Eva Croce, Mara Rais e Vito Strega tornano a lavorare insieme ad un nuovo e complesso caso: la vittima è una giovane donna la cui vita sembrava rasentare la perfezione. Eppure qualcuno ha voluto farle del male, strappandole crudelmente la vita: perché? E soprattutto, chi è stato? C'è un serial killer che va assolutamente fermato prima che mieta altre vittime? E come mai l'assassino sembra aver replicato l'omicidio di Dolores Murgia, la povera ragazza uccisa in Sardegna e di cui si occuparono proprio Croce e Rais?
Molte sono le domande, poche le certezze e il colpo di scena è assicurato, tanto per i protagonisti quanto per il lettore.
LA SETTIMA LUNA
di Piergiorgio Pulixi
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Nero Rizzoli 408 pp |
In Sardegna, sulla terrazza di uno degli hotel più incantevoli della regione, quattro amici stanno brindando per festeggiare la nascita della nuova unità investigativa sui crimini seriali, di cui faranno parte: sono il
vicequestore Vito Strega, le inseparabili ispettrici Eva Croce e Mara Rais (accompagnata da sua figlia) e
l'ispettore Bepi Pavan.
Scherzano, si prendono in giro (in particolare Mara si diverte a "sfottere" Pavan per la sua smodata passione per il buon cibo e la relativa, inevitabile, pinguedine), bevono, chiacchierano in un'atmosfera finalmente rilassata e non sanno che, a molti chilometri da loro, nel pavese, qualcuno sta per commettere un terribile omicidio.
Teresa Poletto è una ragazza dai bellissimi capelli rossi, molto carina, con buon gusto nel vestire, è fidanzata con un ottimo partito (il ricco "figlio di papà" Samuele Bongiorni), amata e ammirata dai genitori e conduce una vita tranquilla, appagata.
Ma un giorno esce di casa per non farvi più ritorno.
La famiglia (la madre Natalia, il padre Italo - proprietari di un albergo a Garlasco e che versa attualmente in cattive acque - e la sorella minore Alice) dà l'allarme dopo qualche ora di inspiegabile assenza da parte di Teresa, che non è il tipo da non comunicare per troppo tempo con i famigliari, né da tenere spento il cellulare per ore... Qualcosa deve esserle accaduto.
E non sarà qualcosa di bello, pensano genitori e sorella.
Ad occuparsi della scomparsa è la polizia di Pavia; il punto di riferimento per i Poletto diventa l'ispettrice toscana Clara Pontecorvo, una giovane donna la cui notevole altezza mette a disagio donne e uomini, oltre che la stessa poliziotta, che ha seri problemi sia a trovare vestiti e scarpe adatte alla sua stazza, sia un uomo da guardare negli occhi... e non dall'alto in basso!
Passano lunghe ore di silenzio e attesa: Teresa continua a non dar notizie di sé e la Pontecorvo cerca di rassicurare Alice Poletto, preoccupatissima per la sorella maggiore, alla quale purtroppo sta per succedere qualcosa di atroce ad opera di una persona che conosce bene quelle zone paludose, in cui proprio in quei giorni il cielo sta rovesciando giù tanta di quell'acqua da rendere molto difficoltose le ricerche.
Dopo aver ripescato l'auto della giovane, ad essere rinvenuto, nelle terre acquitrinose del Parco del Ticino, è il corpo senza vita della povera Teresa.
Quando Clara arriva sul posto, resta interdetta e turbata: la vittima ha le mani legate dietro la schiena e indossa una maschera bovina; il modo in cui il cadavere è stato "sistemato" fa pensare a qualcosa di rituale, come se l'omicida avesse avuto un intento quasi artistico, per quanto ovviamente macabro ed efferato.
Ma ciò che più fa rabbrividire e impensierire l'ispettrice è l'accostamento inevitabile ad un altro delitto: quello avvenuto tempo prima in Sardegna e del quale si erano occupate le due colleghe Rais e Croce.
Non sarà il caso di chiamarle e di richiedere il loro validissimo e necessario contributo e aiuto?
Così, il vicequestore Strega riceve la richiesta di collaborazione dalla Questura di Pavia e, abbandonando ogni velleità di relax e vacanze, accetta e, assieme ad Eva, Mara e Bepi, va al nord.
« era la sua maledizione. Non poteva godersi un attimo di felicità senza che il buio riuscisse a scovarlo e tormentarlo.»
La fama che le due ispettrici hanno acquisito prima con il caso di Dolores Murgia (
L'ISOLA DELLE ANIME) e poi con quello del
Dentista (
UN COLPO AL CUORE), risolto insieme a Strega, rende le due donne le più adatte a chiarire se ci siano davvero dei collegamenti con gli omicidi rituali in Sardegna:
se è vero che non può trattarsi della medesima mano assassina di allora..., si tratta forse di un emulatore, altrettanto pericoloso?
Quando Eva e Mara analizzano, accompagnati da Pontecorvo e da Vito, le caratteristiche della scena del crimine, si rendono conto che sì, effettivamente ci sono delle similarità, ma anche delle innegabili incongruenze.
E se l'assassino avesse architettato quel genere di omicidio per attirare di proposito Strega&Co. nel pavese? In questo caso, ciò vorrebbe forse significare che ce l'ha con loro? Quel tipo di omicidio è un messaggio diretto a loro tre?
L'ossessione che travolse Vito e le due poliziotte, quando lavorarono insieme, si ripresenta, impietosa: c'è una povera e giovane vita spezzata con crudeltà che chiede giustizia.
C'è una famiglia distrutta che aspetta che il colpevole venga chiuso dietro le sbarre.
I tre, supportati dalla dirigente a capo della Mobile, Michela Guarino, da Pavan e da Clara Pontecorvo, si buttano a capofitto nella ricerca di ogni minimo indizio, di ogni più piccola traccia che possa far luce sulla morte violenta di Teresa Poletto.
Chi era davvero Teresa? Bella, giudiziosa, amata da tutti coloro che la conoscevano, ammirata dalla sorellina "sfigata" (Alice è l'esatto opposto dell'elegante e solare Teresa, nel carattere - più cupo, riservato e solitario -, nel modo di vestire - poco curato e molto casual -, nelle ambizioni) ed elogiata dai genitori: era davvero la ragazza perfetta?
Con l'avanzare degli esami e delle indagini, vengono fuori particolari agghiaccianti, che fanno capire come chi l'ha ammazzata abbia voluto farla soffrire, come per vendicarsi...; per arrivare a capire chi le ha fatto del male e perché, la polizia mette sotto torchio chiunque fosse vicino a Teresa e ciò che emerge è inquietante: più di una persona vicina alla vittima ha comportamenti strani, come se nascondesse qualcosa, e mente sfacciatamente nel fornire le risposte alle pressanti domande dei poliziotti.
Come mai?
Cos'hanno da nascondere i coniugi Poletto in merito al loro hotel, che continua ad essere aperto pur avendo essi molti debiti e pochissimi clienti? Grazie alla testimonianza di Alice, si scopre che l'albergo è frequentato da gente poco raccomandabile. Di chi si tratta e in che guaio si sono cacciati i genitori di Teresa? Forse in qualcosa di più grande di loro che ha potuto ripercuotersi sulla figlia?
A destare ulteriori perplessità si aggiungono gli strani rapporti che Italo Poletto ha con il maresciallo Pappalardo; questi è un soggetto arrogante, dalla reputazione poco pulita, che in questa occasione sta adottando comportamenti sospetti: nasconde qualcosa anche lui? E che ha da spartire col padre di Teresa e con Samuele, il fidanzato di Teresa?
Anche quest'ultimo non la racconta giusta e il suo alibi, per la notte dell'omicidio, non è dei più solidi...
Mentre Strega-Croce-Rais si danno da fare per mettere al posto giusto ogni tessera del puzzle, il lettore fa la conoscenza di un giovanotto: Pietro Paralupo, un vaccaro che vive da solo in una località isolata del pavese; si prende cura quotidianamente e con perizia dei suoi animali, intrattiene scarsi contatti sociali e le sue uniche e costanti compagnie sono costituite dalle bestie in suo possesso e dalle voci che gli risuonano nella testa...
Pietro ha avuto una brutta infanzia, fatta di maltrattamenti, di legami famigliari sfaldati, di una sola presenza nella sua vita: il nonno, che però non gli ha dato alcun amore, protezione, cure, anzi, lo ha continuamente umiliato e sottoposto a percosse e abusi psicologici.
Pietro è un essere solo, infelice, con l'ingombrante fantasma di quel vecchio orco del nonno che continua a far sentire la sua maledetta voce.
Una voce che lo irride, lo schernisce, lo fa sentire il solito incapace.
Una voce che lo istiga: Vediamo se sei davvero in grado di portare a termine ciò che ti sei prefisso.
Cosa ha intenzione di fare Paralupo?
A differenza di Vito e gli altri, il lettore viene presto messo a conoscenza di quale sia il ruolo di quest'uomo nella vicenda di Teresa.
La strada per arrivare alla soluzione del caso non è in discesa e Vito, Mara ed Eva devono tener gli occhi aperti e stare attenti a tutto (anche se questo significa dubitare di un collega...), finché a un certo punto - inaspettatamente! - sembra che il colpevole sia lì, davanti a loro, e che ogni indizio conduca a questa persona, che - a ben vedere - in effetti poteva avere delle ragioni per uccidere Teresa.
Ma un intervento inatteso rimescola le carte, scagiona l'indiziato numero 1 e i tre poliziotti riprendono le proprie ipotesi investigative..., fino ad arrivare a svelare a chi appartiene la mano assassina.
Eppure, la domanda che sin dall'inizio accompagna Strega e anche noi lettori resta: chi sta dando la caccia a chi? Sono davvero i poliziotti a inseguire il killer o è lui a dare la caccia a loro?
Ritrovare Vito Strega, Mara Rais ed Eva Croce è stato come incontrare di nuovo dei "vecchi" (se mi sentisse Mara!) e affezionati amici, ciascuno indimenticabile per quel che è.
Di Vito non si può non amare la grande professionalità, la sua serietà sul lavoro, il suo essere "tutto d'un pezzo" senza però mai perdere di vista la propria umanità: egli è e resta sempre una persona sensibile e molto empatica, desidera con tutto il cuore rendere giustizia alle vittime e sente su di sé tutta la responsabilità verso di esse che, con il loro inarrestabile canto degli innocenti, gli chiedono di non abbandonarle nel limbo dei troppo numerosi casi irrisolti.
Vito sta bene da solo e non sembra aver bisogno di altro che non sia il proprio lavoro, ma quando è in compagnia di Eva e Mara, si sente finalmente a casa, in famiglia. Loro sono diventate importanti per lui, insieme sono una squadra formidabile e il feeling che li unisce va al di là della sfera professionale.
« Eva e Mara gli avevano restituito interezza: si erano insinuate nelle sue crepe e con la loro presenza avevano ritemprato il suo spirito aiutandolo a ricostituirsi. In un momento di totale fragilità e smarrimento lo avevano ricomposto, regalandogli delle splendide cicatrici dorat. Strega non lo avrebbe mai dimenticato. Per questo sentiva l'urgenza di averle vicino. La loro presenza aveva un che di salvifico per lui.»
In particolare, la sua anima è affine a quella di Eva, con cui condivide un carattere schivo, sobrio, razionale ed equilibrato..., oltre a tormenti personali e fantasmi del passato.
E se ad unirlo ad Eva è un affetto misto ad una comunanza di vissuto e stati d'animo, a non dargli tregua per avere "qualcosa di più" di una bella amicizia è la vulcanica e vivace Mara Rais.
La sua lingua tagliente, irriverente e impertinente e la sua "ossessione erotica" per Strega danno vita a momenti di vivacità e leggerezza, che strappano più di un sorriso; lo stesso vale per le sue provocazioni all'indirizzo della seria (e per lei noiosa) collega Croce, e ancor più verso Pavan, oggetto di continue battute ironiche in merito al peso e alla fame da lupi che lo contraddistinguono.
Se Pavan aggiunge una componente simpatica e umoristica con i suoi modi fare "leggeri" (nonostante il grasso che lo avvolge) e la sua parlata veneta, a dare un'ulteriore sfumatura piacevole e ironica ci pensa anche Clara Pontecorvo, un nuovo personaggio femminile che mi è piaciuto molto.
Come non manco di dire ogni volta che leggo un romanzo di Pulixi, apprezzo tantissimo la sua scrittura immersiva e intensa, i suoi personaggi così ben tratteggiati psicologicamente e tanto appassionanti da staccarsi dalle pagine e coinvolgere il lettore con le loro vicende, i casi d'omicidio ben strutturati e precisi (a partire dall'uso di termini specifici in ambito criminologico), la presenza del male che si annida in personalità complesse, i capitoli brevi che conferiscono agilità al ritmo narrativo e tengono viva la curiosità e l'attenzione del lettore, che a ogni fine capitolo è invogliato ad andare avanti.
La narrazione è caratterizzata dalla presenza di diversi piccoli colpi di scena, ma quello finale.. è il top e, per quanto mi riguarda, mi ha lasciata a bocca aperta.
«Siamo alle solite» commentò Croce. «Ti eravamo mancati, vero, Strega?»
«Non avete idea di quanto» sorrise il vicequestore.
Quando arrivo all'ultimo rigo, a me Strega, Croce e Rais già mancano ma mi consola il pensiero di rivederli in un prossimo libro e poter dire, come Vito, "Non sapete quanto mi siete mancati!".
Non posso non suggerirvi di leggere questo ed altri libri di Piergiorgio Pulixi; chiaramente "La settima luna" narra fatti che cronologicamente vengono dopo L'isola delle anime e Un colpo al cuore, per cui io consiglio di leggere prima questi due.
BRIGHTSIDE (Jesse Roper)
I just wanna live my life on the bright side
I wanna choose to believe, in the quality of human kind
Because there’s going to be some hard times
Somethings got to push me through the night
I just want to live, I just want to survive this old world
I just want to live, on the bright side