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domenica 6 agosto 2023

RECENSIONE # LA FIGLIA ELETTA di Sarah A. Denzil #



Dall'Inghilterra all'Arizona, una donna va alla ricerca di una giovane madre e di sua figlia, convinta siano vittime di qualcuno che vuol far loro del male.
Si imbatte in una setta di esaltati, capeggiati da una sorta di santone ambiguo e pericoloso.
Riuscirà a fermarlo?



LA FIGLIA ELETTA
di Sarah A. Denzil



trad. E, Comito
378 pp
Fran Cole vive a Leacroft, in Inghilterra; è una giornalista che però ha smesso di esercitare la professione e si gode la libertà, anche grazie al  fatto che lei e il marito, Adrian, hanno un'ottima posizione economica. 

Fran ha 46 anni e ama tenersi in forma andando a correre tutte le mattine; proprio mentre fa jogging trova una bambina di sette anni sola in un parco, con i capelli scompigliati e un grazioso vestitino giallo, dal sapore di altri tempi, tutto macchiato d’erba. 
Quando la donna le chiede cosa ci fa da sola in un orario decisamente inopportuno (sono le cinque del mattino), la piccola risponde semplicemente che sta aspettando suo padre.
Che - piccolo particolare -  vive in Arizona...
La bimba, diffidente e poco propensa a sorridere e a socializzare, si chiama Esther e di lì a poco riabbraccia sua madre, la giovanissima Mary.

Fran, nei giorni successivi, non fa che pensare alla bambina e alla mamma - davvero tanto, troppo giovane, per avere una figlia di sette anni - e ben presto viene a sapere che le due sono appena giunte in città, assieme al marito/padre, Elijah Whitaker.
Si sa, quando il paese è piccolo, è facile che ogni mormorio e pettegolezzo si diffondano alla velocità della luce ed infatti, già solo frequentando il coro del paese, Fran si rende conto di come i tre forestieri non siano affatto passati inosservati, anzi: ne parlano tutti e la curiosità su di essi è tanta.
Anzitutto, ad incuriosire è il loro aspetto: Mary, benché molto giovane, veste in modo semplice, "vintage", con un tipo di abbigliamento che ricorda gli Amish o i Quaccheri; Esther, a sua volta, è vestita come una bambolina bellina e ordinata, e il padre ha una notevole barba e sembra dimostra molti più anni della moglie.

Mentre il razionale e pacato Adrian cerca di convincere sua moglie a lasciar perdere i nuovi arrivati, Fran è sempre più attratta da loro, anche perché sente - benedetto intuito femminile! - che quella famiglia ha qualcosa di strano.
Cercando di fare amicizia, li invita a cena ma l'atmosfera, inizialmente rilassata, viene "guastata" da un commento poco educato di Esther, che avrà pure soltanto sette anni ma sembra possedere idee molto chiare su diversi aspetti della vita e, in particolare, emerge in lei un lato  eccessivamente"devoto" a Dio (il suo "amico immaginario"!) che stona sulle labbra, sempre serie e ben strette, di una bambina comunque ancora piccola.

Fran e Adrian intuiscono che i Whitaker appartengono ad una francia religiosa un po' "estrema", con convinzioni particolari, il che li rende diversi, isolati rispetto alla comunità.
In seguito ad un altro evento che mette in agitazione la cittadina, i Whitaker comprendono di non essere i benvenuti e... scappano.

"Improvvisamente com'erano apparsi, i Whitaker scomparvero, e la loro assenza suscitò lo stesso clamore che aveva sollevato la loro presenza".

Fanno armi e bagagli e spariscono, senza salutare nessuno e senza avvisare neppure gli unici amici che sembrava si fossero fatti - Adrian e Fran.
Dove sono andati? È possibile che siano tornati in America?

Fran non riesce a non pensarci, nonostante il marito la scoraggi a interessarsi troppo a questi sconosciuti: hanno già avuto la loro dose di dolore e perdite, non c'è bisogno di soffrire pure per gente che ha fatto parte della loro esistenza per un tempo così limitato!

Ma la donna è ossessionata dal pensiero di Esther, così piccola e così seriosa, cupa, silenziosa, e di Mary, una donna fragile, dall'aria spaventata, intimidita al cospetto del marito, che si sforza di sembrare socievole e simpatico ma in lui c'è qualcosa di sospetto.
Sì, ma cosa? Ha forse a che fare con le loro credenze religiose?

Fran sente che qualcosa di terribile sta per accadere alla bambina e  a sua madre: non può restare indifferente, deve impedirlo. A ogni costo.

Con diversi sotterfugi, riesce a conoscere il luogo dove viveva Mary, in Arizona, a Tucson; contro il volere di Adrian, sale su un aereo e vola negli USA, sperando che la buona sorte le sorrida e le "indichi la via" da seguire per trovare le due scomparse.
Grazie a una fortunosa coincidenza, conosce un giovanotto gentile e affabile che comincia a farle discorsi sul benessere interiore, sull'avere degli obiettivi eterni nella vita..., insomma una serie di frasi-slogan tra il motivazionale e lo spiritualoide non meglio specificato.
Sarà questo il segno dal cielo che la scettica Fran stava aspettando e che potrebbe portarla dritta dritta da Mary ed Esther?
Che le due facciano parte di una setta religiosa pericolosa??

La narrazione del presente comprende due prospettive, quella di Fran e quella di Esther, che a sua volta è arricchita da alcuni flashback, che ci permettono di inquadrare la situazione famigliare vissuta da lei e Mary.
Il lettore viene condotto all'interno di una realtà settaria che ricorda molto quei gruppi religiosi estremisti, solitamente isolati e ormai allontanatisi dal "ceppo originario", in cui spicca la guida spirituale (una specie di "profeta"), che dice di parlare direttamente con Dio (!) e che si circonda di adepti sempre più ciechi e fedeli, disposti a seguire il loro guru ovunque vada e qualunque cosa decida.

Fran conoscerà sempre più da vicino i componenti di questo gruppo e alla fine riuscirà a trovare Esther.

Ma ciò che l'aspetta è un'altra inimmaginabile e amara verità...


"La figlia eletta" è un thriller che parte bene e si sviluppa... così così.
Fino a quando si racconta di questa bambina taciturna e intelligente, che osserva gli adulti con attenzione e dice poche ma taglienti parole, che scappa più volte da quella che è (o dovrebbe essere) la sua famiglia, e finché vediamo sua madre, la giovane e smarrita Mary, che sembra voler mandare messaggi in codice a Fran, affinché in qualche modo l'aiuti..., la storia è interessante; quando poi essi scappano dall'Inghilterra, anche, perché c'è un mistero da svelare, evidentemente.

Il problema è che la narrazione procede in modo un po' forzato, a partire dalla protagonista Fran, letteralmente ossessionata da Esther e Mary; ok, ha le sue intime ragioni (da cercare in un dramma accaduto a lei e Adrian, che li ha molto segnati) che la spingono ad affezionarsi a questa bambina e a cercare di salvarla, ma in effetti pensare che una donna possa lasciare baracca e burattini e attraversare l'oceano alla ricerca di tre persone che ha conosciuto per poche settimane, insomma... è un po' surreale, voi che dite?
Ma va bene, ammettiamo sia verosimile...; la fissa di Fran per Esther e Mary non si placa neppure davanti alla possibilità che a) il suo matrimonio sia a rischio, perché intanto ha lasciato il marito per correre dietro a 'ste due; b) se mamma e figlia sono in pericolo perché invischiate in una setta..., lei come pensa di salvarle, da sola?

Il contesto pseudoreligioso - la setta fanatica, il santone esaltato e ambiguo che si macchia di diversi reati - io lo trovo sempre interessante *, ma è tutto troppo tirato, anche il colpo di scena che si verifica verso la fine, per quanto crei un po' di stupore nel lettore, rientra tra le forzature.

Che dire...? Non è male, può essere pure piacevole e atto a intrattenere se siete in vacanza, però non è un thriller indimenticabile, ecco, c'è decisamente di meglio in giro; a questo si aggiunge che il testo era pieno di antipatici refusi, cosa che mi ha fatto pensare "Menomale che era gratis nell'abbonamento Kindle Unlimited!".


* di recente ho guardato un docu-film agghiacciante, "Keep Sweet: Pregare e obbedire", che ripercorre l'ascesa e la caduta di Warren Jeffs, leader spirituale della setta poligama dei mormoni (Chiesa fondamentalista di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ), condannato all'ergastolo per violenza sui minori. Se ne avete modo, dateci un occhio.


6 commenti:

  1. Peccato, sembrava in effetti potenzialmente un thriller molto interessante. Le tue critiche ed il tuo modo sempre elegante, moderato ma oggettivo di recensire, mi convincono a desistere dal provare a leggerlo anche perché mi sono accorto come le tue recensioni siano anche il mio pensiero ogniqualvolta abbia deciso di leggere un libro da te recensito dove potendo cercherò di vedere quel docufilm anche se conosco bene le tematiche di cui tratta.

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    1. Grazie per la fiducia Daniele.
      Il documentario è senz'altro più interessante 😉

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  2. Il libro potrebbe sembrare interessante, ma dalla tua recensione si evince che non vale la pena leggerlo... Non mi piace la narrazione fatta da più punti di vista e con i flashback.

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    1. Ciao Fra!,
      Devo dire che io non disprezzo affatto i due aspetti che menzioni, ma in questo libro è proprio la costruzione della trama a essere un po' debole, per me

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  3. Your book review of "La Figlia Eletta" by Sarah Cornwell is truly captivating! Your detailed analysis of the characters and their development within the story provides a clear sense of the book's depth and emotional impact.
    https://www.frugalishness.com/seven-best-activewear/

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz