PAGINE

martedì 16 luglio 2024

ALDA MERINI. LA POETESSA DI TUTTI di Ornella Spagnulo [ RECENSIONE ]



In questo interessante saggio, Ornella Spagnulo (dottoressa di ricerca in Italianistica) prende per mano il lettore e, nel condurlo tra le poesie della "poetessa dei Navigli", gli mostra le tematiche più ricorrenti, gli argomenti più cari ad Alda Merini.


ALDA MERINI. LA POETESSA DI TUTTI
di Ornella Spagnulo


AUGH! Due lune
279 pp
16 euro

Identità, amore, poesia, malattia
(e i conseguenti periodi di ricovero in manicomio) e fede: questi i cinque temi chiave utili per esplorare l'universo poetico meriniano e poterne così ammirare la variegata bellezza e la profondità.

La produzione letteraria della Merini è vasta, si distingue per le numerose sfaccettature e per il suo essere mutevole nel tempo, in base al susseguirsi delle personali esperienze vissute dalla stessa.

Suddiviso in cinque capitoli - tanti quanti sono i temi succitati -, il presente saggio, attingendo alle tante raccolte di Alda Merini, ne analizza le poesie, così da tracciarne un profilo artistico, biografico ed emozionale.

Leggiamo come Alda Merini sia stata una bimba precoce e dall'intelligenza e sensibilità acute, di come sin da giovanissima, sia stata "una donna all'insegna della burrasca" e che abbia prestissimo visto la poesia come uno strumento non solo per difendersi dalla realtà ma, all'occorrenza, anche per "offendere" e per non soccombere nelle tempeste dovute ai tanti momenti complicati che ha attraversato nella propria vita. 

Ricordiamo, infatti, che la poetessa ha sofferto di diverse problematiche fisiche e psicologiche, ad es. l'anoressia, una forma isterica di cecità e, soprattutto, il disturbo bipolare, caratterizzato dall'alternarsi di fasi maniacali e depressive.

Condizioni patologiche che non solo non le hanno impedito di seguire il proprio istinto artistico ma forse, per certi versi, ne sono state "la molla", il terreno fertile, e del resto è risaputo come innumerevoli artisti abbiano sofferto di disturbi dell'umore e come le fasi maniaco-depressive coincidessero di sovente con periodi densi di genio artistico e creatività.

Alda Merini è indubbiamente una poetessa molto amata dai lettori (stralci di poesie e aforismi li vediamo abbondantemente citati un po' ovunque, in web) e questo è da attribuire, tra le altre cose, alla sua grande capacità di scrutare sia dentro sé stessa che dentro gli altri, rifiutando in ogni caso maschere e ipocrisie; potremmo dire che la sua scrittura ha un carattere universale che parte dall'esperienza individuale per poi toccare anche gli altri esseri umani.

Scrivere per la poetessa era un po' come entrare nel profondo della propria anima, immergendosi nell'io profondo: la vita stessa per lei era nulla senza la poesia e con essa coincideva. 

La componente autobiografica è inevitabile nei suoi scritti e da essi viene fuori la sua identità multiforme, il suo spirito fragile e, al contempo, indomito, il suo essere una donna che ama sempre e con passione, nonché l'inevitabile identificarsi con la malattia/follia, che se era sicuramente una "condanna", una cosa negativa, nei suoi fogli scritti a mano diveniva altresì una risorsa in cui non mancava l'ironia, da lei usata per difendersi e per far fronte a quei pensieri, quelle paure, quelle situazioni, quei demoni interiori che, altrimenti, sarebbero state dei pesanti macigni capaci di annientarla.

Nei suoi versi si sente il peso dello stigma sulle malattie mentali, che hanno il potere purtroppo di cancellare le qualità della persona; ma se per tanti le malattie sono qualcosa da  nascondere, Alda Merini al contrario non esitava a menzionare gli anni passati in manicomio come se fossero medaglie. 

La scrittura per Alda aveva un grande valore terapeutico; in fondo, il foglio bianco è stato il suo primo e principale analista. 

La sofferenza andava raccontata e condivisa in quanto poteva essere utile per gli altri disperati che vivevano (o avevano vissuto) condizioni simili a quelle della poetessa perché il dolore faceva e fa da ponte con gli altri affinché non ci si senta soli ed incompresi.


La Merini ha rappresentato il riscatto delle persone che lottano con i disagi psichici, una lotta di sovente silenziosa e condotta in solitudine.

Sebbene la consapevolezza della follia e la conseguente esperienza manicomiale siano state fonte di dolore e parte di un calvario che l'ha accompagnata per gran parte della sua intera esistenza, esse hanno permesso alla poetessa di capire la grandezza della vita attraverso il contatto con persone sofferenti e deliranti come lei, e hanno costituito anche la dimostrazione della forza interiore di Alda, che ha trovato dentro di sé le energie e la volontà di reagire.

Anche l'Amore è al centro della vita e delle opere meriniane; il desiderio amoroso costituiva la linfa per la sua scrittura, e la poetessa lo accettava e accoglieva pure quando non era corrisposto come ad esempio accadde con il dottor Gabrici (psichiatra e, per anni, primario dell'ospedale psichiatrico Paolo Pini in cui la poetessa è stata ricoverata più volte), da lei considerato, tra le mura del manicomio, un rifugio e una scappatoia dalla realtà.

Non ultima, la fede è una tematica fondamentale per Alda Merini; per la poetessa dei Navigli la religione è strettamente connessa alla poesia e, nonostante tutte le difficoltà della vita, cristianesimo e letteratura resteranno sempre le due spinte vitali più importanti della sua esistenza.

Il "suo" cristianesimo non sempre sembrava in linea con gli insegnamenti della chiesa cattolica ma è importante sottolineare il fatto che nelle sue poesie emergesse l'accettazione del messaggio evangelico circa la sofferenza come redenzione; la fede in Dio fu il vero motore che le permise di uscire dal manicomio e avviarsi verso la guarnigione.


Il libro della Spagnulo è un testo che si connota per l'accuratezza e la rigorosità tanto nel linguaggio quanto nella disamina delle cinque principali tematiche della poesia di Alda Merini e proprio per questo è una lettura ideale per chi voglia conoscere o, ancor meglio, approfondire l'essenza della poetica di questa donna straordinaria; l'autrice dà modo al lettore di ripercorrere alcuni dei momenti salienti che hanno influito sulla sua sfaccettata personalità e sulla sua scrittura, contribuendo a darle corpo e direzione, come ad es. i rapporti famigliari (quello profondo con il padre, più conflittuale con la madre, i mariti, le figlie...) e i ricoveri nei manicomi.

I concetti chiave che attraversano le raccolte poetiche in esame sono collegati gli uni agli altri in un excursus coerente, interessante, ricco di stimoli e inducono chi legge a riflettere con attenzione sulla complessità e sulla profonda bellezza dei componimenti di quest'artista italiana del Novecento, tra queste pagine egregiamente presentata.

Non posso che consigliarne la lettura a quanti apprezzano Alda Merini e, più in generale, la poesia.



Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

(da “Vuoto d’amore”)



Ah se almeno potessi

Ah se almeno potessi,
suscitare l’amore
come pendio sicuro al mio destino!
E adagiare il respiro
fitto dentro le foglie
e ritogliere il senso alla natura!
O se solo potessi
corpo astrale del nostro viver solo
pur rimanendo pietra, inizio, sponda
tangibile agli dei
e violare i più chiusi paradisi
solo con la sostanza dell’affetto.

(da “La terra santa”)

11 commenti:

  1. Ciao Angela, di Alda Merini qualche mese fa ho visto un film rai molto interessante e ben fatto... se non lo hai visto te lo consiglio :-) Per quanto mi riguarda, preferisco la prosa alla poesia, ma trovo molto belle le poesie della Merini ed è affascinante come l'arte e la sua vita siano stati sempre interconnessi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ariel!
      Sì, la sua poesia era strettamente connessa alle sue esperienze di vita.
      Recupererò il film, grazie del i ⊂⁠(⁠◉⁠‿⁠◉⁠)⁠つ

      Elimina
  2. Ciao Angela, purtroppo non ho mai letto le opere della Merini, è una grave lacuna che prima o poi dovrò colmare.
    Grazie per aver condiviso alcune sue poesie.
    Un abbraccio 😘

    RispondiElimina
  3. Ciao Angela, io adoro la poetessa Alda Merini. Mi piace leggere le sue poesie che danno voce a chi è emarginato ma sempre con la speranza di trasformare la fragilità in forza, le ombre in luci. Un abbraccio :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. verissimo, e nelle sue poesie c'è tutta la sua partecipazione alle sofferenze di chi, come lei, subiva e viveva sulla propria pelle lo stigma sulle malattie mentali.
      Un abbraccio a te :)

      Elimina
  4. Io ho avuto l'immenso onore di conoscerla farle leggere i miei versi e capire che donna forte ed intensa gode oltre sd essere una poetessa unica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Wow, che bello, grazie per aver condiviso questo particolare, Daniele!!
      Hai ragione, una donna e una poetessa unica

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  5. Risposte
    1. Quella col t9 è una battaglia quotidiana che ci accomuna :⁠-⁠D

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz