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domenica 7 luglio 2024

[ GIUGNO 2024 ] Letture, film, serie tv

 

Ed eccomi con il mio recap di giugno 2024.


  1. LA CERIMONIA DELL'ADDIO di R.Cotroneo: narrativa italiana - una profonda riflessione sul difficile percorso affrontato da chi elabora una perdita, un abbandono, un lutto (4/5). ADATTO A CHI CERCA UNA LETTURA INTIMA, INTENSA E DAI TONI MALINCONICI.
  2. TUTTO SU DI NOI di R. Petri (4.5/5): narrativa italiana - storia di una famiglia disfunzionale, narrata con la voce irriverente e schietta dell'unica componente sana di mente (5/5). SE AMI I RACCONTI IN PRIMA PERSONA SU COMPLICATE DINAMICHE FAMIGLIARI.
  3. LA PIENA (Blackwater I)  di M. McDowell: gotico, paranormal - primo libro di una saga famigliare dalle atmosfere cupe e misteriose (4.5/5). ADATTA AGLI AMANTI DEL GENERE.
  4. NEL PAESE DI BLA BLA di B. Masci: narrativa umoristica - riusciremmo a vivere senza i social? Restare sempre connessi è l'unica cosa che conta ormai? (3.5/5). LETTURA CHE OFFRE SVAGO E RIFLESSIONE.
  5. X di V. Mira: romanzo autobiografico (sotto forma di lettera), il racconto di uno stupro e di come la protagonista sia riuscita ad andare avanti. Feroce e doloroso (5/5). SE CERCHI UNA STORIA VERA CHE VA DRITTA AL CUORE.
  6. L'UNITÀ  di N. Holmqvist: distopico - immagina un tempo in cui se non sei genitore, non sei nessuno, non sei utile... a meno che non ti sacrifichi per il bene della collettività (5/5). SE AMI I DISTOPICI E GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE A CARATTERE SOCIALE CHE OFFRONO.
  7. UN'ESTATE  di C. Keegan: racconto breve - un'estate è sufficiente per imparare cosa voglia dire essere amati? (4/5). IDEALE PER CHI CERCA UN ROMANZO MOLTO BREVE MA STRUGGENTE.
  8. SPORCO SUD di J. Connolly: crime novel - diverse ragazze di colore vengono assassinate ma lo sceriffo è poco intenzionato a indagare. Interviene l'ex-detective Charlie Parker, mosso da motivazioni personali (4.5/5). SUPERATA LA PRIMA META' (PROLISSA), SCORRE PIU' CHE BENE, SODDISFACENDO CHI AMA NOIR E CRIME.
  9. DOVE SI ANNIDA IL MALE di Vi. De Cecco: giallo italiano ambientato in un'uggiosa Udine; l'omicida può rifugiarsi dove meno te lo aspetti (3.5/5). PIACEVOLE GIALLO CHE SI SOFFERMA SULLE FRAGILITA' DELLA MENTE UMANA.
  10. ISOLATI E CONTENTI di I.Carioti: narrativa romantica - ai tempi del lockdown, una quasi suora e un giovanotto, latin lover per stile di vita, si sentono attratti l'una dall'altro. L'amore vince sulle diversità? Ma certo che sì! (3/5). PER CHI CERCA UN LIBRO LEGGERO E SENTIMENTALE.
  11. INTRODUZIONE ALLA PATRISTICA. Dal platonismo al Concilio di Nicea di M. Distort: saggio utile per studiare e capire il percorso intellettuale e filosofico della prima tradizione cristiana (5/5). INTERESSANTE L'ARGOMENTO, SCRITTURA DETTAGLIATA MA FRUIBILE AI PIU'.

Per la READING CHALLENGE ho raggiunto l'obiettivo UN LIBRO CHE HAI SULLA MENSOLA DELLA LIBRERIA DA OLTRE 5 ANNI,  scegliendo 

12. IL GIARDINO DEGLI INCONTRI SEGRETI di L. Riley: narrativa straniera - un appassionante intreccio di passato e presente dove il comune denominatore è l'amore (5/5). SE AMATE LE STORIE COINVOLGENTI, DISLOCATE SU DUE DIVERSI PIANI TEMPORALI.


Come potete notare, molti libri letti il mese scorso mi hanno conquistata: gli intrecci coinvolgenti della Riley, il racconto difficilissimo di uno stupro, quello schietto e tagliente di una famiglia complicata...


SERIE TV/FILM

A giugno, di rilevante ho guardato

✔ MISS VIOLENCE del regista greco Alexandros Avranas: è la storia di una famiglia greca fortemente patriarcale e molto, molto disfunzionale.
L'uomo di casa è un individuo che domina sulla famiglia col pugno di ferro, tenendo moglie, figli, nipoti nella paura, in un regime di sottomissione totale; tutto deve avvenire nei modi e nei tempi decisi da lui, anche cosa e quando mangiare o uscire, se tenere le porte aperte o chiuse, se parlare o meno, se uscire di casa o giocare.

Che le cose in questa casa grigia e triste vadano male è palesato dalla prima violenta e drammatica scena cui lo spettatore assiste, impreparato: è il giorno dell'11esimo compleanno di una dei componenti della famiglia, Angeliki; dopo aver soffiato sulle candeline e aver fatto un mezzo ballo con il padre-padrone, la ragazzina si dirige verso il balcone e si butta giù.
Si è suicidata. A 11 anni.

Angeliki muore sul colpo e ci resta più di sasso lo spettatore che i famigliari della povera ragazzina, che accorrono attorno al cadavere e lo guardano sbigottiti e immobili.
Sulla tragedia il padre cerca, dai primi momenti, di far cadere lo spesso velo del silenzio, dell'oblio; della suicida non si deve parlare, né dentro né fuori casa, ciò che le è appartenuto viene gettato via.
Questo dramma va relegato nel dimenticatoio.

Se da subito l'atmosfera che si respira è percepita dallo spettatore come opprimente, asfissiante, irrespirabile e angosciante, ad emergere progressivamente è il tipo di rapporti che realmente intercorrono tra i membri del nucleo famigliare.
Il padre-padrone è il genitore di chi, esattamente? Ed è il nonno di...?

Dopo la morte di Angeliki, in casa vivono sei persone: il padre, sua moglie (che però sembra più grande anagraficamente del marito, tanto da poter essere indotti quasi a credere, nei primi momenti, che sia sua madre...), le due figlie Myrto (14enne) e la maggiore Eleni, che ha due bambini, Philippos ed Alkmini. Per quanto riguarda il padre di questi ultimi...: non pervenuto (ovviamente andando avanti con la visione viene più di un dubbio circa la paternità...).

All'inizio può sembrare che i ragazzi siano tutti figli dell'uomo, ma poi ci accorgiamo che i più piccoli lo chiamano nonno, il che fa scattare in chi guarda una sensazione sgradevole di inquietudine, anche perché, a un primissimo impatto, Eleni potrebbe essere scambiata per la moglie di lui, ma no, è la figlia maggiore ed è un'altra volta incinta...

Entrando in questa casa l'infelicità è palpabile; anche nei rari momenti in cui qualcuno sorride o accenna una risata, è evidente come ogni manifestazione di gioia sia innaturale in quel contesto.

Eppure, dall'esterno, questa famigliola allargata mostra una facciata borghese di apparente normalità: i ragazzi vanno regolarmente a scuola, il padre/nonno non si perde un colloquio o un incontro con gli insegnanti, accompagna con premura Eleni dalla ginecologa..., insomma, da fuori pare tutto ok.
Ma noi che siamo lì con loro lo vediamo che il padre non è proprio a posto, che alza le mani, umilia, ordina, rimprovera, punisce duramente (corporalmente e psicologicamente), impedisce a tutti di poter coltivare un qualsiasi interesse o amicizia fuori di casa; non c'è intimità o privacy, le porte non vanno mai chiuse e lui deve saper tutto ciò che succede.

E man mano comprendiamo... tante cose, tutto, e il maledetto quadro che si prospetta davanti agli occhi ferisce, indigna, fa stare male; andando verso la fine, in particolare, il male e la violenza che dominano in quella casa si palesano con crudeltà, e ciò che avevamo comunque immaginato, considerando il clima di muto terrore e di dipendenza psicologica, ci scoppia in faccia senza filtri, in tutta la sua oscenità.

In quella famiglia si compiono abusi e soprusi, col silenzio (assenso?) della madre/nonna (anch'ella comunque vittima, certo, anche se la rabbia nei suoi confronti un po' viene) e il vederli avverarsi sotto i nostri occhi impotenti... è tremendo.

E capiamo - eccome se capiamo! - perché Angeliki ha preferito la morte.

Si può porre fine all'orrore che si compie ogni giorno all'interno delle mura di questo appartamento?
A un certo punto arrivano i servizi sociali..: cambierà qualcosa??

Che dire: è un film che racconta di abusi in famiglia e lo fa attraverso un'ambientazione grigia, anonima, fredda e tristissima, puntando sui non detti e su ciò che si intuisce dietro certi sguardi, gesti e parole ambigue, anche se poi l'ambiguità verrà meno e vedremo il padre in tutto il suo disgustoso ruolo di carnefice.
Durante la visione mi ero immobilizzata, proprio come le donne di questa casa, desiderando da una parte una loro decisiva reazione e dall'altra comprendendone la dolorosa accettazione di quello che è, per esse, un dato di fatto, uno status quo che non sanno come modificare.

Il finale non saprei giudicarlo, nel senso che da un lato mi ha dato una certa "soddisfazione" ma dall'altro mi ha lasciato un grande amaro in bocca..., tanto più se penso che queste drammatiche realtà, di famiglie abusanti, sono molto diffuse. 
Lo stesso regista ha dichiarato di essersi basato su fatti reali di cronaca nera per il suo film.

Non mi sento di consigliarlo a tutti, soprattutto non a chi è molto sensibile e suscettibile al tema abusi; per me è stato un film potente e "duro" da vedere e ho continuato a pensarci per un bel po', anche dopo averlo terminato, proprio perché lascia un magone dentro.


✔ OUTLANDER Stagione 7 (i primi 8 episodi).

Basata principalmente sui libri "Destini incrociati" e "Il prezzo della vittoria" e su alcune trame dei precedenti -  "Nevi infuocate" e "Cannoni per la libertà" - non trattate nella precedente stagione, ritroviamo l'(ex) Highlander Jamie Fraser alle prese con la liberazione di Claire, prima che venga processata e condannata ingiustamente per l'omicidio di Malva Christie. 

Sullo sfondo ci sono le avventurose vicende inerenti alla rivoluzione americana, che vanno via via facendosi più complicate, costringendo Jamie e Claire ad accantonare il desiderio di tornare a Lallybroch e riportare finalmente il giovane Ian da sua madre Jenny.

In questa stagione conosceremo meglio il figlio illegittimo di Jamie, cresciuto da lord John, William; scopriremo anche chi ha ucciso davvero Malva.

Brianna e Roger hanno la loro seconda figlia che però ha un serio problema di salute; perché sopravviva, non possono restare nel passato ma devono tornare negli anni '80 e permettere alla bimba di subire una necessaria operazione.
Li vediamo quindi provare a riprendere in mano la loro esistenza lontani dai Fraser e nell'epoca contemporanea, con il cuore diviso tra l'oggi e quel passato lontano secoli che però per loro è vicinissimo, concreto e, soprattutto, dove hanno lasciato una vita che amavano (nonostante difficoltà. pericoli e disagi) e i loro cari, Claire e Jamie, cui pensano spesso con nostalgia.
Con una Mandy ormai cresciuta e Jemmy che è un ragazzino sensibile e intelligente, Brie cerca di dare un senso agli studi accademici intrapresi in precedenza e a farsi strada in un mondo professionale tutto al maschile, mentre Roger è in cerca del proprio posto in quell'epoca in cui si sente un po' un pesce fuori d'acqua.

Purtroppo nella loro vita fa capolino un uomo che scopre il segreto di Roger e famiglia e commetterà un'azione che indurrà la coppia a prendere decisioni radicali...

Trovo ogni volta molto appassionante tornare nella seconda metà del Settecento e seguire le vicende dei miei amati Claire e Jamie, sempre disposti a tutto pur di preservare l'una la vita dell'altro e impegnati a districarsi tra gli eventi rivoluzionari della storia.


✔ Ho cominciato Bridgerton e ho terminato la prima e la seconda stagione.

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Al centro della serie vi è la famiglia Bridgerton e la prima signorinella di cui seguiamo le vicende sentimentali è Daphne, la figlia maggiore, che ha raggiunto l'età giusta per sposarsi.
Siamo negli anni del regno della regina Carlotta, donna esigente, capricciosa, permalosa e chi più difetti ha da attribuirle, prego, si accomodi pure; se lei elegge una giovinetta come il "diamante della stagione", automaticamente gli occhi di tutta la società londinese sono sulla prescelta che, in questo caso e non per nulla, è la deliziosa, bella e gentile Daphne.

Il fratellone Anthony (che in seguito alla morte del padre è diventato, suo malgrado, l'uomo di casa ed è sua la responsabilità di portare avanti la famiglia, la tenuta, di accasare le sorelle e di badare ai fratelli minori) però, vorrebbe per la sorellina un uomo degno di starle accanto e scarta qualsiasi pretendente; il fato mette sul cammino di Daphne sia il principe (nipote della regina) che il duca di Hastings, amico di Anthony e noto scapolo d'oro assolutamente non intenzionato a prender moglie.
Il duca è un giovane tanto bello quanto tormentato dal ricordo sempre vivo di un'infanzia infelice, priva di affetto paterno (la madre morì dandolo alla luce) e questo dolore l'ha segnato, influenzandone le scelte di vita, compresa quella di non sposarsi né di mettere al mondo dei figli.
Quando conosce Daphne, tra i due nasce un'affinità che entrambi pensano di "utilizzare" per interessi personali in cui il coinvolgimento emotivo tra loro è escluso a priori, ma l'amore è pronto a mettere alla prova ogni loro presunta convinzione...

Ogni fatto e pettegolezzo è oggetto di conversazione tra gli uomini e le donne dell'alta società ma è, più di tutto, materia di articoli da parte di una misteriosa scrittrice: Lady Whistledown, le cui considerazioni, i giudizi e opinioni contano moltissimo per la regina e per gli aristocratici, che attendono con trepidazione e timore ogni uscita delle sue "cronache", che possono decretare vincitori e perdenti a ogni ballo e stagione.

L'identità della temuta Lady Whistledown viene svelata nell'ultimo frammento dell'ultimo episodio della prima stagione.

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Nella seconda stagione ci si concentra principalmente su Anthony, anch'egli occupato a cercar moglie; dopo aver scartato moltissime pretendenti, la ragione - non il cuore!! - lo conducono verso una signorina tanto bella quanto ingenua, Edwina Sharma,  che sogna un amore vero e travolgente.
Anthony, invece, non ritiene necessario sposarsi per amore ma solo per dovere, e quando la sorella maggiore di Edwina (Kate) scopre le reali intenzioni del visconte Bridgerton, prova in tutti i modi a boicottare il possibile matrimonio tra la sorellina e quel nobile arrogante e cinico.
Le schermaglie verbali tra i due, però, non faranno che avvicinarli pericolosamente l'uno all'altra.
Lo scandalo è dietro l'angolo.

Attorno ai filoni principali, ne gravitano altre che danno il via a sotto trame: Eloise, sorella minore di Daphne e Anthony, "accusata" dalla regina di essere nientemeno che Lady Whistledown; lady Featherington, impegnata a far sposare una delle figlie con il cugino venuto a insediarsi in casa loro; Penelope, che prosegue a nascondere il proprio segreto (il quale verrà scoperto da Eloise al termine della stagione) e i propri sentimenti per Colin Bridgerton.

L'ho seguita con sufficiente interesse, più che altro perché adoro in generale i film e le serie in costume, le ambientazioni inglesi e il periodo storico; inoltre, sono storie che mi ricordano la cara zia Jane, anche per l'ironia che ne accompagna "il racconto"; ho preferito la prima alla seconda, che ho trovato in alcuni punto un po' moscia; non so, forse la storia tra Anthony e Kate mi ha presa di meno.

Comunque vedrò anche la terza ^_^


E questo è quanto!!
Fatemi sapere se avete visto queste serie e cosa ne pensate; 
se poi avete dei titoli da consigliarmi, fatevi sotto!

venerdì 5 luglio 2024

RECENSIONE * LA CERIMONIA DELL'ADDIO di Roberto Cotroneo *



La cerimonia dell'addio è una storia che racconta di una perdita e di come chi resta si sforzi di trovare delle ragioni per andare avanti nonostante l'assenza di chi non c'è più pesi sul cuore ogni giorno e per anni.


LA CERIMONIA DELL'ADDIO
di Roberto Cotroneo



Mondadori
164 pp
La storia è ambientata negli anni '70 in una città di provincia come tante: Anna è sposata con Amos e i due sono molto innamorati, hanno due bambine e, inseguendo la loro passione per le storie e la poesia, hanno aperto una libreria. 
In una domenica come tante, mentre la coppia sta facendo colazione, di punto e in bianco Amos  all’improvviso, appare smarrito, incapace di rispondere a domande semplicissime e, soprattutto, non riconosce più Anna, sembra aver dimenticato tutto, persino di avere due figlie; eppure, solo pochi minuti prima aveva citato una poesia a memoria... ed ora non sa più nemmeno chi è. 

Un episodio di amnesia? Dovuto a cosa?

Pochi attimi dopo, l'uomo torna in sé ma con Anna decidono di andare a Roma per consultare uno specialista; a un certo punto, egli insiste per uscire da solo a fare due passi: “Non preoccuparti, sto bene, arrivo a Trinità dei Monti e rientro”.

Ma da quella passeggiata non farà mai più ritorno e di lui si perderà ogni traccia.

Passano i minuti, le ore, e poi i giorni...; tutti sono preoccupati: cosa gli è successo? Ha avuto un’altra amnesia e si è perso? 
Anna è spaventata e confusa e, tra le mille comprensibili domande, ce ne sono altre più insidiose, come: "E se avesse deciso di andarsene, abbandonando volutamente lei e le bambine?".

Questo genere di domande accompagneranno Anna per tutti gli anni a venire; sì, perché Amos non tornerà più e ciò che resta alla moglie sono solo l'amore provato e vissuto e i ricordi, oltre ai tanti interrogativi che resteranno senza risposta.

Anna negli anni continua a non darsi pace, a non capacitarsi di come un uomo possa essere scomparso senza che nessuno lo abbia visto, lo abbia eventualmente aiutato a tornare a casa, a contattare parenti e amici, o mandato a lei una comunicazione anonima per dirle: "Guarda, tuo marito s'è rifatto un'altra vita, non cercarlo e non pensarci più."

Niente di niente, invece, ed è proprio il non sapere a struggere la donna, che si sente ancora sì moglie, ma di un fantasma, e di certo non accetta l'ipotesi di essere vedova, se (e finché) Amos non viene ritrovato morto.

Diversi anni dopo, quando le figlie Emma e Cecilia sono ormai adulte e indipendenti (erano piccoline, in età da asilo, quando il papà - che infatti a malapena ricordano - è sparito), giungerà una lettera che le farà conoscere dei dettagli del passato di Amos da lei ignorati.
Informazioni che forse, in parte, le permetteranno di azzardare delle ipotesi circa suo marito, se non nel senso di capire cosa gli è accaduto da quando l'ha lasciata, per lo meno nel senso di immaginare che genere di problematiche celava dentro di sé.

Il lettore segue Anna nei suoi pensieri, mentre si tiene stretta al sentiero dei ricordi, provando a trovare segnali, indizi, crepe che le consentano di comprendere di più il passato di quel marito che, in fondo, non ha avuto chissà quanto tempo per conoscere bene.

Il pensiero di lui è una costante che non l'abbandona mai, inducendola così a rimandare di anno in anno la decisione interiore di dirgli addio, di lasciar andare il ricordo di un uomo che semplicemente e senza spiegazioni, a un certo punto, è uscito via dall'esistenza sua e delle bambine, a loro volta cresciute all'interno di questo tempo sospeso - il tempo dell’abbandono, della continua e straziante attesa (per molto tempo, Anna verserà il caffè anche per lui, a tavola, terrà le sue cose nell'armadio nel caso tornasse...) di qualcosa (risposte, ad es.) che potrebbe non arrivare mai.

Il dolore dovuto all'assenza incolmabile di questo marito - che resta sullo sfondo pur essendo molto presente, apparendoci come una figura adombrata di mistero - scandisce l'esistenza della protagonista, costretta a confrontarsi con il proprio mondo interiore, le proprie insicurezze, le mancanze ma anche le risorse emotive a sua disposizione,necessarie per continuare ad andare avanti nonostante tutto; emerge, tra queste pagine, il grande potere della memoria e la capacità dei ricordi di tener vivo un amore.

Siamo davanti a un romanzo delicatissimo e profondo, intriso di una struggente malinconia, che esplora il tema del lutto, della perdita, dell'abbandono, dell'attesa e il modo che la protagonista ha di elaborare il tutto; una lettura commovente, piena di passaggi molto belli e significativi, scritti con uno stile poetico ed evocativo, che sa emozionare il lettore.

Bello.


giovedì 4 luglio 2024

🌺 RECENSIONE 🌺 IL GIARDINO DEGLI INCONTRI SEGRETI di Lucinda Riley


Conoscere la storia di un passato nel quale affondano le proprie radici è una tappa fondamentale per la protagonista, che riuscirà a trovare anche la forza per rinascere dopo una grave perdita e aprire il cuore a un futuro ancora tutto da scrivere e da vivere.




IL GIARDINO DEGLI INCONTRI SEGRETI
di Lucinda Riley


Giunti
trad. L. Maldera
590 pp
Julia Forrester è una donna a cui la vita ha dato tanto ma a cui ha richiesto molto di più; pianista di successo internazionale, si è rinchiusa nel proprio dolore dopo aver perduto i due amori della sua vita, il marito Xavier e il figlioletto di due anni Gabriel, morti in un incidente stradale.

È un anno che Julia ha praticamente smesso di condurre una vita sociale, scegliendo la solitudine nei luoghi in cui è cresciuta ed è stata felice; si è presa un tempo di ritiro anche da lavoro ed è venuta, infatti, a vivere nel Norfolk, in un cottage isolato, senza tv né vicini di casa invadenti; a trovarla va solo la sorella maggiore Alicia, che cerca in tutti i modi di spronarla a tornare a vivere e a non continuare a macerare nel proprio, seppur immane e comprensibile, dolore.

Benché riconosca la bontà delle intenzioni della sorella - da sempre vista da Julia come la donna/mamma/moglie/figlia/sorella perfetta -, la stessa è molto irritata dalle sue continue attenzioni e pressanti premure; preferirebbe essere lasciata in pace e non sentirsi chiedere costantemente: Hai mangiato? Hai messo il naso fuori casa? Come ti senti oggi?

Eppure, c'è una proposta di Alicia che smuove Julia dall'apatia in cui è sbarrata: fare un salto nella tenuta di Wharton Park, l'incantevole dimora della famiglia Crawford.

Julia è affezionata a quella villa immensa e circondata dal verde in quanto era una meta da lei frequentata durante l'infanzia; suo nonno Bill, infatti, era il giardiniere di fiducia dei signori Crawford e, nel prendersi cura del giardino, amava in particolare coltivare le orchidee, "creando" anche degli ibridi rari e bellissimi.

Pensare a Wharton Park infonde serenità e benessere nella mente di Julia, che ripensa a quando, tanti anni prima - lei era poco più che una bambina appena rimasta orfana di madre - aveva provato l'ebbrezza di suonare il pianoforte dei padroni di casa, su sollecitazione di un loro nipote, il giovanissimo Christopher (Kit).

E nel recarsi nella tenuta, Julia si imbatte proprio in Kit, ormai un uomo affascinante e gentile come un lord, sinceramente entusiasta all'idea di rivederla.
Julia scopre che la villa è purtroppo in vendita perché Kit - l'erede più vicino - non riesce a gestire i costi per mantenerla e sistemarla..., per cui il destino della casa è finire in mani più "larghe" e ricche.

Dopo essersi ritrovati, Kit e Julia iniziano a vedersi spesso e traggono una grande gioia nella reciproca compagnia, il che manda Julia in confusione, essendo lei una moglie e madre in lutto che ancora soffre per la morte dei suoi cari.

A legarla sempre più Kit ci pensa il ritrovamento (all'interno di Wharton Park), da parte di lui, di un diario risalente al 1940 e che pare fosse appartenuto a nonno Bill.
Incuriosita oltre misura, Julia - accompagnata dall'inseparabile Kit - va a trovare nonna Elsie, che ha trascorso la propria vita accanto all' amato marito; l'anziana donna è pronta a rivelare la vera storia che si cela dietro quel diario e che è stata finora tenuta segreta.
Anzitutto, quel diario non è stato scritto da Bill, bensì da lord Harry Crawford, il proprietario di Wharton Park, morto da diversi anni.

Ciò che emergerà dalla lettura di quel memoriale e dalle parole di Elsie sarà una lunga storia che è cominciata in Inghilterra per poi interrompersi nell'assolata e stupenda Thailandia (durante e poco dopo il secondo conflitto mondiale) e infine tornare nuovamente lì, nel grigio e rigido Norfolk.

Una storia di famiglia, di amori, di inganni e segreti.

Ed è così che, anche in questo come negli altri suoi romanzi, Lucinda dà al lettore una storia parallela a quella principale; una serie di personaggi e vicende collocate nel passato e che sono il punto di partenza per comprendere il presente.

Conosciamo così i Crawford: lady Adrienne e suo marito Christopher Crawford, il loro unico figlio Harry e la giovane Olivia, che cattura le simpatie di Adrienne tanto da indirizzare Harry verso la ragazza, affinché la sposi e dia un erede a Wharton Park.
Soprattutto tenendo conto del fatto che i rumori di un'imminente guerra si fanno sempre più vicini e forti e se, Dio non voglia, ad Harry dovesse accadere qualcosa sul campo di battaglia, che almeno lasci un erede ai Crawford...!

Harry sposa Olivia, così carina, educata e sinceramente interessata alla tenuta: lei è la moglie ideale e sarà sicuramente anche una buona madre; piace alla mamma dello sposo, per cui questo matrimonio ha la benedizione di tutti.

Olivia, inoltre, è davvero innamorata di Harry, lui glielo legge negli occhi e la cosa gli fa senza dubbio piacere.
Ma Harry ama Olivia?

Le prime difficoltà coniugali sorgono immediatamente e la guerra non fa che peggiorare le cose e allontanare - fisicamente e non solo - Harry dall'Inghilterra, da Wharton Park e dalla sua Olivia.

Fatto prigioniero dai giapponesi, Harry vivrà la drammatica esperienza della prigionia in mano nemica e, seppure tra mille privazioni, la splendida terra thailandese (in cui lui e il suo buon giardiniere e amico, Bill, sono costretti a stare, anche dopo essere stati liberati, a causa di brutte condizioni di salute) sa offrire una nuova vita a lord Crawford, che farà un incontro speciale in nome del quale sarebbe capace di rinunciare alla vita precedente in Inghilterra.

Ma non sempre il destino prende le strade che vorremmo e i doveri, si sa, vengono prima dei piaceri.

Harry tornerà a Wharton Park per fare ciò che è chiamato a fare ed essere: il signore di una tenuta in cui ha lasciato non solo la famiglia, ma anche dei dipendenti, che devono essere guidati e stipendiati.

L'infelicità e la frustrazione sono dietro l'angolo e ogni luce di serenità e gioia fuggirà per sempre da Wharton Park.

La storia che Elsie racconta - con l'ausilio del diario di Harry - a sua nipote e a Kit, sconvolge Julia in quanto apprende un aspetto del proprio passato, delle proprie origini, che non conosceva e che mette in discussione le poche certezze che aveva circa sé stessa, la propria identità, le proprie radici famigliari.


Affrontare il passato è solo una delle sfide che Julia dovrà attraversare; il suo presente, infatti, è sconquassato anche dal ritorno improvviso e sconvolgente di una persona che la getterà nuovamente in un baratro di confusione e dolore dal quale lei dovrà decidere come  uscirne, ma non sarà sola: chi l'ama c'è e l'aiuterà a ritrovare sé stessa e la propria strada.
Una strada costellata dalle splendide orchidee di nonno Bill e che conduce verso un amore genuino e sincero e verso una villa antica e maestosa che le ha sempre trasmesso quella pace di cui Julia ha disperatamente bisogno.

"Il giardino degli incontro segreti" è un romanzo appassionante, in cui ho ritrovato le tematiche e gli elementi sempre presenti nei libri di Lucinda Riley e che personalmente me la fanno tanto apprezzare:

  • l'importanza della famiglia: quella "nota", in cui si è cresciuti, e quella "segreta", da scoprire attraverso la lettura di documenti e memorie del passato e attraverso i...
  • viaggi: solitamente essi portano la protagonista in paesi esotici, dove ci si confronta con culture differenti, opposte ma altrettanto arricchenti; ovviamente è un viaggio anche interiore, necessario per ritrovare sé stessi, per conoscersi meglio e per affrontare sfide personali utili alla propria crescita.
  • la scoperta delle proprie vere radici: la protagonista è costretta dagli eventi a mettere in discussione ciò che è per scoprire la verità su sé stessa e sulla sua vera famiglia.
  • l'amore: le storie d'amore viaggiano su binari paralleli, separati da anni e chilometri ma in qualche modo trovano, negli eventi del presente, una loro fine e una loro ragione;
  • la presenza di inganni, bugie, segreti, che sono stati tenuti chiusi a chiave per decenni ma che adesso devono essere svelati, raccontati, perché la ricerca della verità circa ciò che è successo è la chiave centrale e imprescindibile per comprendere l'oggi.

Anche questo romanzo è super promosso e mi ha regalato ore ricche di emozioni.


martedì 2 luglio 2024

TUTTO SU DI NOI di Romana Petri ✓ RECENSIONE ✓



Marzia nasce e cresce in una famiglia che si può definire, senza tema di smentita, disfunzionale: una famiglia che non è nido d'amore, rifugio accogliente, porto sicuro e riparo dalle tempeste.
Tutt'altro.
In casa Marziali si respira cinismo, egoismo, puerilità da parte degli adulti, tradimenti, piccole e grandi perfidie che possono far male e davanti alle quali non resta che difendersi e, all'occorrenza, magari anche attaccare.


TUTTO SU DI NOI
di Romana Petri


Mondadori 
216 pp
Marzia Marziali ha un nome che è tutto un programma e che si riflette nel suo modo di essere: cammina con un'andatura marziale e ama uno sport come la lotta greco-romana.

Non solo, ma in lei c'è qualcosa di "marziale" nel senso di battagliero, intrepido ed è con questo atteggiamento che ci racconta la storia sua e della sua famiglia.

Marzia si sbottona con furia, violenza, spudoratezza, ci lascia entrare dentro casa, nello spazio soffocante condiviso con il padre, la madre e il fratello.

La sua è una famiglia malata, in cui si passa dall'indifferenza e dall'anaffettività alla cattiveria gratuita più tremenda.

Se dovessimo sintetizzare i caratteri dei tre famigliari di Marzia, potremmo descriverli così: il cattivo (il padre), la sottomessa (la moglie) e il menefreghista (il fratello).

Cresciuta nella periferia di Roma, Marzia ha avuto un'infanzia non propriamente infelice, perché in fondo ci sono storie e famiglie ben peggiori, ma di certo non ha avuto dei genitori esemplari.

Al centro della sofferenza di tutti c'è lui, il capo famiglia: un uomo fisicamente tozzo, tarchiato, sgradevole, chiamato da Marzia "il nano dalle gambe corte", la cui brutta fisicità è lo specchio di un'anima altrettanto penosa.

Un padre crudele e codardo, capace di atti di pura malvagità contro moglie e figlia; un fedifrago seriale che non nascondeva i tradimenti, anzi, li sbatteva in faccia a moglie e figlia con un godimento disgustoso; ferire, umiliare, schernire, ridere delle lacrime e del dolore da lui stesso provocati, era motivo di grasse risate da parte sua.
Un genitore incapace di amare, di lasciarsi andare a parole e gesti d'affetto.
Come vieni su con un padre così?

E la madre?
Lei è sempre e solo stata moglie, la coniuge devota e fedele al marito infedele e str****, che avrebbe meritato di essere cacciato a pedate da casa.
E invece più lui la tradiva e umiliava, più lei gli si attaccava come una cozza, aspettando, come un cagnolino smarrito, briciole di attenzioni, che poi non erano mai affettuose ma solo fisiche, per sfogare le bramosie sessuali di lui.

Il racconto di Marzia mi ha travolto perché è duro, verace, forte, dice "pane al pane e vino al vino", senza mai rinunciare a una certa dose di ironia e autoironia, descrivendo la famiglia e le diverse e bizzarre situazioni vissute con schiettezza, con la ormai serena rassegnazione di chi per quel caos vi è passato, l'ha attraversato..., ok, forse non indenne ma è sopravvissuta.

Nel conoscere i molteplici aneddoti tramite i quali la protagonista ci presenta i suoi, mi sembrava di esserle accanto e di poter guardare le cose con i suoi occhi disincantati, realisti, tanto è l'abilità narrativa dell'autrice di immergere totalmente il lettore nella storia.

Marzia non risparmia nessuno, neppure sé stessa, dai giudizi impietosi sui Marziali, e si rende conto che essere cresciuta senza impazzire già è stato un miracolo.

Mentre suo fratello ha scelto la strada dell'estraniazione, dell'alienazione (cuffie nelle orecchie sempre, in ogni momento; lui non sente e neppure vuol guardare, sapere, dire la sua: nulla, un'ombra che cerca di restare sullo sfondo di quella famiglia matta), lei invece ha vissuto il marcio in casa affondandovi mani e piedi, ma del resto non poteva fare altrimenti perché i suoi genitori l'hanno sempre coinvolta nei loro "affari", nei loro problemi di coppia, trattandola come una pari, dimenticandosi volutamente che Marzia era una ragazzina ed era figlia, non compagna e confidente.
Andava protetta e non trascinata con forza in una relazione di coppia tra due adulti sciagurati.

E come fare a non soccombere in un contesto fagocitante ed egoistico oltre misura?
Rafforzandosi, nel corpo e - si spera - nello spirito, attraverso uno sport "da maschio", molto fisico, con cui acquisire disciplina, sacrificio, impegno; Marzia educa e allena il proprio corpo, imparando a mettere fra sé e il mondo la barriera di un fisico scolpito, asciutto.

Un fisico poco sensuale e femminile... Forse un modo (inconscio) per sfuggire alle attenzioni di uomini predatori e fissati per il sesso come suo padre?

Certo, questo non impedisce a Marzia - al di là della durezza e della franchezza spiazzante che la caratterizzano - di individuare le proprie debolezze e fragilità, i propri bisogni di dare e ricevere quell'amore che in casa manca.

Lei non desiste dal sognare e desiderare la perfezione, anche in amore; il suo cuore non dimenticherà per molti anni un ragazzo (chiamato, nella sua immaginazione, "l'uomo perfetto"), con cui ha avuto una breve avventura ma il cui pensiero continuerà a seguirla per molto tempo, perché lui è quanto di più lontano ci sia dalla figura paterna.
Malgrado la famiglia strampalata che le è capitata, il cuore di Marzia è capace di voler bene senza limiti, e lo dimostra soprattutto nel rapporto con Kore, un cagnolino randagio che lei "adotta"; Kore le vuol bene per ciò che è, non la giudica, non ride di lei, anzi la segue gioioso e scodinzolante, pronto a farla sentire importante e altrettanto fa lei con l'animale.

Purtroppo, la cattiveria paterna si estenderà sino a Kore provocando a Marzia il dolore più grande della sua vita; da quel momento in poi, ella svilupperà e nutrirà un odio talmente grande verso il padre da desiderare di ucciderlo.

Seguiamo la protagonista negli anni, la vediamo crescere, proseguire con le competizioni sportive, impegnata in relazioni sentimentali che non la soddisfano, e sempre lì a barcamenarsi tra quei due genitori infantili, nell'inutile attesa che finalmente maturino e smettano di pensare unicamente a loro stessi.

Rabbia, rimpianti, delusione, tristezza, paura di essere sbagliata, di non saper dare amore per non averlo ricevuto...: a Marzia nulla è stato risparmiato e lei stessa non risparmia nulla ai lettori, che leggono la sua storia sperando che, crescendo, ella provi ad essere felice, a buttarsi alle spalle la zavorra di questa famiglia anomala e disordinata, che si conceda un amore (o qualcosa che gli assomigli) senza farsi troppe paranoie, che riesca a perdonare, se non quel nano malefico che l'ha generata, almeno quella madre che ha vissuto un'esistenza all'ombra di un uomo che ha fatto di tutto per farsi detestare.

Ho ascoltato il libro su Audible, scegliendolo a istinto e mi è piaciuto davvero molto!