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venerdì 16 giugno 2023

RECENSIONE ❤ PER AMORE DI BENEDICT di Tess Thompson



Dopo Sensale si diventa - il prequel della serie Il sensale misterioso di Ella Pointe, in cui abbiamo conosciuto la famiglia Tutheridge e il dramma vissuto per anni a causa del capo-famiglia, il defunto Roland, pessimo marito e ancor peggio come padre - in questo primo volume della romantica serie dell'autrice Tess Thompson, conosciamo meglio il primogenito, Benedict, e colei che i sensali hanno pensato di mandare su Whale Island per "salvarlo".


PER AMORE DI BENEDICT
di Tess Thompson



Self publishing
vol. 2
trad. Isabella Nanni
320 pp
4.99 euro (ebook)
Gratis (Kindle Unlimited)

È una giornata di primavera del 1910 e la 23enne Amelia Young, di Boston, si appresta a vivere un'altra giornata di lavoro, come segretaria, alle dipendenze del terribile signor Pitts, che non fa che umiliarla e trattarla come un'inetta.
A causa di un errore sciocco, l'uomo la licenzia ma quella che potrebbe costituire una tragedia, si rivelerà essere una benedizione!
Proprio nel momento in cui sta lasciando l'ufficio di Pitts - con in mano lo stipendio dell'ultima settimana -, una irritata e sconfortata Amelia nota un'inserzione di lavoro riportata su un giornale: “Famiglia benestante ha bisogno di una segretaria a Whale Island. Deve avere amare i libri.” 

La ragazza non ci pensa neppure un secondo e risponde all'annuncio, nonostante l'occupazione (se dovessero assumerla) sia nello stato di Washington e, nello specifico, su un'isoletta.
Ma a lei non pesa la prospettiva di cambiare vita, anzi, trova sia un'occasione per lasciarsi alle spalle Boston e con esso tutta la povertà, la solitudine e la tristezza ad essa associate.
Dopotutto lei non ha nessuno lì: la sua dolce e affettuosa madre è morta e lei è praticamente sola al mondo (il padre non l'ha mai conosciuto), con uno stipendio da fame e una povertà che viene fuori in modo evidente dal suo cappotto liso, dagli abiti troppo semplici... e dallo stomaco che brontola continuamente!

Ed è così che varca la soglia dell'ufficio della bella e raffinata signora Mantle (l'indirizzo cui rivolgersi fa capo a lei) fiduciosa, seppure un po' intimidita.
Desidera quel posto e... lo ottiene!
Amelia è su di giri: non esita a mettere le sue poche cose in valigia e a partire per lo stato di Washington. Sa che dovrà fare da segretaria al giovane Benedict Tutheridge, figlio maggiore del signor Roland, morto da poco, e nominato responsabile della gestione dell'azienda di famiglia.
Purtroppo, il ragazzo ha qualche non meglio specificato problema (alla vista, forse?) che gli impedisce di leggere e scrivere correttamente, cosa che lo ha sempre fatto sembrare stupido e poco intelligente,  quando invece egli è un giovane sveglio, pratico, preciso e, soprattutto, con un buon cuore. Ama anche i libri ma, ahilui, non riesce a leggerli, motivo per cui tra i requisiti dell'eventuale segretaria figura anche l'amore per la lettura.

Ad Amelia sembra il lavoro perfetto; ciò che non sa - il lettore sì, ovviamente - è che quello tra lei e Benedict è un incontro organizzato dalla signora Tutheridge con l'aiuto del barista di Ella Pointe, Matthew - e la sensale di professione, Aubrey Mantle. 

Amelia viene, quindi, inviata sull'isola perché - almeno in teoria - ha le caratteristiche giuste per affiancare il buon Benedict!
Poi, se lavorando assieme, i due dovesse piacersi e addirittura innamorarsi, ben venga, la missione sarebbe stata compiuta in toto!

Per quanto riguarda Benedict Tutheridge, egli è consapevole di come in effetti abbia bisogno di aiuto nello svolgimento del proprio lavoro, ma non ha la minima idea di cosa stia architettando sua madre, altrimenti le si opporrebbe con tutte le sue forze.

Lui, il figlio maggiore di Roland Tutheridge - l'uomo assassinato che, sull'isola, nessuno piange e rimpiange - è sempre stato lo scemo di casa, il disadattato, colui che non riesce a leggere, scrivere e far di conto, neppure dopo anni di scuola, di aspri rimproveri, di sarcastiche e sprezzanti prese in giro e di botte e punizioni crudeli da parte di quel padre severo e perfido, che ha sempre tiranneggiato su di lui e su tutti i membri della famiglia.
  
Benedict è convinto di non meritare altro che biasimo e pietà; sarà capace di dirigere l'azienda, eredità paterna che lui mai e poi mai avrebbe voluto?
Tutto gli rema contro, fino a quando non si vede arrivare in casa una donnina minuta, bella, gentile e allegra, con una cascata di capelli rossi e un'adorabile spruzzata di lentiggini.
E questa donna è la sua segretaria (lui si era convinto che si trattasse di un uomo e sua madre s'è ben guardata dal precisarne l'identità)! La persona con cui lavorerà fianco a fianco nei prossimi giorni, settimane...

Entrambi restano affascinati l'un dall'altra: non conoscendosi,  la loro mente e il loro cuore sono sgombri da pregiudizi.

"Giuro che in quel momento le vidi l’anima. Tutta la magnificenza del suo carattere, la forza del suo cuore. Offerti a me! Poteva essere la medicina di cui avevo avuto bisogno per tutta la vita? Un faro in una notte di tempesta che mi avrebbe guidato fino a casa?"

Benedict è convinto di valere meno di niente perché è ciò che gli ha sempre detto e ripetuto suo padre e la sua maledetta voce ancora gli rimbomba in testa rammentandogli che per uno come lui non c'è posto per l'amore di una donna bella e in gamba come Amelia.

La donna, dal canto suo, sa di essere di bassa estrazione sociale, di essere sola in un contesto famigliare molto unito, al quale lei non appartiene.

"Benedict Tutheridge aveva cambiato ogni singolo aspetto della mia vita. Era diventato il mio sogno e il mio desiderio più profondo. Era tutto ciò che volevo ora. Mi avrebbe spezzato il cuore? Non potevo saperlo. In ogni caso, non ero una codarda. Se l’amore richiedeva coraggio, allora eccomi qua, ad alzarmi in piedi a chiedere ciò che volevo."


Eppure, Amelia e Benedict sono da subito in sintonia, si capiscono al volo, sentono le guance in fiamme e il cuore battere all'impazzata quando sono vicini, lavorano benissimo insieme e la presenza dell'uno fa bene all'altra e viceversa.
Diversi ma fortemente affini.

E la cosa bella è che i Tutheridge accolgono Amelia col sorriso e con calore!
La buona e malinconica madre è dolce e pacata, soddisfatta di come la propria idea si stia rivelando positiva e di beneficio per il suo primogenito; il fratello minore, Briggs (l'estroso artista, il giovanotto bello, seducente e rubacuori), è entusiasta e fa anche un po' il latin lover con la segretaria; l'unica sorella, Ella, è simpatica e accogliente; pure il maggiordomo (Dexter) è educatissimo e premuroso.
Certo, non mancano i "dissidenti": Bebe, la figlie seienne del secondogenito (Hudson), capricciosa e testarda, all'inizio si comporta male con Amelia, ma è pur vero che la bimba è ingestibile per tutti, zii e nonna compresi.
Per non parlare del padre: Hudson non sa che fare con quella figlia monella e viziata, che pretende, urla, scalcia come un animaletto selvatico, non ubbidisce..., insomma fa impazzire tutti! Molto dipende dal fatto che non ha una madre: la morte della povera Rosemary ha sconvolto tutti, soprattutto Hudson, che si è ritrovato senza di lei e con una bimba piccola da crescere.
Il dolore l'ha fatto chiudere in sé stesso e l'ha reso scontroso, burbero, solitario e poco cortese, e Amelia ne farà le spese...

Mentre Benedict e Amelia approfondiscono i rapporti, cullando l'acerbo sentimento che comincia a sorgere nei loro cuori affamati d'amore, il mistero dell'omicidio di Roland Tutheridge continua ad aleggiare su Whale Island e ad appassionare la stessa Amelia, che s'improvvisa Sherlock Holmes in gonnella.

Chi ha ucciso il capostipite? 
Le ragioni per essere odiato c'erano tanto in famiglia che tra i conoscenti, ma se è vero che tutti possono essere dei papabili sospettati, è altrettanto vero che fino a quel momento lo sceriffo non ha scoperto granché, quindi ogni pista è aperta.
Verso la fine del romanzo, un piccolo indizio viene fuori e getta un'ombra proprio sulla famiglia Tutheridge.

Questo historical romance ha la piacevolezza del prequel, con in più un'alta dose di sano romanticismo, di quello dolce, intriso di buoni sentimenti e che fa sognare un po' ad occhi aperti; mi è piaciuta molto l'attenzione posta all'aspetto caratteriale e psicologico dei personaggi, non solo di Benedict e Amelia (che sono i protagonisti), ma anche degli altri.
Al centro vi è una situazione famigliare disfunzionale, contrassegnata da anni di cattiverie, punizioni inaudite, violenza domestica, insomma tutti i membri della famiglia hanno le proprie tristi ferite, che siano emotive o fisiche (o entrambe). Esperienze di questo genere, alla mercé di un genitore incapace di amare, di infondere stima e fiducia, segnano, formano il carattere (o forse è più giusto dire che lo deformano), innescano spirali di disistima, rancori, rabbia, amarezza, scarsa fiducia in sé stessi e nel prossimo. Imparare a credere che sia possibile essere amati e felici non è semplice, è un percorso complesso che può essere affrontato con successo un po' con la forza di volontà e un po' grazie alla presenza di qualcuno che ci accetti e ci ami per come siamo.
Ed è ciò che accade tra Benedict e Amelia.

Un romanzo pieno di amore romantico, inserito in una cornice famigliare complicata e in una comunità piccola ma unita, con un pizzico di mistero che dà sale alla storia.

Consigliato alle lettrici romantiche!!

2 commenti:

  1. Questa nuova serie della Thompson sembra interessante, soprattutto perché combina il romance con il giallo, aspetto che siano usciti anche gli altri volumi dedicati ai vari membri della famiglia per iniziarla. Buon week end, cara Angela :)

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    1. Sì, a me sta piacendo. I romanzi della serie stanno uscendo velocemente (⁠◍⁠•⁠ᴗ⁠•⁠◍⁠)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz