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giovedì 31 agosto 2023

🎐 RECENSIONE 👘 RESIDENZA PER SIGNORE SOLE di Togawa Masako


Siamo a Tokyo, negli anni '50 e un edificio di cinque piani, comprensivo di centocinquanta stanze e che fa da residenza a signore sole, sta per subire uno spostamento all'indietro di quattro metri.
Tanto le custodi quanto le ospiti sono in attesa di questo singolare movimento, ma alcune di loro, in particolare, vivono l'evento con l'ansia che quei lavori di scavo facciano emergere segreti scomodi.
E nella Residenza K sono più d'una le ospiti che hanno qualcosa da nascondere.


RESIDENZA PER SIGNORE SOLE
di Togawa Masako



Marsilio Ed.
trad. A.Pastore
176 pp
In questo piacevolissimo e intrigante giallo/noir del 1962, la scrittrice giapponese (scomparsa nel 2016) mette il lettore da subito davanti ad alcuni fatti accaduti nel 1951, che fanno da premessa a ciò che verrà dipanato e reso chiaro più avanti: c'è una donna che aspetta da sette anni che il proprio uomo torni a casa; in quei giorni, un giovane, truccato e vestito da donna, viene investito da un furgone... e nessuno ha interesse a identificarlo.
Veniamo a conoscenza, inoltre, del misterioso rapimento di un bambino di quattro anni, George, figlio di un maggiore americano e della sua giovane moglie giapponese; il piccolo non verrà mai restituito alla famiglia né si saprà nulla di lui, negli anni successivi.
In quel periodo, ancora, tra le mura della residenza, una donna, secondo quanto documentato dai registri del libro degli ospiti, ha alloggiato per poco tempo come ospite presso l'appartamento di una inquilina..., ma anni dopo nessuno ricorda né che aspetto avesse né tanto meno il nome; ma l'altro fatto da ricordare è decisamente più inquietante: un uomo e una donna depongono il corpo senza vita di un bambino in una valigia, la quale verrà nascosta nel seminterrato.

La Residenza K ha numerose porte, ognuna delle quali, aprendosi, lascia entrare nelle vite, nella quotidianità, nelle abitudini, nelle solitudini di ciascuna ospite; tra queste, però, evidentemente ce ne sono alcune che avrebbero delle storie interessanti da raccontare, dei segreti che custodiscono gelosamente dentro di sé e in qualche angolo o armadio della propria stanza.

Quando sette anni dopo i fatti menzionati (quindi nel 1958), i lavori iniziati per far posto alla strada prevedono lo spostamento dell'edificio, la tranquillità di alcune signore della residenza K viene messa alla prova.
 
La Residenza K è un vecchio palazzo di mattoni rossi che ospita donne nubili, che desiderano condurre un'esistenza tranquilla e in solitudine, ed infatti raramente la maggioranza di esse lascia entrare ospiti esterni, tanto meno uomini (del resto, c'è il divieto di ospitare maschi); è un tipo di realtà in cui ognuna vive facendosi i fatti propri..., fino a quando dalla portineria sparisce misteriosamente il passe-partout, la chiave universale che apre tutte le centocinquanta stanze affacciate sui lunghi corridoi dei cinque piani: da quel momento le inquiline cominciano a vivere nell'ansia e nella paura che la ladra di turno entri furtivamente nel loro piccolo mondo e si metta a frugare, a impicciarsi. 

Se ciò accadesse, cosa scoprirebbe?

Ogni camera custodisce, infatti, oltre a una grande solitudine, qualche colpa, segreto o vizietto che ciascuna signora non ha interesse a divulgare: strani furti, incidenti sospetti e persino un suicidio aleggiano tra quelle mura, abitate da donne le cui giornate scorrono piatte e grigie.

Le camere trasudano di ricordi appassiti, di gesti abitudinari, di noia e tristezza, di rimpianti, rimorsi, attese, di sogni infranti, di amori mai vissuti: c'è la donna poveretta, che sopravvive di sussidi sociali e che va rubacchiando; c'è l'insegnante di violino che nasconde un oggetto di valore sottratto al legittimo proprietario anni e anni prima; c'è una docente in pensione che ha preso la bislacca abitudine di scrivere lettere nostalgiche alle proprie ex allieve, rammentando loro episodi risalenti agli anni del liceo; un'ex insegnante universitaria che corregge senza sosta un manoscritto del defunto marito... A queste donnine, in là con gli anni e dedite sempre alle stesse monotone attività, si affiancano altre che seguono una setta strana e sinistra, chiamata il "Culto dei Tre Spiriti", e regolarmente c'è il Maestro (il guru) che si reca nella Residenza per tenere le sue sedute...

Insomma, donne sole, "che passano qui dentro giornate senza scopo, assorte nel ricordo dei tempi andati e come prigioniere di queste mura..., sono solite trascorrere le giornate in silenzio nelle loro stanze... lasciandosi sfuggire sospiri..., perse nella contemplazione di quel che resta dei sogni di gioventù. Per queste donne anziane, i pochi segreti che conservano nel cuore sono l'unico scopo di vita, l'unico orgoglio, tutto ciò che rimane loro di quanto possedevano un tempo".

E adesso, con gli scavi in corso per i lavori della strada, proprio esse - così rassegnate a giorni sempre uguali e pigri - temono... cosa? Che cosa potrebbe succedere di così orribile? 

Le ospiti sono molte ma l'autrice si sofferma, ovviamente, su sette di esse più le due custodi, di cui una, in special modo, è molto curiosa. Troppo, forse..., e chissà perché (nasconde qualcosa di losco pure lei??).

Tra signore furbette e impiccione, che rubano questa benedetta chiave che apre tutte le porte, e sinistri avvenimenti nel corso dei raduni misteriosi della setta, le calme acque in cui finora sguazzavano apatiche alcune delle residenti, iniziano ad agitarsi, e il mare, si sa, quando è agitato porta a riva di tutto.

"Residenza per signore sole" è un noir breve ma intrigante, caratterizzato da un'atmosfera carica di tensione e suggestione, in cui l'attenzione del lettore sale e si fa più vigile via via che si aprono le porte degli appartamenti e, insieme alla curiosona di turno, entra per sbirciare all'interno, domandandosi anch'egli cosa potrebbe esserci nascosto, quale segreto torbido, quale colpa mai espiata.

Ma soprattutto, il lettore sa che le premesse poste all'inizio (i fatti del '51) sono sempre lì, sospese e irrisolte, come degli ormai impolverati cold case in attesa di una soluzione definitiva, che arriva, certo, ma solo dopo che la Masako stessa ha "sporcato" un po' le acque, facendoci credere che la spiegazione a un determinato fatto (ad es. al rapimento e al bambino in valigia) fosse una, per poi darci piccoli colpi di scena al momento giusto.

Mi è piaciuta l'ambientazione, che mi ha ricordato quella dei gialli classici - il luogo chiuso, tra le cui mura è avvenuto qualcosa di oscuro, in cui apparentemente tutti sembrano colpevoli e sospetti - e l'aspetto psicologico e sociale ad essa collegato, vale a dire la realtà di queste donne in pensione, bloccate nei loro piccoli mondi  solitari e tristi, che vivono vicinissime, sanno quasi tutto l'una dell'altra, conoscono abitudini e rumori provenienti dalla camera accanto..., eppure sono estranee, senza legami di amicizia e solidarietà, ma anzi, diffidenti, invidiose, distanti.

Un libro che si legge con piacere sino all'ultima pagina, giunti alla quale non possiamo non sorridere per come l'autrice abbia saputo, con abilità e intelligenza, lasciarci cadere in alcuni fraintendimenti.
Molto carino, consigliato a chi ama gialli e noir, cerca storie piene di mistero ed  è attratto dalla narrativa orientale.

mercoledì 30 agosto 2023

RECENSIONE # NERGAL di M.D. Ferres #

 


Terzo volume della serie “The Crimson Thrones”, NERGAL è dedicato al dio dell’Oltretomba, della Guerra e della Catastrofe, anch'egli scelto per contribuire, assieme alle altre tre antiche divinità, a fermare il Distruttore che, supportato dalle sue mostruose creature, sta attaccando la terra per eliminare gli uomini.


NERGAL
di M.D. Ferres


346 pp
È dura per un dio potente e un tempo temuto in tutta Babilonia, dover trascorrere millenni nella Terra del Non Ritorno.
Ma finalmente per Nergal, Principe terrifico, Dio dell’Oltretomba, della Guerra e della Catastrofe, è giunto il momento di uscir fuori da quella che da troppo tempo è per lui una prigione: avendo vinto il torneo - organizzato da tutte le divinità per individuare i quattro campioni che dovranno eliminare il Distruttore e salvare l'umanità -, una importantissima missione lo attende ed egli è pronto ad ottemperare ai propri doveri.

Anche Nergal, come Seth e Lugh, dispone di un frammento prezioso dello scudo della dea Atena, indispensabile per trovare colei che dovrà guidarlo in questo percorso difficile di salvezza dell'umanità.
Vincendo, Nergal è consapevole che potrà conservare la libertà appena guadagnata, ma ancora non sa cosa, o meglio chi, gli servirà per compiere il suo destino.

Ed ecco che lo scudo gli indica la via: Londra.
È qui che vive e lavora Kaya, una ragazza determinata e piena di energie, che si fa in quattro per inseguire i suoi sogni e diplomarsi alla Sherdford School of Fine Art, barcamenandosi tra lo studio e ben tre impieghi. 

La sua vita piena di sogni e impegni viene sconvolta un giorno, quando durante il suo turno di pulizie al British Museum, un uomo dall'aspetto terrificante - eppur bellissimo - compare dal nulla e comincia a parlarle di cose assurde, degne di un film fantasy.
Convinta, inizialmente, di essere vittima, se non di un’allucinazione, quanto meno di una burla, una sgomenta Kaya cerca di mandar via il ragazzone tutto muscoli che blatera di divinità e che le rinfaccia di essere stato invocato proprio da lei, ma purtroppo deve accettare un'amara realtà: quel tipo, che dice di chiamarsi Nergal (lei preferisce il più comune Neal) e di essere nientemeno che il dio dell'Oltretomba, è lì per lei, per prenderla e portarla con sé nella propria salvifica missione.
Beh, ad essere precisi, è il contrario: è Kaya a dover fare da guida all'antica divinità perché lo conduca là dove ci sono le crepe da cui escono le creature malefiche e distruttrici che hanno, già da un po', preso d'assalto la Terra.

Certo, Kaya non sa nulla di questa mission: impossible, ma se c'è una cosa che a Nergal non costa davvero nulla è convincere l'umana a credere nella sua identità divina: Nergal, infatti, richiama a sé i propri "poteri sovrumani" e le creature infernali che gli sono soggette e devote e che, ciascuna a modo suo, lo supporteranno nel suo viaggio verso il Distruttore.
Assieme, certamente, all'incredula e un po' spaventata Kaya, che proprio non immaginava che nel XXI secolo ci fossero ancora in giro déi babilonesi e demoni dall'aspetto terrificante.

E siccome il tipo divino, tanto alto e massiccio quanto sicuro di sé e sprizzante autorità da ogni poro, minaccia di seguirla ovunque - ed è ciò che, in un primo momento, succede, il che fa imbestialire Kaya, soprattutto perché Nergal sa rendersi invisibile ed è capace di tampinarla pure sotto la doccia -, l'artista è costretta ad assecondarlo e ad accompagnarlo in qualità di "Civetta", così come recita la parte della profezia a loro dedicata, in quegli angoli del mondo da cui provengono i mostri e il Distruttore, per chiudere le crepe e rispedirli al mittente.

Insomma, non è una passeggiata, anche perché Kaya... è solo una fragile e mortale umana!
Ma Nergal si accorge subito che ha una tempra forte, un caratterino deciso e focoso, sa tenergli testa e, più di tutto, gli accende i sensi come mai nessuna creatura femminile - in cielo, sulla terra e sottoterra - ha mai saputo fare.

Nergal è un dio e si "incendia" come il più appassionato degli uomini: Kaya ha un corpo meraviglioso e quel suo mix di sensualità, testardaggine e dolcezza, è davvero una miccia potente, in grado farlo scoppiare di passione in ogni fibra del suo essere; quando i due sono vicini, il sangue nelle vene scorre più veloce, il cuore martella nel petto...: tutto, di lui, desidera prendere e possedere Kaya.

E per lei è la stessa cosa.
Vero è che, sulle prime, Kaya è diffidente e cauta: non ha alcuna intenzione di concedersi a un giovanotto che è sulla terra in via temporanea, giusto il tempo di portare a compimento la missione e poi... ciao ciao, chi s'è visto, s'è visto.
Però il suo corpo è traditore e fa come gli pare: la passione la travolge e la conduce verso quello di lui, massiccio, grosso, che ispira passione e momenti di fuego, ma anche altro.
Protezione, ad esempio, e nel loro viaggio insieme Kaya farà costantemente esperienza di cosa voglia dire essere protette contro nemici molto, troppo forti (perché non di questo mondo), ma Nergal è una garanzia sotto questo aspetto: lui è padrone di ogni situazione vissuta, ha idea di che razza di nemico debbano fronteggiare e, anche grazie ai suoi sudditi infernali, sa rispondere colpo su colpo al Distruttore e ai suoi viscidi scagnozzi.

Nel "lavorare" fianco a fianco per individuare ed eliminare le creature minacciose, la coppia vivrà molte avventure e non pochi pericoli, che spesso metteranno a rischio anche la vita dei famigliari di Kaya, ma questo non farà che legare intimamente i due "guerrieri".
E per intimamente si intende sia nell'animo che nel corpo, infatti l'autrice ci regala non solo diversi momenti bollenti, in cui la passione deflagra irrefrenabile, ma anche altri più teneri, in cui Nergal e Kaya percepiscono che ad unirli non è solo il sesso ma qualcosa che va oltre e che li unisce interiormente, nel cuore.

Kaya sente il bisogno di avere Nergal nella sua vita, non può accettare di perderlo ma - cosa ancor più sorprendente per un dio da sempre ritenuto incapace di amare e, in generale, di provare i medesimi sentimenti degli umani -, ella vede al di là delle apparenze: è vero, Nergal è strettamente legato agli inferi, nulla del suo mondo è gradevole e tutto è oscuro e spaventoso..., eppure Kaya sa, sente, che in quella gabbia toracica batte un cuore generoso, perché nessuno l'ha mai difesa, rischiando la pelle, con tutto quell'ardore, quella forza e quella devozione cieca.

 

Nergal è convinto di non saper amare... ma perché non aveva mai conosciuto l'amore di una donna come Kaya, che con il suo modo di essere - ardimentosa e dolce, cocciuta ma anche premurosa e altruista -, insegnerà al suo passionale e sexy dio che anche in quel buio che da sempre lo accompagna è possibile far splendere una luce, e che dietro quei tratti mostruosi e repellenti (quelli che emergono quando mostra la sua natura e forma divina) si nasconde un uomo bello dentro e fuori, in grado di sacrificarsi per la sua donna come per gli altri esseri umani, e di amare, senza limiti e per l'eternità, come solo le divinità possono fare.

"Nergal" è un paranormal romance per adulti, avventuroso e movimentato, romantico e passionale, ironico, con abbondanza di dialoghi vivaci che concorrono a rendere più scattante il ritmo narrativo, a rendere ogni scena più vivida e caratterizzare i personaggi.
Ideale per chi è amante del genere.


Pur appartenendo alla stessa serie, ogni libro può essere letto indipendentemente dagli altri.

1. SETH di Laura Fiamenghi
2. LUGH di Francesca Trentini (USCITA: 1° LUGLIO 2023)
3. NERGAL di M.D. Ferres (USCITA: 1° AGOSTO 2023)
4. KÀRI di Monica B. (USCITA: 1° SETTEMBRE 2023)

sabato 26 agosto 2023

VACANZE A GLARONA [ pillole di storia ]

 

La mia vacanza famigliare in Svizzera sta per giungere al termine e lunedì sera lascerò Glarus (Glarona) per tornare in Italia, in Puglia.

Oggi vorrei condividere con voi un paio di curiosità storiche legate a questa cittadina di circa 12.500 persone, ai piedi dei monti Glärnisch, Wiggis e Schilt, a solo un'ora di macchina o di treno da Zurigo.
Da Glarona provengono prodotti rinomati come il cioccolato Läderach, i forni per raclette Stöckli, le sedie Horgenglarus e Geska Ziger.

La prima curiosità ha a che fare con un personaggio del VI secolo: San Fridolin, che compare sullo stemma glaronese, l'unico stemma cantonale raffigurante una persona.

San Fridolin, rappresentato con bastone e Bibbia (le raffigurazioni ecclesiastiche lo vedono anche accompagnato da uno scheletro), secondo la leggenda era un messaggero di fede irlandese, vissuto all'inizio del VI secolo e grazie alla cui influenza gli abitanti del Glarnerland divennero cristiani.
Dopo essere stato a Poitiers, attraverso Strasburgo e Costanza giunse a Coira (Chur) e lungo il suo cammino fondò numerose chiese, tra cui il monastero sulla penisola del Reno a Säckingen.
Lavorò come abate a Säckingen e da lì evangelizzò la zona dell'Alto Reno.

La leggenda racconta che il ricco Ursus, prima di morire, avesse donato gran parte del Glarnerland a Fridolin.
Suo fratello Landolf voleva riprendere la terra da Fridolin dopo la morte di Ursus, ma Fridolin riportò in vita Ursus per chiedere aiuto nella disputa sull'eredità, e Landolf ne fu così scioccato da regalare a Fridolin anche la la sua parte di paese.

In questo modo il Glarnerland venne dichiarato appartenente al monastero fondato da Fridolin a Säckingen, e Fridolin venne considerato il santo protettore contro i furti ereditari.


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Altra nota storica interessante: proprio a Glarus ebbe luogo l'ultima condanna a morte per stregoneria in Europa.

Anna Göldi nacque il 24 ottobre 1734 a Sennwald ed era la quarta degli otto figli di Adrian Göldi e di Rosa Bühler; rimase nubile.

 
Dal diciottesimo anno di età lavorò come serva, ad es. alle dipendenze del pastore di Sennwald, poi del pastore Johann Heinrich Zwicky (il figlio la mise incinta; del piccolo, partorito a Strasburgo, si persero le tracce) e presso Johann Jakob Tschudi, medico e giudice del tribunale dei Cinque, a Glarona (dal settembre 1780 alla fine di ottobre 1781).

I guai per Anne iniziarono quando, alla fine di ottobre 1781, nella scodella del latte della figlia di otto anni (Anna Maria) della famiglia Tschudi, nel giro di cinque giorni furono trovati nove spilli.
La serva fu licenziata in tronco il 5 novembre 1781 e pochi giorni dopo si recò da una sorella a Sax.
Intanto, la piccola Tschudi avrebbe iniziato a sputare spilli, chiodi di ferro e pezzi di filo metallico, entro Natale ne sputò in totale un centinaio e sulla testa di Göldi fu posta una taglia, con tanto di diffusione di dati segnaletici sui giornali.
La Göldi fu arrestata il 2 marzo 1782 a Degersheim, dove era a servizio presso un oste.
Anna Maria, pur avendo smesso di vomitare spilli, manifestò altri problemi di salute e fu proprio Anne Göldi a guarire la bambina, rafforzando ulteriormente la sua nomea di «strega».

Ad aprile iniziò il processo; durante il primo interrogatorio amichevole, senza tortura, la presunta strega ammise di aver messo gli spilli nel latte di Anna Maria: successivamente,  ammise di aver somministrato gli spilli, i chiodi e i fili di ferro alla bambina attraverso un dolce che aveva ricevuto dal fabbro Rudolf Steinmüller.

Nel corso del procedimento penale, anche negli interrogatori sotto tortura, Göldi oscillò tra queste due versioni dei fatti;   Steinmüller, arrestato il 9 aprile 1782 come complice, si tolse la vita in carcere.

A giugno  il consiglio evangelico glaronese, con 32 voti contro 30, la giudicò colpevole di essere un'avvelenatrice ("Vergifterin") e il 13 giugno 1782 Anna Göldi morì sulla ghigliottina.

Il 27 agosto 2008, a più di 226 anni dall'esecuzione, il parlamento cantonale di Glarona ha deciso di riabilitare Anne Göldi.
In sua memoria è stato aperto un museo, Anna Göldi Museum Glarus.

FONTI CONSULTATE

  • https://www.gl.ch/portrait/wappen.html/204
  • https://www.heiligederschweiz.ch/fridolin/
  • https://www.glarus.ch/portraet.html/5823
  • https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/043539/2021-11-30/



Una via di Glarus


Stemma glaronese -
Fridolin



Glarner Stadtkirche





martedì 22 agosto 2023

✔️ RECENSIONE ✔️ VERITÀ NASCOSTE di Anna Maria Fusco


Sei mesi: questo è il tempo in cui una giovane donna pugliese vive l'esperienza più traumatica della propria vita, rapita da uomini che la trascinano da un tugurio all'altro, sottoponendola a violenze di ogni tipo, in attesa di ricevere il tanto agognato danaro del riscatto.

Sei mesi infernali ai quali sarà arduo sopravvivere, eppure Anna Maria attingerà ad un'incredibile forza interiore e a un'inesauribile riserva di fede che le permetteranno di superare qualcosa di inaudito e al limite della sopportazione.



VERITÀ NASCOSTE
di Anna Maria Fusco


307 pp.
Ci sono esperienze difficili da raccontare perché rievocarle provoca ancora tanto dolore anche dopo molti anni.

Per anni Anna Maria Fusco ha tenuto nascosto, per pudore, tutta l'oscena brutalità di ciò che ha vissuto in sei mesi di cattività, in balia della volontà e dell' insensibilità di esseri senza scrupoli né coscienza, cioè i suoi sequestratori.

Anna Maria è una giovane maestra ventunenne di Manduria, figlia di genitori benestanti (il padre è un imprenditore del vino) che il 18 novembre 1983 viene sequestrata da una banda di rapinatori della Sacra Corona Unita, determinata a chiedere un lauto riscatto in cambio del rilascio della ragazza.

In queste tremende pagine, la voce di Anna Maria ci porta nel suo personale inferno, in quei maledetti mesi vissuti lontana da casa e lasciata in condizioni disumane, di incuria e sporcizia totali, con scarsità di cibo e acqua, e soprattutto sottoposta a costanti abusi e sevizie, tanto fisici e psichici, quanto sessuali.

La sua è stata un'esperienza devastante, che l'ha condotta giù per gli scalini più bassi della dignità umana, segnandola in maniera indelebile come persona e come donna.

Che un rapimento sia, già di per sé, un fatto tragico e spaventoso è indubbio, ma ciò che il corpo e la mente di Anna Maria hanno dovuto sopportare è indicibile.

Il lettore resta attonito e ammutolito davanti a un tale rigurgito di malvagità; già quella povera ragazza doveva subire un trauma terribile per il solo fatto di essere privata della sua libertà, della sua vita e del rispetto, da uomini privi di umanità pronti a macchiarsi dei peggiori reati pur di fare soldi, ma a questo si aggiungevano costanti e quotidiane mortificazioni, come se Anna Maria fosse peggio di un animale, da prendere a calci e tenere legato, per di più in ambienti a dir poco degradati, sporchi, infestati da ratti e rettili; per quei bruti ella era un pezzo di carne senza diritti né dignità, da stuprare, percuotere con violenza inaudita, da dileggiare perfidamente.

Un sequestratore in particolare è stato il suo torturatore, colui che abusava della ragazza come e quando voleva, riversando su di lei ogni sorta di istinto animalesco.


Come si sopravvive a vicissitudini del genere?
Anna Maria ce lo racconta ed è straziante.

A sostenerla sono stati la fede e il pensiero della famiglia, oltre a quell'atavico istinto di sopravvivenza che emerge in situazioni al limite e che permette di affrontare, con insospettabile resilienza, qualcosa che mai avremmo pensato né di poter vivere né tantomeno di affrontare e superare.

Anna Maria prega e invoca Dio confidando che Lui non l'abbandonerà e che continuerà a vegliare su di lei; se lo vorrà, farà in modo che lei torni alla libertà, alla sua famiglia e alla sua vita.

Solitudine, disperazione, sofferenza nel corpo, nella mente e nello spirito, terrore, un profondo senso di vergogna, freddo, fame, la consapevolezza di essere diventata in sei mesi un oggetto senza valore, da calpestare, maltrattare, ingiuriare ed eventualmente uccidere senza pietà, se le scellerate richieste dei delinquenti, che la tengono prigioniera, non dovessero essere esaudite.

Al buio, in quelle squallide e immondi "prigioni", Anna Maria piange e prega, ma non solo, fa qualcosa di più, di necessario: tiene viva e allenata la propria mente cercando di memorizzare quanti più dettagli utili per raccogliere informazioni sui rapitori; continua a rivolgere pensieri d'amore alla famiglia e alimenta i ricordi felici dell'infanzia, nonostante gli ignobili tentativi dei suoi carcerieri di farle credere che i suoi cari non l'amino abbastanza, se esitano tanto a pagare per liberarla.

Il racconto di Anna Maria, crudissimo perché drammaticamente e dolorosamente reale, è il grido liberatorio di una donna, ora adulta, che, a poco più di 20 anni, ha visto e sperimentato violenze terrificanti e umilianti, capaci di uccidere dentro, nell'anima, eppure lei - con la sua fede sincera e semplice, la sua incredibile e ammirevole capacità di amare e perdonare - ha saputo ricostruirsi pezzo per pezzo, a lasciare andare odio e rancore, ha continuato a nutrire la speranza e la fiducia in un futuro più lieto, e questa lettera al mondo vuole essere un incoraggiamento per tutti, in particolare per i giovani, perché siano costruttori consapevoli di una umanità migliore, che viva tenendo alti i valori del rispetto della dignità e della libertà dell'uomo, i valori dell'amore e della misericordia.

La storia di Anna Maria è molto forte, colpisce il lettore, lo lascia sgomento e atterrito in presenza di tanto dolore e di tanta malvagità, ma altresì egli resta ammirato dalla grande sensibilità e dalla forza interiore di questa ragazza degli anni 80 che, malgrado i momenti di abbattimento e sconforto, non si è lasciata sopraffare dal male ma, anzi, ha vinto il male con il bene*.

Grazie, Anna Maria, per il coraggio nel condividere una storia - la tua - così dura e intensa.

Ideale per chi ricerca storie di vita vissuta ed è pronto a leggere di esperienze angoscianti ed emotivamente molto forti.


* Lettera ai Romani 12:21

domenica 20 agosto 2023

♣️ RECENSIONE ♦️. IL RUMORE DEI TUOI PASSI di Valentina D'Urbano



All'interno della "Fortezza", Beatrice e Alfredo sono per tutti "i gemelli". 
I due non hanno in comune il sangue: a legarli nel profondo è un'amicizia ruvida, un affetto espresso a suon di schiaffi, morsi, grida e parolacce, che negli anni si trasforma in un sentimento diverso, più vicino all' amore. 
E un amore come il loro non può che essere sì selvaggio, pieno di graffi, sì, ma anche tenero e delicato, e dove l'inconfondibile rumore dei passi dell'altro è più forte di tutto.


IL RUMORE DEI TUOI PASSI
di Valentina D'Urbano



Longanesi ed 
318 pp

"io non ti lascio. Non ti preoccupare, Alfredo, non avere paura, io rimango qui con te. Dentro il buio."

Beatrice e Alfredo sono due adolescenti cresciuti insieme come fratelli pur non condividendo lo stesso sangue; il loro è un affetto fraterno che nel tempo ha assunto diverse sfumature, arricchendosi di nuove e forti sensazioni e desideri.

Quella tra Bea e Alfredo è un'amicizia feroce, ruvida, un legame viscerale, incrollabile, di quelli che poche volte nascono nella vita.

"Cercammo di smettere di essere uguali, ma non ci riuscimmo mai. Ci eravamo contaminati."

Alfredo entra (ufficiosamente) a far parte della famiglia di Bea quando è solo un bambino conciato male a causa delle continue botte che il padre - perennemente ubriaco - dispensa ai tre figli (orfani di madre). La mamma di Bea prende a cuore quello spaventapasseri di bambino singhiozzante e Alfredo diventa il terzo figlio per i genitori di Bea, e un fratello per lei e Francesco.

Un fratello con cui crescono e col quale condividono attenzioni, cibo, stanze, doccia, letto.

"Non ce l’ha mai avuto un nome preciso, questo posto. Per molti anni era stato solo il quartiere occupato, ma all’inizio degli anni Settanta qualcuno cominciò a chiamarlo la Fortezza. Quelli che venivano da fuori non potevano entrare. A pensarci bene, nemmeno noi potevamo uscirne. Eravamo gente poco raccomandabile, gente che nessuno voleva prendere a lavorare, i rifiuti della società."

Alla Fortezza (il quartiere dove vivono Bea e Alfredo) è un po' come trovarsi in uno spazio in cui regna una gran confusione, pur essendoci delle regole interne come in ogni grande o piccola comunità: si spaccia, si litiga, si beve, si rubacchia, si gioca a pallone, gli adolescenti hanno rapporti promiscui, la gente vive e sopravvive con mezzucci discutibili, ma su una cosa tutti sono d'accordo: la polizia è il nemico numero uno e non deve mettere piede nella Fortezza.

In questo clima selvaggio e crudo, i bambini crescono in fretta, avvolti da poche carezze e smancerie e da molti rimproveri e percosse.

Se alcuni, come Bea, hanno genitori più attenti, altri come Alfredo vivono lasciati a loro stessi.

I ragazzi imparano crescendo che il mondo è come una grande giungla, dove non c'è posto per sentimentalismi, dove devi dimostrare forza e carattere, tirare fuori le unghie e alzare la voce.

Nella Fortezza si cresce insieme affrontando le medesime problematiche e si è uniti da legami quasi fraterni; è come una grande famiglia dove tutti si conoscono e si affibbiano anche soprannomi.

Beatrice e Alfredo sono, ad esempio, "i gemelli": sempre insieme, stessa andatura nel camminare, stesse gestualità...; paiono davvero fratelli di sangue ma, col sopraggiungere dell'adolescenza, Bea realizza che i suoi occhi hanno cominciato a guardare Alfredo in modo differente: la sua vicinanza fisica, il suo tocco, il suono della sua voce le smuovono qualcosa nella pancia mai provato prima e questa consapevolezza la rende furiosa, aggressiva e quasi cattiva verso Alfredo, che lei spesso tratta male senza che lui lo meriti davvero.

I suoi sentimenti stanno mutando ma Alfredo sembra non vederlo: per lui Bea è sempre la stessa rompiballe con cui si tirano calci, schiaffi, sputi e parolacce.

E anche se gli amici li vedono come una coppia, Bea vede che Alfredo si guarda attorno e "fa lo scemo" con le altre.

Questo la manda in bestia perché lei vorrebbe essere l'unica per lui, come Alfredo lo è per lei.

Non sono forse sempre stati appiccicati, tutto l'uno per l'altra? E allora perché lui non la vede come una ragazza con cui avere una storia ?

In realtà Alfredo, a modo suo, è geloso di Bea, e non sopporta che lei possa divertirsi senza di lui (tantomeno con un ragazzo) e lasciarlo solo.

Ma non saranno altre relazioni a mettersi tra loro bensì qualcosa di molto peggio e pericoloso: la droga.

Siamo negli anni Ottanta, il fenomeno droga è quanto mai diffuso, tanto più in un luogo già socialmente deviato e disfunzionale come la Fortezza.

Alfredo resta impigliato nelle glaciali e mortifere maglie della tossicodipendenza, che gli toglierà la luce dagli occhi, il vigore dal corpo e la voglia di vivere. Gli ruberà l'anima, rendendolo uno zombie.

Però Bea continua ad essere al suo fianco, nonostante la rabbia, la stanchezza, la sofferenza logorante che caratterizzano il prendersi cura di una persona la cui esistenza dipende dall'eroina.

Bea ama Alfredo e non riuscirebbe ad abbandonarlo neanche se lo volesse; piuttosto lo ammazza con le sue mani!!

Basterà il suo amore forte e sanguigno a salvarlo?

"Il rumore dei suoi passi" è un romanzo sull'amicizia, imperniato su un rapporto simbiotico che si esprime non attraverso carezze e dolci parole, ma con graffi, botte, offese, grida; é un affetto più che fraterno, è possessivo, quasi morboso, non conosce altro linguaggio se non quello animalesco e graffiante di chi è nato e cresciuto in mezzo alla strada, con poche o nessuna coccola e dolcezza, dove ognuno ha imparato a mordere e ferire per primo per non essere attaccato e sopraffatto.

Un'amicizia e un amore vissuti in modo famelico, totalizzante, dove ci si ama senza sussurrarsi "ti amo" ma aiutandosi e sostenendosi concretamente, sempre dopo aver vomitato una scarica di insulti e pugni.


L'autrice ha esordito con un romanzo dalle vicende forti e drammatiche, denso e intenso, brusco e autentico nei contenuti, nella tipologia di personaggi e nel linguaggio, dove ogni parola e gesto hanno la violenza di un pugno in faccia, dove la vita non fa sconti, le adolescenti abortiscono di nascosto da una mammana, un padre può tranquillamente ammazzare di botte i figli, dove i ragazzi incappano nel tunnel della droga e sono lasciati al loro destino, dove i servizi sociali difficilmente arrivano e così la polizia (se non per arrestare). Il contesto in cui si nasce e si annida dentro chi ci vive "come una malattia e che alla fine ci aveva rovinati."

È un romanzo molto bello, che scuote e commuove, ci si lega a Bea e Alfredo, le cui personalità sono molto ben delineate: lei così forte, testarda, prepotente e a volte crudele, lui più fragile, fondamentalmente buono e terrorizzato all'idea di essere lasciato solo dalla sua insopportabile Bea.

"una delle poche cose buone di Alfredo era proprio questa: sapeva amare incondizionatamente. Ma non aveva il mio carattere. Se nella nostra amicizia c’era un pilastro portante, quello ero io. Lui amava come un cane, con la stessa insensata fiducia, con lo stesso cieco trasporto."

I due protagonisti sono così diversi eppure indissolubilmente uniti nell' anima, e il loro rapporto riflette questo essere agli antipodi: vicinanza e voglia di scappare e allontanarsi dall'altro, ti picchio ma ti voglio anche abbracciare, ti amo e ti odio, tenerezza e rabbia.

"Eravamo insieme e allo stesso tempo eravamo lontani, come su due pianeti diversi. Io vedevo Alfredo svanire, farsi piccolo, perdere nitidezza. E non mi fidavo più di lui."

Non posso che consigliarvene la lettura, tanto più se siete alla ricerca di un libro ad alto coinvolgimento emotivo. 


ALCUNE CITAZIONI

"Certe volte ti dimentichi le cose che hai vissuto. Le lasci da parte perché ti sembrano infantili, prive di senso, e allora le abbandoni lì a farsi seppellire. Le rimuovi, fino a che non succede qualcosa che te le fa ricordare. E allora cambia anche la visione della realtà."

"Eravamo fatti così, tendevamo a nascondere le cose difficili, ci sforzavamo di non vederle, finché non ci capitavano sotto agli occhi, finché non diventavano così grosse e cattive da prenderci a calci in faccia. Solo a quel punto decidevamo di affrontarle, e spesso era già troppo tardi. Era un modo come un altro di difenderci."


venerdì 18 agosto 2023

COME VA CON I VICINI DI CASA? [[ Libri a tema ]]



Ma quanti romanzi ci sono che sono incentrati sui vicini di casa, soprattutto quelli inquietanti e con caterve di scheletri nell'armadio?
Beh, parecchi e per la rubrica "libri a tema..." daremo un'occhiata ad alcuni romanzi in cui compaiono proprio loro: i vicini fastidiosi, misteriosi, sinistri e, spesso, portatori di rogne.


Vicini di casa di Thomas Berger (Big Sur, 319 pp). 

Earl Keese è sposato con Enid e, da quando la loro figlia ventenne, Elaine, si è trasferita al college, i due vivono tranquilli come due novelli sposi. Ma la pacifica routine viene stravolta quando nel vicinato trasloca una giovane coppia, Harry e Ramona: Harry è un omone all'apparenza bonario che nasconde però un lato aggressivo e calcolatore, mentre Ramona, sensuale e sicura di sé, inizia da subito a provocare Keese. 
Mentre Enid sembra subire il carisma dei vicini, Earl va in crisi. 
I quattro diventano protagonisti di una rocambolesca guerriglia di piccole violenze reciproche, sotterfugi, manipolazioni e trucchetti. Incapace di distinguere tra alleati e nemici, tra realtà e allucinazione, Keese dovrà fare appello a tutte le sue risorse per non perdere la sanità mentale e resistere all'assalto dei nuovi arrivati. 


I buoni vicini di Sarah Langan (SEM E., 400 pp).

A Maple Street, un quartiere da cartolina alla periferia di Long Island, la vita sembra scorrere all'interno di una bolla di certezze che, però, scoppia con l’arrivo di una nuova famiglia, composta da Arlo Wilde, una rockstar burbera e sopra le righe, sua moglie Gertie, con un passato da reginetta di bellezza; Julie, una coraggiosa e sfrontata preadolescente che impreca come un marinaio e suo fratello minore Larry. 
La loro vicina di casa Rhea Schroeder, solitaria professoressa dal passato oscuro, accoglie Gertie e la famiglia nella comunità. 
M durante una serata estiva piena di spritz, i nuovi “migliori amici” condividono troppo, e troppo presto. Mentre le tensioni aumentano, una voragine si apre in un parco vicino a Maple Street e la figlia di Rhea, Shelly, cade nel precipizio. Sarà facile, a questo punto, scagliarsi contro i Wilde, i “diversi” in un mondo di uguali: all’improvviso, a valere è la parola di una madre contro l’altra, di un genitore contro l’altro nel “tribunale dell’opinione pubblica”, in un’apoteosi di ipocrisia e crudeltà che finisce nel sangue...


Un vicino di casa molto speciale di Ali McNamara (Ed. Newton Compton, 423 pp).

Ava è appena arrivata nella tranquilla località di Bluebell Wood, attratta dal silenzio dei boschi, dai ritmi pigri della campagna e soprattutto dalla possibilità di starsene da sola. La vita in città, che un tempo amava, non fa più per lei. E anche se una volta era una donna di successo, tutto quello che desidera adesso è godersi il suo piccolo cottage da fiaba, uscendo solo per passeggiare immersa nella natura o per curare il giardino in compagnia del suo cane, Merlin. Il suo passatempo preferito diventa dare qualche briciola agli uccellini che cantano, la mattina presto. E i suoi nuovi amici cominciano a lasciarle in cambio piccoli regali: inizialmente Ava non vi presta attenzione, ma giorno dopo giorno, i doni lasciati in giardino dagli uccellini sembrano assumere un significato sempre più profondo. Stanno cercando di comunicarle qualcosa?
Sarà l’incontro con Callum, il suo vicino di casa, a farle capire che forse il destino le sta regalando una seconda occasione per essere felice.



La famiglia del piano di sopra
di Lisa Jewell (Ed. Neri Pozza, 336 pp)
.

A Cheyne Walk vive la buona società londinese, ma ciò non impedisce che in uno degli appartamenti del numero 16 vengano rinvenuti ben tre cadaveri. 
Sul pavimento della cucina giacciono i corpi dei coniugi Martina e Henry Lamb e di un terzo uomo non identificato. In una camera al primo piano, c’era una bambina di circa dieci mesi in buone condizioni di salute, con una zampa di coniglio sotto la copertina della culla. 
Stando alle dichiarazioni dei vicini, da alcuni anni in quella casa abitavano molti bambini e diversi adulti, tutti misteriosamente svaniti nel nulla, compresi i due figli maggiori dei Lamb. 
Serenity Lamb, che venticinque anni prima era stata adottata dai signori Jones, diventando Libby Jones,  ha ereditato la casa di Cheyne Walk e, con lei, il suo spaventoso passato.
Cos’è accaduto davvero tra quelle mura? Che fine hanno fatto gli altri abitanti della casa di Chelsea? E, soprattutto, in che modo quei drammatici eventi hanno a che fare con gli strani rumori che Libby sente provenire dal piano di sopra, benché sia certa di essere sola in quella strana e tetra dimora?


La coppia della porta accanto di Shari Lapena (Mondadori, 280 pp).

Un crimine odioso: una bambina di sei mesi sottratta ai genitori mentre sono a cena dai vicini. 
L'inizio è quello di un giallo classico che, in poche pagine, eluderà però qualsiasi paragone. Quante cose il lettore crede di sapere e non sa. Quante volte sussurrerà "ho capito" e si dovrà ricredere.

Un innamoramento al momento sbagliato, una coperta scomparsa, una telecamera che non funziona, un'altra che funziona troppo bene, il depistaggio di una mente malata, quello di una mente fin troppo sana, un gioco erotico che sfugge al controllo e un detective capace di mille ipotesi stravaganti che, guarda caso, trovano altrettante sinistre conferme: un'inesorabile discesa all'inferno nei segreti di una coppia, la percezione di un matrimonio che, da un vetro distorto, mostra il suo disegno invisibile e pauroso.
Conosci davvero chi vive accanto a te? E di chi ti puoi veramente fidare? Un'inesorabile discesa all'inferno nei segreti di una coppia.


mercoledì 16 agosto 2023

|| RECENSIONE || TU SEI L'ERBA E LA TERRA di Antonia Pozzi

 

Le poesie della presente raccolta, edita da Garzanti, intitolata TU SEI L'ERBA E LA TERRA, appartengono alla poetessa Antonia Pozzi (1912-1938) e coprono un arco temporale che va dal 1929 al 1937; sono per lo più dedicate a una persona in particolare e infatti in questi versi ("le

Ed. Garzanti
96 pp

mie poesiucole"
) dominano i sentimenti e i pensieri struggenti che la poetessa rivolge all'amato, il professore Antonio Maria Cervi.

Antonia immagina di poter guardare nuovamente i suoi occhi, di sentirne la voce; tutto le ricorda il suo amore che è distante da lei e la lontananza acuisce, invece di placare, il desiderio che sente nel cuore.


Se io capissi
quel che vuole dire
– non vederti più –
credo che la mia vita
qui – finirebbe.
(Ricongiungimento, 17.09.'33)

***

Accettami così, ti prego. Prendimi
così come ora sono. Non mi chiedere
di più. Sei forte: sii pietoso. Tendimi
la tua mano tenace; fammi credere
alla vita, Antonello.
(...)
Odimi, amore:
siimi tu il vento, siimi tu il cielo
ed io sarò una viva acqua fremente
che cullerà il tuo male. Sii lo stelo
che regga il fiore morto e con possente
slancio esso rivivrà; siimi il sole.
(Preghiera, 23.07.'30)


La giovane poetessa si ferma stupita ad osservare ciò che la circonda, in special modo la natura, ne avverte l'immensità e il senso di'infinito che essa trasmette; le parole scelte per descrivere, con minuzia e attenzione, gli elementi naturali riflettono i suoi stati d'animo, i malesseri, i turbamenti, percezioni e sensazioni.

Nelle poesie di questa raccolta leggiamo di come sentisse la solitudine, il dolce fardello dei ricordi dell'infanzia, il cupo pensiero della morte, l'amore insoddisfatto che riempiva la sua anima.


Vorrei rapire
d’un balzo e portarmi via, correndo,
un mio fardello, quando si fa sera;
avventarmi nel buio, per difenderlo,
come si lancia il mare sugli scogli;
lottar per lui, finché mi rimanesse
un brivido di vita;
(...)
...sono sola. Sola mi rannicchio
sopra il mio magro corpo
(Solitudine, 04.06.'29)

***

un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.
(Canto della mia nudità, 20.97.'29)



Poi ch’io sono una cosa –
una cosa di nessuno
che va per le vecchie vie del suo mondo –
gli occhi
due coppe alzate
verso l’ultima luce –
(Largo, 18.10.'30)

***

Chi mi vende oggi un fiore?
Io ne ho tanti nel cuore:
ma serrati
in grevi mazzi –
ma calpesti –
ma uccisi.
Tanti ne ho che l’anima
soffoca e quasi muore
sotto l’enorme cumulo
inofferto.
(I fiori, 14.02.'33)


Mi sono procurata la presente raccolta dopo aver letto il volume comprendente i diari dell'autrice (MI SENTO IN UN DESTINO), spinta proprio dalla grande sensibilità che emergeva sin dai suoi scritti giovanili, la ricchezza d'animo, il suo saper guardare e descrivere, in modo semplice e solenne insieme, malinconico, dolce e struggente, tanto la natura attorno a sé, ammirata e amata, quanto il mondo interiore che era dentro di sé, un mondo così ricco, straripante di tante e variegate emozioni, riflessioni e sensazioni, da dover necessariamente "fuoriuscire" e riversarsi sulla carta.

Questa pubblicazione, quindi, comprende alcune delle più intense poesie di Antonia, ne rispecchiano fedelmente l’esistenza tormentata e tragicamente conclusasi troppo presto. 
In esse percepiamo la delicata passione per quell'amore impossibile (per Antonio Maria Cervi), il dolore vissuto a motivo dell'allontanamento impostole dal padre e l'inevitabile senso di vuoto, la divorante solitudine che trovava un po' di requie solo a contatto con la natura.

Antonia Pozzi è una poetessa da conoscere e apprezzare.

lunedì 14 agosto 2023

VACANZE... DA INCUBO! [[ Libri a tema ]]



Da oggi iniziano le mie vacanze che, of course, vedono la Svizzera come mèta - cosa che si verifica ogni anno, ormai da un po', avendo lì mio fratello&famiglia - e ho pensato di preparare anzitempo dei post per tener vivo il blog, immaginando di non aver né tempo né una gran voglia di postare articoli mentre sono via. 

Restiamo in tema vacanze: i libri che vi segnalo (non posso consigliarveli perché non li ho letti) hanno tutti come sfondo l'esperienza della vacanza... che però si trasforma in un incubo!


LA DONNA DELLA CABINA NUMERO 10 di Ruth Ware (Tea Ed., trad. V.Galassi, 368 pp.)

.
La giornalista Lo Blackwood è in crociera su una nave di lusso, ma quella che doveva essere una eccitante esperienza, ben presto si muta in un incubo atroce… 
Durante la prima notte di viaggio, avviene un omicidio nella cabina accanto alla sua, la numero 10. 
Eppure, la ragazza che dice di aver incontrato nella stessa cabina nessuno l'ha mai vista e sembra non esserci traccia di lei.
Bloccata sulla nave e sempre più isolata nella sua ricerca, Lo cade in preda al terrore. Sta forse impazzendo? Oppure è intrappolata in mezzo all'oceano, unica testimone di un delitto e in balia di uno spietato assassino?





LA VACANZA IDEALE di Claire Douglas (Tea Ed., trad. F. Toticchi, 352 pp.)

A Libby non sembra vero: ha l'opportunità di fare uno scambio di casa per una settimana, in una
splendida villa, affacciata sul mare selvaggio della Cornovaglia, in cambio del suo piccolo appartamento a Bath. 
E' il momento ideale: lei e il marito Jamie hanno bisogno di ritrovarsi e Libby, poi, ha bisogno di scappare lontano, tanto più dopo che una sua foto è comparsa su tutti i giornali grazie ad un suo gesto eroico.
Libby è terrorizzata all'idea che quella foto possa spalancare la porta a un passato da cui lei ha cercato disperatamente di fuggire. 
Purtroppo, quando lei e Jamie sono in Cornovaglia, iniziano a verificarsi piccoli incidenti e strane coincidenze. Un caso o qualcuno la sta spiando e addirittura minacciando? 
E se fossero solo sue paranoie?
Ma gli incidenti continuano e si aggravano anche in seguito, quando la coppia torna a Bath. 
A questo punto Libby non ha più dubbi: qualcuno l'ha trovata. 
Qualcuno che conosce il suo segreto.




UNA CASA A PARIGI di S.L.Grey (De Agostini, trad. D.Musso, 300 pp, ebook).

E se la tua vacanza perfetta di colpo si trasformasse in un incubo? 
Parigi è sempre una buona idea, specie quando il matrimonio attraversa acque burrascose e il bisogno di dimenticare un trauma recente accende il desiderio di evadere e di voltare pagina. 
È così che Mark e Stephanie, affidata la figlioletta ai nonni, partono da Cape Town alla volta della capitale francese, decisi a concedersi una settimana romantica, ma quando si recano nella casa che hanno trovato su un sito in cui ci si scambia l'appartamento, essa si rivela molto diversa dalle aspettative; intanto a Cape Town non c'è traccia della misteriosa famiglia che avrebbe dovuto installarsi nella villetta dei due. 
Mano a mano che la vacanza perfetta prende i colori dell'incubo, il sospetto che qualcosa di oscuro possa nascondersi dietro l'intera vicenda si fa strada nella mente di Steph e del lettore. E la chiave di tutto, forse, va cercata nel passato di Mark.




QUATTRO GIORNI DOPO di Sarah Lotz (Tea Ed., trad. L.Prandino, 382 pp.)

Tutti (o quasi) hanno dei segreti, anche tra i tremila passeggeri della nave Beautiful Dreamer c'è chi ne
ha; la nave è partita da tre giorni per una crociera nel mar dei Caraibi e sembra davvero di vivere un sogno. 
Il quarto giorno, però, i motori all'improvviso smettono di funzionare, così come tutti i sistemi di comunicazione; alla deriva in mezzo all'oceano, le scorte di cibo e acqua iniziano a scarseggiare ma il peggio deve ancora venire: una donna viene trovata morta nella sua cabina e diverse persone lamentano i primi sintomi di una strana malattia. 
Qualcuno arriva a ipotizzare che non ci sia niente di casuale in quell'avaria. Ma chi avrebbe potuto sabotare la nave? E per quale motivo, poi? 
Una sola cosa è certa: più passa il tempo, più nella mente di tutti si insinua il dubbio che qualcuno - o qualcosa - stia tramando nell'ombra perché nessuno esca vivo di lì.

sabato 12 agosto 2023

🎼 RECENSIONE 🎺 BLUE SUMMER di Jim Nichols



Dalla cella di una prigione, il protagonista ci racconta la sua vita, da anni privata dei legami con le persone che l'hanno popolata sino alla sua adolescenza, e di come a un certo punto, suo malgrado, sia stato costretto a far ritorno, dopo decenni, nei luoghi in cui è cresciuto e dai quali s'era allontanato con le spalle e il cuore appesantiti da due tragedie famigliari e da una situazione, dentro le mura di casa, fattasi insopportabile.
A scandire e a dare un senso alla sua esistenza c'è sempre stata lei: la musica.


BLUE SUMMER
di Jim Nichols

Nutrimenti Ed.
trad. N.Manuppelli
228 pp
"La musica era stata tutto per me quando ne avevo avuto bisogno e continuava a parermi molto più autentica di qualsiasi altra cosa."

Siamo nel 1997 è il quarantenne Calvin Shaw si trova all'interno del penitenziario di Bolduc (Maine).
Come è finito dietro le sbarre? È lui stesso a menzionare, per ora di striscio, la ragione per cui è stato incarcerato: omicidio.

Finalmente Cal è pronto a raccontare la propria storia e a farlo non soltanto con le parole ma ancor più con il canale di comunicazione da lui privilegiato: la musica, così come esce dalla sua testa e poi dal suo strumento, la cornetta.
Ora può dire la sua perché è un uomo libero.
Libero. 
Ma lo è davvero?

In realtà, se c'è una persona la cui esistenza è ingabbiata in lacci e legami opprimenti, quella è Cal Shaw: musicista bravo che però non ha sfondato; alcolista che cerca di disintossicarsi e si sforza di non guardare le bottiglie di alcool neppure da lontano; ex-carcerato; uomo solo con i propri tristi ricordi, con troppi demoni a infestargli la mente e i sogni; figlio e fratello senza famiglia.

Chi è Calvin Shaw?

È un uomo che cerca di riprendere in mano la propria vita a pezzi e il punto di partenza sono le note che stanno componendo progressivamente una melodia, che egli chiama Blue Summer, dedicata a una fase della sua vita passata collocata nel periodo estivo, quando il cielo era azzurrissimo, il sole splendente e nell'aria si respirava una promessa di felicità.
Una promessa che è stata spazzata via da un primo evento drammatico a cui, come in un effetto domino, sono susseguiti altri, e i giorni di Cal hanno assunto tonalità ora cupe ora struggenti e malinconiche.

Ma per capire come sia stata la vita del protagonista, dobbiamo seguirne il racconto, e così dal 1997 saltiamo al 1964, quando Cal è un decenne che vive felice nella piccola città di Baxter, nel Maine, assieme ai genitori, ad Alvin (di un anno più grande) e alla sorella maggiore Julie.

Sono felici e sereni, gli Shaw, e il perno attorno a cui ruota la serenità famigliare è la figura paterna, John (detto Jack) Shaw, un uomo allegro e amante della musica, che tiene tantissimo a che i suoi figli suonino almeno uno strumento musicale e, a tale scopo, si assicura che prendano lezioni dall'amico fraterno Gus, punto di riferimento per Cal anche negli anni a venire.

La mamma, Betty, è una donna algida, avara di effusioni e carezze, e questa peculiarità farà sempre parte di lei, con sommo disappunto di Cal, che non smetterà, negli anni, di sperare in un abbraccio materno, in un gesto o in una parola gentili, affettuosi..., ma invano.

Cal, come spesso succede tra fratelli quasi coetanei, è in competizione con Alvin e l'uno cerca sempre  di averla vinta sull'altro in ogni campo o attività, tanto più se c'è il padre nei dintorni a dispensare apprezzamenti e lodi. 
Cal va molto d'accordo con Julie, e i due - fino a quando potranno - saranno l'un per l'altra una preziosa e necessaria fonte di conforto.

Purtroppo, in un giorno che sarebbe dovuto essere di festa - il Quattro Luglio del 1964 -, dopo ore trascorse all'aria aperta a divertirsi, il padre di Cal esce per andare a giocare a poker con gli amici, cosa che fa da sempre.
Non torna a casa, però, quella sera, e da quel momento tutta la storia della famiglia Shaw si avvia lungo una discesa sempre peggiore, soprattutto per Cal e Julie.

È stato come se l’incidente di mio padre avesse aperto una porta malvagia a tutte le altre cose cattive; sono convinto che se solo fosse rimasto in vita, niente di tutto ciò sarebbe accaduto.

Il signor Shaw, purtroppo, muore e Betty, dopo non molto, si trova un nuovo marito (sposato, a dire il vero, più per esigenze economiche che per amore): l'agente immobiliare Randy Pike, di qualche anno più giovane.

Per i tre orfani è già comprensibilmente difficile assimilare l'improvvisa tragedia e abituarsi alla dolorosa assenza paterna, figuriamoci accettare tanto velocemente l'arrivo di un patrigno!
Ma la madre è convinta e sposa Pike, il quale si rivela da subito un essere viscido, arrogante, perfido e maligno, un ipocrita che finge di comportarsi da amicone simpatico con i figliastri, ma poi, al momento opportuno per lui, sferra l'attacco e la sua maschera untuosa cade giù, mostrando il suo vero volto: quello di un uomo che non sopporta i fratelli Shaw, li vede come una rogna e desidera solo sottometterli affinché gli diano meno fastidio possibile.
E se con il pauroso e accondiscendente Alvin il gioco gli riesce semplice, con Cal e Julie, Pike deve sudare e affilare i propri artigli.

Inizia così, all'interno delle mura domestiche, un sottile e diabolico gioco al massacro, in cui l'adulto cerca, in tutti i modi e ad ogni occasione, di sfiancare la resistenza dei due testardi fratelli, che vorrebbero solo essere lasciati in pace, ma ciò non è possibile: Pike non accetta di essere ignorato, egli pretende obbedienza e non esita a punire il ragazzino scostumato e l'adolescente ribelle ogni qualvolta ritiene di ricevere da loro insolenza.

Cal racconta di come la vita in casa sia pesante e infelice per lui e Julie, costante oggetto di cattiverie e abusi psicologici da parte del patrigno, e la sofferenza raddoppia nel constatare come la madre non faccia nulla per aiutarli, difenderli, sostenerli: se ne infischia altamente, non fa che dar ragione al marito e prosegue con quel suo atteggiamento da madre anaffettiva, incapace di elargire - fosse pur raramente - un gesto carino, amorevole, rassicurante.

Come se ciò non bastasse, accade l'irreparabile: in un pomeriggio autunnale del 1966 un'altra tragedia, forse più della precedente, travolge e stravolge l'esistenza del giovanissimo Calvin, riempiendola di incubi, rimorsi, sensi di colpa, solitudine, di un dolore profondo e solitario che, in qualche modo, condizionerà la sua vita, darà forma alle sue paure e alle sue (presunte) colpe, allontanandolo - pochi anni dopo - da quella famiglia in cui si sentirà un intruso, un ospite indesiderato, un figlio non amato.

Intanto gli anni passano, il piccolo Cal cresce, diventa un adolescente irrequieto che si accompagna a una cricca di amici emarginati, indicati come dei "ragazzi", dei piccoli delinquenti che sbevazzano e vagabondano di qua e di là; da mingherlino e imbranato, Cal man mano diventa un ragazzo carino e meno timido, e anche grazie alla musica si fa il suo piccolo giro di amicizie.
Sul fronte sentimentale, ha le sue prime esperienze amorose, prima con l'amica d'infanzia Becky (carina ma claudicante), poi con altre ragazze, ma ormai qualcosa dentro di lui si è rotto per sempre e restare a Baxton non ha più senso.

Andar via non significa e non implica, però, tener lontani i fantasmi e i demoni del passato, e i suoi patetici tentativi di negarli, affogandoli nell'alcool, ne sono una triste dimostrazione.

"Fa male tornare nel mondo reale, dove le persone che hai appena sognato se ne sono andate un’altra volta. Fa male essere il rifiuto che sei diventato e non il bambino del sogno, anche se il bambino del sogno ha avuto la sua buona dose di dolore."

Come dicevo all'inizio, a salvarlo ci pensa lei, la sua cornetta, e quelle struggenti note blues che da essa egli sa trarre per formare una melodia unica, adatta a di diventare la colonna sonora della propria esistenza e in grado di tener vivo il ricordo di chi ha amato e non c'è più.

La narrazione delle vicende personali e famigliari di Cal comprende tre fasi: il periodo della preadolescenza/adolescenza (1964-1972), il 1995 e il 1997.

Se il 1997 è il presente, che vede Cal Shaw in carcere, ad essere importante è anche il 1995 perché è l'anno in cui egli cercherà, a modo suo, di far pace col passato, di metterci la famigerata "pietra sopra", tornando a casa, o meglio, a quel che resta della sua famiglia, di cui da trent'anni non si sente parte; quella visita, però, non farà che dare un'altra svolta alla sua vita...

Blue Summer è la storia di un ragazzo che è diventato un uomo crescendo in fretta, che ha perso troppo presto i punti di riferimento fondamentali per la sua vita e che ha cercato, tra alti e bassi, tra scarsi e rari successi e troppe sconfitte, di non soccombere mai definitivamente, di restare a galla nonostante tutto: nonostante i ricordi pesanti, la solitudine, l'insoddisfazione, la mancanza di affetti veri e duraturi, e a modo suo ce l'ha fatta aggrappandosi alla sua musica, e così, "suonando la melodia, eseguendo i riff quando è il mio turno di swingare", ha seguito le note là dove esse l'hanno condotto, a volte sono state note cupe, gravi, tristi, altre più malinconiche e dolci, ma tutte ugualmente importanti per fare di lui l'uomo che è: imperfetto, fragile, pieno di paure e alla continua ricerca di un riscatto che gli permetta di risalire da quel fondo toccato più di una volta.

Un romanzo di per sé semplice, molto fluido nel ritmo, piacevole nella scrittura e genuino nei contenuti, con protagonista un uomo come tanti, che ha visto frantumarsi, pezzo dopo pezzo, il sogno di una famiglia "normale" e felice e che ha cominciato a commettere errori su errori quando si è visto solo; anche per lui, però, c'è la possibilità di redenzione e di un futuro arricchito da melodie più limpide e suoni più aperti.

Consigliato a chi cerca un romanzo dalle atmosfere malinconiche, incentrato sulle relazioni famigliari.


giovedì 10 agosto 2023

PROSSIMAMENTE AL CINEMA [ cineromanzo ]

 




Che film tratti dai libri ci aspettano al cinema?



LA BELLA ESTATE, diretto da Laura Luchetti, con Yile Vianello e Deva Cassel, è tratto 
dall'omonima raccolta di racconti di Cesare Pavese.
Ambientato a Torino nel 1938, racconta la storia della sedicenne Ginia, che sogna l'amore e spera in un futuro roseo e coronato di infinite possibilità, mentre sul suo presente si abbattono le ombre della Seconda guerra mondiale.
Quando incontra Amelia, una ragazza sensuale e provocante più grande di lei, Ginia viene trasportata negli ambienti artistici della Torino bohémien e si apre a un mondo tutto nuovo. 
Travolta da qualcosa che non sa definire, Ginia nel corso dell'estate si arrende a questi sentimenti che tanto l'hanno confusa, trovando finalmente il coraggio di essere in tutto e per tutto se stessa.
Uscita al cinema il 24 agosto 2023
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L'ordine del tempo
è un film diretto da Liliana Cavani, con Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, tratto dall'omonimo saggio di Carlo Rovelli.

Una sera d'estate alcuni amici che si conoscono da una vita sono riuniti nella villa al mare di uno di loro per festeggiare un compleanno. A un certo punto scoprono che il mondo potrebbe finire di lì a poche ore e da quel momento, per tutti, il tempo comincerà a scorrere in modo diverso, determinando nel bene e nel male il loro destino.

Uscita al cinema il 31 agosto 2023.

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Il Castello Invisibile è un film d’animazione diretto da Keiichi Hara e prende il via  da un
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tranquillo quartiere residenziale di Tokyo.
Kokoro è una ragazzina di tredici anni che, stanca di essere bullizzata dai suoi compagni di scuola, ha deciso di chiudersi nella sua stanza, di isolarsi da tutto e tutti.
Un giorno, una forte luce esce dallo specchio della sua camera e la trasporta altrove: si ritrova in un castello misterioso e bellissimo, dove vive una bambina con il viso coperto da una maschera da lupo. Kokoro si accorge che insieme a lei ci sono altri sei adolescenti, anche loro rapiti dal bagliore dello specchio delle loro camere da letto.
La bambina col volto coperto propone ai suoi ospiti un gioco: li porta in una stanza segreta dove c’è una chiave nascosta, chiunque la trovi può veder esaudito un desiderio a condizione che ci riesca prima delle cinque. Altrimenti verrà punito.
Questa caccia al tesoro finirà per insegnare molto cose ai sette ragazzini, sulla vita e su loro stessi...

Tratto dal romanzo omonimo di Mizuki Tsujimura (pubblicato in Italia da DeA Planeta Libri), a sua volta adattamento di una serie manga disegnata da Tomo Taketomi uscita sulla rivista Ultra Jump di Shūeisha nel giugno del 2019.

Uscita al cinema il 14 settembre 2023.


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Ispirato al romanzo Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie, Assassinio a Venezia, il film di Kenneth Branagh, è ambientato nella Venezia del secondo Dopoguerra, precisamente alla vigilia di Ognissanti. In questo sinistro scenario viene commesso un delitto e per risolvere il terribile mistero viene convocato l'investigatore Hercule Poirot, sebbene sia in pensione e in esilio volontario a Venezia.
Poirot prende parte, seppur riluttante, a una seduta spiritica, che si tiene in un palazzo spettrale, ma quando uno degli ospiti viene trovato morto, il detective dovrà mettersi all'opera per scovare l'assassino in un inquietante mondo pieno di ombre e segreti.

Cast: Kenneth Branagh, Kyle Allen, Camille Cottin, Jamie Dornan, Tina Fey, Jude Hill, Ali Khan, Emma Laird, Kelly Reilly, Riccardo Scamarcio, Michelle Yeoh, Amir El-Masry.

Uscita al cinema il 14 settembre 2023.

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Il mio amico Tempesta, diretto
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da Christian Duguay, e con Mélanie Laurent e Pio Marmaï, è la storia di Zoé, nata e cresciuta nella scuderia di famiglia.
I suoi genitori allevano cavalli destinati alle corse e fin da bambina Zoé coltiva il sogno di diventare un fantino.
Quando Beautiful, la pluripremiata cavalla di punta della scuderia dà alla luce una puledra, Zoé decide di chiamarla Tempesta, stabilendo da subito con lei un rapporto speciale. Sarà lei infatti ad addestrarla per farla diventare una campionessa. Il suo sogno è quello di vincere il Grand Prix d’Amérique, un prestigioso concorso ippico che si svolge all'ippodromo di Vincennes, alle porte di Parigi.
La vita di Zoé viene però sconvolta durante una notte di violento temporale, quando una Tempesta imbizzarrita si scaraventa sulla bambina ferendola gravemente.
Zoé, rimasta invalida, è costretta sulla sedia a rotelle e inizierà un duro percorso di riabilitazione.
Riuscirà a realizzare il suo sogno?

Tratto dal romanzo per ragazzi "Tempête au haras" di Christophe Donner, a sua volta adattato a fumetti, con disegni di Jérémie Moreau.


Uscita al cinema il 14 settembre 2023.

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Tratto dal romanzo A Wonder Story - Il libro di Julian di R.J. Palacio, Wonder: White Bird (spin-off di Wonder), film diretto da Marc Forster, con Marc Forster, con Bryce Gheisar e Helen Mirren, racconta la storia di Julian, un bambino un po' arrogante, che a scuola ha la fama di essere un bullo, tanto da prendere di mira chiunque veda come "diverso". 
A causa di questo suo carattere, il ragazzo viene anche sospeso da scuola.
L'estate dopo questa esperienza, Julian trascorre le vacanze a Parigi dalla nonna, che durante un caldo pomeriggio gli racconta una storia: come da ragazza sia riuscita a scappare ai nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale. La nonna era una giovane ebrea, che viveva nella Francia occupata dalle truppe di Hitler. 
Ad aiutarla a salvarsi è stato un suo coetaneo, un giovane di nome Julian, proprio come suo nipote, che, nonostante soffrisse di deformità alle gambe, è riuscito a compiere un gesto che lo ha reso un vero eroe.

 Uscita al cinema il 22 settembre 2023.