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venerdì 14 luglio 2023

RECENSIONE 🕵️‍♂️ UNO STUDIO IN ROSSO di Arthur Conan Doyle 🔍



Un doppio omicidio tocca Londra, Scotland Yard si mette in azione e, tra funzionari che brancolano nel buio delle proprie imperfette ipotesi, un investigatore dal potere intuitivo formidabile e dalle capacità logiche ammirevoli, in compagnia di un amico dottore, riuscirà a sbrogliare l'ingarbugliata matassa.


UNO STUDIO IN ROSSO
di Arthur Conan Doyle


Ed. Feltrinelli
trad. G. Carlotto
175 pp
"Nella matassa incolore della vita, corre il filo rosso del delitto, 
e il nostro compito consiste nel dipanarlo, nell’isolarlo, 
nell’esporne ogni pollice."

John Watson è un medico congedato dall'esercito per una ferita e sta cercando casa in quel di Londra; un amico gli presenta una persona che, a sua volta, avrebbe piacere a condividere l'appartamento con qualcuno: questi è Sherlock Holmes, l'investigatore inglese famoso per le straordinarie competenze in chimica e anatomia pur non essendo né scienziato né medico.

Sin dai primi momenti in cui fa la sua conoscenza, il buon Watson intuisce di trovarsi al cospetto di un uomo stravagante, dall'umore ballerino (passa dall'essere un gran chiacchierone al mutismo), sicuro di sé, ignorante di politica ed economia ma colto in tutti quei campi del sapere per lui interessanti, compresa la conoscenza dei veleni.

Ma soprattutto, le sue qualità più spiccate convergono in una direzione ben precisa: Sherlock ha un'intelligenza acutissima, una incredibile capacità deduttiva e di ragionamento analitico che gli permettono di partire da pochi particolari fisici o da dettagli relativi all'abbigliamento di una o più persone, per trarre su di esse conclusioni chiare e azzeccate. 

Al centro di "Uno studio in rosso" vi è il misterioso omicidio di un uomo, trovato morto in una casa con accanto un anello nuziale da donna e la scritta "Rache" (che vuol dire vendetta in tedesco) sul muro; c'è del sangue per terra ma non è del morto, che non presenta ferite sanguinanti. 

"Il delitto più banale è spesso il più misterioso perché non presenta caratteristiche nuove o particolari da cui si possano trarre delle deduzioni..."

Da subito, il caso sembra ostico in quanto privo di elementi che palesemente potrebbero spingere verso una pista piuttosto che verso un'altra e i due principali funzionari di Scotland Yard - Lestrade e Gregson - non sanno che pesci pigliare, azzardando ipotesi più fantasiose che realistiche; essendone consapevoli, cercano aiuto - senza darvi però troppa importanza, l'orgoglio non glielo consente - presso il loro amico Sherlock Holmes, di cui conoscono l'arguzia, lo spirito d'osservazione e il formidabile intuito. 

L'investigatore più celebre di Londra, figura iconica e affascinante delle detective stories, attira le simpatie del lettore con gran facilità, per la sua "mentalità troppo scientifica… che rasenta il cinismo" (come rileva il dottor Watson), la naturalezza con la quale applica alla vita normale alcuni precetti dell’arte dell’osservazione e della deduzione, i suoi ragionamenti, l'attenzione posta a minuzie e particolari cui nessun altro fa caso, il suo far su e giù nei pressi del luogo del delitto perché esso "gli parli", gli indichi che via prendere, su cosa concentrarsi; fa meraviglia come Holmes sappia dedurre, senza tema di smentita, caratteristiche fisiche delle persone coinvolte nel delitto pur non conoscendole, ma solo basandosi su dettagli contestuali.

"Nella scienza dell’investigazione, non c’è nessun ramo tanto importante e tanto negletto quanto l’arte di individuare le orme."

Capire chi sia la prima vittima (un certo Drebber, e dopo di lui, il suo segretario) e chi poteva aver ragione di volerli morti, è fondamentale e l'autore, dopo averci narrato il presente - i delitti, le deduzioni e le investigazioni di Holmes e il suo risolvere il caso sotto al naso dei colleghi contrariati e sbigottiti -, ci introduce, attraverso un lungo flashbask, in un altro luogo e in un altro tempo per esporci gli antefatti, così da mettere insieme tutti i pezzi e vederne la stessa logica che vi ha scorto l'investigatore.

Qualcosa è accaduto una ventina di anni prima a Salt Lake City che ha gettato le basi per i delitti di Londra; conosciamo così la storia di un uomo e della bimbetta a lui affidata, di come egli l'amasse come una figlia e di come, in un momento di forte difficoltà, i due abbiano ricevuto l'aiuto di un gruppo di mormoni (fondamentalisti) e si siano uniti ad essi.
Ne segue una storia che racchiude amore, fanatismo religioso, desiderio di tiranneggiare di alcuni (in nome di Dio!!) e la sottomissione passiva di altri (per evitare conseguenze terribili), disperazione e voglia di fuggire per avere un futuro, rancore, odio, vendetta.

"Uno studio in rosso" è il primo romanzo (pubblicato nel 1887) con protagonista Sherlock Holmes ed è appassionante, si divora in poco tempo perché fluido nel ritmo, interessante e anche divertente nel presentarci, sullo sfondo di una Londra avvolta in una nebbia fitta e impenetrabile, il bizzarro e intelligente personaggio, affiancato dal tranquillo Watson, persona comune che - come noi lettori - ne subisce il fascino, seguendo passo passo il suo modo di giungere alla soluzione del caso ragionando all’indietro, per poi appurare come tutta la faccenda non fosse altro che "una catena di fatti logicamente collegati senza un difetto né una soluzione di continuità."

Piacevolissimo, adatto a tutti, anche a chi solitamente non è un fan di gialli/polizieschi, e ideale per chi cerca letture leggere da portare in vacanza.


6 commenti:

  1. Ciao Angela, non ho mai letto questo celeberrimo romanzo ma, tantissimo tempo fa, avevo gradito molto "Il mastino dei Baskerville" :-)

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    1. per me è il mio primo approccio ai libri di questo autore e sono felice di aver iniziato a colmare questa lacuna. In realtà, ero indecisa tra questo romanzo e Il mastino di baskerville, che credo che leggerò!!
      Ciao ariel! :)

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  2. Ciao Angela, hai fatto un'ottima scelta con "Uno studio in rosso" perché è un romanzo che coinvolge e ci permette di conoscere due personaggi, il dottore e l'investigatore, che resteranno per sempre nei nostri cuori :)

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    1. Ciao Aquila! Grazie per il consiglio (⁠人⁠ ⁠•͈⁠ᴗ⁠•͈⁠)

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  3. Eri molto perplessa e dubbiosa su questo libro poi alla fine tutto sommato ti è piaciuto.

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    1. no no, non ero perplessa, però sì, mi è piaciuto molto :))

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz