Romaine circa quell'infausto giorno, in cui lei si è sporcata le mani del sangue di suo padre.

Di quell'omicidio fu ingiustamente accusata una persona innocente e Romy - negli anni - non s'è data pace e, a modo suo e per quello che le era possibile, ha cercato di alleviare le sofferenze della famiglia del povero malcapitato.

Ma il cuore non si placa e gli spettri del passato continuano a bussare impetuosi, e questi spettri parlano tedesco.
Sì, nei ricordi che man mano si fanno spazio nella sua mente, ci sono voci di uomini tedeschi che parlano in modo concitato con il padre.

È possibile che ci fossero altre persone nello studio, quel giorno? Se sì, di chi si tratta? Perché erano lì e stavano litigando con il padre?

Per quale ragione Florance non fa che incoraggiarla a dimenticare il passato e a smetterla di sentirsi schiacciata dai sensi di colpa?
E se le cose non fossero andate esattamente come la scaltra e razionale gemella le ha sempre raccontato?

Ciò che Romaine non avrebbe mai immaginato è scoprire di essere al centro di un intrigo di bugie, tradimenti, complotti per mettere a tacere verità scomode, che metterebbero nei guai le persone coinvolte.

A volte, ci si sente costretti a mentire anche per amore, per evitare a chi si ama conseguenze drammatiche e irreversibili.
Ma, si sa, prima o poi la verità viene fuori e il precipitarsi degli eventi, unito alla caparbietà di Romaine, scioglierà ogni nodo e chiarirà ogni dubbio su chi ha colpa e su chi, avendo troppi interessi in gioco, ha fatto di tutto per reggere una fitta rete di menzogne.

 Historical fiction appassionante, con uno sfondo storico ben preciso, che mette al centro due sorelle uguali fisicamente ma caratterialmente molto differenti, il cui destino sarà inevitabilmente condizionato dalla personalità di ciascuna; il legame che le unisce è viscerale, simbiotico, ma questo non impedisce che ci siano dei segreti a dividerle.

La Parigi di questo romanzo ambientato nel 1938 - sull'orlo della guerra con la Germania nazista -, non ha atmosfere attraenti e liete, tutt'altro: si respira tensione, una sensazione concreta di panico represso, di follia e concitazione, proprie di quel momento storico drammatico e denso di avvenimenti importanti; il lettore è immerso nelle continue avventure che coinvolgono Romaine, sempre vicina a continui pericoli, a provare sulla propria pelle i brividi della paura e l'eccitazione di chi è pronto a ingoiare ogni esitazione e ogni lacrima pur di non soccombere davanti al nemico.
La trama è ben strutturata, ricca di avvenimenti, con un ritmo incalzante, con momenti in cui la tensione emotiva sale e, disseminati qua e là, ci sono diversi indizi che fanno intuire al lettore determinate verità e colpi di scena; le personalità dei personaggi - principali e secondari - emergono con chiarezza, in particolare quelle delle due sorelle, i cui punti di vista si alternano nel corso della narrazione.

"La sorella perduta" è una storia di amore (tra sorelle, di coppia, per un'ideologia), di perdita, di rimorsi e sensi di colpa, di bugie, segreti e tradimenti, il tutto sotto la cupa ombra della guerra.

Unico neo, che però riguarda la scelta editoriale italiana, è il titolo: in lingua originale è "The betrayal", il tradimento, ed è assolutamente azzeccato; invece, nella traduzione nella nostra lingua diventa appunto "La sorella perduta", scelta che trovo fuorviante e non aderente alla trama; a meno che non si intenda quel "perduta" in senso moooolto metaforico... Ma insomma, resta comunque una traduzione un tantino forzata.

Però a parte questo devo dire che è stata una lettura trascinante e la consiglio se vi piace questo genere di romanzi con protagoniste femminili dalla tempra solida e robusta (non priva di fragilità, certamente) collocate in un periodo storico complesso come quello della seconda guerra mondiale. 

2 commenti:

  1. Ciao Angela, anche a me è capitato spesso di trovare titoli italiani che non c'entrano nulla o quasi con la storia... non capisco perchè a volte non vengano semplicemente tradotti quelli originali! Non sono particolarmente amante dei romanzi storici, ma questa storia così ricca di mistero mi affascina molto :-)

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    1. Ciao Ariel, esattamente, non comprendo neppure io certe scelte, soprattutto se consideriamo che il suddetto titolo (in italiano) è inflazionato o.O
      Questo romanzo mi ha ricordato un po' lo stile susanne goga ;-)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz