venerdì 19 aprile 2019

Recensione: HEIDI di Francesco Muzzopappa



La 35enne Chiara si ritrova a doversi barcamenare tra il rischio di un licenziamento e il prendersi cura dell'anziano padre - affetto da demenza selettiva -, un mix che darà il via a una serie di situazioni divertenti e paradossali.



HEIDI 
di Francesco Muzzopappa

Fazi Ed.
238 pp
Chi non ha mai guardato almeno una volta - o sentito parlare, quanto meno - di programmi come Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Il Boss delle torte, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa?

E forse ci saremo accorti che poco e spesso nascono varianti di questi programmi, come se quelli che ci sono non bastassero...
Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali e bizzarri.
Questo succede anche in Videogramma, un’azienda di contenuti in cui da anni lavora la protagonista, Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, che ogni giorno vede sfilare innumerevoli individui che dire "strani" è un eufemismo, tutti pronti a sfondare all'interno di queste nuove realtà televisive, tutti convinti di essere unici, straordinari e necessari.

Single, complicata, piena di paure e ossessioni, attualmente a darle un minimo di stabilità è il lavoro.

La situazione per Chiara inizia però a complicarsi quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» affetto da demenza selettiva, viene cacciato dall’ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile e a tratti aggressivo.

In attesa di trovare una soluzione migliore, Chiara non può che portarlo nel proprio appartamento.
Non sarà facile convivere con questo genitore anziano, che ricorda a memoria nomi di scrittori e relative opere ma non sa il nome della figlia, che lui si ostina a chiamare Heidi, la dolce e allegra protagonista del cartone animato ambientato sulle alpi svizzere e che padre e figlia seguivano insieme quando lei era piccola.

Chiara si sente scombussolata, inadeguata..., e poi lei deve vedere già come fare per non restare senza lavoro, non può badare al papà tutto il giorno, ergo urge trovare un assistente per anziani che sappia fare bene il suo lavoro.

Dopo una breve ricerca, l'agenzia cui si rivolge le manda un certo Thomas, un bel giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell’uomo quando Chiara è al lavoro, fino a diventare insostituibile per entrambi.

E se Chiara per Massimo è Heidi, circondata da monti, caprette e mucche da mungere, Thomas è subito ribattezzato come Peter!

Bene, il "problema papà" pare risolto e pure in maniera eccellente, visto che un assistente migliore di Thomas-Peter, così coscienzioso, professionale e ultra-paziente nello svolgere il proprio lavoro, non lo si potrebbe davvero trovare! Senza considerare che è pure un "bel vedere", è simpatico, disponibile, alla mano..., insomma, Chiara su questo fronte non ha di che lamentarsi!
Certo, questo non la sgrava dall'insidioso senso di colpa che nutre verso il genitore malato, verso cui non mostra un grande slancio d'affetto, ed infatti il giovanotto glielo fa notare, con molta dolcezza e sincerità, ma del resto Chiara sa di non poter ricucire un rapporto con il padre che gli anni hanno un po' "logorato", nè di poterlo fare dall'oggi al domani!

Ma la batosta vera deve ancora arrivare.
Un giorno il nuovo capo, un soggetto cinico, arrogante, che ama schernire i dipendenti e gode nel metterli in imbarazzo - sarà per questo che tutti in azienda lo odiano e lo hanno soprannominato lo Yeti? - la convoca in ufficio per farle sapere che molto presto dovrà operare dei tagli al personale, quindi in tanti rischiano il licenziamento, anche coloro che si erano convinti di essere bravissimi nelle proprie mansioni e che fino a quel momento si erano creduti indispensabili.
Ebbene, se Chiara (e così pure altri suoi colleghi) vuole evitare di perdere il posto di lavoro, deve spremere le meningi e proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato.

Chiara va nel pallone, anche perchè non si è mai occupata di scrittura di un programma ma solo di fare provini. Che ne sa lei di come si crea un format originale da nulla?

Disperata e in crisi, non sa come fare per farsi venire in mente idee che possano piacere allo Yeti, e anche i consigli della collega - la super informatissima, e giusto un attimino pettegola, Greta, a rischio pure lei - le servono a ben poco, visto che tutto ciò che riesce a proporre a lui è qualcosa di già esistente con qualche piccola variazione...

Lo Yeti si incattivisce ancora di più ma le dà un'ultima chance, da sfruttare in capo a pochi giorni.

Cosa s'inventerà la povera Chiara, la cui creatività pare essersi chiusa in un ostinato mutismo, per conservare il posto di lavoro? Da dove/cosa/chi potrebbe attingere idee stravaganti ma idonee per eventuali format come quelli che cerca il suo esigente capo?

Sarà proprio il suo ignaro padre a fornirle spunti inimmaginabili, ma il prezzo da pagare per qualche idea brillante potrebbe essere più alto di quello che Chiara aveva messo in conto...

"Heidi" è un romanzo comedy dal taglio vivace, simpatico, con molti momenti divertenti, buffi, offertici non solo dalla protagonista, una donna intelligente ma alle volte un po' impacciata e con più di un complesso, ma ancor più da suo padre, la cui malattia fa sì che egli dica cose e abbia comportamenti che inevitabilmente creano situazioni umoristiche, che strappano diversi sorrisi; non manca neppure la pennellata rosa, visto che tra "Heidi" e "Peter" ci scappa il bacio e chissà... pure qualcos'altro!

Un Muzzopappa piacevolissimo da leggere; io me n'ero innamorata l'anno scorso con "Dente per dente" (recensione), una commedia più "dark" di cui mi aveva colpita l'ironia tagliente e acuta e dove mi ero divertita moltissimo; qui più che risate ci sono stati sorrisi, ma devo dire che ho seguito le avventure di Chiara con gusto; bello tutto lo sfondo dei format tv, molto attuale; la malattia del padre - che per carità, di per sè è un fatto serio e drammatico - è affrontata con leggerezza ma non con superficialità.

Un autore che finora mi ha convinta :)

P. S.: da oggi quando starò per far fuori una mosca non potrò fare a meno di chiedermi: E se fosse Kafka??? :-D

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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