"Quando muore un amore. Storie di lutto e memoria" è una silloge del poeta toscano Matteo Carlesi (Controluna Edizioni, 13 euro, 102 pp.).
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Nelle poesie di Carlesi traspaiono il grande e sincero amore provato e vissuto con il suo compagno Andrea, che una terribile e inesorabile malattia ha strappato a questa vita; la sua assenza si sente in ogni momento, in ogni luogo, gesto e abitudine legati alla quotidianità e al tempo condiviso tra sorrisi e lacrime, tra gioie e difficoltà, scandisce l'oggi e disegna i giorni futuri.
Ma ora tacete le parole
tacete uccelli il vostro canto.
Fermate le campane.
Prosciugate le fontane.
Io solo resto
senza occhi, senza speranza,
senza vita, senza aria né acqua.
Il mio campo è seccato.
Il mio mondo è caduto.
Rotto.
Infranto.
Spezzato.
Il mio amore è morto.
A lenire il dolore per l'assenza c'è la consapevolezza di un sentimento inossidabile che la morte non può calpestare o annullare, rafforzato anzi dalla forza dei ricordi di ciò che è stato, memorie che - come dicevo più su - da una parte alleviano e confortano, dall'altra spesso si posano e pesano sul cuore, rendendo l'aria e i giorni irrespirabili, svuotati di senso e valore.
Perché l'esistenza ha valore nell'amore vissuto giorno per giorno, negli abbracci, nei sorrisi, nelle risate di chi si ama.
E quando questo viene a mancare a causa della morte, continuare a vivere può trasformarsi in una lotta giornaliera per non soccombere alla sofferenza; l'accettazione della perdita dell’amato è un viaggio in cui la solitudine, le lacrime, lo smarrimento, il rumore sordo del vuoto dentro casa... sono i compagni più tristemente fedeli.
Ma se lo struggimento e il dolore più cupo proseguissero senza mai attenuarsi, vivere diverrebbe un inferno per chi resta, ed è così che nel passaggio dalla prima alla seconda parte della raccolta cominciano a interporsi altre consapevolezze, altre emozioni: il dolore non può essere scacciato del tutto perché l'assenza resta, ma forse i ricordi belli possono aiutare a lasciare viva l'immagine del volto amato, a ripensare con tenerezza e commozione al vissuto condiviso, che dalla mente e dal cuore non se ne andranno mai ma continueranno ad essere alimentati dall'amore:
"...in questo mio tempomi spetta la tua assenza,ma nel mio cuore lo sairesta una sola parola:Amore."
Lungi dall'essere cupe o disperate, le poesie di Matteo Carlesi trasmettono una grande forza, anche nell'espressione del dolore; perdere l'amato e sapere che al mattino non lo vedremo più accanto a noi è qualcosa di emotivamente devastante (cui si aggiunge, in questo caso, anche il travaglio della malattia nei mesi precedenti la morte) e inevitabilmente l'autore non attenua ciò che prova a livello di angoscia, di senso di vuoto, perché la mancanza è "ingombrante", riempie ogni spazio, ogni attimo, e fingere che non si soffra non aiuta, al contrario.
La luce ci sembra tanto più luminosa quando si è attraversato il buio più nero, e questa luce la percepiamo, la vediamo leggendo queste bellissime poesie: è la luce della speranza di riuscire comunque a vivere con dignità e la giusta serenità in nome di un Amore che non passa, che sopravvive all'assenza fisica dell'altro, il quale continua ad esistere nel cuore di chi l'ha amato e quest'ultimo non può che dare valore al suo ricordo continuando a vivere, a resistere giorno per giorno.
"Là, davanti alla tua foto ho sorriso,un sorriso appena accennato,e tu mi hai risposto,hai risposto nel mio cuore."
Una silloge che si legge d'un fiato grazie ad una scrittura immediata, semplice ma emotivamente ricca e piena, poesie che commuovono per i forti e genuini sentimenti che le attraversano e che arrivano con potenza ai cuori dei lettori, tanti dei quali sicuramente possono ritrovarsi - in virtù di esperienze simili - nel vissuto dell'autore, che ha scritto una raccolta che ritengo, nel mio piccolo, davvero meritevole di attenzione.
Consigliata a quanti amano la poesia perché le riconoscono il suo "potere" straordinario di esprimere, in modo unico, vissuti, emozioni, speranze, ricordi dolorosi e belli, e di concedersi, attraverso questo viaggio dentro sé stessi, il dono di guarire, di gettare un po' di balsamo sulle ferite e di continuare a trovare, di giorno in giorno, il senso della propria esistenza nonostante delle importanti assenze.
Ciao Angela, le poesie mi affascinano molto. Da ragazzina le leggevo, anche se non ero in grado di capirle appieno.
RispondiEliminaGrazie della segnalazione.
Un abbraccio 😘
Queste hanno, tra gli altri, il pregio di essere molto fruibili.
EliminaCiao Fra 💞