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giovedì 7 settembre 2023

RECENSIONE ✨ ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT di Lucinda Riley, Harry Whittaker ✨

 

Avventurosa, imprevedibile, non priva di pericoli e scoraggiamento ma, allo stesso tempo, piena di amore e di incontri importanti, di quelli capaci di deviare il corso di una vita: così è la storia di Atlas D'Aplièse, il Pa' Salt delle sette sorelle, pronte - adesso che sono tutte insieme, comprese la sorella perduta - a leggere il lungo e appassionante racconto dell'intera esistenza del loro enigmatico genitore.

E il lettore le segue in questo viaggio, che alterna il presente e il passato, e che pone la parola fine alla saga della compianta scrittrice irlandese.


ATLAS. LA STORIA DI PA' SALT
di Lucinda Riley, Harry Whittaker


Giunti Ed.
trad. L. Taiuti
816 pp
Ci siamo, il cerchio si sta chiudendo: le coordinate incise sulla sfera armillare sono state raggiunte da ciascuna sorella, che ha intrapreso un viaggio alla ricerca delle proprie origini, in Paesi più o meno lontani, là dove Maia, Alcyone, Taygete, Celaeno, Electra e Asterope sono state trovate da Pa' Salt, da lui adottate e portate ad Atlantis (in Svizzera); alle prime sei mancava la sorella perduta, e anch'ella finalmente è stata ritrovata, ma con il non piccolo particolare che Merry (Merope) è figlia naturale del loro genitore adottivo.
Ora che le sette donne D'Aplièse sono tutte insieme e unite, sanno di poter dire definitivamente addio al loro amato papà, ma per farlo devono affrontare la verità.

Chi è davvero Atlas D'Aplièse? È davvero questo il suo nome? Da dove viene? Con quale criterio egli ha scelto proprio quelle sei bambine da adottare? E Merry? Perché non l'ha cresciuta lui? Cosa o chi li ha divisi?

Le sette donne - in compagnia dei rispettivi partner, e Merry assieme ai figli - si trovano riunite a bordo del sontuoso e confortevole yacht di famiglia, in procinto di salpare per commemorare la morte di Pa’ Salt. 

Merry, però, arriva portando con sé il prezioso diario del padre e così, nelle lunghe ore di navigazione per raggiungere il Mar Egeo, le sorelle, col supporto discreto e amorevole dei loro cari e sotto gli sguardi apprensivi e premurosi di Georg, Marina e Claudia, possono leggere e scoprire la verità sul meraviglioso, buono ma anche misterioso uomo che le ha accolte e cresciute e che in fondo conoscevano appena.

Il diario viene distribuito e ogni sorella si immerge, curiosa e con il cuore palpitante, nella lettura, che trasporta loro e noi lettori nel lontano 1928, quando un bimbetto magrolino e silenzioso, di soli sette anni, viene trovato svenuto nel giardino, a Parigi, della famiglia Landowski, che lo salva e accoglie in casa propria, trattandolo come se fosse uno dei loro figli. 
Quel bimbo è, ovviamente, Pa' Salt/Atlas; gentile, intelligente e talentuoso ma... muto: qualcosa, in fondo ai suoi occhi, rivela che egli è spaventato e che non è intenzionato a dare spiegazioni sul proprio nome, le proprie origini, ed infatti, pur di non spiegare da che cosa (o dai chi?) sta fuggendo, nei primi tempo si chiude in un ostinato mutismo. 
Il piccolo cresce, diventa un giovane uomo bravissimo nel suonare il violino, tanto da riuscire ad entrare nel prestigioso Conservatorio di Parigi; si innamora, ricambiato, della dolce e bella Elle e la giovane coppia sogna un futuro felice insieme.
Ma Atlas sa che la sua felicità non sarà mai completa fino a quando il passato sarà alle sue calcagna; e questo passato ha un nome ben preciso: Kreeg Ezsu.

Questo cognome non è assolutamente nuovo ai lettori della saga, i quali sicuramente ricordano l'antipatico e arrogante Zed Ezsu, ossessionato dalla sorelle D'Aplièse, tanto da seguire alcune di loro e non certo con buone intenzioni.
Kreeg è suo padre e lui ed Atlas, da bambini, sono cresciuti insieme e sono stati come fratelli; ma qualcosa di drammatico è accaduto e ha distrutto per sempre la loro amicizia fraterna; a causa di alcune vicende e coincidenze, Kreeg si è convinto che Atlas abbia ucciso sua madre per rubarle un oggetto prezioso (un diamante di inestimabile valore), per poi fuggire via lontano per non essere preso.
Atlas, negli anni, cercherà di spiegare a Craig che mai si sarebbe sognato di uccidere sua madre, che tra l'altro amava come fosse propria (essendo lui orfano di ambo i genitori per ragioni e in circostanze che si intrecciano con grandi avvenimenti sociali, politici, storici accaduti in Russia negli anni '20-'30 del secolo scorso) e tanto meno ha rubato qualcosa che non gli apparteneva, ma Kreeg non sentirà ragioni e inseguirà in lungo e in largo il povero Atlas per ucciderlo.

Ovunque vada, Atlas sa di dover nascondere il proprio nome (che è Atlas Tanit, russo) per timore che il suo acerrimo nemico lo trovi e lo uccida.
E se c'è una cosa che accompagnerà Atlas per sempre è l'assoluta certezza di voler vivere, di non essere disposto a soccombere allo sterile e cieco odio di un uomo cocciuto e presuntuoso che non vuol sentir ragioni; del resto, la sua stessa esistenza - così densa di fatti, persone, imprevisti, conquiste e perdite - gli testimonia ogni giorno che egli deve restare in vita perché la sua grande generosità può portare del bene a tanta gente in difficoltà.

Come dicevo, Atlas ed Elle sono innamorati e felici, a un certo punto pronti a salpare per l'Australia e a sposarsi durante la traversata... ma qualcosa interviene e li separa irrimediabilmente: Atlas è costretto a proseguire da solo, disperato per essere stato lasciato inspiegabilmente dalla sua Elle, ma sul suo cammino incontra, di volta in volta, persone - adulti e bambini, uomini e donne - che riescono a dargli la spinta giusta per non abbattersi, per porsi degli obiettivi e per raggiungerli.

Per chi, come me, s'è gustato ogni fantastica tappa del viaggio che ha coinvolto le sette sorelle, sa che esse si sono recate ognuna in diverse parti del mondo e hanno scoperto informazioni fondamentali sulle proprie famiglie, senza però mai arrivare a capire, in modo chiaro, in che modo Pa' Salt le abbia scovate e abbia deciso di prendere proprio loro.

Ed è questo che scopriamo, leggendo questo corposo e appassionante romanzo; non nego che, durante l'ascolto *, mi son ritrovata spesse volte a sorridere quando apprendevo delle modalità in cui Atlas veniva a contatto con quei personaggi che riconoscevo quali nonni/genitori delle singole sorelle.

E così conosciamo da vicino i legami di amicizia e lealtà intercorsi tra Atlas e il maestro Landowski, scultore a cui è stata affidata la costruzione della statua del Cristo Redentore in Brasile, evento a sua volta collegato con la storia della famiglia di Maia.

Leggiamo del breve soggiorno di Atlas ed Elle in Norvegia e della bella ma sfortunata amicizia con Karine Rosenblum e il suo fidanzato Pip (Jen) Halvorsen (nonni di Ally).
Li vediamo varcare insieme la soglia della Arthur Morston Books (cui è associato il passato della famiglia di Star), vanno negli USA, dove Atlas soccorre Cecily Huntley-Morgan (>> Electra); seguiamo Atlas in Australia, dove conosce Kitty McBride ( >> CeCe) e in Spagna, dove il suo destino si incrocia con quello di una giovane brujas con doni speciali (Angelina, nipote della nonna di Tiggy), tra cui quello di "sentire" le persone, di mettersi in contatto con il loro interiore e di predire pochi ma importanti frammenti di futuro; sarà proprio l'enigmatica Angelina a svelare a uno stupito Atlas che egli avrà delle figlie, e l'uomo intuirà che, oltre a quelle che, nel corso degli anni, adotterà, ce n'è una (la prima!), che evidentemente è collegata alla sua amata e mai dimenticata Elle... Ma com'è possibile? Forse Elle era incinta quando lo lasciò? Oppure si riuniranno e avranno modo di costruire la famiglia che avevano sognato da ragazzi?

Tutte queste persone costituiscono degli incontri e delle amicizie vere e importanti e lo diventano ancor di più quando, per motivazioni specifiche, ciascuna si ritrova a chiedere al buon Atlas di prendere con sé una bambina appena nata, che appartiene a loro ma che non possono crescere per determinate ragioni.

Inizialmente, Atlas è restio ad adottare, anche perché è un uomo single in attesa di trovare e riabbracciare il suo amore perduto, Elle (l'uomo non smetterà mai di cercarla, di sperare che sia viva e che, magari, abbia con sé la loro presunta figlia); ma poi, sempre in seguito ad eventi apparentemente casuali ma che, in realtà, sembrano far parte di un disegno più grande, grazie all'aiuto di tre personaggi - che diventeranno parte integrante della sua vita - si convince ad adottare e così, dal 1974 in poi, Maia, Ally, Tiggy, Star, CeCe ed Electra, fanno il loro amabile ingresso nella sua vita, riempiendola di amore.

Le persone cui mi riferisco (che entrano nella vita di Atlas quando sono molto giovani, e sono da lui aiutate nel momento del bisogno) sono Georg Hoffman (l'avvocato), sua sorella Claudia e Marina; anche circa loro, come per le ragazze, apprendiamo in quali tristi circostanze hanno incontrato Atlas e di come abbiano maturato verso di lui amore, rispetto, fedeltà assoluta e riconoscenza.

Quando le sorelle, tra lacrime e commozione, scoprono ognuna la modalità in cui sono venute a contatto con l'adorato padre, potrebbe sembrare che le rivelazioni siano terminate, ma non è così: c'è ancora un'altra parte (finale) di diario, che l'avvocato avrebbe consegnato loro successivamente ma, su insistenza di Ally, si vede costretto ad anticipare i tempi.

Tra queste ultime pagine, leggeremo altri particolari, relativi ad Elle, Merry e al burrascoso rapporto con Kreeg, che sta giungere a una soluzione, anche perché gli eventi messi per iscritti da Atlas arrivano sino al 2008, quando ormai entrambi gli ex-amici sono molto anziani, al termine delle loro esistenze.
Anche Kreeg, ormai, ha poco da perdere e darà ad Atlas le risposte alle tante domande che si porta dietro da anni e anni, e che riguardano Elle e la figlia perduta.
C'è anche una parte che va ancora più indietro nel tempo,  raccontandoci dei genitori di Atlas.

I fans della Riley sanno bene come la scrittrice sia venuta a mancare prima di terminare il romanzo conclusivo della serie, che è stato poi terminato dal figlio Harry, che si è avvalso, ovviamente, delle bozze scritte dalla madre.
Ecco, detto con umiltà (non sono nessuno per giudicare il lavoro altrui): secondo me Harry ha fatto un buon lavoro e credo che sua madre sarebbe fiera del risultato finale.

Leggere l'ultimo capitolo della saga è stato un viaggio pieno di emozioni, di incontri, di sorprese; Pa' Salt emerge in tutta la sua complessità e bellezza, essendo un personaggio pieno di virtù: coraggioso, buono, altruista, intelligente, onesto, non perfetto, certo, ma una cosa è sicura: tutto ciò che ha fatto - sbagli compresi - l'ha fatto per amore, con la speranza e la fiducia che le sue sette sorelle (le Pleiadi) da lassù non hanno mai smesso di guidarlo, di proteggerlo, di aprirgli nuove strade proprio quando se ne chiudevano alcune.

La storia di Pa' Salt è quella di un bambino che, appena nato, ha già sulle spalle il peso del mondo perché non nasce in condizioni favorevoli, anzi, di lì a poco la vita gli toglierà tanto; è la storia di un ragazzino che, in più fortunate circostanze, avrebbe potuto diventare un virtuoso del violino ma il destino ha giocato sporco con lui più di una volta, continuando a strappargli persone importanti.
Eppure, egli non si è fatto buttare giù: pur con le lacrime nel cuore, ha resistito e ha reso la sua esistenza ricca, piena di azioni ammirevoli, di decisioni difficili ma sagge, che hanno fatto sì che tante persone gli volessero bene e lo tenessero in grande considerazione.
É la storia di un uomo innamorato che ha amato la propria donna fino all'ultimo dei propri giorni: un padre che ha dato tutto l'amore di cui era capace a bambine che, senza di lui, chissà che destino infelice avrebbero potuto avere.

Sono giunta alla fine con quel pizzico di malinconia che, solitamente, accompagna gli addii, e qui l'addio è doppio: da lettrice, devo salutare le Sette Sorelle e, soprattutto, farlo con la consapevolezza che non c'è più Lucinda e che questo è davvero il suo ultimo libro.

Una saga appassionante, ricca di personaggi indimenticabili, tratteggiati mirabilmente, resa coinvolgente da quel sapiente mix di fantasia e realtà, dalla bravura dell'autrice di descrivere doviziosamente i contesti storici di riferimento, dall'alternanza di passato e presente, narrati sempre con armonia, senza creare confusione nel lettore.

Sono otto libri, per lo più corposi, ma ne vale la pena, leggerli, ed è inevitabile affezionarsi ai personaggi e alle loro storie.


* ho ascoltato l'audiolibro su BookBeat


"Le Sette Sorelle":

1. Le Sette Sorelle. Maia
2. Ally nella tempesta
3. La ragazza nell'ombra
4. La ragazza delle perle
5. La ragazza della luna
6. La ragazza del sole
7. La sorella perduta






12 commenti:

  1. Bellissima recensione. Di questa autrice ho letto tutto quello che ha scritto, la saga è bellissima così come tutti i suoi altri romanzi, uno più bello dell’altro. Lucinda manca molto a tutti coloro che l’hanno conosciuta attraverso i suoi scritti.
    sinforosa

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    1. Io non li ho letti ancora tutti ma lo farò.
      Questa serie mi è piaciuta tanto tanto.
      Ciao sinfo 💗

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  2. Ciao Angela, non ho letto la saga "Le sette sorelle" ma la tua appassionata recensione mi ha incuriosita :)

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    1. È molto bella, coinvolgente e narrata benissimo 🙂

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  3. Sicuramente è imperdibile per chi ha seguito dall'inizio la saga un po' come per Harry Potter. Le tue recensioni però sono sempre di alto livello e di una qualità unica.

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    1. Ciao Daniele.
      Eh le serie sono così, soprattutto se lunghette: finisci che ti affezioni!

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  4. Ciao Angela, è stato molto bello ripercorrere l'ultimo libro della serie con la tua curata e particolareggiata recensione! Come sai, anch'io ho adorato questa serie e questo ultimo libro è stato una magnifica conclusione :-)

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    1. Condivido, una conclusione migliore non poteva esserci

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  5. Sbaglio o Lucinda Riley è deceduta qualche anno fa? Avete trovato delle differenze tra questo libro e gli altri della serie?

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    1. È morta di recente, sì.
      Ti dirò, non ho sentito la differenza rispetto alla penna materna! Il figlio ha fatto un buon lavoro a mio avviso

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    2. Allora ricordavo bene.
      Di questa autrice ho letto solo Delitti a Fleat House... Mi era piaciuto molto

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    3. Quello mi manca, per ora, ma recupererò!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz