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giovedì 23 maggio 2024

MAGNIFICAT di Sonia Aggio [ RECENSIONE ]



Nilde e Norma sono due cugine rimaste orfane nel 1944, quando i loro genitori morirono sotto i bombardamenti; sono sempre state tutto l'uno per l'altra, cresciute come sorelle legate da un affetto tenace e solido, che però a un certo punto si incrina fino a spezzarsi, col rischio di trascinare l'una lontana dall'altra..., proprio come gli argini del Po si ruppero nel novembre 1951, travolgendo il territorio del Polesine.


MAGNIFICAT
di Sonia Aggio


Fazi Ed.
202 pp
L'alluvione del Polesine di cui si narra tra queste pagine è stata una delle calamità naturali più gravi in Italia; coinvolse le province di Rovigo, Ferrara e Mantova, causando centinaia di vittime e migliaia di sfollati.

È quindi il 1951 quando Nilde e Norma vivono tranquille in un piccolo casolare nella campagna del Polesine; a dispetto della loro diversità fisica e caratteriale, le due si vogliono un gran bene e sanno di poter contare sul sostegno reciproco.

Ma un giorno tutto cambia, all'improvviso, ed è Norma la responsabile.

Da un po' di giorni ha iniziato a comportarsi in modo strano, soprattutto da quando (a detta sua) è caduta dalla bicicletta mentre raccoglieva le ciliegie, fatto di per sé non grave eppure, da allora, la ragazza adotta comportamenti strani, misteriosi: scompare senza motivo ogni volta che scoppia un temporale, è scontrosa, non vuol parlare con la cugina, arrivando ad impedirle persino di avvicinarsi. 

Per carattere, già Nilde è timorosa e va in ansia per un nonnulla, figurarsi di fronte ai bizzarri e inspiegabili mutismi della cugina-sorella, alle sue risposte sgarbate, addirittura ai suoi gesti quasi violenti, aggressivi fisicamente: Nilde è confusa e spaventata, quasi ha paura di questa nuova versione di Norma, che a malapena le parla, che nulla le spiega dei propri malesseri, di ciò che la rende nervosa e scontrosa.

Che cosa le sta succedendo? 
Nilde prova a seguirla nei campi, ascolta le voci che circolano in paese, ma non riesce a capire perché la sua Norma, il suo punto di riferimento nella vita, bella come la Madonna del Magnificat che le loro madri tanto veneravano, le stia facendo questo.

Cosa sta spingendo Norma ad allontanarsi da Nilde (in un modo fin troppo brusco, quasi con cattiveria) e a fuggire come una bestia selvatica al primo rombo di tuono? 
Dev'essere per forza accaduto qualcosa e più Nilde insiste con domande, suppliche accorate sull'orlo delle lacrime, e più sembra che Norma si innervosisca e aumenti la distanza tra loro.
Una distanza riempita da silenzi e bugie.

Attorno al legame indissolubile che lega le due protagoniste si sviluppano altre dinamiche e rapporti, come quello tra Nilde e Domenico (un bravo ragazzo che le vuol bene e che entrerà a far parte della sua vita) e il disastro provocato dall'alluvione, che obbligherà la gente a cercare di scappare per non farsi travolgere dal fiume in piena. 

Ma ciò che più di tutto metterà a dura prova il rapporto tra le due cugine sarà una serie di misteriosi e inspiegabili incontri e "apparizioni" che coinvolgeranno proprio l'enigmatica Nilde.

La ragione per cui si sta allontanando bruscamente dall'amata cugina non è egoistica né capricciosa, anzi, è l'espressione di un amore sincero, coraggioso, disposto a sacrificarsi pur di preservare l'altra dal male. 
C'è qualcosa che va oltre il terreno, l'umano, il razionale e che sta tirando la pur forte Norma in un abisso oscuro, proprio come il Po travolge case e alberi e persone con le sue acque scure, che da "amiche" del territorio diventano "nemiche", portatrici di catastrofe, danni, morti, perdite.

Un'antica leggenda ritorna a circolare in quei giorni particolari, una voce insistente parla all'orecchio di Norma e ciò che sussurra la fa spaventare, rabbrividire, perché ha il sapore dell'ineluttabilità, lascia addosso il freddo della morte e la ragazza è pronta ad affrontare l'ignoto pur di non trascinare con sé la cara e ignara Nilde.
Piangerà e soffrirà senza di lei, ma preferisce che sia Nilde a piangere la sua Norma, e non il contrario.


"Magnificat" è un romanzo molto particolare, dalla trama quasi sfuggente, che richiede attenzione durante la lettura perché - almeno per me è stato così - la sensazione di "perdere qualche pezzo" lungo il tragitto è dietro l'angolo.
La natura si prende il suo spazio tra queste pagine, nel bene e nel male, in quanto portatrice di benedizioni e bellezza ma anche di calamità; si respira da subito un'aria di mistero che conferisce un che di gotico, una sensazione di evanescenza e di indefinito, di sospeso e irrisolto, anche quando poi - proseguendo fino alla fine - comprendiamo quegli aspetti che possono sembrare elusivi e poco chiari inizialmente.
Ma del resto mi sono fatta l'idea che siano proprio l'inafferrabilità e l'impenetrabilità a rendere interessante questo romanzo dai toni molto evocativi, e ciò è coerente con la presenza di elementi sovrannaturali, che attingono al complesso mondo delle credenze popolari, le quali mescolano spesso superstizioni e fede, razionale e irrazionale (o meglio, soprarazionale).

Concludo dicendo che ho avuto un rapporto strano con questo libro: all'inizio ho faticato ad entrare nella storia, mi sembrava di andare avanti brancolando nel buio, come se mi mancassero dei punti di riferimento, degli indizi o segnali chiari; poi ho messo da parte la razionalità e ho cercato di lasciarmi trascinare dall'autrice e dal suo modo di raccontare, accettando di entrare in un "piccolo mondo antico" sibillino e, per questo, affascinante.

Consigliato a chi ricerca un libro breve, diverso dal solito, in cui vengono affrontati argomenti come il legame tra sorelle, il peso delle tradizioni/credenze nei piccoli paesi, la forza dirompente dei fenomeni naturali, l'amore come àncora di salvezza e come sacrificio, l'andare incontro al proprio destino. 

4 commenti:

  1. Ciao Angela, sicuramente Magnificat è un romanzo intenso con un'ambientazione insolita. Ho adorato l'intreccio tra leggenda, mistero e la ricerca della propria vera identità. Grazie per le tue recensioni sempre esaustive e raffinate. Un caro saluto :)

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    1. sì, ricordo la tua recensione, e infatti mi aveva attirata verso il libro!

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  2. Ciao Angela, questo libro mi incuriosisce soprattutto per l'ambientazione e per l'alone di mistero che avvolge Norma.
    Un saluto 😘

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    1. sono infatti due elementi importantissimi!
      ciao Fra :*

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz