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lunedì 30 giugno 2014

Recensione L'AMORE CONTA di Carmen Laterza



Seconda recensione di oggi!!!

L’amore conta
di Carmen Laterza

Genere: Romanzo

Target: Femminile

Editore: Carmen LaTerza
Pag: 266
Formato Kindle EUR 2,99 
Formato Cartaceo EUR 10,90

E se tradire fosse necessario? 
Se servisse davvero a capire che in fin dei conti si tradisce solo ciò che si ama?

Sinossi

Irene ha 38 anni, è sposata da due anni e vive nell’operoso Nordest di Poredenone. 
Lei e Luca non hanno figli e la loro vita agiata sembra scivolare via, giorno dopo giorno, senza lasciare traccia. 
Inquieta e alla ricerca di una scossa emotiva Irene una notte decide di iscriversi a Meetic, un sito di incontri. 
Inizierà così una lunga serie di appuntamenti con gli uomini più disparati, lasciandosi conquistare dalle loro storie e dai loro corpi. 
Ma Irene ha un passato che capitolo dopo capitolo si intreccia alla sua storia presente. 
Il primo incontro con Luca, l’inizio della loro storia, la scoperta dell’esistenza di una figlia avuta da Luca da un precedente matrimonio e per anni rifiutata, fino al loro matrimonio e al viaggio di nozze. 
Un passato che si alterna a un presente fatto di incontri con uomini superficiali, e perverse avventure. 
Un percorso, quello di Irene, che parte dall’inquietudine esistenziale, scivola nel cinismo e finisce nel tradimento. 
Sarà l’amore a salvarla, quello che si prova per gli altri e per se stessi, perché nella vita “l’amore conta, e sa contare”.



L’autrice
Carmen Laterza, è nata nel 1974 a Pordenone, dove vive e lavora come Dirigente Scolastico. Laureata in Lettere ha recentemente autopubblicato il saggio musicologico I duetti d’amore nelle opere di Giuseppe Verdi. L’Amore conta è il suo primo romanzo
.

COSA NE PENSATE?
MI SEMBRA CHE LA TRAMA SIA MOLTO ATTUALE: L'INQUIETUDINE CHE ACCOMPAGNA IL NOSTRO TEMPO, IL SENSO DI INSODDISFAZIONE CUI NON SAPPIAMO DARE UN NOME E CHE CI SPINGE VERSO SCELTE NON SEMPRE GIUSTE...


recensione

Irene ha 17 anni la prima volta che si perde, durante un’escursione con gli scout nel bosco; pur avendo una mappa del sentiero da seguire e, soprattutto, pur avendo la convinzione ferma che il sentiero che sta percorrendo sia quello giusto.
Ma così non è e quando comprende di essersi persa, la sensazione di smarrimento e confusione è tale da lasciarla sgomenta.
E questa sensazione di confusione e di perdita l’accompagnerà per tantissimi anni, durante tutta la sua gioventù.
Irene ha 38 anni, ormai, ed è sposata con Luca già da qualche anno; stanno bene economicamente, non hanno figli per scelta di coppia, lavorano entrambi e conducono una vita tranquilla, fatta di uscite e cene con gli amici,  il Natale trascorso ogni anno a casa dei genitori di lui…. Insomma una vita matrimoniale … normale!
Ma di notte, a un certo punto, la bella e scontenta Irene – che sbuffa davanti alla normalità e alla routine di una vita che non le offre più alcuno stimolo – decide di iscriversi al sito per incontri “Meetic”.

Come mai? Forse Irene è in cerca di un’avventura extra matrimoniale?

Irene non desidera tanto la tresca con qualche uomo interessante conosciuto in chat, quanto il voler dare a se stessa un input diverso, eccitante, che la sorprenda, la coinvolga emotivamente, la faccia sentire viva.
Di nascosto dal marito, quindi, inizia a fare conoscenza con alcuni uomini della chat, ma inizialmente non sarà fortunata e i più strani sembrano aspettare solo lei…!
“Meetic” e la ricerca di conoscenze maschili al di fuori di Luca saranno solo il segnale più evidente di un senso di insoddisfazione e infelicità che la donna cova già da diverso tempo.

Irene non è realizzata, eppure non le manca nulla! Almeno in apparenza.

Luca è un buon marito, premuroso, innamorato, simpatico, attaccato alla famiglia, con un buon lavoro; certo, l’argomento “figli” è tabù, off limits: lui non ne vuole e c’è una ragione per questa scelta…, ma la cosa non ha mai dato a Irene troppi pensieri.

Forse perché lei stessa non sente di possedere uno spiccato istinto materno, o forse perché in lei vi è uno spirito ribelle, anticonformista e anticonvenzionale, bramoso di libertà, indipendenza, che andrebbero a farsi benedire con l’arrivo di un figlio (già il marito a volte le sembra un cappio al collo troppo stretto e soffocante!).
Del resto, ha la sua migliore amica, Anna, come esempio: amiche da anni, si vogliono bene, si sostengono, si ascoltano e consigliano, ci sono sempre l’una per l’altra…, ma purtroppo ognuno prende la sua strada e Anna ha imboccato quella, tranquilla e serena, della famiglia felice, con marito e due figli.
,
Irene sente che nella vita della sua amica non c’è più quel posto esclusivo che lei e la loro amicizia hanno sempre avuto e questo la delude.
Ma è troppo orgogliosa per ammetterlo ed è troppo testarda per chiedere aiuto.
Perché Irene ha bisogno di aiuto, ma non lo sa.

Il senso di inutilità, di ovvietà e banalità, che lei avverte come prepotente nelle proprie giornate, la sta soffocando e lei sente che deve ribellarsi; prima che sia troppo tardi, prima che quella fiammella di vitalità si spenga definitamente, smorzata da un ritmo di vita che è sempre uguale, monotono, grigio, senza significa, finto.

“L’amore conta” è un romanzo in cui la protagonista parte da un desiderio che, di per sé, è legittimo e forse riguarda ognuno di noi, nella nostra esistenza: dare un senso alla propria esistenza, capire se finora l’ha avuto o meno; chiedersi chi siamo veramente, se stiamo recitando una parte che altri hanno preparato per noi a tavolino o se riusciamo davvero ad essere noi stessi; cercare delle risposte che ci indichino se stiamo o meno seguendo il sentiero giusto, quello che conduce alla felicità, alla realizzazione vera di noi stessi o se in realtà ci siamo arenati in una gabbia dorata, fatta di una tranquillità senza senso.

Quale prezzo è disposta a pagare Irene, sulla soglia dei 40 anni, per ritrovare se stessa?

Se è vero che si sta stancando di indossare la maschera della “moglie borghese”, che fa sorrisini di facciata alla suocera perfetta, che si limita a fare  fredde visite di cortesia a un padre assente da sempre.., che ascolta con finto interesse le incombenze quotidiane di un’amica “moglie e mamma devota”, che dice sì o no a un marito sì dolce e innamorato, ma fin troppo cieco e convinto che tutto vada sempre bene e che non c’è nulla da mettere in discussione nell’ambito del matrimonio…, è anche vero che il mondo, fuori dal bozzolo rassicurante della famiglia, non offre maschere migliori.

Forse saranno maschere più eccitanti, dal gusto trasgressivo, che contribuiscono a creare quell’alone di curiosità e a solleticare fantasie e sensazioni nuove…., ma queste stesse mascherine possono rivelarsi pericolose.

In ogni essere umano può nascondersi un lato oscuro, in cui dormono pulsioni ed istinti che attendono di essere svegliati e soddisfatti…, e ognuno decide in che modo assecondarli, soffocarli, “modificarli” in base alle esperienze, alle persone incontrate, ai progetti di vita che man mano ci creiamo.
Ebbene, la domanda cui questo libro ci chiede di rispondere è: a volte un tradimento, una “fuoriuscita dai binari dell’apaticità e dell’abitudinarietà” di un matrimonio senza sorprese e stimoli (ma è poi vero?), può avere effetti positivi sulla coppia? Può far svegliare i due dal torpore, da quella certezza indolente di chi crede di aver raggiunto la stabilità desiderata e di non dover più far nulla per alimentare l’amore (in tutti i suoi aspetti)?

Ciascun lettore potrà farsi la sua idea in merito, ma mi sembra giusto considerare l’altra parte della medaglia.

Non è che a volte, il senso di insoddisfazione, la voglia di cambiamento a tutti i costi, è solo un escamotage per sfuggire alle proprie responsabilità, ai valori e alle promesse che ci hanno portati a dire “sì” al nostro partner (col matrimonio, ma anche in una convivenza stabile), impegnandoci a costruire e rinsaldare ogni giorno una relazione solida, importante, fondata su amore, rispetto, fedeltà, sincerità, ecc..?
Io credo che oggi sia sempre più diffusa l’incapacità di impegnarsi in legami duraturi e che alla base ci sia il non voler assumersi delle responsabilità serie, il rifiuto di “crescere”, maturare, e di farlo con una (sola) persona accanto.
Irene è una donna “complessa”, dal carattere difficile: da una parte ci appare forte, volitiva, determinata, con un forte senso pratico, poco propensa a smancerie; dall’altra, nasconde una parte fragile, resa tale da conflitti non risolti ai quali lei risponderà a muso duro, decidendo di indossare 

mascherine ambigue, che forse nasconderanno il suo volto ma che metteranno a nudo quella parte di sé “nera”, di cui non era a conoscenza e che potrebbe  o condurla verso quella “libertà” tanto desiderata… o verso il baratro di una pseudo indipendenza che è invece solitudine, incomprensione, malessere, odio, rancore.


Forse Irene dovrà toccare il fondo per comprendere che solo “l’amore conta e sa contare” e che in esso non c’è nulla di scontato e banale, se viene nutrito e valorizzato giorno per giorno?

Questo romanzo di Carmen Laterza  - e per la cui lettura ringrazio Elisabetta Tranchina – mi è piaciuto e l’ho letto con molta scorrevolezza: il linguaggio e lo stile sono essenziali, aderenti alla realtà da cui si parte, ci sembra di scorrere le scene di un film, tanto sono vivide e realistiche le situazioni presentate, i personaggi, i dialoghi.
L’Autrice ha una buona ed efficace proprietà di linguaggio e riesce ad immergere il lettore nella vita di Irene, facendoci saltare – senza essere disconnessa – da un piano temporale all’altro (dall’oggi a “qualche anno prima”), tratteggiando bene tanto la protagonista (con i suoi trascorsi, il suo passato, e mostrandoci anche i suoi cambiamenti, i sentimenti, i dubbi….) quanto gli altri personaggi attorno a lei.
Ammetto che in certi frangenti non ho amato molto Irene, ma forse perché sono più simile ad Anna, però si giunge all’ultima pagina del libro desiderosi di capire se alla fine la prima donna ha trovato o no il sentiero giusto e se, al termine di esso, ha ritrovato se stessa.

“L’amore conta” accende i riflettori su realtà vicine a noi, terribilmente attuali, seguendo, attraverso Irene, i tentativi che oggi tante persone, che sono o si sentono sole e vuote, intraprendono per sentirsi meglio, vive, realizzate, “stimolate”; e ci dice anche che tante volte, dietro questi tentativi (come può essere quello di cercare compagnia attraverso una chat, un profilo e una foto su un sito per incontri) si nascondono tante solitudini…, ma anche tante perversioni, e che spesso la felicità e il senso di ciò che siamo non vanno ricercati in esperienze trasgressive ed estreme, perché ci sono più vicini di quanto pensiamo (proprio lì, dove credevamo fossero rimasti invece i rimasugli di noi…).

Consigliato,  soprattutto a chi privilegia la lettura di storie realistiche, se vogliamo, un po’ crude (a un certo punto, ci saranno scene di sesso un po’ forti), in cui viene fuori anche il “torbido” che l’essere umano nasconde in sé.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz