Sullo sfondo di una campagna nei pressi di Piacenza, tra balle di fieno e vecchi casolari dalle molte stanze, tra boschi fitti e scuri che mettono paura, Laura Fusconi ci racconta una storia di dolore che vede coinvolti in prima linea bambini innocenti che, a causa delle scelleratezze di certi adulti, devono dire addio troppo presto alla propria infanzia.
VOLO DI PAGLIA
di Laura Fusconi
Fazi Editore 240 pp 15.50 euro |
Le vicende narrate in questo romanzo si svolgono lungo due linee temporali distanti tra loro più di cinquant'anni, collocate in un'unica ambientazione, e tra esse intimamente collegate.
Negli anni 1942-'44, in pieno conflitto mondiale, Tommaso, Camillo e Lia sono tre bambini di dieci anni che amano giocare all'aria aperta, nella campagna piacentina, al limitare del bosco, anzi dei boschi, visto che i bambini sono soliti parlare di Bosco delle Fate e Bosco delle Streghe, consapevoli di dover stare attenti ad attraversarli, soprattutto quando cala la sera, perchè se le Fate o le Streghe si svegliano... sono guai!
Ad essere precisi, Tommaso è amico soltanto di Camillo, i due stanno sempre insieme, giocano e si divertono, e al primo non sta bene che l'altro, invece, voglia sempre coinvolgere nelle loro avventure quella rompiscatole di Lia Draghi.
Tommaso l'ha capito che l'amico è innamorato di quella ragazzina con la treccia, che conosce a menadito tutti gli animali e sa fare disegni bellissimi sul suo quadernetto rosso; ma lui Lia non la può soffrire, perchè la bambina è figlia di quel mostro malvagio di Gerardo Draghi.
L'uomo non è benvisto da tutti ad Agazzano, molti lo temono e in cuor loro lo disprezzano, perchè è un gerarca fascista che, a capo della sua squadriglia di camicie nere, spadroneggia nella zona ed esercita il suo fare prepotente anche tra le mura della Valle, la casa padronale della famiglia Draghi.
Draghi è un uomo rude, cinico, arrogante, freddo, incapace di manifestare affetto, tanto alla moglie - la povera Ada, maestra gentile, madre affettuosa e... moglie rassegnata e infelice - quanto ai figli, in particolare nei confronti di Lia, che soffre per gli atteggiamenti di indifferenza del padre, che non la degna di uno sguardo o di una carezza.
Per fortuna c'è il suo Camillo, con cui trascorre le giornate tuffandosi tra le balle di fieno, giocando a "volo di paglia" e rincorrendosi per i campi.
Ma questi giorni felici stanno per terminare e nella maniera più brutale, portando con sè tanto dolore, lacrime, solitudine, disperazione.
Dall'agosto '42 fino al giugno '44 si susseguono una serie di fatti drammatici: il figlio di un antifascista scompare misteriosamente dopo essersi perso nel bosco; il prete del paese, il buon don Antonio, viene minacciato, con metodi tutt'altro che pacifici, perchè non appoggia il fascismo.
Questi luoghi tranquilli, soleggiati, dalle tinte delicate e dai contorni arcaici, nascondono un'ambivalenza: ora sono rallegrati dalle risate e dai giochi dei bambini, ora diventano teatro di violenze, soprusi, trascinandosi dietro conseguenze nefaste, che dopo cinquant’anni non hanno smesso di abitare, come intrusi indesiderati, testardi e insistenti, tra le mura della Valle, nei giochi dei bambini tra le balle di fieno.
Sì, perchè dopo tanti anni, altri due bambini, Luca e Lidia, giocheranno tra le stanze ormai in rovina, confrontandosi con i mostri della loro fantasia e che in qualche modo verranno alimentati proprio da quei fantasmi che aleggiano in questi posti che nascondono misteri e verità dolorose, di cui la gente della zona ancora è restia a parlare, divisa tra il rispetto per chi è morto e un indefinito timore a riportare a galla fatti che hanno seminato sofferenze e morte.
Luca e Lidia hanno la stessa età di Lia, Tommaso e Camillo e vivono nel 1998; Luca vive lì con la famiglia, mentre Lidia ci va in vacanza in estate con la propria; i due - proprio come Camillo e Lia - si piacciono, giocano sempre insieme e sono gelosi l'uno dell'altra, non volendo che altri si intrufolino nella loro amicizia.
Eppure, proprio dal passato, un "fantasma" riuscirà a frapporsi tra loro, come a pretendere di non essere dimenticato.
Non prima che tutto torni al suo posto, che il cerchio si chiuda e ciò che era motivo di tormento trovi finalmente requie.
Sempre nel 1998 conosciamo anche un'altra persona: Mara, una giovane donna che torna in questa campagna perchè è lì che ha lasciato il suo cuore e anch'ella è stata ferita da un fatto drammatico; adesso che si trova ad un bivio e costretta a prendere decisioni importanti, sente di dover fare pace proprio con quel passato pesante, che le grava sul cuore e non le permette di vivere pienamente il presente nè di immaginare il proprio futuro.
Paesaggi solo apparentemente bucolici che in realtà celano le oscure ombre con cui gli adulti, con i loro segreti e le loro scelleratezze, li hanno "sporcati", coinvolgendo malauguratamente dei bambini; l'autrice mostra padronanza dello strumento scrittura, ha collocato gli avvenimenti in uno scenario campestre ben descritto, ora con toni lirici, poetici, ora giocosi - come quando i bambini protagonisti giocano immersi nella paglia -, ora drammatici, cupi, come quando lo sguardo si sofferma sui boschi che, innocui alla luce del sole, si trasformano in spettri minacciosi nel buio della notte, o ancora sulle stanze segrete e abbandonate del casolare dei Draghi.
E la narrazione è così precisa, realistica e intensa da far sì che il lettore provi di volta in volta la tensione, il desiderio di scavare in quei fatti tragici seppelliti sotto i cumuli del tempo trascorso, e le varie sensazioni che scaturiscono dal racconto delle vicende, delle azioni - buone o cattive - dei personaggi, dalla descrizione dei luoghi e, non ultimo, dal mondo dell'infanzia e del suo ricco immaginario.
Davvero un esordio convincente e scritto abilmente, carico di suggestione e sensibilità, che sa catturare il lettore dalla prima all'ultima pagina.
Negli anni 1942-'44, in pieno conflitto mondiale, Tommaso, Camillo e Lia sono tre bambini di dieci anni che amano giocare all'aria aperta, nella campagna piacentina, al limitare del bosco, anzi dei boschi, visto che i bambini sono soliti parlare di Bosco delle Fate e Bosco delle Streghe, consapevoli di dover stare attenti ad attraversarli, soprattutto quando cala la sera, perchè se le Fate o le Streghe si svegliano... sono guai!
Ad essere precisi, Tommaso è amico soltanto di Camillo, i due stanno sempre insieme, giocano e si divertono, e al primo non sta bene che l'altro, invece, voglia sempre coinvolgere nelle loro avventure quella rompiscatole di Lia Draghi.
Tommaso l'ha capito che l'amico è innamorato di quella ragazzina con la treccia, che conosce a menadito tutti gli animali e sa fare disegni bellissimi sul suo quadernetto rosso; ma lui Lia non la può soffrire, perchè la bambina è figlia di quel mostro malvagio di Gerardo Draghi.
L'uomo non è benvisto da tutti ad Agazzano, molti lo temono e in cuor loro lo disprezzano, perchè è un gerarca fascista che, a capo della sua squadriglia di camicie nere, spadroneggia nella zona ed esercita il suo fare prepotente anche tra le mura della Valle, la casa padronale della famiglia Draghi.
Draghi è un uomo rude, cinico, arrogante, freddo, incapace di manifestare affetto, tanto alla moglie - la povera Ada, maestra gentile, madre affettuosa e... moglie rassegnata e infelice - quanto ai figli, in particolare nei confronti di Lia, che soffre per gli atteggiamenti di indifferenza del padre, che non la degna di uno sguardo o di una carezza.
Per fortuna c'è il suo Camillo, con cui trascorre le giornate tuffandosi tra le balle di fieno, giocando a "volo di paglia" e rincorrendosi per i campi.
Ma questi giorni felici stanno per terminare e nella maniera più brutale, portando con sè tanto dolore, lacrime, solitudine, disperazione.
Dall'agosto '42 fino al giugno '44 si susseguono una serie di fatti drammatici: il figlio di un antifascista scompare misteriosamente dopo essersi perso nel bosco; il prete del paese, il buon don Antonio, viene minacciato, con metodi tutt'altro che pacifici, perchè non appoggia il fascismo.
Questi luoghi tranquilli, soleggiati, dalle tinte delicate e dai contorni arcaici, nascondono un'ambivalenza: ora sono rallegrati dalle risate e dai giochi dei bambini, ora diventano teatro di violenze, soprusi, trascinandosi dietro conseguenze nefaste, che dopo cinquant’anni non hanno smesso di abitare, come intrusi indesiderati, testardi e insistenti, tra le mura della Valle, nei giochi dei bambini tra le balle di fieno.
Sì, perchè dopo tanti anni, altri due bambini, Luca e Lidia, giocheranno tra le stanze ormai in rovina, confrontandosi con i mostri della loro fantasia e che in qualche modo verranno alimentati proprio da quei fantasmi che aleggiano in questi posti che nascondono misteri e verità dolorose, di cui la gente della zona ancora è restia a parlare, divisa tra il rispetto per chi è morto e un indefinito timore a riportare a galla fatti che hanno seminato sofferenze e morte.
Luca e Lidia hanno la stessa età di Lia, Tommaso e Camillo e vivono nel 1998; Luca vive lì con la famiglia, mentre Lidia ci va in vacanza in estate con la propria; i due - proprio come Camillo e Lia - si piacciono, giocano sempre insieme e sono gelosi l'uno dell'altra, non volendo che altri si intrufolino nella loro amicizia.
Eppure, proprio dal passato, un "fantasma" riuscirà a frapporsi tra loro, come a pretendere di non essere dimenticato.
Non prima che tutto torni al suo posto, che il cerchio si chiuda e ciò che era motivo di tormento trovi finalmente requie.
Sempre nel 1998 conosciamo anche un'altra persona: Mara, una giovane donna che torna in questa campagna perchè è lì che ha lasciato il suo cuore e anch'ella è stata ferita da un fatto drammatico; adesso che si trova ad un bivio e costretta a prendere decisioni importanti, sente di dover fare pace proprio con quel passato pesante, che le grava sul cuore e non le permette di vivere pienamente il presente nè di immaginare il proprio futuro.
Paesaggi solo apparentemente bucolici che in realtà celano le oscure ombre con cui gli adulti, con i loro segreti e le loro scelleratezze, li hanno "sporcati", coinvolgendo malauguratamente dei bambini; l'autrice mostra padronanza dello strumento scrittura, ha collocato gli avvenimenti in uno scenario campestre ben descritto, ora con toni lirici, poetici, ora giocosi - come quando i bambini protagonisti giocano immersi nella paglia -, ora drammatici, cupi, come quando lo sguardo si sofferma sui boschi che, innocui alla luce del sole, si trasformano in spettri minacciosi nel buio della notte, o ancora sulle stanze segrete e abbandonate del casolare dei Draghi.
E la narrazione è così precisa, realistica e intensa da far sì che il lettore provi di volta in volta la tensione, il desiderio di scavare in quei fatti tragici seppelliti sotto i cumuli del tempo trascorso, e le varie sensazioni che scaturiscono dal racconto delle vicende, delle azioni - buone o cattive - dei personaggi, dalla descrizione dei luoghi e, non ultimo, dal mondo dell'infanzia e del suo ricco immaginario.
Davvero un esordio convincente e scritto abilmente, carico di suggestione e sensibilità, che sa catturare il lettore dalla prima all'ultima pagina.