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mercoledì 8 giugno 2022

RECENSIONE ★ ★ LE VERITÀ DI MIRACLE CREEK di Angie Kim ★ ★


Questo thriller giudiziario di Angie Kim ruota attorno ad un tragico incidente e al processo che deve condurre ad accertare come si siano svolti i fatti e chi siano i colpevoli; ma arrivare alla verità non sarà semplice perché i personaggi coinvolti racconteranno ciascuno la propria versione, costellata da molte menzogne mescolate a  briciole di verità.
Alla fine si giungerà all'unica spiegazione che risolve ogni interrogativo, che dipana ogni nodo e che, se non rende completamente giustizia alle vittime innocenti, almeno restituisce un po' di serenità a chi non vuol farsi soffocare da bugie solo apparentemente comode e confortanti.


LE VERITÀ DI MIRACLE CREEK
di Angie Kim


Ed. Mondadori
trad. M. Gardella
384 pp
20 euro
Gennaio 2022
Pak e Young Yoo sono marito e moglie, hanno una figlia diciassettenne (Mary) e provengono dalla Corea del Sud; sono arrivati negli States per dare alla figlia e maggiori opportunità di costruirsi un futuro migliore.
Per guadagnarsi da vivere, gestiscono una camera iperbarica per l'ossigenoterapia (OTI), un metodo sperimentale nuovo e impiegato per la cura di alcune patologie, tra cui l'autismo e l'infertilità.
Ma a Miracle Creek - una piccola cittadina in Virginia - non tutti accettano e condividono l'uso di questa metodologia e sono pronti a manifestare con foga per palesare il proprio dissenso; in particolare, in quel fatidico pomeriggio del  26 agosto 2008 un gruppo di madri di bambini autistici sono nei pressi del Miracle Submarine (il fienile degli Yoo, che accoglie i pazienti nella camera iperbarica) per alzare la propria voce contro l'OTI, sostenendone la pericolosità (il rischio di incendi è comunque concreto) e anche l'inutilità a livello terapeutico.

Per tenere a bada la folla inferocita affinché non interrompa la corrente di proposito (e con conseguenze negative), Pak decide di occuparsene direttamente, lasciando la moglie Young a gestire i pazienti durante la seduta; un compito che la povera Young non ha mai affrontato da sola...
I timori della donna, sull'infausta eventualità che accada qualcosa di brutto, si concretizzano ed infatti quella sera la camera iperbarica esplode e nel tragico incidente perdono la vita due persone e altre restarono gravemente ferite.

A morire sono una madre (Kitt) e un paziente, il piccolo Henry, figlio di Elizabeth Ward; l'intervento tempestivo di Pak riesce a salvare le vite di altri due pazienti, vale a dire TJ (figlio della povera Kitt), Rosa (la figlia adolescente, gravemente disabile, di Teresa) e il dottor Matt Thompson, che partecipava alle sedute per tentare di risolvere i problemi di infertilità.
La mamma di Henry, Elizabeth, non era presente nel momento in cui esplodeva il macchinario, avendo affidato il bambino alla sorveglianza degli altri genitori mentre lei andava a prendere una boccata d'aria presso il ruscello.
Restano feriti Matt (che perde alcune dita), Pak (che finisce sulla sedia a rotelle) e Mary, che resterà in coma per alcuni mesi.
 
Un anno dopo si sta svolgendo il processo per stabilire le cause e, soprattutto, per trovare il colpevole.
Sì, perché nonostante il rischio di incendi non fosse un'eventualità trascurabile, lo scoppio al Miracle Submarine non è stata una casualità, un fatale incidente: qualcuno l'ha scatenato di proposito.
Chi e perché?

Sotto processo c'è Elizabeth Ward, la madre di Henry.
È accusata di incendio doloso, violenza su minori e tentato omicidio; sin dai primi sopralluoghi è emerso come a causare l’incendio sia stata una sigaretta accesa vicino a dei fiammiferi, collocata all’interno di una pila di rametti sotto un tubo d’ossigeno che, crepandosi, ha fatto uscir fuori l’ossigeno; questi, a contatto con il fuoco e con altre sostanze, ha provocato un’esplosione molto potente, che però non ha impedito di scoprire particolari importantissimi: la marca delle sigarette (Camel) e la presenza di fiammiferi venduti regolarmente nei 7-Eleven della zona.

Sigarette e fiammiferi erano presenti non solo sul luogo della tragedia ma anche presso il ruscello, proprio là dove si era fermata Elizabeth...

È stata lei ad appiccare l'incendio? Quali ragioni avrebbe mai avuto per compiere un'azione deplorevole come questa, che è costata la vita al suo stesso bambino?

E se fossero stati gli stessi coniugi Yoo, decisi a incassare una grossa somma dall'assicurazione? 
Certo è che qualcuno, nei giorni precedenti il fatto, ha chiamato all'assicurazione per chiedere informazioni circa il risarcimento in caso di un incidente alla camera iperbarica: ma chi è stato a fare quella telefonata? Ha davvero a che fare con l'esplosione?

E poi ricordiamoci delle arrabbiatissime manifestanti, pronte a urlare il proprio dissenso contro l'utilizzo della camera iperbarica! E se fossero state loro?

Seguiamo le fasi del processo grazie ad una narrazione corale che ci permette di leggere i fatti da diverse prospettive, vale a dire attraverso i punti di vista di Matt, Mary, Young, Pak, Elizabeth, Teresa e Janine (la moglie di Matt).

Di ciascuno leggiamo la "versione" di ciò che è accaduto, le bugie eventualmente dette, le cose nascoste, i timori, i segreti, e durante le udienze l'Autrice sa come darci pensare di aver capito cosa sia successo davvero e chi sia il responsabile, per poi gettare nuovi interrogativi, nuovi particolari rilevanti che conducono verso un'altra interpretazioni.
Come sempre accade nei romanzi in cui c'è da risalire alla verità attraverso diverse ricostruzioni, sono i dettagli a fare la differenza: sigarette fumate - da chi? - e comperate in un determinato posto; foglietti con su scritti messaggi segreti, tabulati telefonici che testimoniano che sono state fatte specifiche telefonate (ma risalire all'autore non è così automatico).

I dibattiti durante le udienze sono molto coinvolgenti, interrogatori e controinterrogatori fanno sì che determinate ipotesi - che a primo impatto potevano sembrare  plausibili - poi vengano smontate pezzo per pezzo, creando altre domande e gettando ombre su personaggi che sembravano avere un coinvolgimento diverso.

Tra l'adolescente figlia degli Yoo, Mary, e Matt, il medico che seguiva l'OTI per curare l'infertilità, pare ci fosse una relazione, e che Janine l'avesse scoperto: potrebbe essere un fatto collegabile all'incendio?

Young scopre che Pak si stesse attivando per tornare in Corea: e se avesse provocato egli stesso l'incendio per prendere i soldi dell'assicurazione (oltre un milione di dollari) e i ricominciare una nuova vita nella loro nazione?

Ed Elizabeth: può davvero una madre architettare un piano tanto diabolico per liberarsi del proprio figlio autistico e poter finalmente riappropriarsi della propria vita senza più un simile fardello?
Dopotutto, pare che qualcuno ricordi di averla vista trattare molto male il povero Henry e di essere ossessionata dall'idea di fargli provare qualsiasi tipo di terapia per i problemi legati all'autismo.

Procedendo di capitolo in  capitolo (che corrispondono alle singole e personali prospettive dei personaggi principali) veniamo messi davanti alle fragilità, alle paure, alle bugie degli imputati, dell'accusa e dei testimoni; c'è una progressiva rivelazione di segreti e dettagli fondamentali, che ci danno una lettura via via più chiara di chi abbia responsabilità per la morte di due innocenti nella camera iperbarica, e che  ci restituiscono la complessità dei rapporti umani, tra il desiderio di protezione dei propri cari (anche arrivando a mentire e a lasciare che la colpa cada su chi non ha fatto niente) e la voglia di giustizia. 

Angie Kim affronta temi importanti e delicati - prendersi cura di un famigliare con disabilità, conflitti generazionali, difficoltà di integrarsi nel nuovo paese in cui si è emigrati... - e lo fa attraverso una narrazione a più voci, mostrandoci come non sia sempre facile separare la verità dalla menzogna, ma come, anzi:  

"...era proprio quello il nocciolo delle menzogne: inserire qui e là briciole di scomode verità come esche per nascondere il vero tesoro. Com’era facile ancorare le sue bugie a questi frammenti di vulnerabile onestà, poi manipolare i dettagli per rendere la storia credibile."

Mi è piaciuto davvero tanto questo romanzo, è scritto in modo avvincente, accurato, ci presenta in modo efficace i personaggi dal punto di vista emotivo e psicologico (personalmente, su tutti, ho apprezzato molto il personaggio di Young, colei che più di tutti rivela una grande forza morale e un'ammirevole capacità di affrontare la verità e le sue conseguenze anche quando sono dolorose e amare); la narrazione corale, il racconto delle fasi del processo, lo sviscerare ogni dichiarazione dei testimoni, l'introduzione, andando avanti, di elementi nuovi che vanno a fornire ulteriori chiavi di lettura nella ricerca della verità, sono tutti elementi che rendono la lettura trascinante e spingono il lettore a procedere con sempre maggiore interesse per mettere ogni tassello al suo posto.
Lo consiglio assolutamente.


ALCUNE CITAZIONI

"Ogni essere umano era il risultato dell’unione di un’infinità di fattori diversi (...) Gli episodi belli e brutti – ogni nuova amicizia e storia d’amore, ogni incidente, ogni malattia – erano il risultato della combinazione di centinaia di dettagli di per sé insignificanti."

"Han. Non esisteva un termine inglese per tradurre quella parola con precisione. Esprimeva una pena e un rimorso soverchianti, una sofferenza e un desiderio tanto intensi da pervadere l’anima... ma con un accenno di resilienza, di speranza."

"...solo perché era già abbastanza, le cose non potevano peggiorare? La vita non funziona così. Le tragedie non ti rendono immune alle tragedie successive, e la sventura non è distribuita equamente; le disgrazie colpiscono a ondate violente quando meno te l’aspetti."


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz