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domenica 19 settembre 2021

IL MARE DI GAZA - il manifesto per Vittorio Arrigoni

 


IL MARE DI GAZA è una raccolta contenente dodici articoli scritti da Vittorio Arrigoni tra il 2009 e il 2010 e pubblicati su il manifesto e, oltre ad essi, il racconto del sequestro che il 15 aprile 2011 portò all'omicidio di Vittorio, con il lutto mondiale che ne scaturì.

122 pp
"Questo figlio perduto, ma così vivo come forse non lo è stato mai, che come il seme che nella terra marcisce e muore, darà frutti rigogliosi." (Egidia Beretta Arrigoni)

Le parole di Vittorio, riportate in questa pubblicazione, rispecchiano tutto il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, e in un certo senso ci spingono a prendere in mano il testimone da lui lasciato. 
Ci ricordano il motto (e il monito) più famoso di Vik e che deve riecheggiare nelle nostre orecchie e responsabilizzarci: Restiamo umani.

Dai suoi articoli traspare tutta l'empatia e la concreta solidarietà provate da Vittorio al cospetto della sofferenza e della disperazione del milione e mezzo di abitanti che, nella Striscia di Gaza, devono ogni giorno lottare per sopravvivere in quello che è un vero e proprio lager a cielo aperto.

Vik denuncia le ingiustizie, la miseria e la disperazione dei palestinesi - i terreni coltivabili resi inaccessibili o distrutti dall'esercito israeliano, i continui attacchi delle navi da guerra israeliane ai rudimentali vascelli palestinesi.

"Secondo un rapporto della Croce Rossa, il 90% dei 4000 pescatori di Gaza sotto la soglia di povertà, e nella loro battaglia per la sopravvivenza rischiano ogni giorno di venire uccisi navigando oltre il limite delle tre miglia imposto dalla marina israeliana."

E poi il duro lavoro che tocca alle donne (giovani, madri, mogli), che devono prendere il posto di fratelli/mariti/padri che non possono più tirare avanti la famiglia, perchè magari sono stati uccisi o resi inabili, come Madeleine Kulab, la prima pescatrice di Gaza, la sedicenne che è ha dovuto sostituire il  padre, costretto a smettere di fare il pescatore in seguito a una paralisi.

I bambini, anche loro pagano un prezzo, e non da poco: infanzie negate, private di un'istruzione decente, del diritto a cure mediche, costretti a fare lavori duri e pericolosi.

E' a Gaza, Vittorio, quando nel dicembre 2008 iniziano i bombardamenti israeliani dell'operazione «Piombo fuso», l'offensiva militare contro la Striscia che si concluderà il 18 gennaio 2009 e che registrerà un bilancio di circa 1400 palestinesi morti (per due terzi civili).

Vittorio è lì che scrive e racconta ciò che vede, si sposta in ambulanza, parla con le famiglie delle vittime, raccontando dal vivo la risposta israeliana al lancio di razzi nello stato ebraico: esecuzioni mirate che finiscono per uccidere tanti innocenti.


"Ho una videocamera con me, ma sono un pessimo cameraman,
perchè non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime.
Non ce la faccio.
Non riesco perchè sto piangendo anche io.

Ambulanze e sirene in ogni dove,
in cielo continuano a sfrecciare i caccia israeliani con il loro carico di terrore e morte."



Affamato di giustizia, libertà, Vittorio sapeva raccontare con passione la realtà che lo circondava, perché lui Gaza la conosceva e la viveva ogni giorno; faceva suoi i sentimenti di un popolo intero e sapeva comunicarli agli altri.

Vik era innamorato di Gaza e dei palestinesi e da essi era ricambiato, e si è speso per dar loro voce con la speranza di arrivare, così, a tutti quei cittadini del mondo che si dichiarano sensibili alla pace e ai diritti umani, affinché non si limitino a esprimere solidarietà da lontano, ma tramutino le parole in fatti e azioni concrete.

Vittorio a Gaza ha rischiato più di una volta la vita, fino a perderla in modo atroce per mano di un (presunto) gruppo islamico salafita, che lo ha rapito e dopo alcune ore ucciso.

Ma la sua voce, il suo esempio, la sua lotta... restano e perché siano vivi più che mai hanno bisogno di altri "testimoni" che si pongano concretamente accanto agli oppressi, condividendone tragedie, sofferenze e speranze, legittime richieste di diritti. 

“Ci sono esistenze più spendibili di altre, più dedite al sacrificio avendo testato sulla propria pelle tutta la sofferenza del mondo, e non riuscendo a scrollarsela di dosso, si impegnano per prevenirla, lenirla a chi sta più a cuore.
La mia è una di queste esistenze.
Tutto sta nel spenderle per qualcosa d’impagabile, come la lotta per la giustizia, la libertà. Sono convinto che cercare di lenire il dolore di un intero popolo oppresso da più di 60 anni, se è una buona ragione per vivere, lo è anche per morire.”


Nella seconda parte dell'ebook, vi sono le testimonianze di coloro che Vik l'hanno conosciuto da vicino, così come leggiamo le parole di dolore e sgomento di chi ne apprezzava l'impegno umanitario e civile; non mancano i commenti più freddi, distaccati e di circostanza di chi (mondo politico in primis) non aveva e non ha davvero a cuore la sorte dei palestinesi e che non è stato minimamente toccato dalla morte di Vittorio Arrigoni.
Chiudono il libro alcune informazioni sul processo.

Da leggere. Per informarsi, capire e aggiungere la propria voce a quella forte di chi si batte ogni giorno sul campo per difendere chi è oppresso.

6 commenti:

  1. Veramente interessante. Proverò a cercarlo.
    Grazie.

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  2. Una silloge importante per sintetizzare e fermare nel tempo ili pensiero e la figura di Vittorio.

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    1. Vero, le sue parole e il suo impegno sono sempre attuali e vanno ricordati.

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  3. Grazie per la segnalazione. Lo prenderò!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz