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martedì 30 aprile 2019

BILANCIO DI LETTURE DEL MESE DI APRILE 2019



Aprile è stato un mese in cui ho colmato un paio di lacune cui da tempo mi ero ripromessa di rimediare, e mi riferisco in particolare a Stoner e Canto della pianura.





  • IL PAESE DELLE PAZZE RISATE di Jonathan Carroll (RECENSIONE). Un romanzo appartenente alla narrativa fantastica, in cui nulla è come appare a prima vista: il paese di provincia di cui, in compagnia del protagonista, percorriamo le strade polverose è abitato da cani (tutti bull-terrier bianchi) cui manca solo l'uso della parola (ma ne siamo sicuri?) e da gente strana e sospetta (oltre che sospettosa), che sembra nascondere un oscuro segreto...
  • STONER di John Williams (RECENSIONE). Il ritratto sincero e commovente di un uomo che, pur avendo una vita apparentemente piatta e fin troppo "comune", riesce ad entrare nel cuore del lettore grazie alla magistrale penna, sensibile e attenta, del suo autore.
  • HEIDI di Francesco Muzzopappa (RECENSIONE). La 35enne Chiara si ritrova a doversi barcamenare tra il rischio di un licenziamento e il prendersi cura dell'anziano padre - affetto da demenza selettiva -, un mix che darà il via a una serie di situazioni divertenti e paradossali.
  • DOPO di Koethi Zan (RECENSIONE). Dieci anni dopo essere scappata dallo scantinato in cui è stata imprigionata per tre anni, Sarah è in realtà ancora schiava e prigioniera: dei propri incubi, delle proprie fobie e manie, dell'ossessione di essere ancora ed eternamente in pericolo. Ed infatti la sua peggiore paura rischia di ripresentarsi più terribile che mai....
  • CANTO DELLA PIANURA di Kent Haruf (RECENSIONE). In una piccola realtà rurale vicino Denver si intrecciano le vite di alcune persone comuni, alcune oneste e buone, altre meno; ne viene fuori il ritratto genuino e realistico di un'umanità varia e indimenticabile proprio per la sua "normalità".
  • DIARIO DI UN DOLORE di C.S. Lewis (RECENSIONE). Perdere qualcuno che amiamo è un'esperienza oltremodo dolorosa, e non è facile parlare del dolore, non solo perchè trovare le parole giuste per esprimerlo è complicato, ma anche perchè è qualcosa di molto intimo, che preferiamo tenere per noi, fosse anche soltanto per evitare di apparire deboli o di suscitare compassione. L'autore di questo breve diario autobiografico prova a mettere nero su bianco i propri tristi pensieri, con onestà e precisione.
  • UN PALLIDO ORIZZONTE DI COLLINE di Kazuo Ishiguro (RECENSIONE). Quando il proprio passato è costellato di esperienze negative e dolorose, voltarsi indietro per ripercorrerlo con la memoria non fa che aggiungere ulteriori sofferenze, eppure è proprio il racconto di sè, di quei giorni che sono stati e ora non sono più e che, a modo loro, ci hanno formato, a offrirci una via per far pace con noi stessi e con quei demoni che ci portiamo dietro.
  • LE DISAVVENTURE DI MARGARET di Cathleen Schine (RECENSIONE). Una commedia al femminile dal taglio sofisticato che, in tono leggero, si sofferma su come la lettura di certi libri "particolari" possa influenzare la mente e i comportamenti di una giovane donna colta e un tantino... suggestionabile!
  • SC E LA MALEDIZIONE DEL TERZO OCCHIO di Emanuela Molaschi (RECENSIONE): il mondo creato dalla penna dell’autrice è popolato da personaggi magici e non, da ragazzi e ragazze che frequentano una scuola per maghi in Inghilterra, ed è una storia che nasce come una fan fiction potteriana ma che comprende molti elementi originali.
  • TINA di Alessio Torino (RECENSIONE): un breve ma profondo romanzo di formazione, una storia di crescita, in cui la giovanissima protagonista deve fare i conti con il complicato e contraddittorio mondo degli adulti, tutti troppo occupati e presi dalle proprie preoccupazioni per far caso a lei, che intanto li guarda tutti attraverso la propria sensibilità e tra mille domande.
  • FERMO! CHE LA SCIMMIA SPARA di David Cintolesi (RECENSIONE): storie di uomini e donne alle prese con i loro peggiori incubi, esistenze travolte da vortici di violenza e situazioni grottesche immerse in una cornice che mescola elementi pulp, horror, noir, conditi con una vena di "macabra ironia".

A parte la fatica nel proseguire e terminare SC E LA MALEDIZIONE DEL TERZO OCCHIO (è un genere che non fa per me...) e anche LE DISAVVENTURE DI MARGARET (piacevole ma non avvincente), le altre letture sono state tutte molto belle, ma se devo stabilire un podio, dico CANTO DELLA PIANURA, STONER (per la capacità degli autori di farti amare ciò che, di per sè, non ha nulla di notevole e straordinario) e IL PAESE DELLE PAZZE RISATE (esilarante!).


Attualmente in lettura:

- IL GARZONE DEL BOIA di Simone Censi: romanzo storico incentrato sulla figura di Giovanni Battista Bugatti, detto Mastro Titta, il boia di Roma, celebre esecutore di sentenze capitali dello Stato Pontificio;
- TERRONI di Pino Aprile, saggio storico sui "retroscena" dell'unità d'Italia;
- LASCIA DIRE ALLE OMBRE di Jess Kidd, un thriller dai risvolti fantastici ambientato in Irlanda.



QUALI LETTURE DI APRILE VI HANNO COLPITO MAGGIORMENTE?
QUALI VI HANNO DELUSO?

lunedì 29 aprile 2019

Dietro le pagine di DOPO (The never list) di Koethi Zan




Una decina di giorni fa ho recensito sul blog DOPO di Koethi Zan (RECENSIONE), un thriller psicologico incentrato su delle ragazze tenute prigioniere in uno scantinato; esse riescono a liberarsi ma il ricordo traumatico di quella terribile esperienza non le lascia, neanche a distanza di dieci anni, però allo stesso tempo dà l'insospettabile coraggio di andare a caccia del loro "Hannibal Lecter".


Risultati immagini per dietro le pagine chicchi
Cosa/chi ha ispirato questo romanzo?


Dopo (The never list) prende ispirazione in parte dalle incredibili e terribili storie di sopravvissute alla prigionia, come Elizabeth Fritzl, Natascha Kampusch (recensione libro), Sabine Dardenne, Jaycee Lee Dugard. 
Ragazze che hanno fatto una delle esperienze peggiori in assoluto e ognuna di loro ha dimostrato una forza inimmaginabile nel riprendersi la propria vita, nonostante un simile trauma. 
L'Autrice dice di essersi sentita quasi in soggezione rispetto a loro, cosciente di come le proprie quotidiane difficoltà fossero nulla in confronto a quelle vissute da queste donne.
Il suo scopo era creare un personaggio del genere: una donna forte di fronte all'orrore insondabile vissuto, che aveva bisogno di confrontarsi con il passato per capirlo.

Quando già aveva cominciato a scrivere il libro, venne fuori la notizia della fuga di una delle tre prigioniere di Ariel Castro (il mostro di Cleveland), Amanda Berry, che portò al salvataggio delle altre due (Michelle Knight e Georgina "Gina" DeJesus); Koethi era sbalordita e ciò che stava scrivendo divenne più surreale man mano che la storia procedeva. Aveva scritto un libro basato sul suo peggior incubo, ed eccolo lì sullo schermo, purtroppo reale, anzi, anche peggio della storia che aveva inventato.

Inevitabilmente saltavano agli occhi le somiglianze tra libro e fatti di cronaca, anche se la scrittrice non si era ispirata direttamente a loro: scrivere il libro era "solo" il suo modo di cercare di comprendere le difficoltà e la forza delle donne le cui storie l'avevano ispirata.

Ovviamente la Zan ha condotto ricerche prima di cominciare a realizzare il proprio romanzo.
Aveva passato gli ultimi dieci anni a fare ricerche indirette. in particolare studiando psicopatici, prigionieri di rapimenti e la mente criminale. Inoltre, ha frequentato una scuola di specializzazione in Studi cinematografici, avvicinandosi al Surrealismo con Annette Michelson, che, in un certo senso, ha un debole per il "lato oscuro".

Durante la stesura del libro, ho fatto ricerche formali su BDSM (Bondage, Dominazione/Disciplina, Sottomissione/Sadismo, Masochismo), psicologia anormale, studi sulle vittime, esperienze di donne rapite, le loro memorie, trascrizioni di prove, articoli di giornale. 
Per le parti riguardanti le pratiche BDSM, ad es., ha letto diversi libri sull'argomento, ma ha anche trascorso molto tempo in Internet, entrando proprio in siti Web e blog specifici, approdando su bacheche e in chat scioccanti, finendo per leggere una tal quantità di racconti inquietanti da iniziare a credere che, giunta a quel punto, nulla più l'avrebbe mai potuta sorprenderla, ma in realtà, proseguendo ad informarsi, era costretta e ricredersi perchè più si addentrava in "quel mondo", più conosceva altri siti, altre storie, altre immagini... che le restavano impresse nella mente.

Si è sommersa letteralmente di materiale, ritrovandosi in un mondo davvero molto oscuro e spaventoso, per tanto tempo; anche se chiaramente non può sapere come sia realmente vivere quel tipo di esperienza, sente di aver sviluppato una particolare empatia per quelle vittime e si augura che ciò che ha imparato emerga nel libro.

Infine, per quanto concerne gli autori che le sono stati di ispirazione, Koethi cita soprattutto due autori di romanzi polizieschi che hanno influenzato il suo libro, pur essendo tra loro molto diversi: Patricia Highsmith, le cui storie mantengono sempre un ritmo lento e minaccioso, e una tecnica letteraria e psicologica che la Zan apprezza tanto, e Steig Larsson, che è tutto azione e trame complesse e drammatiche.



Fonti consultate:    Articolo 1   Articolo 2

domenica 28 aprile 2019

Novità Kimerik Editrice - Aprile 2019



Novità Kimerik Editrice:

LA COLLINA DEL TEMPO PERDUTO
di Natale Vulcano



Kimerik Ed.
Giorgio Arconte è un giornalista e scrittore di successo, sul punto di pubblicare un nuovo romanzo. 
Nonostante le soddisfazioni professionali, però, i ritmi forsennati imposti dalla società e lo stress che ne deriva, lo spingono a trovare una via di fuga. 
Dopo aver riflettuto a lungo, decide di rispondere alla chiamata della nostalgia e ritornare al suo paesino natio, in Calabria. 
Qui lo attendono la collina su cui è cresciuto e i ricordi di infanzia, che vedono indiscussa protagonista Lady Laura, la quale, in vita, era il sogno di ogni uomo della zona. 
Ben presto, però, Giorgio viene a sapere che la collina è stata messa in vendita. 
Inoltre, si imbatte per caso in una giovane donna che è identica in tutto e per tutto a Lady Laura. 
Mentre indaga per risolvere il mistero dietro questa inspiegabile somiglianza e tenta di riappropriarsi dell’amata collina, l’editore fa pressioni su di lui, affinché non si sottragga al contratto che gli impone di terminare, il prima possibile, il prossimo libro. 


L'autore.
Natale Vulcano è nato a Scala Coeli (CS) e vive a Corigliano-Rossano, zona di Rossano. Docente di Psicologia Applicata e Storia e Filosofia, è Presidente dell’Associazione “25 Aprile – Marco De Simone”. La collina del tempo perduto si è classificato al secondo posto al Premio Letterario Nazionale “Città di Montefiorino” (MO), luglio 2017. È stato finalista e ha ricevuto il Premio della Critica al Premio Letterario Nazionale “Matarazzo”, Montescaglioso (MT), settembre 2013
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UNICO MOTO
di Fausta Barile




Kimerik Ed.
Etien è un ragazzo dalla sessualità indefinibile, che affronta un intenso dialogo con il padre, quale figura di riferimento, più che altro l’adolescente sputa accuse per l’insopportabile assenza, tipico ed usuale ai nostri giorni; e mentre la consuetudine rapisce i cardini questi si rafforzano divenendo pilastri ineguagliabili. 
Ma nella contingenza occorre un amico, meglio che abbia un ruolo anche di psicologo, questi guidandoci ad una risoluzione per la perduta memoria, innesca micce di positività al pensiero rendendolo audace nell’abbattere le incertezze. 
Solo creando un obiettivo si può perseverare nella lotta alla vita, mentre l’insospettato amore per la moto si eguaglia a quello di un grande e odierno mito del motociclismo, Valentino Rossi, che come eroe ha dato l’impossibile; il romanzo si riempie di emozionalità e sensazioni dermiche, esaltando sul finale non la vittoria di un protagonista ma l’amore incontrastato per una ragazza. Un copione a lieto fine? Non particolarmente! 



L'autrice.
Fausta Barile nasce a Milano il 1° marzo del 1970. Si appassiona fin da bambina agli studi che protrarrà fino al luglio del 1998 per il conseguimento della laurea in DAMS a Bologna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. La sua personalità vivrà una lunga esperienza “transgender” in abiti assolutamente maschili. Con il passare degli anni la scelta verrà ostacolata dai genitori. Non troppo fortunata in amore, conosce un ragazzo dello Sri Lanka con il quale nel marzo 2011 avrà un figlio: Flavio Leonardo. Le strade con il compagno si sono separate, ma Fausta non demorde dal grande sogno d’amore. Attualmente è un operatore socio-sanitario e ha pubblicato a giugno 2017 una raccolta di racconti brevi dedicati all’era Internet: Antiumano.

sabato 27 aprile 2019

Mini-recensioni film || TITO E GLI ALIENI (P. Randi) - A STAR IS BORN (B. Cooper)



Uno scienziato vedovo depresso e il suo nipotino rimasto orfano sono intenzionati a captare un segnale proveniente dallo spazio da parte dei loro cari.
Bradley Cooper, alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, ha confezionato un film drammatico e sentimentale bello e disperato.

TITO E GLI ALIENI


Regia di Paola Randi
con Valerio Mastandrea, Clémence Poésy, Luca Esposito (II), Chiara Stella Riccio.

Anita e Tito sono fratello e sorella; sono rimasti orfani, avendo appena perso il papà ed essendo già senza mamma.
Il padre, prima di morire, ha pensato al futuro dei figli, affidandoli al fratello, uno scienziato che vive in America.
I due ragazzi, quindi, sono costretti a emigrare in America da questo zio mai visto prima, un tipo solitario, di pochissime parole, che decisamente non risponde alle loro aspettative.

Il Professore vive nel deserto del Nevada e sta spendendo la vita ad ascoltare il suono dello Spazio alla ricerca di una voce; ma non una voce qualsiasi, bensì quella della cara moglie morta diversi anni prima.

Valerio Mastandrea è un attore fantastico, non c'è bisogno di sottolinearlo, e se c'è un tipo di personaggio che gli riesce benissimo è, un po' come la Buy, quello triste, dall'aria dimessa, stanca, un po' burbero, taciturno (per carità, è bravissimo anche in ruoli ironici e più leggeri, come in Perfetti sconosciuti o I Tre Moschettieri), e in questo film è proprio così.

L'uomo vive quindi a un passo dall'Area 51 per seguire, o almeno dovrebbe, un progetto per conto del governo degli Stati Uniti.
Il suo torpore esistenziale è interrotto quotidianamente da Stella, giovane wedding planner per turisti che credono ancora agli alieni; altra compagnia essenziale è un computer - con una voce femminile gentile e cortese - di sua creazione con il quale interagisce, finalizzato alla ricerca del famoso segnale nello spazio.

La sua esistenza viene rivoluzionata dalla ricezione di un pacco postale e una registrazione video che gli annunciano l'arrivo dei nipoti Anita e Tito, preziosa eredità del fratello morto a Napoli.

Sebbene si senta inadeguato al compito, il professore lo accetta (che altro può fare?) e si attrezza, letteralmente, per accogliere i nipoti.
La convivenza non sarà facile, dovendo rapportarsi con Anita, che ha sedici anni e sogna un tuffo in piscina con Lady Gaga, e Tito che ne ha sette e desidera sopra a ogni cosa parlare ancora col suo papà, che lui non sa essere morto.

Com'è comprensibile, i due ragazzi portano scompiglio nelle placide giornate del Professore, che non smette comunque di dedicarsi al proprio particolare progetto, nonostante abbia appreso che di lì a pochi giorni la sua postazione verrà smantellata, visto che finora risultati non ne sono stati prodotti e il Governo s'è stufato di promuoverlo.

Il Professore avrà un ben daffare a gestire l'esuberante e ribelle nipote e la vivacità di Tito, il quale si convince che il suo stranissimo zio possa davvero aiutarlo a parlare con suo padre; non solo, ma l'uomo si sta rendendo conto di essere attratto da Stella, anche se è difficile per lui ammetterlo perchè il ricordo della moglie è ancora troppo presente...

Tra baruffe e incomprensioni, pc che vanno in tilt e il rischio che il progetto venga bloccato, ce la faranno il Professore e il piccolo Tito a parlare, almeno una volta, con i propri cari, a sentire la loro voce?

Un film molto carino, io non amo la fantascienza ma questo è stato piacevole e, lo confesso, a un certo punto mi ha anche commossa...
Forse non sarà paragonabile ai film fantascientifici made in USA, spettacolari e con effetti speciali di ultimissima generazione, però qui ho trovato quella ricerca dei "buoni sentimenti" che male non fa mai; e fa niente se alla fine mi ha ricordato Ghost, a me la lacrima è scappata e tanto mi basta, perchè io credo che tutti noi vorremmo poter ascoltare la voce di una persona amata e perduta, fosse anche per una volta sola, e il film tocca questo desiderio racchiuso in ognuno di noi, e lo fa con dolcezza e leggerezza.


A STAR IS BORN



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A Star Is Born, di e con Bradley Cooper, accanto al quale troviamo Lady Gaga, è la quarta versione cinematografica di questo musical, raccontato per la prima volta in un film del 1937, cui seguirono due remake (nel 1954 con Judy Garland e nel 1976 con Barbra Streisand).

La trama è presto detta: Jackson Maine è un musicista di successo che purtroppo alza troppo spesso il gomito; ha ancora il suo bel pubblico di affezionati che cantano le sue canzoni ma si sta avviando sul viale del tramonto.

Una sera, un po' per caso, in un night conosce la squattrinata artista Ally, che non sarà la donna più bella del mondo ma ha carisma da vendere, nonchè una grande voce.
Lei s'è convinta di non poter sfondare nel mondo della musica - non è abbastanza bella, in particolare è il naso a darle "problemi" - ma Jack l'ascolta cantare, sente le sue canzoni, e la convince a credere nel suo sogno e a calcare il palcoscenico.

I due cominciano cantando insieme, sono sempre più innamorati l'uno dell'altra, si sposano e la loro relazione sembra iniziare sotto una buona stella.
Se non fosse che purtroppo Jack continua a bere e, per contro, Ally comincia a diventare famosa, le viene offerto un ottimo contratto e in poco tempo diventa una vera e propria star, acclamata, richiesta, ben pagata, pronta a viaggiare e fare tournèe.

La splendida carriera di Ally sembra essere inversamente proporzionale a quella del compagno: lei inizia a spiccare il volo e lui va sempre più giù, nel baratro dell'alcolismo, e in questo modo anche la loro relazione comincia a perdere colpi a causa della battaglia che Jack conduce contro i propri demoni interiori.
Jack sembra diventare quasi un ostacolo per Ally - che  lui ama moltissimo, ma è un po' diviso tra l'amore per lei e un pizzico di gelosia per la sfolgorante carriera della moglie, che si sta allontanando da lui sempre più, infatti, anche se Ally cerca di stare vicina al suo Jack, i mille impegni lavorativi la tengono spesso lontana da casa.

Jackson si lascerà andare alla propria infelicità o l'amore di e per Ally basteranno a scuoterlo e a salvare la loro relazione?

Ho visto questo film sia perchè mi è stato ardentemente consigliato da un'amica e sia perchè ero curiosa di vedere Lady Gaga in questa sua prima prova come attrice.
Solitamente i film d'amore non rientrano tra le mie preferenze, a meno che la love story non sia collocata all'interno di una cornice bella, ricca, con una trama articolata e ben sostenuta; la storia di Ally e Jackson ha uno sviluppo in fondo abbastanza prevedibile, però questo film mi è comunque piaciuto perchè non è solo il racconto drammatico di una relazione sentimentale difficile, ma anche dei fallimenti e dei successi che accompagnano la vita dei protagonisti, e la fatica che devono fare per tenere in piedi il loro matrimonio, nel quale continuano a credere nonostante i problemi.
Bradley dà al suo personaggio un'aria maledetta, tormentata, malinconica, di cantante country avviatosi verso la stagionatura ma sempre fascinoso (la voce del doppiatore non mi ha entusiasmata, troppo cavernicola); convincente Lady Gaga; le canzoni del film sono belle e mi piace che abbiano deciso di registrarle dal vivo.
Bel film, ogni tanto un buon film sentimentale ci sta, se strappa una lacrimuccia ancora di più ^_^

venerdì 26 aprile 2019

Regali librosi ^_^



Buongiorno, cari amici!
Ultimamente la dea bendata s'è ricordata di me e ho avuto il piacere di vincere un paio di giveaway!

Ecco alcuni libri ricevuti ultimamente; i primi due li ho vinti, il terzo mi è stato regalato *_*


L'ANNUSATRICE DI LIBRI
di Desy Icardi



Fazi Editore
468 pp
16 euro
Torino, 1957. Adelina ha quattordici anni e vive con la zia Amalia, una ricca vedova, parsimoniosa fino all’eccesso, che le dedica distratte attenzioni. 
Tra i banchi di scuola, la ragazza viene trattata come lo zimbello della classe: alla sua età, infatti, non è in grado di ricordare le lezioni e ha difficoltà a leggere. 
Il reverendo Kelley, suo severo professore, decide allora di affiancarle nello studio la brillante compagna Luisella. Se Adelina comincerà ad andare meglio a scuola, però, non sarà merito dell’aiuto dell’amica ma di un dono straordinario di cui sembra essere dotata: la capacità di leggere con l’olfatto.
 Questo talento, che la ragazza sperimenta tra le pagine di polverosi volumi di biblioteca, rappresenta tuttavia anche una minaccia: il padre di Luisella, un affascinante notaio implicato in traffici non sempre chiari, tenterà di servirsi di lei per decifrare il celebre manoscritto Voynich, “il codice più misterioso al mondo”, scritto in una lingua incomprensibile e mai decifrato. Se l’avidità del notaio rischierà di mettere a repentaglio la vita di Adelina, l’esperienza vissuta le lascerà il piacere insaziabile per i libri e la lettura.

In un appassionante gioco di rimandi letterari, il romanzo di Desy Icardi racconta dell’amore per i libri attraverso la storia di una lettrice speciale. Intrecciando le vicende della zia Amalia, tra modisterie e palchi del varietà negli anni Trenta, a quelle di Adelina, che arriveranno a sfiorare il mondo dei segreti alchemici, L’annusatrice di libri ci consegna una commedia avvincente e paradigmatica sul valore dei libri sviluppata con briosa ironia e grande garbo.



FIABE IRLANDESI
di William B. Yeats


Ed. Newton Compton
trad. P. Meneghelli
384 pp
4.90 euro
Poco più di un secolo fa Yeats, la maggiore voce poetica di lingua inglese del Novecento, riuniva per la prima volta nelle raccolte Fiabe e racconti delle campagne irlandesi (1888) e Fiabe irlandesi (1892) le favole e i racconti dei più grandi scrittori del suo Paese, tra cui Thomas Crofton Crocker, Lady Wilde (madre di Oscar), William Carleton, Douglas Hyde. 
Grazie agli scritti di questi autori, che seppero ben interpretare e rivendicare la validità di una tradizione narrativa popolare autonoma e vivace, Yeats realizzò una splendida panoramica del folclore irlandese, popolato da spettri, folletti, diavoli, giganti, streghe, druidi.






CHE PASTICCIO, BRIDGET JONES!
di Helen Fielding



Bur Ed.
396 pp
La vita della single trentenne Bridget Jones è completamente cambiata: fidanzata con Mark Darcy, l'uomo dei suoi sogni, ha finalmente vinto la battaglia contro la bilancia. 
Innamorata e dimagrita, Bridget scopre ben presto che la convivenza logora persino le relazioni più romantiche. Non le resta che ricorrere ai manuali di self-help, alla scorta di sigarette e allo Chardonnay in frigo, soprattutto quando all'orizzonte compare Rebecca, filiforme, alta, elegantissima e decisamente troppo interessata a Mark. 

Un brillante spaccato del mondo femminile scritto con lo stile spumeggiante che contraddistingue Helen Fielding,




giovedì 25 aprile 2019

Recensione: TINA di Alessio Torino



Un breve ma profondo romanzo di formazione, una storia di crescita, in cui la giovanissima protagonista deve fare i conti con il complicato e contraddittorio mondo degli adulti, tutti troppo occupati e presi dalle proprie preoccupazioni per far caso a lei, che intanto li guarda tutti attraverso la propria sensibilità e tra mille domande.


TINA
di Alessio Torino



Ed. Minimum fax
141 pp
14.90 euro
E' estate e siamo a Pantelleria, dove Tina, una bambina di otto anni, è qui con sua madre e sua sorella Bea; la ragazzina è esperta nell'acchiappare meduse col suo retino e tutti la scambiano per un maschio. Lei non ribatte quasi mai di essere femmina ma in realtà ci resta un po' male, soprattutto quando a commettere l'errore è Stefano, un ragazzo còrso, anch'egli in vacanza con la fidanzata, la bella e seducente Parì, nuotatrice professionista, francese.

Le tre donne vengono da Urbino e sono appunto in vacanza, ma... la loro è una vacanza che sa di tristezza, in cui "manca qualcosa", o meglio qualcuno...
Il padre.
Ma anche se è fisicamente assente, la sua presenza c'è e si sente tutta, pesante, imbarazzante; si sente soprattutto prima e dopo le telefonate che continua a scambiarsi con la moglie, vòlte in particolare a parlare con le figlie, forse per mettere a tacere la coscienza e assicurarsi che non lo detestino.
E sì, perchè il papà di Tina una "piccola" colpa ce l'ha: ha lasciato la moglie per una donna più giovane e le figlie avvertono l'inevitabile sofferenza nel volto e nelle parole amare e dure della madre.
Nei giorni trascorsi nella splendida isola, tra bagni in acqua, passeggiate lungo laghi e sentieri, cene a base di pesce con gli altri vacanzieri con cui hanno stretto amicizia, la piccola e silenziosa Tina osserva con attenzione gli adulti attorno a sè, notando atteggiamenti, parole, sguardi, e i sentimenti che vi sono dietro.

Come si può non accorgersi dei tormenti che rumoreggiano nella testa e nell'animo di Charles, un canadese che è lì in ferie tutto da solo, sempre con una bottiglia di alcool in mano e lo sguardo spesso perso nel vuoto? 
E' infelice, disperato..., si vede, e Tina capisce che gli adulti immaginino il perchè; sua madre è molto premurosa nei suoi confronti (troppo, secondo la sorella maggiore Bea), si preoccupa per lui come se fosse una sua vecchia conoscenza e infatti l'uomo darà alla comitiva di che preoccuparsi...

E poi ci sono altri personaggi che danno colore a quest'avventura a Pantelleria: ho già menzionato Stefano e Parì, i due fidanzatini che parlano francese, e se Tina non riesce a non guardare con sincera ammirazione la ragazza, Bea ha messo gli occhi sul di lei ragazzo, e cerca in tutti i modi di farsi notare e fargli vedere che non è una ragazzina ma una donna, tentativi che non hanno molto successo e che la sorellina trova patetici e ridicoli...

C'è Andre, che gestisce un ristorante sull'isola, un giovanotto dal carattere focoso, effervescente, estroverso e molto impulsivo, che guai a farlo innervosire, sa come risponderti per le rime.
E poi Bea, che sta crescendo e diventando una signorina, e fa di tutto perchè gli altri - i grandi - se ne accorgano; com'è tipico dell'età, non fa che contraddire sua madre e trattare la sorellina come una mocciosa che non capisce nulla.

Tina guarda assorta questi adulti un po' matti che la circondano, che spesso parlano con mezze frasi, enigmatiche, che giungono alle sue orecchie di bambina "stimolandone" la fantasia e inducendola a creare un mondo di significati e messaggi tutto suo.

Tina è una bimba sensibile, ma nessuno attorno a lei pare farci caso, ciascuno preso com'è dai propri pensieri; vive come una crudeltà l'essere confusa per un maschietto, ad es., e mai qualcuno che si fermasse a guardarla bene o a chiederle scusa per essersi sbagliato.
E poi sente tutto lo sconforto e la speranza che l'assenza del padre comportano: lo sconforto perchè, lasciando la mamma, ha creato una spaccatura nella loro famiglia, e la speranza che reca con sè ogni sua telefonata, e Tina se ne accorge; l'attende lei come l'attende anche sua madre:

"Era la mamma che sperava che il babbo telefonasse, e lei lo sapeva come se il cuore della mamma fosse nel proprio petto. Tina sapeva le cose meglio degli altri".

L’estate va avanti e ben presto l'odore forte del mare, del pesce da pulire insieme ad Andre, quello buono della crema solare di Parì, la voce rassicurante di Charles..., tutto questo sta per svanire, per essere lasciato indietro come un ricordo, ma intanto e prima che sia finita per davvero, Tina si scontra con il proprio dolore, esperienza che segna quell'inevitabile passaggio all'età della consapevolezza, al quale non di rado si approda in modo brusco, dicendo addio all'innocenza e alla purezza che contraddistinguono l'infanzia.

"Tina" è un romanzo breve ma ricco di contenuti, è una storia di formazione, di crescita, in cui la giovanissima protagonista deve fare i conti con il complicato e contraddittorio mondo degli adulti, che ci appaiono tutti troppo occupati e presi dalle proprie preoccupazioni; e lei, a differenza della sorella maggiore, ci sembra così saggia, acuta, matura per la sua età e, forse proprio per questo modo di essere così equilibrato, gli adulti tendono a dimenticare che Tina resta comunque ancora una bambina, e come tale andrebbe protetta, rassicurata, le andrebbero spiegate "certe cose difficili" nel modo e nei tempi giusti.

Tra queste pagine Alessio Torino ci presenta una ragazzina alle prese con fatti e discorsi più grandi di lei, e lo fa attraverso un'ambientazione estiva e ricca di fascino e con uno stile  delicato ed essenziale allo stesso tempo; ci affacciamo all'interiore dei personaggi attraverso frasi brevi ma incisive, che vanno dritte alla sensibilità del lettore e lo spingono a vedere oltre, proprio come fa la piccola protagonista.

Un libro che consiglio, a me l'hanno regalato ed è stata una bella scoperta.


"La vita (...) non è quella che tu hai deciso che sia. 
La vita è la vita e un'isola è un'isola"

mercoledì 24 aprile 2019

Recensione: FERMO! CHE LA SCIMMIA SPARA di David Cintolesi



Storie di uomini e donne alle prese con i loro peggiori incubi, esistenze travolte da vortici di violenza e situazioni grottesche immerse in una cornice che mescola elementi pulp, horror, noir, conditi con una vena di "macabra ironia".


FERMO! CHE LA SCIMMIA SPARA
di David Cintolesi




Porto Seguro E.
209 pp
14.90 euro
Sono dieci i racconti che compongono questa raccolta che, come potete appurare voi stessi, ha un titolo ed una copertina davvero singolari e, di certo, originali, che fanno presagire come ciò che andremo a leggere sia surreale e umoristico insieme.

Due ragazze sotto l'effetto di allucinogeni vivono la notte più brutta della loro vita; dopo aver commesso un omicidio (un uomo voleva violentare una di loro), si recano in un locale per divertirsi e decidono di sballarsi assumendo droga, cadendo in un baratro infernale in pieno stile horror, tra zombi assassini e cantanti che si tramutano in bestie fameliche e spaventose.
Quando la realtà ha ceduto il posto al delirio?

E quando l'incubo arriva in una normalissima giornata in cui l'unico errore che sembra che tu abbia commesso è stato dimenticare chissà dove le chiavi della tua meravigliosa Porsche? E la macchina quella mattina ti serve perchè hai la laurea della tua fidanzata, non puoi mancare..., ma qualcosa va storto, piccoli dubbi malefici si insinuano nella tua testa e ti fanno immaginare cose spiacevoli, il nervosismo sale e mentre sei per strada nell'auto del tuo migliore amico, non sai che il peggio deve ancora arrivare...

E questo "peggio che deve ancora venire" è sempre difficile da immaginare, perchè spesso la realtà supera la fantasia; lo vivrà sulla propria pelle Saverio, sposato con la tranquilla Laura, soddisfatto della propria vita, convinto che nessuno potrebbe spassarsela più e meglio di lui, che ha tempo e spazio pure per l'amante, con cui si diverte dietro le spalle dell'ignara e sciocca mogliettina.
Saverio, Saverio...  E se tua moglie si rivelasse meno ingenua di quanto credessi? E se ti stesse osservando di nascosto dalle telecamere installate dentro casa e la tua sorte dipendesse da un dipinto di Banksy?

E poi c'è il ragazzo imbranato, ritenuto un buono a nulla da tutti, senza arte né parte, ossessionato dal pensiero della sua pornostar preferita, ossessione che lo trascina in situazioni incredibili e un tantino pericolose; c'è la tossica che incontra un giovanotto perbene e lo porta con sè, nel suo piccolo e misero mondo fatto di spacciatori e aghi da infilare nel braccio; ladri strampalati che, alle prese con l'ultimo colpaccio prima di cambiare vita, sbagliano abitazione e rischiano di fare la spiacevole esperienza di incontrare un serial killer che taglia i piedi alle sue vittime...


Questi sono alcuni dei dieci racconti presenti, nei quali incontriamo personaggi che vivono situazioni al limite, alcuni perchè volutamente cercano emozioni forti e si sentono invincibili, o forse sono solo degli sciagurati, altri si ritrovano coinvolti in eventi assurdi che paiono creati ad arte e sapientemente da un burattinaio sadico che si diverte a montare su veri e propri "teatrini dell'orrore".

In tutte le storie narrate  c'è sempre qualcosa che fa esplodere momenti di pura violenza (quella che nasce spesso senza motivo apparente), schizzi di sangue, bestemmie, urla di terrore e rabbia; e ancora sete di vendetta, tradimenti, scariche di pugni e calci, droga, alcool, sesso, cani molto affamati nelle cui fauci bavose è meglio non incappare...

Insomma, gli ingredienti per dar vita a narrazioni bizzarre, pazzesche, ci sono tutti: il lettore si vede sfilare davanti agli occhi scene crude, efferate, descritte in modo vivido (il linguaggio è consono al contenuto, quindi crudo, esplicito), e anche se l'atmosfera che le attraversa è decisamente dark, a tinte forti, ad accomunarle è una vena ironica, che in un certo senso "protegge" il lettore dalle atrocità lette, facendogli prendere le distanze da questo folle universo, per guardarlo con la giusta dose di umorismo.

Consigliato in particolare a quanti amano leggere racconti e, ovviamente, il genere in questione.



martedì 23 aprile 2019

Film tratti da libri - prossimamente al cinema (aprile-giugno '19)



Ed ecco alcuni film prossimamente al cinema; come sempre, mi soffermo su quelli tratti da libri.


NON SONO UN ASSASSINO è diretto da Andrea Zaccariello, nel cast Riccardo
Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce e Claudia Gerini. E' tratto dall'omonimo romanzo (recensione) di Francesco Caringella (Newton Compton Ed.): il vice-questore Francesco Prencipe un giorno esce di casa per raggiungere il suo migliore amico, il giudice Giovanni Mastropaolo; i due non si vedono da quasi due anni, ma per incontrare dopo tutto questo tempo il suo caro amico, Andrea percorre due ore di macchina per un colloquio di poche parole. Due ore per una domanda e una risposta.
Quella stessa mattina, però, il giudice viene trovato morto, freddato da un colpo di pistola alla testa.
Francesco è l’ultimo ad averlo visto. Solo sue le impronte nella casa. Solo suo il tempo per uccidere. A interrogarlo e accusarlo una PM che conosce il suo passato, a difenderlo l’avvocato amico di una vita. Nell’attesa che lo separa dal processo, le immagini del passato di Francesco si accavallano incoerenti nel disperato tentativo di arrivare al vero assassino. E alla verità di una vita intera. Dal 30 aprile.

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I fratelli Sisters è un film diretto da Jacques Audiard ed è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2011 Arrivano i Sister scritto da Patrick deWitt (Neri Pozza); ha come protagonisti John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed.
E' la storia di Charlie ed Elie Sisters, due fratelli che, vivendo nel selvaggio e ostile west, hanno le mani sporche di sangue, sia di criminali sia di innocenti. I due non hanno voglia di uccidere: è semplicemente il loro lavoro. Charlie, il minore dei due, sembra nato per portare a termine i compiti a lui assegnati. Elie, invece, sogna un'esistenza normale. I due vengono assunti dal Commodore per cercare e uccidere un uomo. Dall'Oregon alla California, ha inizio allora una caccia implacabile che pian piano si trasformerà in processo iniziatico che metterà alla prova il folle legame che li unisce e la loro stessa umanità.


Il 9 maggio nelle sale arriva l'adattamento cinematografico di Pet Sematary (libro); alla
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regia Kevin Kölsch e Dennis Widmyer, mentre tra gli attori figurano Jason Clarke, Amy Seimetz e John Lithtgow.
Il film segue le vicende del Dr. Louis Creed, il quale, dopo aver traslocato insieme alla moglie Rachel e i loro due figli da Boston in una località rutrale del Maine, scopre un misterioso cimitero vicino alla sua nuova casa. Quando una tragedia colpisce la sua famiglia, Louis si rivolge al suo bizzarro vicino, Jud Crandall, scatenando una pericolosa reazione a catena dalle terribili conseguenze - TRAILER


A mano disarmata è un film di genere biografico diretto da Claudio Bonivento, con Claudia Gerini e Rodolfo Laganà. La storia di Federica Angeli, la giornalista del quotidiano la Repubblica che dal 2013 vive sotto scorta a causa delle minacce mafiose ricevute per le sue inchieste sulla criminalità organizzata a Ostia. #Da cronista dell’edizione romana del quotidiano, Federica Angeli prende in mano la sua vita e decide di usarla, senza risparmio, in una causa civile: la lotta ai clan mafiosi che infestano Ostia. La sua arma è – e sarà sempre – la penna. 


Beautiful Boy è un film di Felix Van Groeningen, con Steve Carell e Timothée Chalamet.
Il film è basato sui libri Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction di David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic Sheff, e racconta di un padre che cerca di aiutare il figlio ad uscire dal tunnel della tossicodipendenza. Dal 13 giugno.




Film tratti dai libri in uscita nel 2019
clicca per leggere tutti i titoli dell'anno

lunedì 22 aprile 2019

Anteprima NN Editore: CANTA, SPIRITO, CANTA di Jesmyn Ward - dal 2 maggio in libreria




Dopo Salvare le ossa (RECENSIONE), Jesmyn Ward torna nel suo Mississippi, una terra in cui il legame con le origini, i vincoli di sangue e la natura sono fatti di amore e violenza, colpa e speranza, umanità e riscatto. 


CANTA, SPIRITO, CANTA
di Jesmyn Ward




NN Editore
trad. M. Pareschi
272 pp
USCITA
2 MAGGIO 2019
Scritto in una lingua aspra e poetica, Canta, spirito, canta guarda nelle profondità dell’animo umano come dal ciglio di uno strapiombo si guarda l’infinita distesa del mare, che lascia sgomenti, inebriati e commossi.

Jojo ha tredici anni, e cerca di capire cosa vuol dire diventare un uomo. Vive con la madre Leonie, la sorellina Kayla e il nonno Pop, che si prende cura di loro e della nonna Mam, in fin di vita. Leonie è una presenza incostante nella vita della sua famiglia. 
È una donna in perenne conflitto con gli altri e con se stessa, vorrebbe essere una madre migliore ma non riesce a mettere i figli al di sopra dei suoi bisogni. 
Quando Michael, il padre di Jojo e Kayla, esce di prigione, Leonie parte con i figli per andarlo a prendere. 
E così Jojo deve staccarsi dai nonni, dalla loro presenza sicura e dai loro racconti, che parlano di una natura animata di spiriti e di un passato di sangue. 
E mentre Mam si spegne, gli spiriti attendono, aggrappati alla promessa di una pace che solo la
famiglia riunita può dare.


L'autrice.
Jesmyn Ward vive in Mississippi, dove insegna scrittura creativa alla Tulane University. Salvare le ossa ha vinto il National Book Award nel 2011, e il memoir Men We Reaped è stato finalista al National Book Critics Circle Award. Con il suo ultimo romanzo, Canta, spirito, canta, Jesmyn Ward ha vinto il National Book Award per la seconda volta, prima donna dopo scrittori come William Faulkner, John Cheever, Bernard Malamud, Philip Roth, John Updike. NNE pubblicherà anche il terzo capitolo della Trilogia di Bois Savage: Where the Line Bleeds.

in libreria: LYOS - l'epilogo dell'avvincente trilogia "DROW" di Simon Rowd



Finalmente è uscito il terzo volume della trilogia di Simon Rowd, "Drow", così composta:

1. Drow (recensione)
2. Mior (recensione)
3. Lyos


La trilogia d’esordio di Simon Rowd fonde in sé due generi letterari, il paranormal romance e il thriller e vi assicuro che è densa di colpi di scena, suspense e avventura, con sfumature romantiche.



IO LO STAVO ASPETTANDO 
PERCHE' I PRIMI DUE LIBRI MI SONO PIACIUTI TANTISSIMO!
E VOI?



LYOS
di Simon Rowd



Indipendent
Published
425 pp
Aprile 2019
Ecco la trama:

Quando Eric si risveglia in un luogo isolato lontano da Skittburg è ferito e non ricorda nulla dei giorni precedenti.
Non sa dove si trovi né come vi sia arrivato. 
Una sola cosa gli è chiara: è in pericolo, qualcuno è sulle sue tracce. 
I pochi oggetti che ha con sé sembrano appartenere a un'antica era, ma non ha idea del loro significato. 
Per capire cosa gli sia successo, l'unico modo è scavare nella memoria di quegli oggetti, muovendosi di nascosto in una Skittburg che ha cambiato volto dopo le decisioni del Consiglio: i drowhunter, infatti, non esistono più e i drow vivono finalmente liberi...

Questa volta, però, non avrà al suo fianco lei. Gli eventi recenti hanno lasciato ferite profonde: Sophie si è allontanata alla ricerca di se stessa e le loro vite hanno preso direzioni differenti.
Il legame che li univa sembra vivere ormai solo nei ricordi di entrambi. Le loro strade sono però destinate a unirsi di nuovo: mentre Eric ripercorrerà i propri passi dalla notte in cui tutto è cambiato, Sophie si troverà catapultata di nuovo nel mondo da cui è voluta fuggire, inseguendo con Jimmy e Dana la scia di mistero lasciata da Eric. 
Ogni passo verso la verità svelerà che le radici del male vanno cercate in un passato lontano, dove giacciono i ricordi di una stirpe dimenticata. 
La pace apparente che si respira è destinata a durare ancora per poco: un piano di odio e vendetta minaccia di sgretolare per sempre le fondamenta del mondo nascosto degli elfi. 
Mentre passato e presente stanno per scontrarsi e Skittburg è pronta a precipitare in tenebre sempre più oscure, Eric dovrà combattere contro il suo stesso sangue per impedire che l’orrore del passato li travolga di nuovo.


L'autore.
Simon Rowd è un giovane scrittore appassionato di narrativa thriller e fantasy. L’idea di fondere questi due generi lo porta, nell’aprile 2014, ad autopubblicare il suo romanzo d’esordio, Drow, che in breve tempo scala le classifiche online e conquista migliaia di lettori grazie al passaparola. Per il successo ottenuto, nel 2015 viene notato da Mondadori Electa, che lo pubblica ora in anteprima nella collana ElectaYoung. Drow è il primo romanzo dell’omonima trilogia, cui è seguito Mior, e a presto in libreria Lyos.

domenica 21 aprile 2019

Recensione: IL PAESE DELLE PAZZE RISATE di Jonathan Carroll



Un romanzo appartenente alla narrativa fantastica, in cui nulla è come appare a prima vista: il paese di provincia di cui, in compagnia del protagonista, percorriamo le strade polverose è abitato da cani (tutti bull-terrier bianchi) cui manca solo l'uso della parola (ma ne siamo sicuri?) e da gente strana e sospetta (oltre che sospettosa), che sembra nascondere un oscuro segreto...



IL PAESE DELLE PAZZE RISATE
di Jonathan Carroll



La Corte Editore
trad. F. Ghirardi
265 pp
Thomas Abbey  è un trentenne che lavora come insegnante di inglese, conducendo un'esistenza abbastanza banale, priva di grossi stimoli e costantemente all'ombra del suo famoso (e defunto) padre, l'attore Stephen, una leggenda del cinema. 
Per chiunque lo conosca, Tom è sempre e soltanto "il figlio di Stephen Abbey" e null'altro, e finanche le ragazze con cui riesce a ottenere appuntamenti sono gasate all'idea di uscire col "figlio di..." più che con lui; ma Tom sa come vendicarsi e, tra una battutina caustica e lo sfoggio della sua collezione di maschere bislacche, riesce a farle scappare.

E mentre vivacchia annoiato, coltiva un sogno, che ha tutta l'aria di apparire lontano e irrealizzabile.

"Il mio sogno era di scrivere la biografia di Marshall France, il misteriosissimo e brillantissimo autore dei migliori libri per bambini della storia. Libri come Il paese delle pazze risate e La pozzanghera di stelle, che mi avevano aiutato a rimanere sano di mente fino al trentesimo anno di età."

Un giorno, per pura coincidenza, in una libreria di antiquariato trova una vecchia copia di un libro del suo scrittore del cuore, ma scopre che è già stata acquistata da una persona, una ragazza di nome Saxony Gardner, anch'ella appassionata di France, oltre che di marionette (che costruisce). Thomas riesce a ricomperarlo da lei proponendole una bella cifra e da allora i due diventano amici, tanto che Sax comincia a insistere per aiutare Tom a raccogliere informazioni utili per redigere lo scritto biografico. Le sue ricerche sulla vita di France cominciano a farsi sempre più interessanti e il ragazzo si galvanizza e si convince di poter imbarcarsi in quest'impresa e di poterla portare a termine.

Così si fa animo e contatta l'editore di France, David Louis, un uomo che pretende di sapere tutto sullo scrittore e che lo avverte che il cammino per scrivere il libro potrebbe essere difficile, dato che l'ultimo ragazzo che ha visitato la città dove Marshall ha trascorso la sua vita (Galen, nel Missouri), ha ricevuto un'accoglienza non proprio cordiale, e da parte dei cittadini in generale e da parte della figlia dell'autore, Anna France, una donna ostile a qualunque intrusione e curiosità sul privato della sua famiglia. 

Ma Thomas è un testardo e, incoraggiato dall'entusiasta e vivace Saxony - con cui intanto l'amicizia è "evoluta", trasformandosi in qualcos'altro -, si reca nella modesta comunità di Galen insieme a lei.

Una volta lì, i due incontrano alcuni degli abitanti - che tutto sommato, a parte un'iniziale ma comprensibile diffidenza, si rivelano piuttosto gentili - e la stessa Anna che, contrariamente alle aspettative, si dimostra anch'ella sorprendentemente cordiale e subito elettrizzata all'idea di una biografia - scritta perbene! - basata sulla vita e sulla carriera di suo padre. 
Thomas e Sax trovano una stanza in affitto presso la strana e pettegola signora Fletcher e il ragazzo inizia a lavorare sul libro, trovando meno ostacoli di quanti gli fossero stati paventati.

Anzi, Anna pare desiderosa di svelargli tanti succulenti e particolari aneddoti privati del proprio celebre paparino, e l'unica condizione da lei posta è che Thomas debba lasciarle leggere tutto ciò che scrive e che lei debba approvarlo.

E cosa ancor più straordinaria per uno che, con le donne, è sempre stato molto imbranato, il giovane ricercatore  si vede conteso tra le due donne, tra la dolce e devota Saxony e la sexy e femminile Anna, che infatti finisce per sedurlo...

Mentre lotta per uscire mentalmente sano tra le ricerche, la scrittura e le due relazioni, Thomas inizia ad accorgersi che in quella comunità accadono cose davvero sospette...

E' inquietante come alcuni cittadini stiano seguendo con ansia i suoi progressi nella scrittura, come se li riguardasse da vicino o, udite udite, fosse per essi una "questione di vita o di morte"; è assurdo notare le reazioni bizzarre a fatti tragici, come la morte accidentale di un ragazzo del posto, fatto davanti al quale nessuno si scompone...
Per non parlare di come gli sia quasi venuto un infarto il giorno in cui è sicuro di aver udito il cane della signora Fletcher borbottare "parole umane"...

Ma che razza di posto è Galen? E cosa hanno da nascondere Anna e i suoi compaesani in merito a France Marshall? Perchè ci tengono tanto a che Thomas termini la biografia e in fretta? 
E per quale oscura e spaventosa ragione Anna, con uno sguardo che più maligno non si può, intima a Tom di mandar via Saxony da Galen in quanto estranea al progetto della biografia?

Quella che sembra iniziare come una storia tranquilla ambientata in una località (fittizia) amena e rurale, in cui le persone si conoscono tutte, sono in buoni rapporti e la vita scorre placida e lenta come un fiume nel suo letto, in cui la leggenda dello scrittore Marshall France aleggia ancora forte e presente..., prende via via una svolta fantastica e tanto il protagonista quanto il lettore intuiscono e poi comprendono in modo chiaro di trovarsi in un "paese magico", che lungi dall'essere popolato da creature visibilmente fantastiche - gnomi, fate, esseri mostruosi... -, vanta piuttosto abitanti apparentemente normali.
Ecco, solo apparentemente perchè Thomas dovrà confrontarsi con una verità assurda, irrazionale, che solo nei romanzi può verificarsi e che è legata a Marshall France e al "potere creativo" della sua scrittura.

Non vi dirò ovviamente qual è la inquietante e curiosa verità che rende Galen e i suoi cittadini "fuori dal mondo", lascio che siate voi a scoprirlo e a lasciarvi piacevolmente stupire dalle rivelazioni che man mano apprenderete insieme allo stesso protagonista.

Una cosa è certa: tutti gli appassionati consigli di Anna in merito allo sviluppo della storia di France non sono casuali e Thomas lo capirà quando potrebbe essere troppo tardi e quando la sua presenza, in mezzo a quelle persone dai sorrisi aperti e dall'affabile ospitalità, potrebbe diventare sgradita, molto sgradita...

Solitamente non amo alla follia i fantasy, ma questo è molto particolare e originale e mi è piaciuto un sacco! 
Carroll ha costruito una trama accattivante, affidando la narrazione ad un giovane dalla personalità, in fin dei conti, poco vivace: Tom è un tipo apatico, abitudinario, poco spericolato, pure un po' complessato, che pare trovarsi a disagio nel mondo, tende a vivere isolato, ma ha due caratteristiche essenziali che lo rendono il protagonista ideale di questa storia, principalmente in quanto lo accomunano alla "antagonista", Anna France: ha un rapporto contraddittorio con il padre defunto e venera in modo totale il suo scrittore preferito.

Per quanto riguarda la prima caratteristica, ho già accennato all'insofferenza da lui nutrita a motivo dell'ingombrante ombra paterna, un padre amato, certo, ma che l'ha oscurato, messo all'angolo (seppur involontariamente); eppure Tom non può fare a meno di pensare a lui, di parlarne, perchè in fondo l'ammirava ed è stata una figura fondamentale per la sua vita..., proprio come Marshall France lo è stato per Anna, anch'ella ossessionata dal proprio genitore famoso, di cui è sempre stata molto gelosa e possessiva.

E infine, la venerazione di Tom per il suo idolo letterario lo porta a far qualsiasi cosa pur di scriverne la biografia, pur di piacere alla di lui figlia e ai relativi compaesani, e questa devozione fa di lui il biografo ideale; altro particolare da non trascurare: Tom mantiene contemporaneamente due relazioni con due donne antitetiche ma che hanno una cosa in comune: Saxony ha la passione di costruire marionette, ma anche Anna fa la stessa cosa... Non aggiungo altro, fa parte del "segreto di Galen"! ^_-

Galen è un'ambientazione fantastica, immaginaria, che affascina il lettore proprio perchè è bella e pacifica come quei posticini paradisiaci e incantati nascosti nei boschi, lontani dal caos cittadino, ma... lo è troppo, troppo perfetta per essere vera, ci dev'essere l'inghippo, l'inganno da qualche parte.
E poi sono tutti matti, sia le persone che i bull-terrier (gli unici animali esistenti! Com'è possibile??), e tutti paiono custodire qualche segreto terrificante...: insomma, Carroll ci fa apparire Galen allegra e scintillante e un momento dopo oscura e "da brividi".

Lo stile di Jonathan Carroll è molto coinvolgente e tanto scorrevole, vivace e piacevolmente ironico, i personaggi ben delineati, si divorano le pagine senza accorgersene e si ha voglia di proseguire nella lettura con avidità perchè l'Autore aggiunge i particolari interessanti al momento giusto, stimolando la curiosità di chi legge.

Una scoperta letteraria davvero molto piacevole, ho intenzione di approfondire questo autore e intanto ve lo consiglio, sia se già vi piacciono le storie surreali ben ordite, sia se volete approcciarvi al genere.

sabato 20 aprile 2019

Recensione: STONER di John Williams



Il ritratto sincero e commovente di un uomo che, pur avendo una vita apparentemente piatta e fin troppo "comune", riesce ad entrare nel cuore del lettore grazie alla magistrale penna, sensibile e attenta, del suo autore.



STONER
di John Williams



Fazi Ed.
trad. Tummolini
337 pp
William Stoner nasce sul finire del diciannovesimo secolo in una famiglia di agricoltori del Missouri; inviato all'università statale per studiare agronomia, dopo pochi anni si laurea; i suoi genitori si aspettano che il loro figliolo torni alla fattoria a Booneville per aiutarli nei lavori di campagna, ma con triste e rassegnato disappunto scoprono che il giovanotto non ha alcuna intenzione di lasciare il mondo universitario.
Si è innamorato della letteratura inglese e, su proposta  di uno stimato professore, accetta di insegnare questa materia restando in quel college.
Sorpreso e lusingato che qualcuno possa dare tanta fiducia proprio a lui, Stoner accoglie con grande gioia una tal proposta e da quel momento abbraccia la vita di docente e studioso, facendone una missione nella propria vita.

Questi primi anni accademici scorrono tranquilli e pacifici, in compagnia di pochi amici (David Masters e Gordon Finch) e, a un certo punto, si fidanza con la placida Edith, una ragazza timida, riservata e delicata.
I due si sposano anche se inizialmente non riescono a raggiungere alcun grado di intimità vera, come se ci fosse un muro invisibile a tenerli distanti, un muro che si è alzato anche rispetto ai suoi vecchi genitori, con cui l'uomo ha allentato visite e contatti.

Il matrimonio si rivela per William una piccola isola d'infelicità, di ulteriore appiattimento, tanto che egli preferisce starsene all'università a fare ricerca e a portarsi avanti col lavoro per i suoi seminari, piuttosto che tornare a casa dalla moglie, fredda e algida, che non gli mostra alcun affetto.

Fino a quando non le viene voglia di "fare un figlio" e a quel punto sembra divenir preda di una smania sessuale verso il marito, il quale ben volentieri l'asseconda, seppur stupito dall'atteggiamento insolitamente disinibito e selvaggio di questa moglie sempre sulle sue e che fino a quel momento sembrava essersi concessa con rassegnazione.
Il figlio arriva ed è una bambina, Grace.
Grace cresce tra le cure e l'amore del padre, perchè sua madre vive un periodo di estraniamento verso la creatura, ma a William non dispiace perchè finalmente ha un esserino da amare, su cui riversare quell'amore che alla moglie non interessa ricevere; questa, inoltre, dopo la gravidanza, si allontana dal coniuge ancora di più e irreparabilmente, rendendo la vita in comune una sorta di prigionia triste, fredda, senza amore. L'unico amore è quello tra il padre e la figlia, che però cresce timida, malinconica, silenziosa, priva di carezze e premure materne...

Intanto, sul fronte del lavoro le cose vanno bene fino a quando non compare un personaggio infido e malevolo, Lomax, il quale gli darà non poche grane quando prenderà il posto del defunto prof. Sloane (che tanto diede fiducia a Stoner in passato). I motivi di inimicizia tra i due - che fino a quel momento non ne avevano avuti - nascono a causa di uno studente saputello e arrogante che Stoner desidera bocciare ma che è il pupillo dello stesso Lomax...

Quest'omuncolo scaltro e in malafede creerà da subito e per sempre problemi al povero Stoner, che cercherà di agire e reagire sempre con la pacatezza e la dignità che lo contraddistinguono, e non solo, ma di portare avanti le proprie idee e convinzioni con onestà e irreprensibilità, cercando di non lasciarsi intimorire dalle minacce (a volte velate, celate dietro consigli, altre volte decisamente più palesi) di chi vorrebbe dirgli cosa fare per non pestare i piedi a chi è più alto di lui.

Proseguendo di pagina in pagina e di capitolo in capitolo, vediamo come la vita del nostro professore sia costellata sempre più da delusioni in ogni ambito, a cominciare da quello famigliare: Edith non solo gli si allontana, ma pare divenirgli ostile, nemica, assumendo atteggiamenti fastidiosi, non rivolgendogli la parola o, quando lo fa, con un'acidità che manderebbe in furia chiunque; inoltre, cosa ancor più grave, pretende di decidere della vita della piccola Gracie senza consultare il padre, allontanando i due, che avevano sempre trascorso piacevoli momenti insieme, quando Stoner tornava da lavoro.

Questo amareggia e angoscia il povero Stoner, che intanto deve affrontare altre preoccupazioni, come quelle in ambito universitario, con Lomax che lo tiene sotto tiro, pronto a danneggiarlo e umiliarlo come può.

Eppure, arriva una fase felice e luminosa anche per lui: finalmente conosce l'Amore, quello con la A maiuscola, che lo travolge, lo fa sentire vivo, e soprattutto, che è ricambiato.
La fortunata è una sua ex-allieva di corso, Katherine Driscoll, una ragazza sensibile, intelligente, che sembra venerarlo, e chiede pareri e consigli al suo professore come fossero oro colato.

"Si considerava un personaggio al limite del ridicolo, per il quale nessuno mai avrebbe potuto nutrire un interesse particolare."

A Stoner non par vero che una donna più giovane possa nutrire un interesse, che vada oltre quello professionale, per uno come lui, anonimo, poco attraente, così serioso e decisamente poco mondano.

E invece! Scopre cose di sè che non conosceva ancora - Edith, con la sua impassibilità, non era dunque riuscita ad uccidere la sua capacità di dare e ricevere amore? - e capisce che la stessa Katherine nell'intimità è ben diversa dalla studentessa intimidita e discreta conosciuta al seminario.

"A quarantatré anni compiuti, William Stoner apprese ciò che altri, ben più giovani di lui, avevano imparato prima: che la persona che amiamo da subito non è quella che amiamo per davvero e che l’amore non è una fine ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un’altra."

L'amore e la passione liberano i due amanti di ogni inibizione, paura di essere scoperti, ed essi riescono a vivere una parentesi d'amore idilliaca che li vedrà al culmine della felicità.

Ma nessuna felicità è eterna.... e la batosta non può che arrivare dal perfido Lomax, che ancora una volta (e non per l'ultima) metterà i bastoni tra le ruote alla carriera di Stoner colpendolo sul personale.

Non c'è pace per William, che pian piano vedrà la sua esistenza ingrigirsi e appesantirsi di giorno in giorno, sempre più isolata, priva di amore, dedita ad un lavoro che lui ama, che è ormai l'unica ragione per alzarsi al mattino.

Stoner ci appare sempre più solo in un mondo che, se su larga scala pare impazzire più volte (attraversa le due guerre mondiali, vede tanti giovani lasciare l'università per non farvi mai più ritorno, e questo lo addolora), similmente, nel suo piccolo, sembra divertirsi a fargli del male, a morderlo quasi con cattiveria, godendo nel bastonarlo, nel vedergli piegare la schiena sotto i colpi impietosi di una vita che con lui è avara di felicità.

Quest'uomo è destinato a vedersi scivolare dalle mani gli affetti più importanti a svolgere lo stesso lavoro per tutta la vita, a conservare pochissime amicizie, due per l'esattezza e sempre le stesse, Finch e Masters.

Insomma, a ben guardare, William Stoner non è propriamente il protagonista più attraente che ci sia, e la sua piatta e desolata esistenza non sembra troppo promettente per costruirci attorno un romanzo indimenticabile.

E qui entra in gioco la capacità dell'Autore di rendere il suo "eroe silenzioso" straordinario nel suo essere così "normale", comune eppure speciale, perchè il ritratto che Williams ce ne dà è appassionante, profondo, commovente, "sa di verità". 

E' difficile dire in cosa e come, precisamente, Williams riesca a compiere quest'impresa che ha del "miracoloso", dal punto di vista letterario, ma è così, fidatevi.

Stoner esce dalle pagine e il lettore ha la netta sensazione di avercelo davanti o accanto a sè, e di veder scorrere, intanto, i fotogrammi della sua esistenza, che ci viene narrata con grande rispetto, attenzione, cura, umana compassione e solidarietà, tanto che si finisce per voler bene a quest'uomo solo, e quasi vorremmo essergli fisicamente vicini anche solo per dargli una pacca sulla spalla o per incoraggiarlo con affetto.

"William Stoner conosceva il mondo come pochi dei suoi ripensava di rado alla sua infanzia nella fattoria di Booneville, conservava la coscienza del proprio sangue e dell’eredità lasciatagli dai suoi antenati, con le loro vite oscure, faticose e stoiche, e un’etica che gli imponeva di offrire al mondo tiranno visi sempre inespressivi, rigidi e spenti."

Stoner è un uomo con un animo ricco, che verso la vita, con le sue tribolazioni, assume lo stoicismo dei suoi antenati contadini; non si lagna, non si vendica, aspetta pazientemente che le cose possano migliorare, che tornino al loro posto da sole, e intanto lui, con forza e disperazione insieme, resta in piedi, anche se forse non sempre con la schiena dritta perchè i colpi subiti sono stati tanti e forti.

Stoner è uno di quei romanzi che merita di essere letto, riletto, assaporato parola per parola, amato; lo si legge lasciandoci prendere per mano dalla grazia e dall'intensità dello stile di John Williams, ci si emoziona e ci si affeziona al professor Stoner, ci si trova a sospirare e quasi a...supplicarlo!, "Ti prego, Willy, cerca di essere felice", e si giunge all'ultima pagina con un misto di tristezza e serena commozione.

Nel mio caso, più che di una lettura vera e propria si è trattato di ascolto: ho seguito le vicende di Stoner, infatti, lasciandomi cullare dalla intensa voce di Sergio Rubini, il cui tono di voce, pur restando costantemente "sommesso", discreto, assolutamente coerente con la personalità del personaggio principale - i cui giorni scorrono come "in punta di piedi" -, sa emozionare e catturare l'ascoltatore, guidandone l'approccio emotivo alla storia e alle vicende che si susseguono.

Mi chiedete se ve lo consiglio? Ma assolutamente sì! ^_^

venerdì 19 aprile 2019

Recensione: HEIDI di Francesco Muzzopappa



La 35enne Chiara si ritrova a doversi barcamenare tra il rischio di un licenziamento e il prendersi cura dell'anziano padre - affetto da demenza selettiva -, un mix che darà il via a una serie di situazioni divertenti e paradossali.



HEIDI 
di Francesco Muzzopappa

Fazi Ed.
238 pp
Chi non ha mai guardato almeno una volta - o sentito parlare, quanto meno - di programmi come Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Il Boss delle torte, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa?

E forse ci saremo accorti che poco e spesso nascono varianti di questi programmi, come se quelli che ci sono non bastassero...
Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali e bizzarri.
Questo succede anche in Videogramma, un’azienda di contenuti in cui da anni lavora la protagonista, Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, che ogni giorno vede sfilare innumerevoli individui che dire "strani" è un eufemismo, tutti pronti a sfondare all'interno di queste nuove realtà televisive, tutti convinti di essere unici, straordinari e necessari.

Single, complicata, piena di paure e ossessioni, attualmente a darle un minimo di stabilità è il lavoro.

La situazione per Chiara inizia però a complicarsi quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» affetto da demenza selettiva, viene cacciato dall’ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile e a tratti aggressivo.

In attesa di trovare una soluzione migliore, Chiara non può che portarlo nel proprio appartamento.
Non sarà facile convivere con questo genitore anziano, che ricorda a memoria nomi di scrittori e relative opere ma non sa il nome della figlia, che lui si ostina a chiamare Heidi, la dolce e allegra protagonista del cartone animato ambientato sulle alpi svizzere e che padre e figlia seguivano insieme quando lei era piccola.

Chiara si sente scombussolata, inadeguata..., e poi lei deve vedere già come fare per non restare senza lavoro, non può badare al papà tutto il giorno, ergo urge trovare un assistente per anziani che sappia fare bene il suo lavoro.

Dopo una breve ricerca, l'agenzia cui si rivolge le manda un certo Thomas, un bel giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell’uomo quando Chiara è al lavoro, fino a diventare insostituibile per entrambi.

E se Chiara per Massimo è Heidi, circondata da monti, caprette e mucche da mungere, Thomas è subito ribattezzato come Peter!

Bene, il "problema papà" pare risolto e pure in maniera eccellente, visto che un assistente migliore di Thomas-Peter, così coscienzioso, professionale e ultra-paziente nello svolgere il proprio lavoro, non lo si potrebbe davvero trovare! Senza considerare che è pure un "bel vedere", è simpatico, disponibile, alla mano..., insomma, Chiara su questo fronte non ha di che lamentarsi!
Certo, questo non la sgrava dall'insidioso senso di colpa che nutre verso il genitore malato, verso cui non mostra un grande slancio d'affetto, ed infatti il giovanotto glielo fa notare, con molta dolcezza e sincerità, ma del resto Chiara sa di non poter ricucire un rapporto con il padre che gli anni hanno un po' "logorato", nè di poterlo fare dall'oggi al domani!

Ma la batosta vera deve ancora arrivare.
Un giorno il nuovo capo, un soggetto cinico, arrogante, che ama schernire i dipendenti e gode nel metterli in imbarazzo - sarà per questo che tutti in azienda lo odiano e lo hanno soprannominato lo Yeti? - la convoca in ufficio per farle sapere che molto presto dovrà operare dei tagli al personale, quindi in tanti rischiano il licenziamento, anche coloro che si erano convinti di essere bravissimi nelle proprie mansioni e che fino a quel momento si erano creduti indispensabili.
Ebbene, se Chiara (e così pure altri suoi colleghi) vuole evitare di perdere il posto di lavoro, deve spremere le meningi e proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato.

Chiara va nel pallone, anche perchè non si è mai occupata di scrittura di un programma ma solo di fare provini. Che ne sa lei di come si crea un format originale da nulla?

Disperata e in crisi, non sa come fare per farsi venire in mente idee che possano piacere allo Yeti, e anche i consigli della collega - la super informatissima, e giusto un attimino pettegola, Greta, a rischio pure lei - le servono a ben poco, visto che tutto ciò che riesce a proporre a lui è qualcosa di già esistente con qualche piccola variazione...

Lo Yeti si incattivisce ancora di più ma le dà un'ultima chance, da sfruttare in capo a pochi giorni.

Cosa s'inventerà la povera Chiara, la cui creatività pare essersi chiusa in un ostinato mutismo, per conservare il posto di lavoro? Da dove/cosa/chi potrebbe attingere idee stravaganti ma idonee per eventuali format come quelli che cerca il suo esigente capo?

Sarà proprio il suo ignaro padre a fornirle spunti inimmaginabili, ma il prezzo da pagare per qualche idea brillante potrebbe essere più alto di quello che Chiara aveva messo in conto...

"Heidi" è un romanzo comedy dal taglio vivace, simpatico, con molti momenti divertenti, buffi, offertici non solo dalla protagonista, una donna intelligente ma alle volte un po' impacciata e con più di un complesso, ma ancor più da suo padre, la cui malattia fa sì che egli dica cose e abbia comportamenti che inevitabilmente creano situazioni umoristiche, che strappano diversi sorrisi; non manca neppure la pennellata rosa, visto che tra "Heidi" e "Peter" ci scappa il bacio e chissà... pure qualcos'altro!

Un Muzzopappa piacevolissimo da leggere; io me n'ero innamorata l'anno scorso con "Dente per dente" (recensione), una commedia più "dark" di cui mi aveva colpita l'ironia tagliente e acuta e dove mi ero divertita moltissimo; qui più che risate ci sono stati sorrisi, ma devo dire che ho seguito le avventure di Chiara con gusto; bello tutto lo sfondo dei format tv, molto attuale; la malattia del padre - che per carità, di per sè è un fatto serio e drammatico - è affrontata con leggerezza ma non con superficialità.

Un autore che finora mi ha convinta :)

P. S.: da oggi quando starò per far fuori una mosca non potrò fare a meno di chiedermi: E se fosse Kafka??? :-D