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lunedì 16 aprile 2012

Alice all'inferno di Jane Elliott - recensione

Ed. Newton Compton
Collana Nuova Narrativa Newton
Trad. di C. De Caro
285 pp
14.90 euro
2009


Ecco uno di quei romanzi che leggi con la consapevolezza che si sta trattando di una storia reale, di qualcosa di squallido e doloroso che purtroppo viene vissuto da tanti minori, nel mondo, e che troppe volte non trova nessuno pronto a "salvare" queste piccole anime.

ALICE ALL'INFERNO
di Jane Elliott

Trama
Per la piccola Dani Sinclair la vita non è mai stata facile.
 La fredda notte d'inverno in cui è venuta al mondo, sua madre, un'adolescente dal passato doloroso, è scomparsa senza neppure curarsi di lasciare un nome alla bambina. 
Dodici anni dopo, la mancanza di amore ha trasformato Dani in una ragazzina timida e solitaria.
 A seguito delle violenze subite dalla madre adottiva, Dani viene portata in un istituto, dove continua a soffrire finché, spaventata e tormentata dagli altri bambini, decide di fuggire lasciandosi alle spalle tutto l'odio che la circonda. 
Davanti a lei, soltanto le strade di Londra. E la necessità di chiedere l'elemosina per sopravvivere. Quando tutto sembra perduto, all'improvviso, un estraneo le offre una via d'uscita. 
Dani accetta ma non ci vorrà molto perché l'uomo le mostri il suo volto brutale. 
Così una ragazzina di dodici anni sprofonda nel mondo sordido e maledetto della prostituzione minorile: un inferno di abusi e droga pronto a punire nel più crudele dei modi chiunque osi solo pensare di ribellarsi alle sue leggi mostruose. 
Una storia toccante e dolorosa scritta da un'autrice che, nella vita reale, ha subito le stesse violenze a cui è costretta Dani ma che, malgrado tutto, non ha mai avuto paura di fare i conti con il lato perverso della realtà. 

RECENSIONE

Avete mai letto ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE di Lewis Carroll?

Ebbene, questo libro narra di esperienze che di favolistico non hanno proprio nulla.

È un libro crudo, “tosto”, vero; fin troppo vero.

Si apre con una ragazzina, Hayley Clark, che vive con i propri genitori che non l’amano e non si curano di lei; è incinta di 5 mesi, dopo essere stata stuprata da due ragazzi sconosciuti che l’hanno fatta ubriacare proprio con l’obiettivo di stuprarla.

Hayley è terrorizzata ma trova la forza di andare in ospedale e partorire; ma lì è costretta, piccola com’è, a prendere la decisione dura e drammatica di lasciare sua figlia in ospedale e andar via, sperando la piccola sopravviva e abbia un futuro migliore.

Ma così non è: dodici anni dopo ritroviamo la figlioletta - Dani Sinclair -, che ha vinto la battaglia più dura con la vita, ma non ha avuto molta fortuna con la famiglia adottiva: la madre adottiva non l’ama, anzi supplica l’assistente sociale di liberarla dal peso di Dani...!

L’emozione più frequente che ho provato leggendo il libro è stata la rabbia mista all’incredulità: è incredibile come una bambina di 12 anni possa incontrare gente tanto malvagia sulla propria strada; proprio lei, così dolce, timida, ingenua... si trova davanti una madre frustrata, infelice, che la detesta; la sorella adottiva Rebecca, dispettosa e malevola; le amiche di scuola, i ragazzi di Linden Lodge, Baxter... tutti non hanno che disprezzo e crudeltà verso una creatura senza colpa...

Dani non capisce e soffre: perchè nessuno prova ad amarla? Perchè tutti si divertono a farle del male?

È un susseguirsi di brutte esperienze, di umiliazioni, di solitudine..., fino ad arrivare alla cosa più degradante: la schiavitù..., trovarsi prigioniera di un uomo schifoso che la tratta come spazzatura e la costringe a vendere il proprio corpo a uomini viscidi.

La piccola ed innocente dodicenne è costretta a crescere. In fretta e in modo brutale, violento.

Dopo aver perso la sua innocenza di bimba, sotto la minaccia di un coltello, “Dani Sinclair riemerse da quella doccia completamente diversa. Si rese conto di vedere il mondo con occhi nuovi. Non più quelli di una bambina. Capì dove si trovava, capì cosa stava succedendo, capì che quest’incubo, in cui si era cacciata da sola, con le sue azioni sconsiderate, non avrebbe mai avuto fine”.

Intanto, la sua vera madre, Hayley, non ha smesso di pensare a lei, anzi ha preso a cercarla e purtroppo sarà messa davanti alla dura realtà: la sua bambina non è affatto felice..., sa solo il suo nome, ha una sua foto.., non sa dove cercarla: sa soltanto che dalle sue viscere, dal profondi di se stessa, una voce urla dentro fino a lacerarle l’anima: la voce di una creatura che, come dodici anni prima, quando è nata, si ritrova a lottare per sopravvivere in un mondo ostile che vorrebbe soffocarla.
Ma una piccola luce di speranza continua ad essere accesa e, almeno questa volta, non si spegnerà.

È un libro-documento, che ci mette davanti alla realtà di tanti adolescenti che, anche in un’Europa “civile” ed evoluta come la nostra, continuano ad essere trattati come merce di scambio, come oggetti del sesso e questo sotto gli occhi di una società che ignora, che non vuol vedere, che chiude occhi e orecchie di fronte alle atrocità commesse verso i minori.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz