mercoledì 31 maggio 2023

✪ RECENSIONE IN ANTEPRIMA ✪ SETH (The Crimson Thrones #1) di Laura Fiamenghi



Una dolce ma combattiva ragazza incontra un dio tanto bello quanto facile all'ira - di cui, non per nulla è il dio - e scopre di essere coinvolta, suo malgrado, in una oscura e apocalittica profezia riguardante il destino dell'umanità.
In compagnia di un saggio sacerdote ormai defunto - che di volta in volta assume le più diverse sembianze -, il dio immortale e la bella umana mortale vivranno una movimentata avventura in cui dovranno vedersela con dèi capricciosi e mostri spaventosi.

Il presente romanzo è in uscita da domani 1° giugno 2023; lo trovate su Amazon (in eBook, Cartaceo e KindleUnlimited).

È il primo volume della serie “The Crimson Thrones”, così composta:

1. SETH di Laura Fiamenghi 
2. LUGH di Francesca Trentini (USCITA: 1° LUGLIO 2023)
3. NERGAL di M.D. Ferres (USCITA: 1° AGOSTO 2023)
4. KÀRI di Monica B. (USCITA: 1° SETTEMBRE 2023).


SETH
(The Crimson Thrones #1)
di Laura Fiamenghi



Self publishing
320 pp
Uscita 
1 giugno 2023 

Quattro Distruttori, provenienti dalle ombre dell'universo, sono pronti a porre fine alla vita degli esseri viventi che abitano la Terra, cancellando ogni cosa conosciuta.

"La Terra dei Padri soccomberà nella tenebra (...). A Quattro Divini Re, i più valorosi, l'onere di salvarla."

Per fermarli sono necessari altrettanti quattro esseri potenti che impediscano ai pericolosi Distruttori di entrare nel mondo e adempiere quest'antica e nefasta profezia.
E così, i re di tutti i pantheon hanno pensato bene di organizzare un torneo, nel quale possano emergere i quattro campioni in grado di combattere contro i Distruttori e vincerli.
Questi campioni vengono fuori e sono: Seth, Signore del Caos egizio; Lugh, Dio della Luce celtico; Nergal, Dio degli Inferi babilonese e Kári, Gigante norreno del Vento.

Sono quattro divinità antichissime e potenti, e ciascuna dovrà scoprire e ricoprire il proprio indispensabile ruolo per portare a compimento la missione: individuare il luogo (la "crepa") da cui ciascun Distruttore farà il suo ingresso nella nostra dimensione e richiuderla, sconfiggendo il mostro.

Il primo dio chiamato a questa epica battaglia è Seth, signore del Caos, dio dell’Ira e della Guerra: "il dio più oscuro e indecifrabile. Imprevedibile, selvaggio, feroce come una belva presa in trappola".

Egli è da sempre il più temuto e odiato tra gli dèi egizi ed infatti è stato incatenato e confinato nell’Oltretomba dai suoi stessi fratelli; in quell'oscuro antro ogni notte da millenni combatte contro Apopi, il mostro ancestrale. 
Restare al guinzaglio come un cane per millenni non ha fatto che rendere Seth ancora meno socievole e sempre più arrabbiato; adesso che la profezia, che incombe sul regno dei mortali, è prossima ad adempiersi, Seth sa che potrà essere finalmente liberato per fare ciò che, del resto, gli riesce meglio: uccidere mostri.
Certo, poi ci si aspetta che, una volta sconfitti i nemici, egli ritorni nell'oscurità, però intanto Seth è ben contento di uscire dal buio dell'Oltretomba e rivedere il sole, mettendo nuovamente i piedi sulla terra.

Ad accompagnarlo nella sua pericolosa avventura c'è Nuru, sacerdote del dio Horus; a dire il vero, Nuru è morto già un po' di tempo fa, quindi è uno spettro che può assumere varie sembianze in base alle esigenze; il suo compito è quello di fare da guida all'iracondo Seth, affinché sappia come muoversi nel mondo dei mortali, da lui non frequentato da millenni.

Il viaggio del dio e del suo compagno di ventura è strettamente legato a una persona, un essere umano coinvolto in modo diretto nella profezia, anche se nessuno sa con quale funzione.

Questa persona è una ragazza che, attualmente, è prigioniera, esattamente come lo è stato Seth fino a poco prima.

Soledad vive da tre anni in un campo di lavoro del Cartello in Messico; confeziona pacchetti di droga, ma non perché sia una criminale o una spacciatrice: è lì per pagare un debito, contratto dal defunto fratello; la sua speranza è di giungere presto a pagarlo così da poter andar via e raggiungere la famiglia negli Stati Uniti, dove si è rifugiata, e che lei non vede da tre anni. 

Finora la ragazza è riuscita a sopravvivere abbassando la testa, obbedendo, mantenendo un basso profilo e ingoiando grumi di paura: a tenerla viva è stato unicamente il pensiero di tornare dai suoi famigliari..., ma un giorno, all'improvviso, il terrore che questo potrebbe non accadere mai le piomba addosso sotto forma di una scarica di proiettili, che fa fuori, in pochi minuti, tutti, dai "colleghi" ai crudeli carcerieri. Della gente del Cartello, lei è l'unica sopravvissuta. E non è un caso.

L'essere che ha ammazzato tutti, lasciando in vita solo lei, dice di essere il signore del caos e una divinità egizia, ed in effetti Soledad dovrà mettere da parte ogni perplessità e accettare la realtà: quel tipo grande, grosso, dall'aria minacciosa, dagli occhi rosso fuoco e capaci di incenerirti con uno sguardo, è un dio dal potere immenso, è arrabbiatissimo... ed è il suo nuovo padrone. 

E le cambia anche il nome: niente più Soledad, bensì Anuit, "colei che viene presa".

Insomma, povera Soledad, è appena passata da una schiavitù ad un'altra, proprio in quel giorno che avrebbe dovuto essere l'ultimo nel campo di lavoro!

Purtroppo, apprende dal gentile Nuru di essere importante per la missione di Seth e, anche se non è ancora chiaro il suo ruolo, è chiamata a seguire il dio senza fiatare né provare a ribellarsi, perché tanto non potrebbe fuggire neppure se lo volesse con tutte le sue forze.

Soledad è una ragazza dal cuore buono, ma è anche molto determinata e testarda e all'inizio non accetta di buon grado di essere diventata la schiava di questo dio folle e aggressivo, così prova a svignarsela..., ma non ha fatto i conti con Seth, che non sopporta di essere disobbedito.

Col passare dei giorni e in virtù di questa insolita convivenza, Soledad impara a conoscere meglio i suoi compagni di viaggio: se Nuru le sembra un buon amico, prudente, saggio, cortese, che le dà buoni consigli, Seth non fa che confermare ad ogni occasione la sua natura irascibile, la sua forza fisica dirompente e priva di controllo, l'atavica e minacciosa rabbia che gli brucia dentro da millenni, l'odio implacabile verso la sua "divina famiglia", che non solo non ha esitato a imprigionarlo nelle tenebre eterne ma gli ha anche rubato qualcosa di... ehm... prezioso, rendendolo mutilato per sempre; "parenti serpenti", in pratica,, che ben incarnano l'umano detto "i parenti sono come le scarpe: più sono stretti, più ti fanno male".
A ben guardare, questa missione importante reca con sé, per Seth, diversi vantaggi, tra cui proprio la restituzione di ciò che gli è stato tolto!

Soledad/Anuit vede nel dio qualcosa che mai nessuno si era mai curato di vedere:

"Seth poteva essere un mostro, ma poteva essere anche qualcos'altro".

Lei comprende le ragioni di quella rabbia e violenza ma, soprattutto, si rende conto di come Seth sia insospettabilmente capace di atti "nobili", come quello di proteggerla, di fare qualsiasi cosa pur di preservare la sua incolumità, e non solo perché lei, Anuit, è indispensabile all'adempimento della profezia.

Il rapporto tra il dio e la mortale va approfondendosi sempre più sotto gli occhi di Nuru, che intuisce come Anuit stia diventando importante per quel dio egizio pieno di ira e sempre pronto a prenderlo per il collo manco fosse una gallina.

A sua volta, lo stesso Seth sente che qualcosa dentro di lui sta cambiando: per carità, è e resta il signore del caos e della rabbia, colui che è capace di triturare creature mostruose come se stesse schiacciando formichine, in lui cova sempre un immenso e furente rancore verso i fratelli, ma deve ammettere che quella schiava umana lo sta facendo cambiare.

Nei suoi confronti comincia a provare sentimenti a lui sconosciuti, che vanno oltre la mera attrazione fisica (che c'è, è forte ed è palesemente ricambiata dall'umana): sente il bisogno di proteggerla, di starle vicino..., anche se sa che, a causa del danno che gli hanno procurato, non può darsi a lei completamente.

Chi è davvero questa Anuit, sensibile e cocciuta, capace di slanci di generosità e tanto temeraria da rispondergli, contraddirlo e disubbidirgli?

"C'era un caos buono dentro di lei. Opposto al mio, ma spontaneo e colmo di intelligibili ragioni esattamente come il mio".

"Lei era una scintilla di indomita purezza che non temeva nessuna tenebra. Neppure la mia."


Seth e  Soledad: due individui provenienti da esperienze di prigionia e solitudine che adesso sono chiamati a compiere una missione profetica e dagli esiti tutt'altro che scontati.
Due esistenze così differenti, due destini e due nature inconciliabili (immortale lui, mortale lei): cosa possono condividere? Possono mai sperare in un futuro insieme?


Questo primo volume della serie, incentrato su Seth e Soledad, mi ha piacevolmente sorpresa in quanto si è rivelato da subito una lettura davvero appassionante; la storia in sé mi è piaciuta, come anche la presenza delle antiche divinità egizie e i loro modi di interagire e intervenire nella storia in base alle proprie caratteristiche; il ritmo narrativo si mantiene sempre agile e veloce, ci sono momenti avventurosi, altri più romance, e abbondanza di dialoghi.

Ma l'aspetto che più ho apprezzato è stato lo stile dell'autrice: brioso, divertente, ricco di battute salaci e di momenti ironici, che rendono la lettura vivace e spesso comica, in quanto questi dèi - pur con i loro tratti ultraterreni - sono in realtà molto vicini agli umani, nel loro essere volubili, vendicativi, viziati, ipocriti, adulatori ecc..., e questo crea situazioni e dialoghi che fanno spesso sorridere.
A dare un ulteriore tocco umoristico ci pensano anche le note inserite nel testo e che sono delle precisazioni simpatiche e argute da parte di Soledad e Seth, i quali si alternano nella narrazione (in prima persona).

Il mio parere su SETH è, quindi, assolutamente positivo e consiglio il primo libro della serie in particolare a quei lettori che amano l'urban fantasy e il paranormal romance.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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