Seconda recensione di oggi!!!
L’amore conta
di Carmen Laterza
di Carmen Laterza
Genere: Romanzo
Target: Femminile
Editore: Carmen LaTerza
Pag: 266
Formato Kindle EUR 2,99
Formato Cartaceo EUR 10,90
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E se tradire fosse necessario?
Se servisse davvero a capire che in fin dei conti si tradisce solo ciò che si ama?
Irene ha 38 anni, è sposata da due anni e vive nell’operoso Nordest di Poredenone.
Lei e Luca non hanno figli e la loro vita agiata sembra scivolare via, giorno dopo giorno, senza lasciare traccia.
Inquieta e alla ricerca di una scossa emotiva Irene una notte decide di iscriversi a Meetic, un sito di incontri.
Inizierà così una lunga serie di appuntamenti con gli uomini più disparati, lasciandosi conquistare dalle loro storie e dai loro corpi.
Ma Irene ha un passato che capitolo dopo capitolo si intreccia alla sua storia presente.
Il primo incontro con Luca, l’inizio della loro storia, la scoperta dell’esistenza di una figlia avuta da Luca da un precedente matrimonio e per anni rifiutata, fino al loro matrimonio e al viaggio di nozze.
Un passato che si alterna a un presente fatto di incontri con uomini superficiali, e perverse avventure.
Un percorso, quello di Irene, che parte dall’inquietudine esistenziale, scivola nel cinismo e finisce nel tradimento.
Sarà l’amore a salvarla, quello che si prova per gli altri e per se stessi, perché nella vita “l’amore conta, e sa contare”.
L’autrice
Carmen Laterza, è nata nel 1974 a Pordenone, dove vive e lavora come Dirigente Scolastico. Laureata in Lettere ha recentemente autopubblicato il saggio musicologico I duetti d’amore nelle opere di Giuseppe Verdi. L’Amore conta è il suo primo romanzo.
BookTrailer: www.youtube.com/watch?v=jmwmBtEE4OI
Video virale: www.youtube.com/watch?v=cKWrFWnEHlA
L’autrice
Carmen Laterza, è nata nel 1974 a Pordenone, dove vive e lavora come Dirigente Scolastico. Laureata in Lettere ha recentemente autopubblicato il saggio musicologico I duetti d’amore nelle opere di Giuseppe Verdi. L’Amore conta è il suo primo romanzo.
COSA NE PENSATE?
MI SEMBRA CHE LA TRAMA SIA MOLTO ATTUALE: L'INQUIETUDINE CHE ACCOMPAGNA IL NOSTRO TEMPO, IL SENSO DI INSODDISFAZIONE CUI NON SAPPIAMO DARE UN NOME E CHE CI SPINGE VERSO SCELTE NON SEMPRE GIUSTE...
recensione |
Irene ha 17 anni la prima volta che si perde, durante
un’escursione con gli scout nel bosco; pur avendo una mappa del sentiero da
seguire e, soprattutto, pur avendo la convinzione ferma che il sentiero che sta
percorrendo sia quello giusto.
Ma
così non è e quando comprende di essersi persa, la sensazione di smarrimento e
confusione è tale da lasciarla sgomenta.
E
questa sensazione di confusione e di perdita l’accompagnerà per tantissimi
anni, durante tutta la sua gioventù.
Irene
ha 38 anni, ormai, ed è sposata con Luca
già da qualche anno; stanno bene economicamente, non hanno figli per scelta di
coppia, lavorano entrambi e conducono una vita tranquilla, fatta di uscite e
cene con gli amici, il Natale trascorso
ogni anno a casa dei genitori di lui…. Insomma una vita matrimoniale … normale!
Ma
di notte, a un certo punto, la bella e scontenta Irene – che sbuffa davanti alla
normalità e alla routine di una vita che non le offre più alcuno stimolo
– decide di iscriversi al sito per incontri “Meetic”.
Come
mai? Forse Irene è in cerca di un’avventura extra matrimoniale?
Irene
non desidera tanto la tresca con qualche uomo interessante conosciuto in chat,
quanto il voler dare a se stessa un input
diverso, eccitante, che la sorprenda, la coinvolga emotivamente, la faccia
sentire viva.
Di
nascosto dal marito, quindi, inizia a fare conoscenza con alcuni uomini della
chat, ma inizialmente non sarà fortunata e i più strani sembrano aspettare solo
lei…!
“Meetic”
e la ricerca di conoscenze maschili al di fuori di Luca saranno solo il segnale
più evidente di un senso di
insoddisfazione e infelicità che la donna cova già da diverso tempo.
Irene
non è realizzata, eppure non le manca nulla! Almeno in apparenza.
Luca
è un buon marito, premuroso, innamorato, simpatico, attaccato alla famiglia,
con un buon lavoro; certo, l’argomento “figli” è tabù, off limits: lui non ne
vuole e c’è una ragione per questa scelta…, ma la cosa non ha mai dato a Irene
troppi pensieri.
Forse
perché lei stessa non sente di possedere uno spiccato istinto materno, o forse perché in lei vi è uno spirito
ribelle, anticonformista e anticonvenzionale, bramoso di libertà, indipendenza,
che andrebbero a farsi benedire con l’arrivo di un figlio (già il marito a
volte le sembra un cappio al collo troppo stretto e soffocante!).
Del
resto, ha la sua migliore amica, Anna, come
esempio: amiche da anni, si vogliono bene, si sostengono, si ascoltano e
consigliano, ci sono sempre l’una per l’altra…, ma purtroppo ognuno prende la
sua strada e Anna ha imboccato quella, tranquilla e serena, della famiglia
felice, con marito e due figli.
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Ma
è troppo orgogliosa per ammetterlo ed è troppo testarda per chiedere aiuto.
Perché
Irene ha bisogno di aiuto, ma non lo sa.
Il
senso
di inutilità, di ovvietà e banalità, che lei avverte come prepotente
nelle proprie giornate, la sta soffocando e lei sente che deve ribellarsi;
prima che sia troppo tardi, prima che quella fiammella di vitalità si spenga
definitamente, smorzata da un ritmo di vita che è sempre uguale, monotono,
grigio, senza significa, finto.
“L’amore
conta” è un romanzo in cui la protagonista parte da un desiderio che, di per
sé, è legittimo e forse riguarda ognuno di noi, nella nostra esistenza: dare un senso alla propria esistenza,
capire se finora l’ha avuto o meno; chiedersi chi siamo veramente, se stiamo
recitando una parte che altri hanno preparato per noi a tavolino o se riusciamo
davvero ad essere noi stessi; cercare delle risposte che ci indichino se stiamo
o meno seguendo il sentiero giusto, quello che conduce alla felicità, alla
realizzazione vera di noi stessi o se in realtà ci siamo arenati in una gabbia
dorata, fatta di una tranquillità senza senso.
Quale prezzo è disposta a pagare Irene,
sulla soglia dei 40 anni, per ritrovare se stessa?
Se
è vero che si sta stancando di indossare la maschera della “moglie borghese”,
che fa sorrisini di facciata alla suocera perfetta, che si limita a fare fredde visite di cortesia a un padre assente
da sempre.., che ascolta con finto interesse le incombenze quotidiane di
un’amica “moglie e mamma devota”, che dice sì o no a un marito sì dolce e
innamorato, ma fin troppo cieco e convinto che tutto vada sempre bene e che non
c’è nulla da mettere in discussione nell’ambito del matrimonio…, è anche vero
che il
mondo, fuori dal bozzolo rassicurante della famiglia, non offre maschere
migliori.
Forse
saranno maschere più eccitanti, dal gusto trasgressivo, che contribuiscono a
creare quell’alone di curiosità e a solleticare fantasie e sensazioni nuove….,
ma queste stesse mascherine possono rivelarsi pericolose.
In
ogni essere umano può nascondersi un lato
oscuro, in cui dormono pulsioni ed istinti che attendono di essere
svegliati e soddisfatti…, e ognuno decide in che modo assecondarli, soffocarli,
“modificarli” in base alle esperienze, alle persone incontrate, ai progetti di
vita che man mano ci creiamo.
Ebbene,
la domanda cui questo libro ci chiede di rispondere è: a volte un tradimento, una “fuoriuscita dai binari dell’apaticità e
dell’abitudinarietà” di un matrimonio senza sorprese e stimoli (ma è poi
vero?), può avere effetti positivi sulla
coppia? Può far svegliare i due dal torpore, da quella certezza indolente
di chi crede di aver raggiunto la stabilità desiderata e di non dover più far
nulla per alimentare l’amore (in tutti i suoi aspetti)?
Ciascun
lettore potrà farsi la sua idea in merito, ma mi sembra giusto considerare
l’altra parte della medaglia.
Non
è che a volte, il senso di insoddisfazione, la voglia di cambiamento a tutti i
costi, è solo un escamotage per sfuggire
alle proprie responsabilità, ai valori e alle promesse che ci hanno portati
a dire “sì” al nostro partner (col matrimonio, ma anche in una convivenza
stabile), impegnandoci a costruire e rinsaldare ogni giorno una relazione solida,
importante, fondata su amore, rispetto, fedeltà, sincerità, ecc..?
Io
credo che oggi sia sempre più diffusa l’incapacità di impegnarsi in legami
duraturi e che alla base ci sia il non
voler assumersi delle responsabilità serie, il rifiuto di “crescere”,
maturare, e di farlo con una (sola) persona accanto.
Irene
è una donna “complessa”, dal carattere difficile: da una parte ci appare forte,
volitiva, determinata, con un forte senso pratico, poco propensa a smancerie;
dall’altra, nasconde una parte fragile, resa tale da conflitti non risolti ai
quali lei risponderà a muso duro, decidendo di indossare
mascherine ambigue, che forse
nasconderanno il suo volto ma che metteranno a nudo quella parte di sé “nera”,
di cui non era a conoscenza e che potrebbe
o condurla verso quella “libertà” tanto desiderata… o verso il baratro
di una pseudo indipendenza che è invece solitudine, incomprensione, malessere,
odio, rancore.
Forse Irene dovrà toccare il fondo per
comprendere che solo “l’amore conta e sa contare” e che in esso non c’è nulla
di scontato e banale, se viene nutrito e valorizzato giorno per giorno?
Questo
romanzo di Carmen Laterza - e per la
cui lettura ringrazio Elisabetta Tranchina – mi è piaciuto e l’ho letto con
molta scorrevolezza: il linguaggio e lo stile sono essenziali, aderenti alla
realtà da cui si parte, ci sembra di scorrere le scene di un film, tanto sono
vivide e realistiche le situazioni presentate, i personaggi, i dialoghi.
L’Autrice
ha una buona ed efficace proprietà di linguaggio e riesce ad immergere il
lettore nella vita di Irene, facendoci saltare – senza essere disconnessa – da
un piano temporale all’altro (dall’oggi a “qualche anno prima”), tratteggiando
bene tanto la protagonista (con i suoi trascorsi, il suo passato, e mostrandoci
anche i suoi cambiamenti, i sentimenti, i dubbi….) quanto gli altri personaggi
attorno a lei.
Ammetto
che in certi frangenti non ho amato molto Irene, ma forse perché sono più
simile ad Anna, però si giunge all’ultima pagina del libro desiderosi di capire
se alla fine la prima donna ha trovato o no il sentiero giusto e se, al termine
di esso, ha ritrovato se stessa.
“L’amore
conta” accende i riflettori su realtà vicine a noi, terribilmente attuali,
seguendo, attraverso Irene, i tentativi che oggi tante persone, che sono o si
sentono sole e vuote, intraprendono per sentirsi meglio, vive, realizzate,
“stimolate”; e ci dice anche che tante volte, dietro questi tentativi (come può
essere quello di cercare compagnia attraverso una chat, un profilo e una foto
su un sito per incontri) si nascondono tante solitudini…, ma anche tante
perversioni, e che spesso la felicità e il senso di ciò che siamo non vanno
ricercati in esperienze trasgressive ed estreme, perché ci sono più vicini di
quanto pensiamo (proprio lì, dove credevamo fossero rimasti invece i rimasugli
di noi…).
Consigliato, soprattutto a chi privilegia la lettura di
storie realistiche, se vogliamo, un po’ crude (a un certo punto, ci saranno
scene di sesso un po’ forti), in cui viene fuori anche il “torbido” che
l’essere umano nasconde in sé.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz