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lunedì 29 luglio 2024

[ RECENSIONE ] CONTO ALLA ROVESCIA di Salvatore Lecce e Cataldo Cazzato



In un'atmosfera di crescente suspense, il romanzo di Salvatore Lecce e Cataldo Cazzato si serve di un meccanismo narrativo insolito per indurre il lettore ad approcciarsi a ciò che legge con la consapevolezza che, per avere le risposte a tutte le domande e porre ogni tessera al posto giusto, dovrà partire dalla fine.

CONTO ALLA ROVESCIA
di Salvatore Lecce e Cataldo Cazzato



A Bari, il luogotenente dei carabinieri Vito Amoruso ha risolto un caso complesso in pochi giorni ma la soddisfazione per l'ottimo risultato conseguito insieme ai suoi validi collaboratori, non è completa perché non pochi dubbi ed interrogativi - su come le cose siano andate realmente - continuano ancora a frullargli in testa.

Ed infatti, la domenica mattina dell'11 aprile, Amoruso si vede recapitare a casa, come concordato con un fidato amico, due file video da cui riesce ad ottenere le risposte che cercava.
Risposte che, se da una parte danno ragione al suo sesto senso di poliziotto caparbio, intuitivo, che spesso utilizza metodi d'indagine "alternativi" e che, in questa situazione, non si era "accontentato" di come il caso fosse stato risolto, dall'altra gli mettono addosso l'amara sensazione che far trionfare la verità potrebbe non essere davvero la cosa più giusta...

Le indagini non ufficiali portate avanti da Vito si intrecciano con le vite di altri uomini, coinvolti nella vicenda in modi e per ragioni molto differenti.

In un frantoio in disuso, a pochi chilometri di distanza da Bari, un giovanotto di nome Nicola Greco si risveglia dopo aver vissuto una delle esperienze più brutte della sua vita: qualcuno lo ha rapito due giorni prima ma egli non ha idea né di chi si tratti né del perché... 

Il suo migliore amico, Daniel Basile, figlio di un pregiudicato della zona, sta cercando di riscattarsi agli occhi del padre - che non si fida del ragazzo, giudicandolo inaffidabile e incapace di seguirlo negli "affari" -  attraverso la collaborazione con uno spacciatore albanese di nome Bledar, che sembra volergli vendere della "roba" davvero buona. 

E infine Luca Torre, un uomo il cui unico desiderio è uccidere e nulla e nessuno può distoglierlo dal suo obiettivo.
Perché a muoverlo e motivarlo è la sete di vendetta.

Queste persone sono legate da un filo sottile e inestricabile che, nell'arco di sette giorni, terrà il lettore attento e coinvolto guidandolo a mettere insieme e ordinatamente tutti i tasselli dell'enigmatico puzzle che gli si profila davanti dal primo momento.

"Conto alla rovescia" è un thriller molto particolare e atipico perché si serve di un meccanismo narrativo intrigante e capace di infondere suspense e mistero presentando le vicende a partire... dalla fine e non dall'inizio!

Sì, avete capito bene: si parte dal finale per arrivare, di capitolo in capitolo e seguendo le vicissitudini di ciascuno dei personaggi principali, al punto in cui tutto è iniziato, chiudendo così il cerchio.

In questo viaggio alla rovescia, veniamo immersi nel territorio di Bari e provincia, muovendoci tra la città e le frazioni e i casolari attorno; ad ogni cambio di location, l'attenzione si sposta sull'uno o sull'altro degli uomini coinvolti a vario titolo nell'indagine seguita da Amoruso, il che ci permette di volta in volta di focalizzare la nostra attenzione su ognuno di essi, facendo caso ai loro movimenti, alle loro interazioni, ricordando sempre che stiamo procedendo al contrario, per cui quello che viene narrato prima è la conseguenza di ciò che segue (e che si è già verificato).

Detta così, potrebbe sembrare disorientante e complicato ma la lettura in realtà procede fluida e senza intoppi, grazie ai capitoli brevi (anch'essi indicati "al contrario"), al ritmo sempre dinamico e incalzante, alla scrittura asciutta ed essenziale, con descrizioni (ad esempio delle ambientazioni) mai dispersive ma, anzi, precise e utili a creare l'immagine nella mente del lettore, così da guidarlo nel porre attenzione ai punti focali della storia.

I personaggi ne escono tratteggiati in modo coerente in base al loro ruolo: se di alcuni (come Amoruso o Daniel) inquadriamo più in fretta peculiarità e tratti di personalità, altri appaiono inizialmente più enigmatici e misteriosi, per ragioni che ovviamente diverranno palesi andando avanti.

Amoruso è il numero uno nel proprio campo, è scrupoloso, intuitivo e, se serve e pur di vederci chiaro, è disposto anche a prendere iniziative personali, malgrado sia consapevole di non incontrare l'approvazione dei suoi superiori.
Interessante il personaggio di Bledar, che parte in sordina per poi regalarci sorprese; la giustizia - rappresentata da Amoruso - si scontra necessariamente con la malavita organizzata (barese) ma anche con le condotte dei singoli, alcuni dei quali agiscono in maniera incosciente senza considerare le conseguenze delle proprie azioni.

Il fatto che la narrazione proceda "dalla fine all'inizio" crea sicuramente tensione e accende la curiosità poiché si desidera sciogliere ogni nodo, rispondere ai perché che affiorano man mano che si va avanti (o indietro, a voler essere pignoli) e mette il lettore nella condizione di prestare una maggiore attenzione per far caso anche ai dettagli.

Un romanzo che ho letto con vivo interesse e coinvolgimento grazie alla sua struttura particolare e alla capacità degli autori di tenere sempre alta l'attenzione sui comportamenti dei personaggi, cercando di capire cosa possa aver visto Amoruso, nel capitolo iniziale, da renderlo entusiasta e dubbioso allo stesso tempo.

Assolutamente consigliato, è un libro scritto molto bene e appassionante.

4 commenti:

  1. Ciao Angela, la narrazione al contrario mi intriga molto perché inusuale.
    Un abbraccio 😘

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    1. è di certo la caratteristica principale.
      ciao Fra :))

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  2. Ciao Angela, recensione intrigante! Mi piacerebbe scoprire l'inganno nascosto tra le pagine di questo thriller. Con lo sguardo rivolto al passato, procedendo al contrario, questo romanzo a quattro mani sembra proprio una bella lettura. Un caro saluto :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz