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mercoledì 19 giugno 2024

UN'ESTATE di Claire Keegan [ RECENSIONE ]


Possono bastare pochi giorni per imparare cosa voglia dire ricevere amore, essere al centro delle cure premurose di persone che si dedicano a te senza pretendere nulla in cambio, e il rapporto che si crea con esse non ha bisogno, per essere forte, di legami di sangue.
È ciò che impara la giovanissima protagonista di questo breve racconto, durante un'estate lontana da casa e che le insegnerà tanto.


UN'ESTATE
di Claire Keegan 



Einaudi
trad. M. Pareschi
80 pp
Siamo a cavallo tra gli anni '70 e '80, nella campagna irlandese, e una bambina sta per essere mandata dai genitori a trascorrere l'estate a casa di amici di famiglia, i Kinsella.
Edna e John non hanno figli e volentieri prendono con loro la bimba, che vive in una casa molto affollata e caotica, e per di più sua madre è nuovamente incinta, con altri figli piccoli da accudire.

In pratica, i genitori - gente semplice e lavoratrice, ma con non poche difficoltà a sbarcare il lunario, soprattutto avendo molte bocche da sfamare - "cedono" per qualche mese la figlioletta perché non gravi sul menage famigliare, già piuttosto precario.
E così, la bambina, il cui nome non viene mai menzionato, va a stare  dai gentili signori Kinsella, che vivono in una fattoria isolata.

Il tempo trascorso con loro sarà un'esperienza importante per la ragazzina.

Come è normale che sia, i primi tempi è spaesata e sente anche un po' di solitudine in quel nuovo ambiente; ma John e Edna si impegnano da subito perché la loro piccola e mingherlina ospite sia a suo agio, non le manchi nulla in termini di vestiti, di cibo e attenzioni.

Con il passare dei giorni, i tre imparano a conoscersi meglio, a godere dei momenti vissuti insieme nella semplicità e nella calma di una vita tranquilla, dove le giornate immerse nella natura sono scandite dalle incombenze quotidiane.

La piccola trascorre l'estate dedicandosi ad attività tipiche della vita in campagna, aiuta in casa, in fattoria, fa piccole ma preziose esperienze che le trasmettono serenità, allegria, tenerezza e che contribuiranno alla sua crescita personale, insegnandole che ci sono modi diversi di "essere una famiglia", di prendersi cura dei bambini, di rispondere con più o meno sollecitudine alle loro esigenze.
La bambina nota, con la profondità e riflessività che le appartengono, che i Kinsella vivono e si comportano in un modo che a lei piace, che è più bello di ciò che avviene a casa propria e questa differenza non può non stupirla e farla sentire anche un po' a disagio.

Leggendo, ci sembra di essere con lei e Edna, di condividere le piccole azioni e le abitudini rassicuranti che caratterizzano questa vita rurale, genuina, e che permettono alle due di stare insieme, di godere della reciproca compagnia.

La ragazzina impara piccoli gesti, cortesie e premure che a casa nessuno le ha insegnato né dato perché i suoi genitori hanno troppo da fare per dedicare del tempo speciale ad ogni singolo figlio; qui, invece, ella è al centro della vita della coppia, è coccolata, nutrita, lavata, riceve affetto e attenzioni e le viene detto che nella loro casa non ci sono segreti.
Eppure, c'è un segreto che lei scopre sui coniugi Kinsella e dietro al quale si cela del dolore, e forse in virtù di un forte senso del pudore essi non lo raccontano alla loro piccola ospite.

L'estate finisce, però, e si avvicina il tempo di andare a scuola.

Cosa porterà con sé la bambina di questa esperienza in casa Kinsella?

"Un'estate" è una novella che si legge "in un sorso" per quanto è breve ma anche per la prosa essenziale e delicatissima dell'autrice, che ha saputo concentrare in meno di cento pagine una storia, una cornice e dei personaggi ben delineati, e tutto è tratteggiato con perizia e sensibilità, ogni elemento è al posto giusto e alla fine ci sembra di essere davanti a un dipinto dove ogni pennellata è intenzionale e frutto di abilità e sapienza narrative.

Il racconto è attraversato da accenti di serenità, pace, affetto sincero, sorpresa, gratitudine, e anche l'inevitabile malinconia (dovuta alla consapevolezza che quel soggiorno finirà) ha un sapore dolce e commovente.

In poche pagine, Keegan esplora, con un approccio introspettivo, i temi dell'amore famigliare, della perdita, dei legami non di sangue ma non per questo meno solidi, il bisogno dei bambini (ma anche degli adulti, certo) di essere amati e di sentirsi al centro delle premure degli adulti.

La penna semplice e ricca insieme della Keegan conserva di pagina in pagina un che di poetico e sa accarezzare l'empatia del lettore.

Un gioiellino da non perdere.
Su Raiplay è ancora disponibile il film ispirato al racconto, The quiet girl.

8 commenti:

  1. Grazie, prendo nota. Saluti belli.
    sinforosa

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    1. Grazie a te! Un caro saluto (⁠。⁠•̀⁠ᴗ⁠-⁠)⁠✧

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  2. Sarà una delle mie prossime letture! L'ho acquistato qualche tempo fa. :)

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    1. Ah bene!! Allora buona (prossima) lettura (⁠◔⁠‿⁠◔⁠)

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  3. Sentirsi amati e protetti è fondamentale anche se la famiglia biologica non è sempre un nido sicuro. Con la tua profonda recensione mi hai fatto venir venir voglia di leggere questo romanzo toccante. Un abbraccio :)

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    1. Quello che scrivi è verissimo!
      È un libro che si legge in poco tempo e ne vale la pena (⁠•⁠‿⁠•⁠)

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  4. Ciao Angela, leggendo la recensione ho pensato "che libro carino!" Sembra davvero una storia delicata, molto tenera.
    Un abbraccio 😘

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz