mercoledì 31 gennaio 2018

Recensione: HELGA di Antonio Aschiarolo



Una breve ma significativa storia dai contorni fiabeschi che ci ricorda come per essere felici non sia affatto necessario aspirare a possedere ricchezze materiali e potere.


HELGA
di Antonio Aschiarolo



self publishing
E' una fredda giornata d'inverno quando una coppia di umili contadini senza figli trova un bimba in fasce, abbandonata in un bosco, decidendola di prenderla con sè, accogliendola come un dono del cielo.
La piccola Helga cresce nella semplicità e nei sani principi, amata profondamente dai genitori "adottivi", per i quali la figlia è davvero ciò che di più prezioso essi hanno mai avuto.
Cresce spensierata finché un giorno, mentre è da sola nei pressi di un fiume, viene rapita da due malfattori, che la conducono in presenza della madre naturale, una regina potentissima, che insisite perchè Helga ascolti i vari tentativi (falliti) da lei fatti per ritrovarla e cosa si aspetta da lei, ora che l'ha ritrovata.

Cosa vuole adesso dalla ragazza, la sua vera madre?
Helga sentirà dentro di sè il desiderio di tornare alla vita umile ma felice e vera nella quale è cresciuta o accetterà di impossessarsi di quel destino splendido che, per nascita, le appartiene di diritto, e che potrebbe donarle la possibilità di diventare principessa e di governare un intero regno?

E' un racconto piccolo ma incantevole; come già in passato, anche questa volta lo stile dell'Autore affascina per il linguaggio che sa unire la ricercatezza nell'uso della terminologia con la poesia contenuta nelle descrizioni della natura e ancora con la genuinità e la purezza dei sentimenti provati dai personaggi: l'amore senza riserve dei genitori adottivi di Helga, la saggezza e la gratitudine di quest'ultima,  cui si contrappongono l'egoismo e l'arroganza della regina madre, convinta che l'affetto si possa comprare con i beni materiali.
Lettura molto scorrevole, veloce e che ha il sapore delle fiabe tradizionali, la cui lettura fa sempre bene al cuore.

Recensione: BREVE STORIA DELLA MIA VITA di Stephen Hawking (RC2018)



La breve autobiografia di uno scienziato dei nostri giorni, segnato nel corpo da una grave disabilità che non gli ha impedito di affermarsi come uno dei più influenti matematici al mondo.



BREVE STORIA DELLA MIA VITA
di Stephen Hawking



Ed. Mondadori
134 pp
16 euro
"Per i miei colleghi sono semplicemente un fisico come un altro, ma per il pubblico più vasto sono forse diventato lo scienziato più famoso del mondo. Ciò è dovuto in parte al fatto che io corrispondo allo stereotipo del genio disabile. Non posso camuffarmi con una parrucca e degli occhiali scuri: la sedia a rotelle mi tradisce." 

Stephen Hawking, dopo l'enorme successo ottenuto con le sue opere divulgative a carattere scientifico, ha deciso di parlare per la prima volta di sè, della propria vita, dall'infanzia trascorsa a Londra negli anni del dopoguerra alla goliardica adolescenza al college, proseguendo con il manifestarsi della malattia neurodegenerativa che l'ha colpito all'età di ventun anni, riducendone le capacità di movimento e di comunicazione, fino a portarlo all'immobilità quasi assoluta.
Hawking è diventato nel tempo uno studioso di fama internazionale e in queste poche pagine, accompagnate da fotografie inedite, impariamo a conoscere un uomo dalle mille sfaccettature e dall'incredibile intelligenza, che con onestà, ironia e leggerezza ci racconta di sè bambino, della precoce passione per la matematica, lo studente curioso e brillante (inizia a frequentare l'università di Oxford a 17 anni), soprannominato dai compagni "Einstein", che trovava il lavoro accademico fin troppo semplice e per il quale non si impegnava come avrebbe dovuto...:

"...all'epoca condividevo tale atteggiamento con la maggior parte dei miei compagni di studi. Ostentavamo un'aria irrimediabilmente annoiata e la convinzione che non ci fosse cosa per cui valesse la pena di fare uno sforzo. Un effetto della malattia è stato di cambiare tutto ciò. Quando si ha di frnte la possibilità di una morte prematura, ci si rende conto che la vita reale vale la pena di essere vissuta e che ci sono innumerevoli cose che si vogliono fare."

Dopo la laurea in Scienze Naturali, intraprese il proprio percorso formativo in Cosmologia a Cambridge, cominciando ad interessarsi dell'origine dell'universo e del Big Bang.
La malattia (una forma di sclerosi laterale amiotrofica) gli fu diagnosticata a soli 21 anni e progressivamente finì per limitarlo nei movimenti, fino a costringerlo su una sedia a rotelle, oltre a dargli un sacco di gravi problemi collaterali, come quelli respiratori.

Ma comprendiamo subito come Stephen non abbia mai smesso di essere un uomo determinato, che si divertiva a fare scommesse con gli amici sull'esistenza dei buchi neri, che non si è precluso la possibilità di avere un'esistenza il più possibile vicina alla normalità - si è sposato due volte e ha avuto tre figli - e non ha mai smesso di lottare per conquistare un posto nel mondo accademico, decidendo di non arrendersi di fronte all'aggravarsi delle proprie condizioni di salute.

E' una lettura che si legge in pochissimo tempo, anzitutto per la sua brevità ma anche perchè fruibile e semplice nel linguaggio, e interessante nei contenuti: l'Autore ci racconta aneddoti e situazioni della propria vita privata e sintetizza, con parole accessibili ai suoi lettori, alcuni degli argomenti scientifici e matematici di cui si è maggiormente occupato, dalla teoria dei buchi neri al tempo immaginario alle spiegazioni su come ha avuto origine l'universo.
Ammetto di non amare particolarmente tutto ciò che ha a che fare con la fisica e la matematica, e per quanto la cosmologia mi affascini, in realtà poi mi perdo nei paroloni tecnici e finisco per distrami e capirci ben poco.
E' vero che in questo libro ci sono dei capitoli in cui l'Autore disserta sugli argomenti che ho menzionato più su, ma grazie a uno stile volutamente molto discorsivo e di facile comprensione, non mi sono annoiata e anzi è stato piacevole soffermarsi su contenuti appartenenti ad ambiti di conoscenza che (purtroppo) "mastico" poco ma che innegabilmente stimolano tante domande e curiosità.

Ma soprattutto, ciò che queste pagine mi hanno lasciato è una profonda e sincera ammirazione per un uomo che non si è lasciato sconfiggere dalla malattia degenerativa che l'ha colpito, il che non significa che non abbia affrontato il proprio personale "buco nero" (la depressione), ma che ha fatto della propria passione, della sete di studio e conoscenza, la missione di una vita, trovando sempre il modo di superare limiti e difficoltà e lasciandosi apprezzare per la forza di carattere e per l'intelligenza straordinarie.

Consigliato, in particolare a chi ama leggere le autobiografie.


Reading Challenge
obiettivo n. 13.
Una biografia o autobiografia di uno scienziato

martedì 30 gennaio 2018

PREMIO LETTERARIO “UN MONTE DI POESIA” 2018 (XIII edizione)



Concorso di poesia!!

PREMIO LETTERARIO “UN MONTE DI POESIA” 2018
(XIII edizione)


Patrocinato dall’Amministrazione Comunale e Proloco di Abbadia S.S. (SI) e dall’Accademia Alfieri di
Firenze, il premio è articolato in 4 sezioni:


  1.  Poesia a tema “La montagna”
  2. Poesie a tema libero 
  3. Sezione Dialetto tema libero 
  4. Sezione giovani.

Gli elaborati (max 3 a sezione) dovranno essere inviati entro il 22
LUGLIO 2018.

È previsto per ciascuna sezione un contributo di € 10 per la prima poesia e € 5 per ognuna delle successive (esclusa Sezione giovani).
I testi (max 25 versi, in 2 copie di cui una riportante i dati e i
recapiti dell’Autore) potranno essere inviati per posta a INFOPOINT PRO LOCO Viale Roma N°10 -
53021 Abbadia San Salvatore (SI) e per e-mail a unmontedipoesia@alice.it

Il contributo potrà essere
versato tramite: VAGLIA POSTALE (indirizzo Pro Loco), POSTEPAY intestata a Tiziana Curti n° 5333
1710 1655 0440
oppure BONIFICO BANCARIO su iban IT59W0760105138241080941082 sempre beneficiario Tiziana
Curti
(inviare la copia della ricevuta di pagamento).

La premiazione è fissata per Domenica 20 Ottobre 2018 in occasione della FESTA D’AUTUNNO presso il teatro Servadio , via Pinelli 13 di Abbadia S.S. (SI). Ai vincitori saranno assegnate coppe, medaglie e
pergamene e, solo per i primi classificati, premi in denaro (esclusa Sez. giovani).


Per informazioni: INFOPOINT PRO LOCO tel. 0577 770361 oppure TIZIANA CURTI cell.
3395904072.(solo sera dopo le 20)

lunedì 29 gennaio 2018

Segnalazione thriller psicologico: "La Fuoriuscita" di Giuseppe Lago



Cari lettori, vi presento un romanzo psicologico che affronta in modo particolarmente accurato il tema della psicoterapia e dei suoi eccessi, non rinunciando al piacere di una trama intrigante, a tinte gialle. 

Giuseppe Lago, consulente per Skytg24, Tgcom e Virgin Radio, ci conduce in un intenso e spiazzante viaggio nel mondo delle emozioni, degli affetti e delle dinamiche interpersonali.


LA FUORIUSCITA
di Giuseppe Lago


Ed. Alpes Italia
278 pp
19 €
          Sito Autore

Martha Weber, un’artista di trent’anni, entra nello studio dello psichiatra Livio Spada. Racconta di essere fuoriuscita da un gruppo terapeutico, detto “grande gruppo”, che frequentava da otto anni. 
Il gruppo è gestito da Adele Lussari, psichiatra affascinante e anticonvenzionale, che tiene le proprie sedute a villa Incom.
 Martha racconta la sua esperienza di seguace della donna, la quale ha creato una setta i cui seguaci sono costretti ad accettare l’autorità assoluta della loro conduttrice, e ad acquisire nel tempo i tratti della sua personalità, divenendo delle copie e rinunciando al libero arbitrio. 
Martha e Livio sono gli unici a vedere oltre la coltre di fumo che la Lussari ha generato. 
Martha racconterà di Diego, suo compagno, anche lui coinvolto nel sistema di villa Incom, e Livio Spada arriverà a insinuarsi nelle sedute della sedicente psicoterapeuta, e a svolgere direttamente un interessante e trascinante confronto con lei. 

L'autore. 
Giuseppe Lago è un medico specializzato in Psichiatria e Psicoterapia breve e integrata. Direttore dell’Istituto Romano di Psicoterapia Psicodinamica Integrata, fondatore e condirettore del periodico semestrale Mente e Cura. Ha pubblicato vari libri tra i quali:Orientamenti diagnostici in Psichiatria e Psicoterapia clinica (2002) Ma.Gi. Roma; La Psicoterapia Psicodinamica Integrata: le basi e il metodo (2006) Alpes Italia, Roma; L’illusione di Mesmer (2014) Castelvecchi, Roma; Compendio di Psicoterapia (2016) Franco Angeli, Milano.

domenica 28 gennaio 2018

Recensione: IL GIOCO DEGLI OCCHI di Sebastian Fitzek (RC2018)



Fitzek ha scritto un thriller psicologico ad alta tensione, ricchissimo di colpi di scena, in cui il lettore viene coinvolto, capitolo dopo capitolo, in una corsa contro il tempo che lo porta faccia a faccia col male più profondo che c’è nell’uomo.


IL GIOCO DEGLI OCCHI
di Sebastian Fitzek

Elliot ed.
trad. C. Crivellaro
«I serial killer sono i perdenti della nostra società. Non cerchiamo un forte antieroe, ma qualcuno in lite con il proprio destino. Io li definisco "uomini nicchia". Dall'esterno del tutto normali, spesso invisibili; dentro di loro completamente imprevedibili»
Il romanzo di Fitzek inizia... dalla fine, dall'epilogo;l'incipit è incisivo e ha tutti i requisiti per catturare l’attenzione del lettore e accendere il suo interesse:

“Ci sono storie che, come spirali mortali, affondano incessantemente i loro uncini corrosi nella profondità della coscienza di chi le ascolta. Io le chiamo "moto perpetuo". Storie che non sono mai cominciate e che mai finiranno, perché parlano della morte eterna. (...) Non so come siate approdati a queste righe. Ma di sicuro non erano destinate a voi. Un trattato dell'orrore non dovrebbe mai cadere nelle mani di qualcuno. In nessun caso. Neppure in quelle del vostro peggior nemico.”


Alexander Zorbach è un ex poliziotto che, dopo essere stato protagonista di una difficile e traumatica esperienza mentre svolgeva il proprio lavoro (ha ucciso una donna per salvare il piccolo che lei aveva rapito), ha deciso di sfruttare il proprio intuito formidabile e la capacità di entrare nei meccanismi mentali contorti dei serial killers diventando cronista di nera.

Questo lo ha portato a seguire sin dall'inizio per conto del giornale le folli bravate del killer noto come il Collezionista di occhi, che rapisce i bambini e li nasconde dopo averne ucciso la madre.
Il padre ha quarantacinque ore di tempo a disposizione per scoprire il nascondiglio in cui il povero figlioletto è nascosto: è una sorta di macabro gioco con un terribile ultimatum, scaduto il quale, la vittima muore.
Ma l'orrore non finisce qui, perché al cadavere del bambino manca sempre un occhio.
Oltre che per la squadra omicidi, il Collezionista è quindi anche l'ossessione di Alex, sposato con Nicci (con cui sta attraversando una crisi coniugale) e padre di un bimbo di 11 anni, Julian; purtroppo, ben presto, l’uomo si rende conto di essere diventato una pedina importante nel drammatico gioco dell’assassino, che è molto astuto e senz’altro abile nel non lasciare tracce che riconducano a lui. 

Mentre sta cercando di capire cosa è accaduto a due gemellini, Tobias e Lea, la cui povera mamma è stata trovata brutalmente assassinata (scoprire l’identità della vittima sarà un duro colpo per lo stesso Alex, che la conosceva bene…), per una serie di strane misteriose circostanze, il nostro ex-poliziotto si ritrova ad essere il sospettato numero uno, fino a quando, improvvisamente, compare una testimone misteriosa: Alina Gregoriev, una giovane fisioterapista cieca che si presenta a Zorbach sostenendo di avere il dono di vedere nel passato delle persone attraverso il semplice contatto fisico. 

Stando alle sue dichiarazioni, il suo ultimo paziente è stato proprio il Collezionista...

La ragazza afferma di aver già lasciato la propria deposizione in polizia ma di essere stata mandata via tra lo scetticismo e lo scherno dei poliziotti che, ovviamente, non hanno creduto alle sue parole e alle sue presunte informazioni sul Collezionista.

Angosciato per la sorte dei bimbi rapiti - su cui incombe il tempo che scorre inesorabile come una mannaia - e turbato al pensiero che la polizia (tra cui il suo amico ed ex-collega Stoya) sospetti che lui sia il serial killer, il confuso Alex non sa cosa pensare di questa ragazza cieca che gli si presenta senza preavviso dicendo di “aver visto” nel passato di un uomo che lei è convinta sia il Collezionista, ed è a conoscenza di particolari raccapriccianti che riguardano il modus operandi dell’uomo.

Ma perché Alina è andata proprio da lui? Come ha fatto a conoscere il suo rifugio, di cui nessuno (solo la madre, che non ci sta più con la testa) sa l’esistenza? Chi può averla mandata e perché? 

Una cosa, tra le mille domande, emerge con chiarezza: il Collezionista ha aperto una partita proprio con lui, come se lo stesse sfidando a risolvere i suoi giochi mortali, dimostrando di sapere cose personali di Alex, il che non fa che inquietarlo sempre di più.


E se Alina fosse una pazza o una sporca bugiarda che si sta inventando tutto? O magari è una complice del furioso omicida...?

Nonostante i dubbi, Alex si affida alle “visioni” della cieca, imparando al contempo tante cose su quel che pensano e sentono queste persone che vivono costantemente immerse nel buio. 

Un buio che sta invadendo anche la mente e il cuore di Alex; un buio che è esattamente quello creato da un assassino tanto intelligente quanto crudele.

Cercare di capire cosa muove le sue azioni, il motivo per cui sta mettendo su questo agghiacciante gioco sarà inevitabile per poter provare a salvare i bambini prima che sia troppo tardi, e questo sarà possibile grazie alle visioni particolareggiate, anche se non sempre attendibili in toto, di Alina, anch’ella spaventata dal suo dono, che la conduce a “guardare” negli abissi della lucida follia di un uomo che va assolutamente fermato.

Come dicevo, la storia inizia presentandoci lo stato attuale in cui si trova il protagonista, la sua profonda disperazione per i fatti vissuti e ai quali è sopravvissuto e che hanno reso la sua vita un inferno.

Se solo avesse fatto scelte diverse…, avrebbe potuto tener lontano l’incubo messo in moto dal Collezionista e non farsene travolgere?

La sua voglia di risolvere il caso e salvare dei poveri innocenti lo condurrà a immergersi anima e corpo nelle indagini, e questo darà il via a un percorso irreversibile, da cui sarà impossibile tornare indietro e di cui dovrà affrontare le tremende conseguenze…

La ricerca dei bambini tenuti prigionieri, prima, e dell’assassino poi, avanza con un ritmo chiaramente molto concitato; di capitolo in capitolo, il lettore si ritrova davanti a una serie di circostanze e particolari che rendono gli sviluppi della narrazione avvincenti, costellata com’è da colpi di scena, rivelazioni, che tengono viva la suspense e mischiano continuamente le carte in tavola.


Personalmente, durante la lettura di thriller psicologici complessi e dalla trama intricata, non mi lascio prendere dalla smania di scoprire chi è l’assassino, nel senso che mi godo la storia con i suoi sviluppi e le graduali “scoperte”, senza giocare a fare la poliziotta; eppure, leggendo mi è venuto un mezzo dubbio su chi potesse essere il Collezionista e infatti esso è stato confermato; nonostante l’intuizione, l’effetto sorpresa c’è stato comunque, per non parlare del finale (che riprende inevitabilmente l’incipit; preciso, inoltre, che si procede in senso"inverso", cioè dalla fine, tant'è che anche le pagine scorrono dall'ultima alla prima), che mi ha lasciata spiazzata, perché è una "genialata".

Non c’è che dire: Fitzek sa regalare al suo lettore dei thriller molto ben costruiti, in cui il confine tra reale e surreale (in questo caso c’è l’aspetto del “dono”, la capacità paranormale di “vedere” cose delle quali non si è stati realmente spettatori), tra normalità e follia è sempre molto fugace, e questo rende il tutto molto intrigante; è una scrittura che sa appassionare 
il lettore e trasmettergli tutte le angosce e le paure dei personaggi principali; la narrazione segue i punti di vista di più persone, Zorbach in primis, ma anche Alina, Stoya ed altri. 

Lo consiglio, in particolare agli appassionati del genere; si legge tutto d’un fiato, con voracità e coinvolgimento.


Reading Challenge
obiettivo n.6.
 Un libro in cui il protagonista è impegnato in una lotta contro il tempo

sabato 27 gennaio 2018

Recensione: PUOI FIDARTI DI TE di Raffaele Morelli



I consigli del noto psicologo e psicoterapeuta Raffaele Morelli a chi desidera comprendere come fare per tendere verso la felicità e imparare ad amarsi davvero.



PUOI FIDARTI DI TE
di Raffaele Morelli





Tutti noi, che ce ne accorgiamo o meno, indossiamo delle maschere nella nostra vita, nei nostri rapporti con gli altri; tutto ciò che noi crediamo di essere è, infatti, soltanto una maschera che raramente corrisponde all’essere invisibile che è alla base della nostra unicità. Per tale ragione, diffidiamo di chi dice “Io sono me stesso”, perché è solo un illuso…!
Eppure, dietro tali maschere, dentro di noi, c’è qualcosa che sa benissimo cosa è utile o meno per la nostra vita: è un’Immagine segreta, una forza originaria, innata e sconosciuta in grado di guidarci, curarci e donarci improvvisi “attacchi di felicità”, perché essa contiene tutto ciò che ci contraddistingue come persone, la struttura stessa della nostra personalità.
Ciò che dobbiamo fare è darle ascolto, chiudere gli occhi, dare un taglio a domande, dubbi, perplessità e fidarci di questa parte intima che abita in noi, nella nostra anima.

Secondo Morelli, non serve scervellarsi e ragionare su se stessi, sui propri pensieri, disagi, bensì ciascuno deve affidarsi a questa Immagine Originaria, questa traccia antica che vive dentro di noi e che da sola è capace di guidarci per “la giusta via”.

Certamente, non è semplice fidarsi della nostra voce interiore, soprattutto quando essa ci conduce verso malesseri e disturbi, ansie e pensieri negativi; eppure quelle che possono sembrare delle negatività da tener lontane, delle lacune da colmare, dei problemi da risolvere, dei traumi da superare… sono in realtà gli elementi che fanno di ciascuno di noi le persone uniche che siamo.

Solo accettandole possiamo imparare ad amare noi stessi. Soltanto chi decide di somigliare solo ed unicamente a se stesso - piuttosto che ai vari e distorti modelli che la società ci propone/impone - può aspirare alla felicità.

“Amarsi è desiderare la propria diversità, così com’è, con i suoi fastidi e i suoi tesori”.

“Il malessere non va visto come una punizione, ma come il tentativo di portare alla luce energie sepolte che il nostro IO non utilizza”.

Le parole d’ordine, quindi, per lo psicoterapeuta Morelli, non sono "sfògati”, “indaga nella tua anima, sui tuoi stati emotivi e cerca i perché delle tue azioni”, ma l’esatto contrario: smetti di interrogarti, di “ossessionare” la tua anima con domande inutili, di giudicarti, di restare attaccato ai pregiudizi, al passato, alle brutte esperienze… e fidati di te stesso.

Cosa vuol dire fidarsi di se stessi?

Questa è la domanda fondamentale, come il titolo stesso del libro ci lascia intuire, alla quale l’Autore prova a dare una risposta.

Il libro di psicologia scritto dal famoso psicoterapeuta, un volto noto che spesso vediamo ed ascoltiamo in tv, ha un linguaggio semplice, alla portata di tutti, in cui ritroviamo diverse citazioni ed aforismi di vari studiosi e intellettuali - filosofi, psicologi ecc… - e stralci di lettere e conversazioni intercorse tra l’Autore e le tantissime persone che hanno richiesto il suo aiuto; in queste pagine egli espone la sua visione di come si possa essere felici, spiegando che non è tanto il racconto di sé, dei propri problemi, ansietà, angosce… il punto di partenza per conoscersi meglio e tentare di raggiungere un equilibrio fisico e mentale, quanto l'accogliere questi problemi come punti di forza, come un modo che la nostra anima ha per prendersi cura di noi e mandarci del messaggi importanti.

Sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso, di più "pratico" ed utile;certo, lui fa spesso riferimento a problemi reali di tanta gente che gli ha chiesto aiuto, eppure ho trovato le sue risposte poco concrete, come se si fosse lasciato andare a una serie di frasi... "astratte", più filosofeggianti che legate agli aspetti concreti della vita, senza considerare il fatto che alla fine, gira e rigira, dice sempre le stesse cose, risultando quindi un tantino ripetitivo.
Come manuale di psicologia in grado di offrire spunti realmente efficaci, non so se lo consiglierei con troppa convinzione...

Voi avete letto questo o altri libri di Morelli?

venerdì 26 gennaio 2018

Segnalazione Raccolta di poesie: “L’esigenza del silenzio” di Michela Zanarella e Fabio Strinati



E’ in uscita sabato 10 febbraio 2018 “L’esigenza del silenzio”, il nuovo libro di Michela Zanarella e Fabio
Strinati, edito da Le Mezzelane Casa Editrice. 
Una raccolta di poesie a quattro mani, che è da considerarsi un’esplorazione condivisa dell’anima. I due autori hanno scelto di unire le loro voci e di compiere un percorso di analisi interiore, consapevoli che la scrittura in versi libera emozioni e sentimenti a volte inaspettati.

Le Mezzelane C.E.
152 pp
14.90 €
Dal 10 febbraio 2018
Dante Maffia, che ha curato la prefazione del volume, scrive: “Michela e Fabio compiono un viaggio insieme e ne danno un resoconto non attendibile, fuori dalla verità comune. Perché nelle loro parole c’è la verità di un cielo che si è specchiato senza cercare la deflagrazione. La metafora per fare intendere la catena di metafore sottese in ogni pagina, il fluire limpido e a volte magmatico dei pensieri e delle emozioni, lo sforzo per poter entrare nell’invisibile e trarne ragioni ineluttabili. Non è questo del resto il compito dei poeti? Non è quello di squarciare veli e di entrare nella magia di insondabili chimere per offrire poi la dovizia di nuovi cammini?”

E’ un dialogo intimo, riflessivo ed avvolgente dove ogni percezione, ogni elemento della natura si adegua al ritmo di scrittura dei due poeti, che ad un certo punto fondono i loro i stili, fino a diventare unico canto. Il silenzio è il luogo ideale, dove mente e cuore trovano riparo dalle ombre della realtà.

Gli autori
Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: Credo (2006), Risvegli (2008), Vita, infinito, paradisi (2009), Sensualità (2011), Meditazioni al femminile (2012), L’estetica dell’oltre, 2013), Le identità del cielo (2013) Tragicamente rosso (2015) Le parole accanto (2017). In Romania è uscita in edizione bilingue la raccolta Imensele coincidente (2015). È inclusa nell’antologia Diramazioni urbane (2016), a cura di Anna Maria Curci. Autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e giapponese. Ha ottenuto il Creativity Prize al Premio Internazionale Naji Naaman’ 2016. È ambasciatrice per la cultura e rappresenta l’Italia in Libano per la Fondazione Naji Naaman. E’ speaker di Radio Doppio Zero. Socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio. Si occupa di relazioni internazionali per EMUI EuroMed University.

Fabio Strinati (poeta, scrittore, compositore) nasce a San Severino Marche il 19 gennaio 1983 e vive ad Esanatoglia, un paesino della provincia di Macerata nelle Marche. Molto importante per la sua formazione, l'incontro con il pianista Fabrizio Ottaviucci. Ottaviucci è conosciuto soprattutto per la sua attività di interprete della musica contemporanea, per le sue prestigiose e durature collaborazioni con maestri del calibro di Markus Stockhausen e Stefano Scodanibbio, per le sue interpretazioni di Scelsi, Stockhausen, Cage, Riley e molti altri ancora. Partecipa a diverse edizioni di "Itinerari D'Ascolto", manifestazione di musica contemporanea organizzata da Fabrizio Ottaviucci, come interprete e compositore. Strinati è presente in diverse riviste ed antologie letterarie. Da ricordare Il Segnale, rivista letteraria fondata a Milano dal poeta Lelio Scanavini. La rivista culturale Odissea, diretta da Angelo Gaccione, Il giornale indipendente della letteratura e della cultura nazionale ed Internazionale Contemporary Literary Horizon, la rivista di scrittura d’arte Pioggia Obliqua, la rivista “La Presenza Di Èrato”, la revista Philos de Literatura da Unia Latina, L’EstroVerso, Fucine Letterarie, La Rivista Intelligente, aminAMundi, EreticaMente, Il Filorosso, Diacritica, la rivista Euterpe, Il Foglio Letterario, Versante Ripido.

giovedì 25 gennaio 2018

GIORNATA DELLA MEMORIA, PER NON DIMENTICARE: FUGA DA BERLINO, di Paolo Chiappero



In occasione del Giorno della Memoria, Mondadori Electa pubblica Fuga da Berlino, romanzo d’esordio di Paolo Chiappero, architetto libero professionista attivo in campo internazionale.


Nelle pagine del libro Paolo Chiappero racconta la rocambolesca fuga da Berlino di suo padre, Giacomo, Internato Militare Italiano in Germania dopo l’8 settembre 1943 e il suo rifiuto di collaborare con la Repubblica di Salò e i nazisti.

Ai prigionieri di guerra spettano tutti i diritti della Convenzione di Ginevra, per cui: visite della Croce Rossa, pacchi di viveri, corrispondenza, niente lavori forzati. A noi internati nessun diritto: solo lavorare, lavorare, lavorare. In sostanza siamo diventati veri e propri schiavi.


Ed. Mondadori
204 pp
17.90 €
DAL 23 GENNAIO 2018
Nel romanzo si narra il viaggio avventuroso che Giacomo affronta con il suo amico e compagno di prigionia, Rino, meccanico in grado di riparare e rimettere in moto un'automobile fortunosamente trovata tra le macerie e che permetterà ai due di fuggire da una Berlino ormai allo stremo.
A bordo dell'auto, Giacomo e Rino attraversano una Germania e un’Europa martoriate dalla guerra e prossime alla liberazione da parte degli Alleati. Nel loro viaggio i due incontrano tedeschi, russi e americani che li aiutano nella loro fuga verso l’Italia, ognuno come può: uomini e donne, civili e militari, che, pur se sopraffatti dalle vicende della guerra con tutte le sue assurdità e i suoi orrori, non perdono la loro umanità e il loro amore per il prossimo.


Perché quell’omone russo ha rischiato la pelle per salvare due poveracci come noi? Cosa ci ha guadagnato?». [...]
«Credo che lo abbia fatto principalmente per se stesso. Per iniziare a ripulirsi la coscienza da tutti gli orrori che ha visto e fatto in questa sporca guerra».


Il viaggio di Giacomo e Rino non è però solo una fuga verso casa, verso gli affetti e la famiglia, ma anche una vera e propria missione: i due vogliono e devono rientrare in Italia vivi per ricordare.


La gente deve sapere, affinché tutto questo non possa più capitare. Lo dobbiamo ai nostri compagni e a tutti quelli che ci sono finiti dentro.

La scrittura di questo racconto [...] non è solo il mio tributo postumo agli eroi della mia vita – scrive Paolo Chiappero –. Immedesimarmi in loro, cercando di rivivere quella esperienza terribile ed eccitante allo stesso tempo, mi ha reso consapevole di un’altra verità a me, come ai più,  sconosciuta: la grandezza del fiero rifiuto di gran parte dei soldati italiani, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, di aderire alla Repubblica di Salò e di integrarsi nell’esercito nazista.

Scritto per non dimenticare.

Paolo Chiappero è nato il 26 marzo 1966 a Pinerolo dove vive
con la moglie e due figli. Architetto libero professionista dal 1992.
Vincitore di alcuni premi e concorsi di architettura. Ha fatto parte del gruppo di progettazione del nuovo stadio Filadelfia Torino Calcio, inaugurato nel 2017. È al suo primo romanzo.

mercoledì 24 gennaio 2018

Novità/Anteprima Romance: OCCHI DI FATA E CUORE DI DRAGO di Maria Katrin E. - PICCOLE BUGIE di Jennifer Miller



Lettrici romantiche, vi presento un paio di romance targati Quixote Edizioni.


OCCHI DI FATA E CUORE  DI DRAGO
di Maria Katrin E.


AMBIENTAZIONE: Milano
COVER ARTIST: 
Milady Digital Art Creative Cover
GENERE: Noir Romance
e-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
342 pp
4,30 € 
USCITA
18 Gennaio 2018
Quell'immagine non avrebbe potuto essere più grottesca, un rettile d'oro, feroce e aggressivo, che contrastava con la pelle candida di una fata dai riccioli biondi e il sorriso angelico. Invece era l'immagine perfetta.
Beatrice, giovane donna avvocato, e Marco, uomo misterioso che rischia di perdersi nelle profondità dei suoi segreti, incrociano le loro vite in un incontro sorprendente, per ritrovarsi coinvolti in un caso giudiziario che nasconde una verità pericolosa. In uno scenario di apparente normalità, Beatrice scoprirà la reale essenza e il lato oscuro delle persone che la circondano, tra lealtà e inganni, attraverso un viaggio che la costringerà a misurarsi con la propria fragilità e la propria forza.

Un noir travestito da storia d'amore, in cui gli eventi si intrecciano e i personaggi si confondono fino alla fine, perché niente è quello che sembra.

L'autrice.
Maria Katrin E. vive a Parma con suo marito e sua figlia. È una lettrice avida di qualsiasi genere ma  ama le storie in cui le grandi conquiste si ottengono attraverso tormenti e delusioni, come la vita.Leggere l’ha aiutata a superare un momento molto difficile, in cui ha rischiato di perdere tutto ciò per cui aveva lottato. Poco dopo ha iniziato a scrivere per liberarsi dalla sofferenza e dal disincanto, una sorta di effetto catartico. Adesso non riesce più a farne a meno. 


PICCOLE BUGIE
di Jennifer Miller



Pretty little lies
AMBIENTAZIONE: Chicago
trad. Sibilla Stivell
COVER ARTIST: 
Angelice Graphics and Book Cover Designer
SERIE: Pretty little lies #1
GENERE: Contemporaneo
E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
344 pp
3,99 euro 
USCITA: 
29 Gennaio 2018


Una piccola bugia detta a fin di bene può cambiare drasticamente il corso delle cose...

Come ogni ragazza innamorata di diciotto anni, Olivia sognava di vivere per sempre felice e contenta con l'amore della sua vita. Luke è tutto ciò che ha sempre sognato, fino a quando si trova ad ascoltare qualcosa che non avrebbe dovuto. Pochi secondi, e il suo cuore va in mille pezzi. Olivia cerca di affrontare la cosa nell'unico modo che conosce: scappa, lasciandosi alle spalle la famiglia, gli amici e il ragazzo che ama.
Alla ricerca della serenità e di una via di fuga, Olivia pensa di trovarle in un bad boy compassato di nome Deacon. Lui infatti è l'esatto opposto di Luke, e la cosa a Olivia non dispiace affatto.
Sono passati sette anni, Olivia è cresciuta, è diventata più saggia e sta tornando a Chicago per iniziare una nuova vita e riallacciare i rapporti con la sua migliore amica, Pyper. Quello che non si aspetta è di trovarsi di nuovo faccia a faccia con il ragazzo che si era lasciata alle spalle e di scoprire che, nonostante se ne sia andata, i suoi sentimenti sono rimasti gli stessi.
Riuscirà Olivia a mettere da parte la sofferenza nel suo cuore e a fidarsi di nuovo di Luke? Riuscirà a tagliare i ponti col passato, oppure continuerà a permettere che la sua vita venga influenzata da piccole insinuanti bugie?

L'autrice.
Jennifer Miller è nata e cresciuta a Chicago, ma ora vive in Arizona, luogo che considera casa sua. L’amore di Jennifer per la lettura è iniziato fin da bambina e l’ha accompagnata durante tutta
l’adolescenza, crescendo sempre di più fino all’età adulta.
Quando aveva nove anni, Jennifer ha vinto un concorso letterario con una con una storia fantasy di una ragazzina che aveva come animale domestico un unicorno, e da lì ha capito che i sogni non
devono rimanere chiusi in un cassetto ma bisogna inseguirli con tenacia e, se possibile, sognare in
grande. Ma la cosa più importante per lei è essere madre e moglie, ed è grata alla sua famiglia che la ama e la sostiene nelle sue scelte.
Ha una dipendenza per le borse e le fragole ricoperte di cioccolato, ma fino a ora nessuno si è
preoccupato di curarla.


martedì 23 gennaio 2018

Recensione: IL CASO DEMICHELLIS di Francisco Marìn



Un avvocato, una giovane donna e uno strambo detective sono i protagonisti di questo coinvolgente giallo ambientato tra le strade e i tribunali di Ibiza e che cattura il lettore già dalle prime pagine.



IL CASO DEMICHELLIS
di Francisco Marìn


self publishing
trad. A. Vacca
273 pp
Raúl Ballesteros è un prestigioso avvocato politicamente scorretto di 45 anni, separato e padre dell'inquieta adolescente Julieta, che conosciamo in quanto ha il compito di difendere un ladro d'appartamenti, tale Eduardo Ribas, un tipo col "vizio" della droga, che viene accusato di aver ucciso una donna nel corso di uno dei suoi furti; nonostante ci siano più indizi che prove contro di lui, l'uomo viene processato e condannato per omicidio.
Guardia Civile, Polizia e Tribunale sembrano convinti che il caso sia risolto, ma nè Raùl nè Raquel, la sorella della vittima -l’infermiera Ana López Demichellis - sono pienamente persuasi della colpevolezza dell’uomo appena condannato. 
Troppe cose non coincidono e a troppe domande e perplessità mancano risposte logiche e certe.

Di comune accordo, per cercare di far maggior chiarezza sulla questione, i due decidono di proseguire col cercare informazioni personalmente sulla vita privata di Ana, facendo ciò che, in fondo, avrebbe dovuto fare la Guardia Civile: indagare, fare domande, raccogliere testimonianze...

Per non trascurare nulla, la bella Raquel decide di assumere come detective un suo vecchio compagno di studi, Álex Zarcoun uomo un tantino stravagante ma dotato di grosse abilità intuitive. 

Le indagini cominciano e la prima circostanza che richiama l’attenzione dell'investigatore, che conduce le proprie ricerche con entusiasmo e meticolosità, è il fatto che l’ultimo paziente di Ana, che svolgeva il proprio ruolo di infermiera nell’unità di terapia intensiva, sia stato un uomo vittima di una sparatoria, deceduto mentre era ancora ricoverato.
Facendo domande a diverse persone che frequentano, per ragioni di lavoro, l'ospedale (che è poi il comune denominatore tra le due vittime), Zarco viene a sapere che il giorno della sua morte Ana era stata vista insieme ad un uomo mentre lasciava il posto di lavoro; dell'uomo però non sarà semplice scoprire l'identità.

Raùl è, tra i tre, colui che ha meno tempo per andare in giro a far domande e raccogliere informazioni, impegnato com'è con la professione di penalista che lo porta non di rado a prendere le difese di uomini non proprio innocenti. E' un tipo razionale, che fa bene il proprio mestiere, conosce la Legge  e sa come districarsi tra articoli e cavilli legali, spuntandola quasi sempre in tribunale.
Quando gli capita il caso Ribas sente che la macchina della giustizia non ha fatto il suo corso e che qualcosa nei suoi ingranaggi s'è inceppato, finendo per mettere dietro le sbarre la persona sbagliata, e tutto questo perchè chi avrebbe dovuto cercare il vero colpevole non l'ha fatto ma si è accontentato di spiegazioni e risposte troppo superficiali e semplicistiche.

Questa  convinzione spinge l'avvocato ad accettare di aiutare la sorella dell'infermiera assassinata, anche perchè si sente immediatamente attratta dalla giovane Raquel, sensuale ma quasi inconsapevole di esserlo, e forse accattivante proprio per questo.

Zarco, invece, è tutto l'opposto di Raùl: è un uomo stravagante, con un passato turbolento alle spalle; sebbene non dia propriamente l'idea di essere affidabile al 100%, Raquel sente di potersi fidare di lui: sì, forse è un po' megalomane e magari esagera nell'elencare i tanti casi risolti brillantemente..., ma è una persona buona e svolge il proprio lavoro con convinzione e passione.
E poi, sin dagli anni dell'università, sente per lui un affetto misto a tenerezza, perchè Alex è sempre stato un  po' emarginato a causa dei suoi orientamenti sessuali e dei suoi atteggiamenti strani, in particolare per la tendenza a isolarsi e a comunicare poco con gli altri, suscitando così diffidenza.
La stessa che prova Raùl, cui l'investigatore non sta tanto simpatico, e anzi, fosse per lui, farebbe volentieri a meno dei suoi servigi per la soluzione del caso.

Ma Raùl, col tempo, dovrà ricredersi su Zarco perchè questi saprà sfoderare un'invidiabile capacità di fare ragionamenti e associazioni tra i due crimini violenti avvenuti su un’isola tranquilla come Ibiza; ad essi (che risalgono a sei mesi prima rispetto a quando ha inizio la nostra storia), in realtà, si aggiunge un terzo delitto, che confermerà i dubbi di Zarco circa l'insospettabile collegamento tra fatti e persone apparentemente lontane tra loro.

Le attente ricerche dei tre avranno scoraggianti momenti di stallo, in cui sembrerà che nulla di nuovo giunga a gettar luce sul caso, ma la tenacia in particolare di Zarco porterà a dei risultati, al quali si arriverà non senza tentativi di depistaggi da parte di chi ha interesse a non far emergere la verità e che per occultare la quale è disposto a tutto.

E' un giallo che si lascia apprezzare per lo stile molto fluido, la chiara caratterizzazione dei personaggi, il ritmo che si fa via via più serrato, lo sviluppo delle vicende che da un certo momento in poi diventano sempre più trascinanti perchè il mistero si infittisce.
I due personaggi maschili principali, Raùl ed Alex, sono decisamente agli antipodi, e se del primo seguiamo le preoccupazioni e di lavoro e famigliari - che lo rendono spesso nervoso e frustrato -, l'altro ci affascina per le complicate elucubrazioni e ipotesi che affollano la sua mente e che ci conducono gradualmente verso la soluzione di un mistero che si fa via via più intrigante.

Un romanzo davvero molto piacevole, scritto bene, con una storia ben sviluppata e convincente.
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