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lunedì 16 aprile 2012

Recensione di un classico: IL MULINO SULLA FLOSS




Il mulino sulla Floss

Il mulino sulla Floss è un romanzo pubblicato nel 1860 e scritto da George Eliot (pseudonimo della scrittrice di Mary Ann Evans) e che rientra a pieno titolo nella schiera dei “grandi romanzi dell’800”.
La Eliot focalizza tutta la propria attenzione sulla protagonista, Maggie, attorno alla quale ruotano gli altri personaggi, più o meno importanti: ci sono gli inetti genitori, l’amato fratello Tom, cui Maggie è legatissima e obbedisce devotamente, c’è Philip, l’amico dolente, Stephen, l’amante rapinoso, l’amorevole cugina Lucy.
C’è molto amore nel romanzo, ma quello supremo è l’amore di Maggie per Tom, che vince sopra ogni altro.
Maggie è una bambina intelligente, vivace, sensibile, ma anche disordinata, e lo rimarrà sempre; anzi, diciamo pure che sarà proprio la sua intelligenza e vivacità a renderla “diversa” rispetto ai canoni di allora. Anche quando vorrebbe, non riesce ad obbedire; come ad esempio., quando si innamora di chi non dovrebbe – ovvero del figlio dell’acerrimo nemico del padre.

Lei, in verità, si innamora di Philip semplicemente perché Philip è infelice, deforme e gobbo. L’amore che lei prova per Philip è la prova di quanto lei abbia bisogno d’amore.
Tom ha 16 anni e Maggie13 quando il  padre finisce in fallimento e si ammala; per la colpa paterna entrambi decadono dalla iniziale felicità e precipitano nella valle dell’umiliazione.
Ma mentre Tom ha in mano lo strumento della riscossa – lavorerà, rifarà il denaro che serve, risorgerà - , Maggie non può pretendere nulla, a volte le pare addirittura di non aver diritto alla gioia, alla felicità, all’amore, a un uomo.
Ma nonostante questi timori, si lascia andare con Stephen Guest: bello, ricco, buono, l’unico uomo per il quale lei sia una donna, l’unico che lei potrebbe amare come un uomo.
Stephen è l’amante e vorrebbe diventare lo sposo e perciò la rapisce: non solo, la desidera, ma la rispetta, la ama devotamente e Maggie per una notte gli cede, poi lo respinge.
Ma non è questa, probabilmente, la tragedia peggiore..., quella arriverà dopo e sarà la Naturastessa – attraverso la forza irruente dell’acqua – a insorgere e a decidere del destino di due fragili creature...

E’ un romanzo che mi ha coinvolto molto dal punto di vista emotivo; ha uno stile delicato, poetico e suggestivo, tipico della sensibilità della Eliot, con il suo modo profondo di descriverci le varie personalità dei personaggi, facendoci entrare a piccoli passi nel loro mondo, nei loro sentimenti, tanto da renderceli, a fine romanzo, familiari...

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz