Dopo aver terminato la sesta stagione della super citata Outlander, per non sentirmi troppo orfana ho cercato qualche altra serie che non fosse, però, troppo lunga, e mi sono imbattuta per caso in RATCHED.
Appartiene al genere horror e chi mi legge da un po' potrebbe ricordarlo: io non amo l'horror, però, navigando alla ricerca di informazioni e leggendo la trama e qualche breve giudizio sulla serie, ho capito che non era un horror contenente elementi parlanormal. Ecco, diciamo che secondo me è più un thriller psicologico con atmosfere, certe scene "forti" (con moooolto sangue) e musiche "da horror".
Un altro motivo che mi ha spinta ad iniziarla è il fatto che si basi sul celebre romanzo del 1962 "Qualcuno volò sul nido del cuculo" scritto da Ken Kesey e di cui è fondamentalmente il prequel.
La protagonista indiscussa della serie è l'infermiera Mildred Ratched, personaggio presente nel romanzo di Kesey.
La serie è del 2020, ideata da Evan Romansky, con Sarah Paulson (Mildred Ratched), Finn Wittrock(Edmund Tolleson), Cynthia Nixon (Gwendolyn Briggs), Jon Jon Briones (Richard Hanover), Charlie Carver (Huck Finnigan), Judy Davis (Betsy Bucket), Sharon Stone (Lenore Osgood).
La protagonista indiscussa della serie è l'infermiera Mildred Ratched, personaggio presente nel romanzo di Kesey.
In questo thriller/horror psicologico si raccontano le origini di Mildred, che ha lavorato come infermiera di guerra e che nel 1947 arriva nella California del Nord con la speranza di poter donare la propria professionalità in un prestigioso ospedale psichiatrico diretto dal dottor Hanover.
In questa struttura si svolgono esperimenti nuovi (e un tantino inquietanti, oltre che molto discutibili, ma consideriamo anche in che epoca siamo) sulla mente umana.
Per dirne una, il buon Hanover si appassiona a ogni pratica innovativa, tipo la lobotomia, praticata con fervore ed entusiasmo al cospetto di giornalisti e personale ospedaliero, o la idroterapia (sottoporre il povero paziente a sedute di acqua bollente e poi ghiacciata per soffocare certi... impulsi).
Benché Hanover sembri sinceramente intenzionato a portare benefici ai propri pazienti, ciascuno con le proprie turbe psichiche, i risultati raggiunti non sembrano dei migliori, e soprattutto i metodi per raggiungerli sono decisamente controversi, se non proprio disumani.
Ad es., all'interno dell'ospedale, si possono trovare non solo pazienti schizofrenici o psicotici, ma anche donne "affette" da lesbismo, la cui perversione va ovviamente curata in quanto ritenuta una bieca e vergognosa malattia...
Ad ogni modo, partiamo dalla scena iniziale, che è tutto un programma in quanto a violenza e spargimento di sangue: un giovane uomo, dallo sguardo non proprio rassicurante, compie una strage ammazzando con estrema efferatezza quattro preti; uno di questi pare sia il suo padre biologico perché in passato ha abusato della madre del killer (che quindi è frutto di uno stupro).
Sopravvive solo un giovane prete, che riesce a nascondersi sotto al letto e a vedere comunque in viso l'assassino, il cui nome è Edmund Tolleson.
Torniamo a lei, a Mildred.
Ovviamente capiamo da subito che la donna - col suo fare rigido, impettito, serioso, di poche parole - ha qualcosa che non va, nel senso che dietro quella facciata di donna perfettina si nasconde qualcosa di oscuro e pericoloso.
Perché vuole per forza lavorare nell'ospedale di Hanover? Farebbe di tutto per farsi assumere ed è infatti pronta ad ordire un tranello perché venga licenziata un'infermiera così che lei possa essere assunta al suo posto.
Hanover è in soggezione al cospetto di questa donna sicura di sé, raffinata, calma ma determinata e - sembra - preparata e professionale, oltre che entusiasta all'idea di poter lavorare accanto ad un luminare del calibro di Hanover.
Ad essere invece moooolto diffidente verso questa nuova collega è la caposala, Betsy Bucket che - essendo innamorata del direttore, che invece la snobba con fare scocciato e scorbutico - non vede di buon occhio la presenza ingombrante di questa donna, che gira attorno al "suo" dottore interpretando la parte dell'infermiera perfetta e della primadonna a tutti i costi.
Tra Betsy e Mildred ci saranno scintille ogni giorno e pure per un nonnulla, anche se il loro rapporto conflittuale è destinato ad evolvere.
Sotto quella apparente eleganza, Mildred nasconde un animo burrascoso e una personalità... strana; tiene gli altri esseri umani a debita distanza, non dà confidenza a nessuno, non ama essere sfiorata neppure per sbaglio, sembra dimostrare sensibilità verso i pazienti ma poi, al contempo, non esita a sottoporli alle assurde cure dell'esaltato direttore.
Anche se... un cuore ce l'ha pure lei e, grazie ad un inserviente con il volto deturpato ma dall'anima gentile e pura (Huck), cercherà in tutti i modi di aiutare due povere pazienti sottoposte a cure disumane.
A un certo punto nella clinica arriva il killer della scena iniziale, Edmund; l'uomo dovrà passare del tempo in ospedale sotto il controllo e i tentativi terapeutici di Hanover, il quale dovrà stendere una relazione finale e rispondere alla domanda: Tolleson è pazzo e quindi deve restare a vita in manicomio o è sano di mente? In questo caso, dovrà affrontare il processo e molto probabilmente la pena di morte.
Mildred è giunta in clinica per lui, per Edmund; lo sta cercando da anni, vuole riabbracciarlo in quanto egli è suo fratello.
Su questo ci sarebbe da fare qualche precisazione, ma per non guastarvi la visione vi dico solo che i due condividono un'infanzia difficilissima, costellata da abusi e maltrattamenti, e questo ha inevitabilmente condizionato le loro esistenze.
Mildred è intenzionata ad evitare al fratello la pena di morte, ma non sarà affatto semplice in quanto le cose si complicano quando Hanover si affida al governatore della California per ricevere aiuti economici per l'ospedale: il politico, dopo un'iniziale titubanza (dovuta al fatto che non gliene può fregar di meno dei malati di mente), accetta di aiutare il "dottore dei pazzi", sperando che questo possa fargli guadagnare dei voti in campagna elettorale; in particolare, punta sul caso Tolleson, nel senso che il governatore si convince che mandare sulla sedia elettrica il pericoloso killer che ha sgozzato quattro poveri preti sicuramente lo renderà popolare e gli farà vincere le prossime elezioni.
Un personaggio molto importante nella serie è la portavoce del politico, Gwendolyn Briggs, una donna garbata, fine e cortese, che ha il suo piccolo segreto: è lesbica ed è attratta dalla brava e distinta infermiera Ratched.
Questa all'inizio si sentirà oltremodo turbata, per non dire offesa. dalle avances di Gwendolyn, ma chi ci dice che il suo turbamento non sia indice del fatto che Mildred sia confusa dal turbinio di sensazioni ed emozioni che fino ad allora non aveva mai provato per esponenti del suo stesso sesso?
Nonostante la sua gelida riservatezza, la Ratched non è in odor di santità e castità, e durante il suo soggiorno presso il motel (di proprietà di una donna impicciona e sciocca), avrà modo di sollazzarsi in compagnia di un omone misterioso, che si scoprirà essere un sicario.
L'uomo sta cercando Hanover per farlo fuori e consegnare la sua amabile testolina alla donna che lo ha assoldato, la signora Osgood, che odia a morte il dottorino (che, scopriamo, non si chiama davvero Hanover) per aver rovinato la vita al suo unico figlio.
Altro personaggio che avrà il suo ruolo non irrilevante è un'altra infermiera: Dolly, una ragazza bellina e frivola, che si invaghisce di Edmund e mollerà tutto per provare a farlo evadere.
Ok, mi fermo davvero, non vi aggiungo altri elementi sulla trama; piuttosto, vi dico cosa mi è piaciuto di questa prima stagione, che si vede in un niente perché accattivante, oltre che breve (otto episodi).
- Il contesto della clinica per malati mentali, che ha sempre il suo torbido fascino in virtù dei metodi di cura delle diverse malattie mentali; purtroppo, la psichiatria di quel tempo ha ancora tanta strada da fare, ad es. nello svestirsi dei pregiudizi in merito agli orientamenti sessuali delle persone (giudicate come malattie da curare, anzi estirpare, dalla mente degli immorali di turno), o nella convinzione di poter guarire i malati con pratiche terribili, come quelle citate più su.
C'è un caso, però, che Hanover prende a cuore e in cui manifesta, forse per la prima ed unica volta, un desiderio sincero di curare una paziente affetta da disturbo dissociativo d'identità attraverso un approccio terapeutico meno... "stravagante" (ipnosi), e a un certo punto pare quasi riuscire nell'intento di guarirla. Ma si sa, l'effetto sorpresa è sempre dietro l'angolo.
- Il personaggio di Mildred Ratched è conturbante, molto sfaccettato e complesso; ora appare come una folle lucida e calcolatrice, ora come una donna piena di fragilità; a volte ci sembra cinica e indifferente, in altri momenti mostra un'inaspettata umanità (tanto da essere chiamata "angelo della misericordia"); il suo passato doloroso spiega sicuramente molte cose della sua complicata e contraddittoria personalità, nonché del rapporto morboso con il fratello.
- Edmund attrae perchè alla fine ci lascia nel dubbio: è pazzo, seriamente squilibrato - e per questo incontrollabile, imprevedibile - o è sano di mente e "semplicemente" cattivo, privo di moralità, di sensi di colpa, di rimorsi?
- La parte narrativa relativa alla ricca signora Osgood (interpretata da una bravissima Sharon Stone) e al suo amato figliolo (che sta fuori come un balcone) ci regala alcune delle scene più assurde, disturbanti e violente; la scimmietta, fedele compagna della donna, è la più normale della famiglia.
- Ho trovato irresistibile il personaggio di Betsy, che è simpaticissima e darà vita a momenti che strapperanno addirittura dei sorrisi divertiti, il che "fa strano" se pensiamo che non è proprio una serie in cui ci scappa da ridere ogni mezzora. Ma lei è così particolare, eccentrica, solare - ama il suo lavoro, il suo ruolo di caposala, è fanciullescamente pazza di Hanover... - ed è in fondo una donna sensibile e generosa, che è impossibile non prenderla in simpatia.
- Le musiche alla Hitchcock mettono un'ansia che non vi dico e ben sottolineano le scene in cui sta per accadere qualcosa di pericoloso, terribile, violento..., insomma in cui qualche sfortunato sta per lasciarci e non proprio placidamente.
Ovviamente la serie termina in modo tale da lasciarci con il fiato sospeso, consapevoli che ci aspetta un'altra mattanza da parte di...
Ve lo lascio scoprire, se guarderete la serie.
Io la consiglio, è avvincente, ti prende e non vedi l'ora di vederla e finirla tutta subito.
Parte benissimo, lei magnifica, ma come sempre accade alle serie di questo sceneggiatore poi si perde in un mare di sangue e sottotrame superflue. Però ne ho un piacevole ricordo! Un abbraccio.
RispondiEliminaNon ricordo di aver visto altro di questo sceneggiatore, però devo dire che Ratched mi ha tenuta incollata 😃 eh il sangue non manca 😅
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