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martedì 8 agosto 2023

[ RECENSIONE ] MI SENTO IN UN DESTINO. Diari e altri scritti, di Antonia Pozzi



MI SENTO IN UN DESTINO. Diari e altri scritti è un volume che comprende i diari di Antonia Pozzi ed altri scritti in prosa, tra cui i passi più significativi della tesi di laurea su Flaubert, alcuni testi narrativi e le pagine critiche su Aldous Huxley. 
Le parole della poetessa sono arricchite dalla presenza di un ricco apparato critico. 

«Non so. Non ho mai provato forte come in questi giorni il senso di essere trasportata da una corrente violenta, ad una tensione altissima. E, nello stesso tempo, mai avuto cosi` solido il senso della personalità e della responsabilità. Mi sento in un destino. E` difficile che queste intuizioni siano sbagliate» (10 settembre 1937).

Ancora Ed.
157 pp

Tra le pagine dei diari personali (che coprono un arco temporale che va dal 1925 al 1937), avvertiamo come in lei ci fosse un fuoco, un ardore, un animo sensibile e riflessivo che l'hanno resa la ragazzina e poi la giovane donna che è stata, sempre proiettata, con determinazione, nella costruzione di un'esistenza autentica e aperta agli altri e di un modo di fare poesia che fosse veramente suo. 

"Impara a vivere sola – dentro di te. Costruisciti."

Leggendo ciò che scriveva quando aveva solo quattordici anni, ho provato ammirazione per l'adolescente Antonia, attenta e sensibile osservatrice di tutto quello che le era intorno, che fossero le persone (famiglia, amici...),i luoghi o la natura, sempre presente nel suo diario e nelle poesie.

Antonia interiorizza e riporta ciò che vede e le interessa, che la impressiona, che siano eventi o particolari che la fanno soffrire o gioire.

"La vita allora mi sembra tutta un mistero, tutta una cosa incerta e buia, mentre a viverla spensierati è tanto bella, invece!"

Pur essendo una ragazza che sa stare con gli altri, Antonia ama anche il silenzio, che, lungi dall'allontanarla dalle persone o dal mondo, stimola i suoi sensi e rende più acuto il suo spirito.

L'amore per il suo professore di liceo, Antonio Maria Cervi (col quale ha avuto una relazione tormentata) riempie il suo giovanissimo cuore, già ricco e profondo di suo, regalando gioia e batticuore..., ma negli anni a venire soprattutto sofferenza, nostalgia, desideri e speranze disattesi - soprattutto quello della maternità, rimasto insoddisfatto -, in quanto i due innamorati verranno osteggiati dal padre di lei, che farà di tutto per allontanarli, riuscendoci.

«Penso anche a te lontanissimo e dolce, che non avevi corpo e mi baciavi così puro: ala bianca dell'adolescenza. Al nostro figlio non nato. Strano bambino, senza sapore di carne e di capelli, angelo».

Emerge come Antonia, pur vivendo intensamente il presente, fosse, al contempo, divisa tra il passato, che le ricorda ciò che le manca oggi, e il futuro, anch'esso percepito come mancanza o desiderio di ciò che ancora non accade e non c'è e che forse non ci sarà mai.

Ella si descrive come "un'anima palpitante, ridente, nostalgica, appassionata; è forse per questa piena di sentimenti, per cui in una giornata soffro e godo ciò che apparentemente si può soffrire e godere in tutta un'esistenza, che rimpiango il passato, che adoro il presente, che non desidero l'avvenire; perché sono contenta di essere io, con i miei difetti e con le mie poche virtù, perché non so se in avvenire potrò ancora essere così."

Il tempo per Antonia «non fugge, e nemmeno vola: scivola, dilegua, scompare»

"Del tempo ho paura, del tempo che fugge così in fretta. Fugge? No, non fugge, e nemmeno vola: scivola, dilegua, scompare, come la rena che dal pugno chiuso filtra giù attraverso le dita, e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto."


La sezione riguardante il commento critico sugli scritti di Antonia è sicuramente molto interessante e utile per inquadrare il contesto di vita della poetessa - famigliare, culturale, i rapporti di amicizia con intellettuali del suo tempo, ecc... -, le caratteristiche del suo modo di scrivere e come evolve negli anni, l'interesse per certe tematiche; i diari ci aprono un piccolo ma significativo velo sull'animo pieno e ricco di questa donna - amante della poesia, della cultura, della natura, della fotografia... -, in cui però è sempre rimasto un angolo buio fatto di dolore, struggimento, disperazione, che evidentemente l'hanno portata, in un giorno di inizio dicembre 1938, a togliersi la vita, a soli ventisei anni.

Una lettura che personalmente mi stimola a leggere le poesie di Antonia per "conoscerla" più approfonditamente.


"Feci del mio dolore un'astrazione, un'armatura su cui appoggiare, scaricare la responsabilità della mia vita. Da quel momento il mio dolore non ebbe più ragione, più diritto di esistere."

E questo terrore: mi perdo, non mi ritroverò, non mi riguadagnerò più. Piccole cose mi scalpellano, miserie mi corrodono."


«Ti do me stessa,
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi 
di cielo e stelle – bevuti 
sulle montagne»

«E tu accogli […] 
il mio tremito di stelo 
vivo nel cerchio 
degli orizzonti»

*****

«forse la vita è davvero 
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza»



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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz