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domenica 27 aprile 2025

LIBRI NEI LIBRI (#17) ** SE I GATTI POTESSERO PARLARE **

 

Come anticipavo nella recensione di Se i gatti potessero parlare, Pulixi in questo romanzo cita diversi libri e autori di gialli/thriller/noir che stimolano la mia curiosità; si tratta di romanzi o che non conosco per niente o che ho sentito solo nominare.

Ho cercato le trame per farmene un'idea.

Voi li conoscete e/o li avete letti?





La sposa era in nero è un noir di Cornell Woolrich pubblicato nel 1940 e da Truffaut ha tratto un film.

Julie Kohler è rimasta vedova il giorno stesso del proprio matrimonio, quando suo marito è stato ucciso sul sagrato della chiesa da un colpo di fucile sparato per errore. Da allora Julie non si è data pace, ripromettendosi di punire gli autori di questo sciagurato delitto: la donna si mette così sulle tracce dei cinque individui che hanno provocato la morte del marito, intenzionata ad eliminarli uno dopo l'altro. 


Strane lealtà. Le indagini di Laidlaw di William McIlvanney (Feltrinelli, trad. 

A.Colitto, 330 pp).


Jack Laidlaw, detective della polizia di Glasgow, nella sua carriera ne ha viste tante, ma nessuno è mai pronto quando la cattiva sorte gli si accanisce contro. 
Proprio mentre il lavoro vacilla, il matrimonio è ormai finito e lui ha più che mai paura di affondare, suo fratello Scott muore, investito da un'auto. 
La sua morte viene classificata dalla polizia come un incidente ma Laidlaw ritiene che il suo precario stato mentale − di recente aveva avuto problemi di alcol ed era molto tormentato − possa aver giocato un ruolo rilevante. 
Si immerge cosi nella vita del fratello, lungo una scia di indizi che lo rimandano continuamente a un misterioso "uomo in giacca verde" e a vecchi episodi di violenza. 
Ben presto il viaggio si trasforma in un tuffo senza paracadute dentro il passato, dove Laidlaw scoprirà sconvolgenti verità anche su di sé.



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Un gelido inverno per Pike
di Benjamin Whitmer
(Elliot Ed.,trad. M. Piva, 224 pp).

Dopo aver scontato le sue colpe di gioventù, Douglas Pike è tornato nella città natale sui monti Appalachi, dove, insieme al giovane socio Rory, fa del suo meglio per condurre una vita dignitosa. 
Ma il precario equilibrio esistenziale di Pike si interrompe quando la notizia della morte della figlia arriva insieme a una nipote di dodici anni di cui prendersi cura. 
Entrare nella parte del nonno non è facile per un uomo che non è mai stato capace di pensare ad altri che a se stesso. 
Eppure, davanti all’ambiguo interesse per la bambina da parte di Derrick Krieger (poliziotto corrotto in fuga da Cincinnati), in Pike si risvegliano un inaspettato sentimento di protezione e il desiderio di saperne di più sulla figlia e sulla sua morte.




Il sole dei morenti di Jean-Claude Izzo (Ed. E/O, trad.F. Doriguzzi, 239 pp). 

Quando i pompieri portano via il corpo di Titì, l'unico amico rimastogli, morto di freddo in una stazione del metrò parigino, Rico decide che è ora di andarsene, lasciare Parigi per il sud. 
Se deve morire, tanto vale morire al sole. 
Nel suo viaggio incontra altri disperati come lui, persone finite sulla strada seguendo percorsi di vita diversi e che reagiscono diversamente, chi con solidarietà chi con cattiveria. 
In fondo al viaggio c'è Marsiglia e la speranza di rivedere Lea, il grande amore della sua gioventù.


La paziente silenziosa di Alex Michaelides (Einaudi, trad.S. Pezzani, 352 pp).

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Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un'artista di successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei quartieri piú esclusivi di Londra. 
Poi, una sera, quando suo marito Gabriel torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia freddandolo. 
Da quel momento, detenuta in un ospedale psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. 
Oltre ai tabloid e ai telegiornali, a interessarsi alla «paziente silenziosa» è anche Theo Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare a svelare il mistero di quella notte. 

E mentre a poco a poco la donna ricomincia a parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e manipolatorio.



Tre camere a Manhattan di Georges Simenon (Adelphi, trad.L. Frausin Guarino, 190  pp).

Due sconosciuti si incontrano nella notte newyorkese e tra loro scoppia una fulminea passione. 
Protagonisti sono un uomo e una donna irrimediabilmente soli, non più giovanissimi, ciascuno con un matrimonio rovinoso alle spalle e con figli che non vedono da molto tempo. 
Simenon, in questo romantico capolavoro ambientato nella più romantica delle città moderne, si rivela un maestro della psicologia amorosa, un conoscitore sapiente di tutte le sue ambiguità più profonde ma anche dei suoi trionfi più folgoranti.



giovedì 24 aprile 2025

😼 RECENSIONE 😼 SE I GATTI POTESSERO PARLARE di Piergiorgio Pulixi



Uno scrittore di successo decide di far morire il protagonista degli stessi best-seller che gli hanno dato soldi e fama.
Quale occasione migliore che sancire l'irrevocabilità della propria decisione in modo plateale, vale a dire nel corso di una crociera organizzata proprio per promuovere i suoi romanzi?
Il libraio Montecristo sale anch'egli sulla nave senza immaginare minimamente che genere di esperienza lo attende.


SE I GATTI POTESSERO PARLARE
di Piergiorgio Pulixi


Marsilio ed.
352 pp
Marzo 2025
Chi ha imparato a conoscere Marzio Montecristo, libraio amante di gialli e noir (di qualità, eh, che si sappia!), sa quanto sia burbero, sarcastico, poco socievole, spesso scontroso - per lo meno con quei clienti che varcano la soglia della sua libreria senza avere idea di cosa cercare e perché - al limite della maleducazione, cosa che fa andare su tutte le furie la sua collaboratrice Patricia, consapevole di come questo atteggiamento sia deleterio per gli affari della libreria, che non naviga di certo in buone acque.

E a proposito di navigare in buone acque, la Les Chats Noirs di Montecristo è stata scelta come “libreria galleggiante” per un evento esclusivo: il celebre giallista Aristide Galeazzo, autore acclamato che vende tantissimo anche grazie alle serie tv derivanti dai suoi romanzi, scriverà i capitoli finali del suo nuovo romanzo Maestrale di sangue, a bordo di una nave da crociera. 

La casa editrice che lo segue, Polpicella, ha organizzato un tour che circumnavigherà la Sardegna, facendo tappa nei principali porti; ad ogni sosta, i lettori saliranno a bordo per assistere a presentazioni sotto le stelle e tornare a terra con una copia autografata. 

In pratica, si vuol creare una location affascinante e suggestiva che ricordi Assassinio sul Nilo e attiri fan e lettori entusiasti; entusiasmo che di certo non coinvolge Marzio, il quale reputa Aristide Galeazzo un giallista privo di un vero talenti e i suoi libri delle operette senza valore letterario, buoni solo ad attirare lettori che s'accontentano di letture da niente.

Spinto però dalla situazione economica e dal voler assecondare Patricia, Marzio accetta l'offerta di salire sulla nave per vendere i romanzi di Galeazzo, portando con sé l’ispettore e amico Flavio Caruso, prossimo membro del club di lettura degli “investigatori del martedì”, e le due mascotte feline, Miss Marple e Poirot. 

Quella che potrebbe essere una vacanza piacevole, si macchierà del sangue di una vittima: un omicidio spezza e sconvolge l’atmosfera idilliaca del viaggio in mare. 

Come è facile immaginare, è impossibile lasciare la nave e tutti gli ospiti vengono invitati a non andarsene in giro col rischio di inquinare la scena del crimine o le poche prove a disposizione di Caruso, che immediatamente si attiva per analizzare ogni dettaglio del cadavere e del luogo in cui è stato ritrovato, e per interrogare quanti potrebbero avere avuto delle ragioni per macchiarsi di un delitto...
La tensione si taglia col coltello e, mentre i due felini se ne vanno in giro sornioni, muti spettatori di una situazione davvero molto particolare, Montecristo affianca Caruso nella ricerca del colpevole.

Marzio tira fuori tutte le "competenze" e conoscenze acquisite in anni di letture poliziesche e la prima verità che emerge è che..:

"L’assassino aveva ucciso simulando una delle situazioni più comuni in un giallo: il delitto della camera chiusa. Gli ingredienti c’erano quasi tutti: uno spazio circoscritto da cui non si poteva fuggire, un enigma apparentemente impossibile da risolvere, e poi pochissimi indizi, tutti fuorvianti, e un gruppo di sospettati pieni di segreti e rancori. Osservando la scena del crimine, al libraio pareva di essere dentro un libro di Gaston Leroux, Edgar Allan Poe o Ellery Queen."

A differenza del precedente romanzo, qui Marzio non può usufruire del contributo degli amici della libreria - il buon frate Raimondo, l'allegra Camilla Solinas, la dark Maina -, nondimeno Caruso è qualificato per gestire la situazione e ragionare assieme all'amico su come ha agito l'assassino e su quali possono essere i possibili moventi.

Più si indaga, più si fanno ipotesi e più i due "investigatori da crociera" mettono insieme le diverse tessere che emergono e che vedono coinvolti più personaggi (nelle cui vite inevitabilmente si scava, facendone venire a galla ombre e "peccati"), anche coloro che inizialmente potevano sembrare esclusi dalla rosa dei sospettati.

Cosa c'è dietro l'assassinio: desiderio di vendetta? paura di perdere soldi o privilegi? 

Comprendere la motivazione di tutto è alla base per risolvere l'enigma ed è ciò che Marzio riuscirà a fare, grazie alle sue invidiabili capacità di osservazione e ragionamento e alla sua conoscenza di certi meccanismi che contraddistinguono i comportamenti degli assassini.

Anche questo cozy mystery di Pulixi è molto piacevole da leggere, perché anche se al centro vi è un assassinio l' atmosfera generale non perde mai i toni leggeri e anche ironici che rendono questo giallo un momento di amabile intrattenimento.
La penna di Pulixi è sempre pulita, essenziale, la sua narrazione chiara e il tratteggio dei personaggi non è mai superficiale ma sempre adeguato al tipo di storia.

Marzio è simpatico e intelligente, la sua allergia al genere umano fa sorridere ma, onesto, un po' lo capisco: rifugiarsi nei libri è spesso di gran lunga preferibile all' eventualità di interagire con persone con cui non siamo decisamente in sintonia 😅😉

Per me inoltre Pulixi è una continua e affidabile fonte cui attingere per arricchire le mie letture in ambito thriller/noir.

Consigliato, a chi ha apprezzato il precedente e in generale a chi ama il giallo.


sabato 19 aprile 2025

[ RECENSIONE ] LA GUERRA. (Blackwater IV) di Michael McDowell



Nel quarto volume della saga Blackwater, assistiamo ad un riassestamento degli equilibri all'interno della famiglia Caskey, con Elinor a capo, in luogo di Mary-Love.
A creare nuove dinamiche ed opportunità ci pensa il secondo conflitto mondiale, che entra furiosamente nelle monotone vite degli abitanti di Perdido.


LA GUERRA.
(Blackwater IV)
di Michael McDowell



Neri Pozza
ed. E. Cantoni
256 pp
È il 1938 ed è l’alba di una nuova èra per il clan Caskey: Mary-Love non c'è più e, morta lei, a prendere in mano le redini della famiglia è Elinor Caskey, cosa che non desta alcuno stupore, anzi, ogni parente accetta "il passaggio del testimone" come un fatto assodato e naturale.

Elinor non è come la suocera: non è opprimente, prepotente, egoista, capricciosa; è determinata e solida, sì, ma senza scavalcare nessuno e di sicuro è più pronta e disponibile a mettere da parte dissidi e rancori pur di proteggere la serenità famigliare.

Questo comportamento non è frutto di un carattere debole o accondiscendente, bensì di calcolo.
Tutto ciò che fa Elinor è frutto di un progetto, di un piano ben formato nella sua mente che gli altri, dall'esterno - Oscar in primis - non vedono, non immaginano.
Ma Elinor sa sempre ciò che fa ed ha una qualità, su tutte, che la suocera non aveva: la pazienza.
Elinor Dammert sa aspettare il momento giusto per agire, per mettere a punto ciò che aveva architettato, sapendo che ne raccoglierà i frutti.

Con il trascorrere del tempo, i Caskey non fanno che confermare il proprio predominio su Perdido, essendo possessori dell'unica azienda presente e che procede tra l'altro molto bene.
Oscar si ritrova finalmente, e con sua gran sorpresa, a gestire capitali di cui, alle dipendenze dell'autoritaria madre, non aveva mai potuto disporre; molto del suo successo lo deve ai consigli e agli incoraggiamenti della lungimirante Elinor, che ha sempre creduto in lui e non ha mai smesso di dispensare suggerimenti.

Intanto, le loro due figliole crescono ed arrivano gli anni del college.
Inaspettatamente, crescendo, Miriam e Frances si avvicinano; certo, l'algida ed altezzosa Miriam non sprizza affettuosità e buone maniere, ma ricalca in tutto e per tutto le orme di nonna Mary-Love: vive senza rendere conto a  nessuno delle proprie decisioni, continua a non interagire con sua madre pur instaurando una principio di rapporto con il padre, senza però mai mostrare il benché minimo accenno di amore filiale e di sicuro non cedendo mai alla tentazione di consultarsi con i genitori per chiedere loro consigli o aiuti.
Insomma, non desidera la loro compagnia ma, in questa eccentrica indifferenza, Frances costituisce un'eccezione: con lei, Miriam instaura un timido e acerbo legame, seppur anch'esso contrassegnato da una distanza emotiva evidente.

Miriam è spesso scostante e brusca anche con zia Sister (che, in fondo, l'ha cresciuta, assieme a Mary-Love), la quale ormai si è trasferita definitivamente a Perdido, finendo per vivere come una zitella e ignorando il marito Early, che è sempre in giro di città in città per lavoro.

James continua a prendersi cura di Danjo, il terzogenito della cognata Queenie, mentre quest'ultima - ormai ambientatasi nella cittadina dell'Alabama e accettata dai concittadini - riprende in mano la propria vita dopo la scomparsa del malvagio coniuge Carl e deve vedersela con i figli maggiori, che le danno non poche preoccupazioni.

Se c'è una cosa che salta all'occhio, adesso che il clan Caskey deve continuare a vivere senza la guida prepotente dell'egoista Mary-Love, è che... regna la pace.
Non nel senso che non vi sono più problemi o difficoltà - quelli ci sono sempre -, ma tra i membri regna la concordia e un tale cambiamenti è sotto gli occhi di tutti.

Sister ha smesso di guardare con invidia e tristezza il fratello e la cognata mentre si godono il sole o il fresco sulla loro veranda, e decide di non starsene più da sola ma di allacciare finalmente i rapporti con Elinor, fatto impensabile quando c'era Mary-Love.

La giovane e vivace Grace - figlia di James - decide, in tutta libertà, di andare a vivere in una zona di campagna un po' isolata ma tranquilla, e di farlo assieme a sua cugina Lucille (la figlia di Queenie), che vivrà momenti decisamente turbolenti e drammatici.
La gente parlerà? Pazienza, prima o poi si stancherà e tornerà ad ignorarle.

C'è, in buona parte della prima metà del romanzo, una tale sintonia ed armonia tra i famigliari da indurmi a chiedermi, inizialmente: Ok, quindi..., sono ormai tutti in pace, tutti amici? Non succede più nulla? Finita l'era dei dissidi tra Elinor e Mary-Love, cosa ci aspetta? Una tranquillità che sfocia in una noiosa abitudinarietà?

A portare movimento, contrarietà, preoccupazioni e inevitabili novità (belle e brutte) è la guerra, che coinvolge gli USA nel 1941, in seguito all'attacco a Pearl Harbor. 
Oltre ad allontanare molti giovani da casa per andare al fronte, la guerra porta a Perdido "sangue nuovo": una sfilza di soldati che si vedono accolti da una affabile Elinor in qualità di matrona dei Caskey, e tra essi spicca un uomo che comincia a frequentare la casa di Oscar molto spesso.
Si inizia a sentire nell'aria un profumo di fiori d'arancio? 
E chi sarà la fanciulla scelta dal bel soldato?

Altro elemento narrativo rilevante è l'evoluzione cui andrà incontro Frances, che lo voglia o meno.
Il lettore sa quali siano state le esperienze, le sensazioni e i timori della ragazza già da quando era solo una bambina, e conosce bene la sua natura sensibile, che l'ha sempre portata a "sentire", a percepire come attorno all'amata madre e in quella loro grande casa, ci fosse una sorta di alone di mistero, una presenza indefinibile eppure fin troppo concreta e proveniente da una realtà ultraterrena e terrificante.

È arrivato per la dolce e mite giovane Caskey il momento di scoprire chi ella sia davvero e come questa sua natura sia inscindibile dalle rosse e fangose acque del Perdido e dalla sua stessa enigmatica genitrice.
La scoperta non sarà soft, anzi brutale e, in un certo senso, traumatica, oltre che inevitabile e necessaria.


Come anticipavo, la trama, nella prima parte del libro, procede senza scossoni, tutt'altro: in un clima di totale rilassatezza e affiatamento tra i membri della famiglia, tanto da rimpiangere la vivacità e le continue sorprese sprigionate dai conflitti suocera-nuora.
Le vicende cominciano gradualmente a farsi più stimolanti dalla guerra in poi e quando iniziano ad accadere eventi che turbano e disturbano la pace famigliare, mettendo così in moto reazioni forti e feroci che sicuramente troveranno ulteriore spazio nei successivi romanzi della serie, palesando sempre meglio la dimensione sovrannaturale cui appartiene Elinor (e non soltanto lei).
Interessante, inoltre, notare come i Caskey siano un nucleo famigliare molto matriarcale, in cui le donne sono non solo numericamente superiori ma anche moralmente più forti, decise, intraprendenti.
V'è un personaggio, in particolare, che si accorge di questo, cioè di come gli uomini Caskey altro non siano che inoffensive marionette in mano alle donne, ad Elinor soprattutto; e questo personaggio desidererà entrare nella famiglia unicamente per questa ragione: far parte dei Caskey, porsi sotto l'ala di Elinor.

Il mio parere su questo quarto volume è positivo e di sicuro mi ha messo voglia di continuare con il prossimo.


LIBRI DELLA SAGA

1. LA PIENA
2. LA DIGA
3. LA CASA
4. LA GUERRA
5. LA FORTUNA
6. PIOGGIA

giovedì 17 aprile 2025

\\ RECENSIONE // L’INEBRIANTE PROFUMO DI BERGAMOTTO - LA MALEDIZIONE -, di Giovanni Boschetti


Un tradimento, un'antica maledizione lanciata per rabbia e vendetta che attraversa i secoli e le generazioni sulla scia del soave profumo di una pianta speciale, che sembra vegliare sugli uomini e sulle vicende felici e funeste di cui sono protagonisti.
Spesso, loro malgrado.


L’INEBRIANTE PROFUMO DI BERGAMOTTO.
 - LA MALEDIZIONE -
di Giovanni Boschetti


BastogiLibri
142 pp
14 euro
Gennaio 2025

Il romanzo di Giovanni Boschetti si apre con il viaggio che porta il protagonista da Milano verso la Calabria, terra in cui fu concepito. 

Cosa sta cercando Angelo, intraprendendo questo viaggio? 
Innumerevoli sono gli interrogativi, i dubbi, le angosce e le amarezze che riempiono il suo cuore.
Riuscirà a trovare le risposte che cerca?

Angelo ha vissuto un'infanzia e un'adolescenza piuttosto serene, circondato dall'amore dei suoi famigliari, cresciuto da papà Sante e mamma Antonella, una coppia affiatata, due persone meravigliose e oneste le cui esistenze sono state sempre accompagnate dall'amore, dalla fede, dalla rettitudine.

Ma il viaggio di Angelo - che fa da prologo ed epilogo - è un evento tutt'altro che sereno e lieto.
Come mai?

Per saperlo, è necessario fare diversi salti indietro nel tempo, il primo dei quali ci conduce all'XI secolo, quando un signorotto calabrese, tradito dalla moglie con un normanno, scagliò una terribile maledizione contro la discendenza dell'amante della fedifraga: il tradito maledisse ogni primogenito maschio della stirpe del rivale in amore. 

La maledizione fu, dunque, la diretta conseguenza di un tradimento, di un'azione vissuta dalla vittima come un'onta e una macchia indelebili.
Qualcosa di imperdonabile proprio perché portatore di vergogna e sofferenza.

Quella che sarebbe dovuta essere una vendetta più che altro verbale si trasformò in una lugubre leggenda e in un cupo sortilegio che avrebbe colpito gli ignari ed innocenti discendenti maschi del primo peccatore, destinatario principale e originario della solenne invettiva: la loro vita sarebbe stata marchiata e macchiata da eventi nefasti ed essi sarebbero divenuti, loro malgrado, artefici di infelicità, lutti, disgrazie a danno di chiunque avesse causato loro un danno o un dispiacere anche minimi, di poco conto.

Ed infatti, Angelo, sin da bambino, è circondato da eventi strani e sinistri: pur essendo lui un'anima gentile e buona, incapace di fare del male agli altri, se nel suo cuore comincia a provare sentimenti negativi, qualcosa di brutto e tragico, di lì a poco, accade alla persona che, in un modo o nell'altro, gli ha fatto uno sgarbo o gli ha arrecato dolore.

Ma Angelo non ha contezza di essere l'indiretto e inconsapevole causa di tali disgrazie occorse ad amici che, per diverse regioni, hanno tradito la sua fiducia!

Egli cresce senza conoscere il fosco presagio che si cela nella sua esistenza; non ha idea di quali siano i deleteri avvenimenti cui è destinato.

L'autore, attraverso dei flashback, ci porta indietro negli anni Quaranta, a Reggio Calabria, quando una ragazza di nome Antonella si innamora, ricambiata, di un soldato, Sante; il loro giovane e passionale legame nasce all'ombra dell'albero del profumo d'amore, cioè il bergamotto, testimone silente di questo come di tanti altri amori giovanili.

Antonella e Sante sono i genitori di Angelo e il lettore viene reso partecipe di come è nata la loro storia d'amore e di quali angosce hanno attanagliato Antonella al pensiero di poter mettere al mondo, una volta sposatasi con Sante, un figlio maschio, ben sapendo che sui maschi della sua famiglia incombesse il nefasto sortilegio.

Nonostante la triste e cupa nube dell'antico anatema, il cuore di Antonella è pieno della gioia di quel sentimento puro e sincero che la lega al suo innamorato, e l'autore si sofferma nel descriverlo in tutta la sua bellezza e dolce euforia, nei momenti di tenerezza vissuti all'ombra del bergamotto.

Per Antonella, Sante è il primo ed unico amore, quello che le fa battere il cuore a mille, che riempie ogni suo pensiero, che la fa sospirare di gioia e desiderio e che la spinge a fantasticare sul loro futuro insieme.
Nella persona gentile e cara di Sante, ella rivede la figura del proprio defunto padre, anch'egli un uomo d'oro.

"Nel pieno di una guerra fra le più terribili e cruente di sempre, nacque, germogliò e fiorì un amore diverso da ogni altro ma simile ad ogni altra storia dove il sentimento sia il collante fra persone che perdono tutte le difese per farsi conquistare dall'amore stesso. 
Quanti amori sono sbocciati, avvolti dal profumo di mille fiori o da quello di un albero che emette fragranze estasianti!".

Quando la guerra finisce, i due fidanzati si sposano e dopo non molto tempo, in un misto di gioiosa attesa e di comprensibili timori, nasce Angelo, il primogenito. 

Dopo circa un ventennio, i genitori muoiono misteriosamente e improvvisamente, a poca distanza di tempo l'uno dall'altra.

Angelo, che ha due sorelle minori, si ritrova così orfano e capofamiglia. 
Poco dopo, la sua zia materna gli rivela il segreto della maledizione familiare ed egli ne resta sconvolto.

Quanto grande sia il peso di un tale segreto è facilmente immaginabile.

Il romanzo di Boschetti narra di tradimenti, malefici, di un grande amore che sa di fragranze floreali, di  virtù, cattiverie e miserie umane.

Al centro vi è la vecchia e sibillina maledizione, che - narrata nelle prime pagine - anticipa gli eventi di cui il lettore viene a conoscenza man mano leggendo le traversie che contrassegnano la vita di Angelo.

In queste pagine si parla anche della guerra, e di come essa entri con drammatica prepotenza nella Storia e nelle singole vite degli esseri umani, devastando, provocando morti e feriti, terrorizzando, affamando, separando, portando infelicità e precarietà.

L'autore bilancia e intreccia le parti narrative con quelle riflessive, arricchendo il racconto dei fatti e il tratteggio dei personaggi con considerazioni profonde sulla vita - preziosa, unica ma di certo non sprovvista di insidie -, sul destino - imprevedibile e, spesso, burlone -, sulle disgrazie che possono colpire anche chi si conduce rettamente, sulla libertà (vera o presunta) di ciascun individuo di agire come meglio ritiene opportuno, con tutto ciò che questo implica a livello di conseguenze e responsabilità personali.

Ma gli effetti della maledizione - che si ripercuotono di generazione in generazione su degli innocenti - innesca una domanda fondamentale e spinosa: siamo davvero padroni del nostro destino, se poi in realtà non siamo capaci di impedire che certe sventure accadano?

Largo spazio è dato alle dissertazioni su argomenti di natura esistenzialista e spirituale, come ad es. le maledizioni nell'ottica biblica, il rapporto tra libero arbitrio e predestinazione, l'analisi del concetto di libero arbitrio all'interno del pensiero di personaggi come Lutero, Calvino, Sant'Agostino.

Tra queste pagine vi sono invocazioni e preghiere rivolte a Dio, Colui dal quale tutto proviene e da cui dipende la vita dell'uomo; Colui che è fonte di vita, di pace e gioia, e che al contempo permette tribolazioni e difficoltà nella vita terrena di ogni uomo, il quale non potrà mai sondare e scrutare in modo limpido e definitivo nelle profondità di Dio, nonostante le mille domande, i legittimi interrogativi e le teorie formulate per cercare di capire e spiegare tutto ciò che gli succede, per scontrarsi, prima o poi, con la verità che non tutto è spiegabile e che spesso accadono cose misteriose e imperscrutabili.

Il registro linguistico utilizzato dall'autore è - come del resto anche in altre precedenti sue opere da me lette e recensite - elegante e delicato, ricercato ed accurato senza mai perdere in fluidità e scorrevolezza.

Il libro di Giovanni Boschetti è un'opera dai contenuti ricchi di profondità, che parte dalle storie di individui comuni per approdare a concetti più alti, filosofici e spirituali che attingono molto alle Sacre Scritture; ci si interroga sulla fede e su quanto sia centrale il rapporto con Dio e come Egli guidi ogni cosa nel mondo e nell'esistenze di ogni singolo uomo.

I personaggi principali sono fondamentalmente persone buone, dalla condotta retta, le cui umane fragilità e paure non ne intaccano l'irreprensibilità e l'integrità morale.
Le loro vite, come quelle di ogni uomo, accolgono eventi tanto felici e lieti quanto tristi e dolorosi, e la mestizia dovuta alla consapevolezza dell'atavico maleficio non può che far cadere una costante ombra di amarezza e turbamento, addolcita solo dalla presenza, costante anch'essa, del profumo del bergamotto, spettatore silenzioso e odoroso delle vicissitudini umane.

Personalmente, ho apprezzato molto le parti in cui si disquisisce su Dio e su altri temi e considerazioni che da provengono dalle riflessioni sulla sua Persona e su come Egli agisca e intervenga (o meno) sul vivere delle Sue creature; da credente, quando si parla di Dio e della necessità dell'Uomo di cercarLo, non posso che essere interessata a questioni di questo tipo.
L'epilogo è amaro ma credo pure che sia coerente con l'atmosfera che permea l'intero romanzo.

Come si intuisce, è un'opera da leggere non frettolosamente ma con ponderazione, proprio per le tematiche e i concetti espressi.



lunedì 14 aprile 2025

DIMMI CHE NON VUOI MORIRE di Stefania Crepaldi [ RECENSIONE ]


Chi ha conosciuto Fortunata (nei precedenti libri in cui è protagonista), tanatoesteta per professione, sa quanto - nonostante la sua innegabile bravura nello svolgere il mestiere per cui è conosciuta in quel di Chioggia - il suo sogno nel cassetto sia poter lavorare come pasticciera/cuoca in un ristorante stellato.
Mai si aspetterebbe, invece, di vestire nuovamente i panni di investigatrice dilettante e di divenire protagonista di una missione segreta non priva di pericoli e difficoltà.
Missione che la porrà ancora una volta al fianco dell'uomo che le ha già spezzato il cuore in passato e per il quale continua a provare un sentimento molto forte.



DIMMI CHE NON VUOI MORIRE
di Stefania Crepaldi


Salani Ed.
297 pp
16 euro
Aprile 2025
È la notte di Halloween e, mentre Fortunata sta truccando il viso di un'anziana signora per il funerale che si terrà di lì a poche ore, suo padre si diverte a travestirsi da Dracula, accogliendo i bambini che vanno in giro di porta in porta chiedendo "Dolcetto o scherzetto?".

Cosa darebbe per essere altrove!
Per carità, Fortunata, da brava figlia qual è, ama dal profondo del cuore suo padre e ha un sincero rispetto per l'agenzia di pompe funebri che viene portata avanti con dignità da generazioni ("Tiozzo Pizzegamorti E&F: rendiamo onore alla storia di una vita"), ma non può fingere di essere felice e di star facendo ciò che davvero desidera.

Non sono i pennelli per truccare le salme gli strumenti di lavoro che vorrebbe avere in mano, ma utensili da cucina per lavorare e perfezionare le proprie creazioni culinarie.
Non è tra bare e candele che vorrebbe ritrovarsi, in un silenzio di morte e in un'atmosfera di tristezza, ma in una cucina rumorosa, popolata da cuochi che, come lei, rispondono "Sì, chef!" mentre realizzano piatti che faranno sorridere e recheranno piacere a chi li gusterà.

Eppure è lì che si trova: accanto a cadaveri da "sistemare" prima che venga dato loro l'estremo saluto, e la divisa che per ora può indossare è un camice e non un grembiule.

Come spiegare a suo padre che vuol essere libera di seguire la propria strada, i propri sogni e che questi sogni la portano via dalla loro rispettata e rinomata agenzia funeraria?

Solo sua nonna sa capirla, perché lei è il suo rifugio, colei che è capace di farla sentire compresa, accettata, e le sue braccia sono sempre aperte ed accoglienti per Fortunata, che trova nell'anziana una continua e solida fonte di saggezza a cui rivolgersi in caso di dubbi e difficoltà.

E le difficoltà stanno per affacciarsi nelle grigie e lattiginose mattinate della nostra tanatoesteta.

Tutto parte da un'inaspettata telefonata da parte di Dante Braghin, suo amato e sempre presente padrino nonché colonnello della Guardia di Finanza, che la convoca per darle diverse notizie.
E nessuna di esse è bella.

La prima è sicuramente la più drammatica e triste: una giovane donna è stata ritrovata senza vita, soffocata nell'incendio di una fabbrica; Dante le chiede di occuparsi del trasporto in ospedale.
Ma non è tutto: il padrino chiede alla figlioccia di fare per lui qualcosa di importante, delicato e anche pericoloso: una "missione segreta" per dare un contributo significativo alla caccia a criminali invischiati in loschi traffici.

E come se non bastasse, Dante le spiega che questi traffici illeciti coinvolgono in qualche modo l'attività delle pompe funebri di suo padre Emilio...

Parlando con Dante, Fortunata realizza alcune amare verità e, soprattutto, una su tutte le diventa palese: come fare per slegarsi dalla professione di tanatoesteta?
I problemi che stanno per travolgere l'agenzia Tiozzo Pizzegamorti potrebbero inchiodarla ancora e per sempre in quel ruolo professionale che lei svolge sì con cura e dedizione, ma che non sente davvero suo.

Lei vuol fare la pasticciera, vuole creare piatti sofisticati ed eccellenti, avere a che fare con antipasti e primi piatti, aperitivi e dessert: è stufa di truccare cadaveri e non ha alcuna intenzione di accollarsi l'attività di famiglia.

Ma le brutte notizie non sono mica finite: Dante le fa sapere che il "loro comune amico", l'agente Vito Sabelli, è di nuovo operativo e i due lavoreranno insieme in questa missione speciale.

C'è solo un dettaglio positivo in questa storia piena di molte perplessità: avrà modo di lavorare come cuoca e pasticciera sotto copertura, in due contesti davvero particolari, stimolanti dal punto di vista professionale ma non privi di rischio per via della segretezza e della delicatezza del suo vero ruolo e dello scopo da raggiungere.

Fortunata è protagonista, in questo romanzo, di un'avventura che la pone davanti ai suoi desideri, alle sue esigenze, al suo diritto di dare alla propria esistenza la direzione che vuole; avrà modo di confrontarsi con diverse persone, imparando a modulare il proprio comportamento in base a chi ha di fronte e sempre tenendo in mente il perché si trovi con essi e al loro servizio.

Non sarà semplice, per tante ragioni: le verrà ordinato di tirar fuori tutte le proprie abilità per realizzare piatti e portate complessi, belli da vedere e ottimi da gustare, e questo da una parte la spaventerà (all'idea di non essere all'altezza), dall'altra le darà modo di crescere, mettersi alla prova e lasciar emergere quella creatività e quella passione che le ardono dentro come pasticciera e cuoca.

Non sarà semplice in quanto dovrà interfacciarsi con gente che, solitamente, non frequenta e che è distante dal suo modo di essere e vivere: persone ricche e viziate, uomini d'affari ambigui e impenetrabili, donne arroganti e piene di sé, ma anche adolescenti insicure e infelici...

E poi c'è lui: Vito.
Il suo affascinante e imprevedibile Vito, capace di sbucare dal nulla e sparire all'improvviso dalla sua vita senza che lei riesca ancora ad imparare come fare per tenerlo accanto a sé, o anche solo per capire se può amarlo e immaginare un futuro con lui oppure no.

Vito è un uomo dalla personalità forte, è sicuro di sé, del proprio carisma, è molto bravo nel proprio lavoro e se c'è una cosa che sa fare benissimo è fingere, portare maschere, indossare panni che non sono suoi e tutto per ottenere risultati professionali significativi.

È disposto a tutto pur di ottenere i propri scopi?
Anche "usare" Fortunata, calpestandone i sentimenti?

Fortunata è confusa al cospetto di Vito, perché è cosciente di come soltanto averlo accanto, essere guardata da lui o sfiorata, la mandi in confusione.

Il sentimento che li lega c'è ancora... ma ha un futuro?

A mandarla ulteriormente in tilt ci pensa una presenza amica, un uomo altrettanto bello e affascinante che c'è sempre per lei, per ascoltarla, confortarla e farla sorridere: Andrea.

Andrea è il contrario di Vito.

Tanto rassicurante, solare, simpatico, premuroso il primo, quanto ombroso, imprevedibile, enigmatico, spesso brusco e scontroso il secondo.
Luce e ombra.
Sicurezza ed incertezza.

Il suo cuore, affamato d'amore, è diviso tra i due uomini.
Com'è diviso al pensiero di suo padre, all'eventualità di lasciarlo per inseguire i propri sogni.

"Il passato pesa e il futuro è una nuvola nera che incombe".

La missione affidatale da Dante la conduce dalla bellissima Chioggia alla meravigliosa e suggestiva Venezia, con i suoi canali silenziosi, i palazzi antichi, la luce del sole che danza sulle acque, le calli strette e tortuose.

"Venezia non è solo una città: è un luogo sospeso tra sogno e realtà, tra passato e presente. Ed è lì che sto andando, verso una sfida che non posso permettermi di perdere".

Su uno sfondo lagunare ricco di bellezza, fascino e storia, si snoda una trama originale e coinvolgente, che mescola la freschezza della commedia con atmosfere noir, in cui la protagonista - "detective dilettante" coraggiosa e sveglia - deve barcamenarsi in una situazione complessa, ricca di sorprese, rischi, fattori di imprevedibilità, in cui comprendere di volta in volta, e in base alle circostanze e a chi ha davanti, come agire, in che modo carpire le informazioni che le servono, il che rende le vicende anche avventurose e sicuramente interessanti da seguire.

Mi sono piaciuti molto i momenti in cui l' autrice descrive Fortunata mentre si dedica alla realizzazione di piatti ricercati e curati nei minimi dettagli.

Il lettore è quindi spinto ad avanzare con curiosità nella lettura per rispondere ad ogni interrogativo e gustarsi il modo in cui Fortunata affronta ogni ostacolo, compresi i dubbi sul proprio futuro lavorativo e sul fronte sentimentale.

"Dimmi che non vuoi morire" è un cozy crime appassionante, con una scrittura molto fluida, che alterna toni ironici e leggeri con toni più malinconici; il ritmo scorre vivace e trascinante, le vicende narrate divertono e intrattengono senza mancare della giusta profondità quando ci si sofferma sulla psicologia della protagonista, sulle sue speranze, sulle fragilità e le insicurezze che sempre accompagnano ogni persona quando è chiamata a fare scelte fondamentali per il proprio futuro.

Ringrazio di cuore l'Autrice per la copia autografata con dedica e non posso che consigliare la lettura di questo romanzo, in special modo a chi ama il mix tra commedia e giallo, ma anche chi vuol cominciare a leggere qualcosa di questo genere o a chi semplicemente desidera una lettura avvincente e dinamica.


Altri romanzi con protagonista Fortunata:

1. Di morte e d'amore: La prima indagine di Fortunata, tanatoesteta (2022) RECENSIONE
2. Morire ti fa bella (2023)

sabato 12 aprile 2025

[ RECENSIONE ] MARINA di Carlos Ruiz Zafôn



Per le strade, le piazze e i luoghi più nascosti di una Barcellona degli anni '70, affascinante ed enigmatica, si intreccia una storia di mistero, amore e oscuri segreti che emergono dal passato, sconvolgendo il presente di un adolescente solitario e in cerca di avventure ed emozioni.


MARINA
di Carlos Ruiz Zafôn



Ed. Mondadori
trad. B. Arpaia
306 pp
Vi è mai capitato di essere per strada e di sentirvi irresistibilmente attratti da una melodia, un rumore, delle voci indistinte udite in lontananza, e di dirigervi, curiosi e timori insieme, verso la fonte di questo suono?

È ciò che accade al protagonista di questo particolare e ammaliante romanzo di Zafón (la sua prima pubblicazione): nel 1979 Óscar Drai ha quindici anni, studia in collegio ed è sostanzialmente un tipo solitario e con una spiccata vena decadente, malinconica.
Ama ammirare la bellezza dell'edificio in cui vive, gustando la magia del tramonto del sole ogni pomeriggio, e passeggiare da solo per le strade di Barcellona, sognando ad occhi aperti e facendo volare la propria fervida immaginazione.

Un pomeriggio di settembre, prima di tornare in collegio, accade qualcosa di diverso, che segnerà l'inizio di una vera e propria avventura, ricca di emozioni ma anche di pericoli.

Mentre sta camminando col naso all'insù, ammirando residenze antiche e palazzi, una musica melodiosa lo attira, conducendolo fino alle finestre di una grande casa. 
All'interno, un vetusto grammofono suona una canzone per voce e pianoforte. 
Curioso seppur esitante, il ragazzo si attarda ad ascoltare la musica, fino a quando non vede una figura che gli si avvicina; spaventato, fugge, portando con sé un oggetto che non gli appartiene: un bellissimo e brillante orologio da taschino.

Óscar non è un ladro e questo "furto involontario", frutto di un momento di imbarazzo (è entrato in casa altrui senza permesso) e di indefinibile paura, lo mette molto a disagio, così decide di tornare in quella dimora e restituire il maltolto.

Ad accoglierlo c'è il gatto nero, dall'aria diffidente e snob, che c'era anche il giorno prima, ma non solo: entrando nuovamente in casa incontra i proprietari, vale a dire i Blau.

Germàn Blau,  pittore, vedovo inconsolabile, è il padrone di quella villa che, dall'esterno, sembra quasi disabitata, e vive lì con la figlia adolescente Marina.

Questo primo incontro sarà l'inizio di una vera e propria frequentazione fra i tre, perché Óscar comincerà a recarsi in casa Blau praticamente tutti i giorni, non riuscendo a fare a meno di Marina, della sua innocente bellezza, della sua intelligenza, della sua acuta ironia, della sua compagnia stimolante.

Con lei riesce a non sentire la solitudine che lo avvolge quando è in collegio; i due chiacchierano molto e sono entrambi due ragazzi curiosi.

La loro curiosità li porta dritti al cimitero di Sarrià, in cerca di brividi ed emozioni, e da lì a poco realizzano che di brividi ne proveranno e molti: mentre sono in giro osservando lapidi e iscrizioni funerarie, si accorgono di un'ombra, o meglio di una figura femminile vestita di nero che, dopo aver lasciato una rosa su una lapide anonima - decorata unicamente dal simbolo di una farfalla nera - va via, scomparendo tra i vicoli bui di Barcellona.

Questo inseguimento è solo il primo passo di un'avventura che durerà mesi e che vedrà Marina e Óscar addentrarsi in luoghi tenebrosi e sconosciuti e nelle vie più cupe, sinistre e minacciose di una Barcellona ricca di leggende e di segreti inquietanti, paurosi, di cui sono protagoniste persone le cui esistenze sono state segnate da eventi funesti, drammatici, angoscianti e densi di enigmi che sussurrano di restare come sono: nascosti, celati agli occhi e alle orecchie del mondo, che resterebbe inorridito se solo sapesse...


Ma i due giovani amici non sanno starsene buoni e tranquilli: sono fatti per l'avventura, per la ricerca caparbia e impavida di verità, e i fatti e i personaggi di cui verranno a conoscenza sono incredibili, fuori dall'ordinario, rasentano il paranormale, e Óscar stesso, un domani, dubiterà di essere stato effettivamente testimone e conoscitore di quegli avvenimenti e individui.

Codesti personaggi sono uomini e donne dal vissuto singolare, dotati di capacità inusuali e di ambizioni pericolose.

Incontreremo il dottor Shelley, medico ormai anziano che, molti anni prima, ha lavorato per un certo Michail Kolvenik, sulle cui losche attività ha per anni, e inutilmente, indagato l'instancabile e mai rassegnato ispettore di polizia Victor Florián.

Attraverso la loro voci conosceremo, appunto, Kolvenik, un individuo con un passato contrassegnato da dolore e morte, che si renderà protagonista di oscuri esperimenti medici che sfidano l'etica e il comune senso del rispetto per la vita e la morte; sapremo anche di sua moglie Eva Irinova, artista talentuosa ma sfortunata.

Il lettore si pone al fianco di Óscar e Marina e con essi va in giro per le strade di una città bellissima proprio per il suo essere decadente, avvolta da un alone magico, stregato, con i suoi vicoli tetri, i palazzi e i giardini immensi e abbandonati, il cimitero silenzioso ma, al contempo, abitato da voci lontane, ricordi, sentimenti, illusioni, sogni mai realizzati.


Le esperienze cui vanno incontro, un po' da incoscienti, i due amici sono dense di pathos perché associate a storie del passato (dal dopoguerra in poi) che contengono elementi spaventosi, dalle sfumature gotiche, quasi horror, in quanto hanno a che vedere con il delirio di onnipotenza di persone che credono di poter disporre del corpo e dell'esistenza altrui, per dimostrare a sé stessi e al mondo che, grazie al loro ingegno e ad un'ambizione senza freni e limiti, possono fare ciò che appartiene solo alla divinità: dare e togliere la vita (la strizzatina d'occhio al Frankestein di Shelley c'è).

La narrazione procede a un ritmo via via sempre più incalzante man mano che Óscar e Marina si addentrano nelle viscere non solo di una storia sbalorditiva e mostruosa (letteralmente...) ma anche della loro amata Barcellona, che non smette mai di essere il teatro ideale per le prodigiose e lugubri verità che emergeranno progressivamente.

E anzi, possiamo dire che Barcellona diviene, a buon diritto, anch'essa protagonista, con i suoi segreti, le sue leggende e la sua atmosfera crepuscolare, alcune volte fosca, altre malinconica, ma comunque sempre piena di seduzione proprio perché criptica, occulta, indecifrabile.

Come precisò lo stesso Zafòn, Marina è un romanzo difficile da classificare perché contiene elementi appartenenti a più generi narrativi: thriller, gotico, horror, avventura, e potremmo inserirlo, in generale, nella "narrativa per ragazzi".

Leggerlo è stata una vera e propria immersione in una cornice oltremodo suggestiva, dark, intrisa di arcani da svelare, di un pizzico di orrore ma anche di romanticismo, e infine di una dolce e struggente malinconia, soprattutto in riferimento al finale.

Zaf
òn è (stato, ahinoi) uno scrittore abile nel creare trame intricate, originali, ricche di colpi di scena che tengono alta la tensione dalla prima all'ultima pagina, sapendo rendere l'ambientazione scelta molto evocativa, ammaliante, grazie a descrizioni dettagliate e incisive.

Mi è piaciuto il personaggio di Óscar, un ragazzo sveglio ma timoroso che, grazie all'incontro con Marina - con la sua bellezza sfuggente e inconsapevole, i sorrisi ora maliziosi ora ingenui, la sua sincerità - riesce a tirare fuori un'audacia che forse non sapeva neppure di avere.

Carlos Ruiz Zafòn è uno scrittore che voglio assolutamente approfondire, la sua prosa raffinata e poetica mi piace moltissimo.

giovedì 10 aprile 2025

IL TEMPO DELL'ODIO di Antonio Lanzetta [ RECENSIONE ]



Siamo nel sud Italia, nel Cilento.
È il 1943, c'è la guerra e un ragazzo appena adolescente, dopo aver assistito impotente a un episodio drammatico e violento ai danni della sua famiglia, si incammina per una via che lo condurrà dritto verso un abisso di furia cieca e desiderio di vendetta verso coloro che, dopo aver distrutto ciò che aveva di più caro, continuano a lasciarsi dietro una scia di sangue e violenza.



IL TEMPO DELL'ODIO 
di Antonio Lanzetta


La Corte Ed.
282 pp
"La morte venne a cercarmi nell’estate del 1943. Avevo quattordici anni quando sparai per la prima volta in faccia a un uomo. È passato molto tempo da allora e le cose che ho fatto, le cose brutte che sono stato costretto a fare, mi hanno cambiato per sempre."


Nell'estate del 1943 Michele ha solo quattordici anni quando la sua vita viene sconvolta e cambiata per sempre da eventi tragici e dolorosi che inevitabilmente segneranno il suo futuro.

In un pomeriggio apparentemente come gli altri, Michele sta tornando da una giornata di lavoro nei campi quando vede una camionetta di fascisti sulla strada che lo porta a casa. 
Con un nodo a serrargli la gola e la paura che qualcosa di terribile stia per accadere,  il ragazzo corre a perdifiato e si nasconde in mezzo ai cespugli per vedere cosa sta succedendo a casa sua. 

Paralizzato da un senso di impotenza e terrore, assiste alla tragedia che si consuma ad opera dei fascisti guidati da un certo Balzano (un brutto soggetto già tristemente noto a Michele e famiglia), a discapito della madre e delle sorelle, Gloria di diciassette anni ed Anna di dodici; queste ultime vengono rapite.

Le urla disperate delle  tre donne che più ama al mondo straziano il cuore di Michele, che però non accorre a difenderle, consapevole di essere un ragazzino contro un gruppo di camicie nere senza scrupoli e senza pietà.

Balzano e compagni si accorgono di lui, Michele scappa e riesce a sfuggire alle loro grinfie nascondendosi nel bosco.

È la fine, per Michele, dell’adolescenza e l'inizio precoce, brutale e feroce, dell'età adulta, che sarà contrassegnata da ricordi dolorosi di quel maledetto pomeriggio, da quelli più nostalgici di un'infanzia serena con i suoi cari che non sono più accanto a lui, e dagli inevitabili sentimenti distruttivi che lo accompagneranno nelle settimane e nei mesi a venire: vendetta, odio e il desiderio di trovare le sorelle.
Ammesso che siano ancora vive. 

Ferito e sconvolto, viene accolto da Lucia, un'anziana vicina vedova e senza figli (morti in guerra), che si prende cura di lui e gli offre rifugio, vitto e alloggio in cambio di una mano nel lavorare la terra. 

Anche se i giorni sembrano riprendere un attimo di respiro e un minimo di pace, la testa e il cuore di Michele sono un groviglio di pensieri ed emozioni che gli si affastellano dentro rendendolo inquieto, turbato, agitato: il pensiero che le sue sorelle siano nelle mani di criminali bruti e spietati non gli permette di essere sereno: come potrebbe?

"Ormai avevo intrapreso una strada che mi portava via da tutto ciò che conoscevo, dal giovane che ero e dall’uomo che sarei potuto diventare."

Il pensiero di ciò che ha subito la sua povera e coraggiosa madre sotto i suoi stessi occhi e il timore costante che Anna e Gloria stiano soffrendo lo attanaglia mozzandogli il respiro, rendendo il passato felice un ricordo doloroso e il presente un amaro scorrere di minuti e ore privi di valore.

Nei momenti di maggiore disperazione e sconforto, un'immagine gli si affaccia davanti, nitida e inquietante insieme: quella di suo padre Arturo che, senza parlare ma solo con il suo sguardo sicuro e penetrante, gli indica la via da seguire.

Una via che conduce verso l'abisso più nero e infernale.
E purtroppo la realtà, spesso, può rivelarsi più oscura e tenebrosa dell'inferno stesso.

Grazie all'aiuto di un uomo misterioso che si fa chiamare Teschio, Michele viene a sapere che anche altre ragazze del paese stanno sparendo. 
Sono giovani donne strappate alle loro famiglie e portate... dove?
Chi si cela dietro tutto questo e che fine fanno le vittime?

Per scoprirlo Michele dovrà armarsi di tutto il coraggio di cui non credeva neppure di disporre, e lasciarsi guidare dalla furia e dalla disperazione più cieche per mettersi sulle tracce delle sorelle.

Entrare nel bosco - così noto a Michele eppure allo stesso tempo spaventoso perché cupo, opprimente nei suoi silenzi e, ancor più, nei suoi rumori sinistri e improvvisi, un abisso avvolto da un'oscurità impalpabile, dove le fronde degli alberi somigliano a dita scheletriche e l'aria è densa di umidità dell'odore forte di resina e foglie morte - significa addentrarsi in un buco nero e pericoloso, teatro di terribili verità.

Verità che Michele è intenzionato a scoprire, anche se questo significherà stare al fianco di un gruppo di briganti, di cui fa parte l'impenetrabile Teschio, il cui sguardo selvatico, penetrante e implacabile mette i brividi anche a chi, come lui, sa di potersi fidare del suo aiuto.
Grazie al loro coraggio, il ragazzo capirà cosa significano le parole che un giorno il padre gli aveva rivolto:

"Una volta papà mi aveva detto che se prendevi la strada della violenza poi non tornavi più indietro, e adesso ne comprendevo il senso. Adesso comprendevo parecchie cose."

Le verità con cui dovrà confrontarsi hanno a che vedere con il peggio che giace nel cuore dell'uomo quando questi abbandona ogni forma di umana pietà, di compassione, per essere una creatura malvagia che si nutre di terrore e che gode del dolore inflitto alle proprie vittime.

Ma anche una creatura così, per quanto diabolica e perversa, resta un uomo.
E Michele sa che è a quest'uomo maledetto che deve dare la caccia per scoprire dove siano le sue sorelle.


"Il tempo dell'odio" è un romanzo di formazione con elementi storici e thriller che ho trovato davvero appassionante in ogni suo aspetto: la collocazione storica, il tratteggio dei personaggi, l'evoluzione psicologica e umana del protagonista (le cui esperienze non possono che modellarlo e segnarlo, nel bene e nel male), l'atmosfera ricca di pathos e suspense, l'ambientazione del bosco, descritto con accuratezza in quanto luogo imprevedibile, selvaggio, cupo, pericoloso, misterioso, in cui si acquattano "mostri", che sono sia gli esseri umani crudeli che hanno perso ormai ogni frammento di umanità, sia i demoni e le paure che bloccano e terrorizzano il protagonista.

«E se tu scruterai a lungo nell’abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te…»

L'abisso in cui è costretto a guardare il giovane Michele è fatto di violenza, ferocia, brutalità e rischia di fagocitarlo, inghiottirlo, distruggerlo, così come il bosco può diventare un luogo irto di minacce nascoste nel buio e che da un momento all'altro possono assalirlo alle spalle e farlo fuori.

Il passaggio dall'età adolescenziale a quella adulta è fin troppo brusco, spietato; lo sviluppo e la maturazione del protagonista sono evidenti e passano purtroppo per esperienze atroci e di sofferenza, delle quali non si libererà mai perché la memoria, anche negli anni a venire, quando ormai la guerra sarà un lontano ricordo, andrà sempre ai fatti di quel 1943, in cui la sua vita è cambiata e ha dovuto combattere contro un nemico oscuro e terrificante.

Mi è piaciuto il periodo storico: sono i giorni che precedono lo sbarco degli Alleati a Salerno, i nazisti sono fuori controllo e vi è un clima di grande incertezza e paura, uno sfondo, quindi, drammaticamente ideale per gli avvenimenti turpi ed efferati che vengono narrati.

L'autore cattura l'attenzione del lettore sin dalle prime pagine proprio attraverso il racconto dell'episodio iniziale che darà il via al desiderio di vendetta del protagonista e al suo odio verso i "mostri" che hanno distrutto la sua famiglia; un incipit duro e feroce che crea da subito un clima di tensione che permarrà lungo tutta la narrazione in quanto Michele è continuamente immerso nel suo vortice di malessere e tristezza, e questo fa sì che egli sia preda di incubi ad occhi aperti, di visioni vivide e inquietanti che lo spingono verso il bosco, lì dove deve recarsi per trovare tutte le risposte che vuole, nonché per cercare giustizia e placare la sete di vendetta.

Il libro è attraversato da una costante atmosfera intrisa di suspense e di ansiosa attesa, grazie a descrizioni (di luoghi fisici ma, ancor più, del mondo emotivo del protagonista, con le sue paure e le sue angosce) mai dispersive, ma sempre dinamiche e funzionali alla narrazione, e quindi efficaci nel conferire un'anima nera alla storia.   

Il finale - collocato in un tempo in cui ormai ci siamo decisamente lasciati la guerra alle spalle - è aperto, nel senso che suggerisce che per Michele i demoni di quel passato, che sembrava dimenticato, sono invece ancora in agguato...

Il mio giudizio su questo romanzo di Antonio Lanzetta è assolutamente positivo.

martedì 8 aprile 2025

[ Segnalazione ] Novità editoriali

 

Buon pomeriggio, lettori.

Oggi vi presento alcune opere di recente pubblicazione.


SAGGIO STORICO

Partiamo da un libro che verte su una delle pagine più dolorose della Resistenza e della storia italiana: l’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Edizioni Radici Future
126 pp
16 euro
Molto è stato scritto su questa feroce rappresaglia nazista e anche di recente sono state riscoperte alcune vite dei “martiri” coinvolti nell’eccidio. 
Eppure mancava all’appello una delle figure più importanti della Resistenza romana: quella di Gioacchino Gesmundo, uno dei più intransigenti e fieri oppositori del fascismo. 
Ed è su questo personaggio che il professor Giovanni Capurso si concentra nel suo volume edito da ERF e da pochi giorni in libreria, “Libertà a caro prezzo. Gioacchino Gesmundo e le Fosse Ardeatine”.

Intransigente e tenace, Gioacchino Gesmundo è uno dei martiri per la libertà a cui la nostra Repubblica è debitrice. Le vicissitudini familiari e il contesto semplice e rurale del paese nel quale visse da giovane lo portarono a maturare una forte sensibilità per la giustizia sociale.

Dopo numerosi sacrifici, a Roma realizzò la sua vocazione di intellettuale come maestro elementare, professore di Filosofia e Storia e assistente all’Università. Erano gli anni della dittatura. La sua formazione ed emancipazione economica avvennero parallelamente alla graduale insoddisfazione e al disagio verso il clima politico presente nel paese. La caduta del regime segnò la sua decisione di iscriversi al Partito Comunista, frutto di una lunga maturazione interiore.

Con l’occupazione nazista di Roma la sua attività s’intensificò: ospitò nella sua casa di via Licia, prima la redazione clandestina de “L’Unità” e poi l’arsenale dei GAP romani. Fu capo locale del controspionaggio e teneva corsi di formazione ideologica ai compagni di lotta.

Catturato il 29 gennaio 1944 dopo una denuncia, fu tra i primi tre individuati dei 335 martiri delle Fosse Ardeatine.

Cenni biografici dell’autore
Giovanni Capurso è saggista e storico meridionalista. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo La ghianda e la spiga. Giuseppe di Vagno e le origini del fascismo (Bari, 2021), finalista al premio FiuggiStoria, la partecipazione alla collettanea L’omicidio politico di un socialista (Catanzaro, 2022) e La passione e le idee. La Puglia antifascista da Giuseppe Di Vango a Giacomo Matteotti (Bari, 2023). È stato cocuratore del volume storiografico La fatica dello Storico. Antonio Lucarelli. Carteggi: 1902-1952 (Bari, 2024).
Collabora con Fondazioni e Istituti di ricerca storica
.


RACCONTI

Frutto di una "dolce collaborazione" è la raccolta “I sogni di Maira: racconti al cioccolato” di Martina Venturini, si cimenta per la prima volta nella scrittura di racconti brevi,
Editore: self-publisher
Data di uscita: 12 aprile 2025
96 pp
cart. 12,90 euro
ebook 2,99 euro
piccoli frame di sogni ed emozioni, ispirati dai prodotti della Cimina Dolciaria, una fabbrica di cioccolato artigianale della Tuscia.

Il rilascio è previsto per il 12 aprile 2025 in self-publishing, sulla piattaforma Amazon.

“Il buio è irrequieto, come il mio animo dopo il nostro incontro. Un angelo caduto al cospetto del
mondo, un demone tra le lenzuola. Irretita, ho ancora addosso il profumo sensuale di lui, nei miei
occhi lampeggiano le fiamme verdi dei suoi. In bocca il suo sapore, dolce e piccante. Un capriccio
di cioccolato e peperoncino: coinvolgente, come i brividi che percorrevano il mio corpo stretto al
suo; avvolgente, come il quadratino fondente che adesso si scioglie lento tra le mie labbra; unico,
come la passione che ci unisce.”

L'autrice.
Martina Venturini, correttrice di bozze, editor, poetessa, giornalista, nasce a Cagliari il 2 novembre
1987. Appassionata di canto, teatro e lettura di classici, ha trovato in Shakespeare e Leopardi gli
autori che maggiormente hanno influenzato il suo mondo letterario. L’origine della sua poetica risale all’età adolescenziale, giovanissima inizia a comporre i primi versi.
Dal 2018 lavora come editor e correttrice di bozze.
Nell’estate 2020 pubblica la sua prima silloge poetica Attimi con lo pseudonimo di Lady M. e diventa redattrice di una rivista associativa. Nel 2021 pubblica la seconda raccolta Frammenti e inizia il suo percorso come giornalista presso la Journalism Academy.
Nel 2022 esce la terza silloge Chrysalis – Tra luce e ombra e inizia a collaborare con le testate giornalistiche Il Quotidiano Italiano e media&sipario. Nel 2023 pubblica la raccolta di aforismi Pensieri d’amore, il manuale di crescita personale Vademecum per cuori infranti e avvia il progetto editoriale Il Salotto dell’Anima.
Nel 2024 inizia una collaborazione con la Cimina Dolciaria che la porta a cimentarsi con la prosa
nella creazione del volume
I sogni di Maira: racconti al cioccolato.


NARRATIVA

SFUMATURE è un romanzo di Alessio Falavena, edito da Scatole parlanti, e racconta dell'incontro di tre sconosciuti.

Scatole parlanti
104 pp
15 euro

Soprattutto racconta di una sera, una piazza, di un uomo arrabbiato che incontra un altro uomo. 
Il primo è furioso con se stesso e con il mondo intero. 

Arriva poi una giovane ragazza, e tra i tre, per un attimo, nasce una tensione quasi violenta. 

Dopodiché si separano, e tornano alle loro vite, vite fratturate, ognuna per un motivo diverso: paure, delusioni, il senso di non potercela fare. 
Tre persone normali, diverse eppure simili nel loro essere irrisolte, il cui incontro genera un cambiamento interiore. 
La paura di esistere, il dolore dell’abbandono, l’assenza di una persona cara, l’emancipazione del proprio corpo e della propria arte sono solo alcune delle cose che si ritroveranno a dover affrontare per poter eliminare un po’ di scuro dalla propria anima.

Sfumature racconta di cambiamenti, di vuoti, di paure, di pensare di farcela e di avere paura di farcela, racconta della fatica ad accettare le proprie sconfitte e del proprio senso in questo mondo, intrecciando tre storie, diverse, che si specchiano pagina dopo pagina.



THRILLER

Uscirà il 14 marzo in tutte le librerie e negli store digitali il nuovo libro di Roberto Bassoli, 
"Shakespeare non è per tutti", edito da Santelli editore.  

Ambientato tra le montagne dell'Alto Adige, il cuore dell'Africa e il Nord Europa, è un thriller che
Santelli Ed.
497 pp
24.99 euro

sorprende, emoziona e fa riflettere sulla fragilità della vita e sulla potenza della vendetta, trascinando il lettore in una spirale di violenza, morte e vendetta.

Le tranquille abitudini di Alfred Ploner, imprenditore altoatesino, vengono sconvolte dall'incontro con una spietata organizzazione criminale. Suo malgrado, Ploner si ritroverà coinvolto in una vicenda drammatica, dove un carico d'oro macchiato di sangue e gli effetti devastanti della vendetta saranno i protagonisti.

Dalle vigne dell'Alto Adige alle strade di Bolzano, dai deserti africani alle città del Nord Europa: il romanzo di Bassoli è un viaggio mozzafiato nel cuore del thriller. Un intreccio di suspense, azione e colpi di scena che terrà i lettori incollati alle pagine fino all'ultima riga.

L'autore
Roberto Bassoli, nato a Modena nel 1961, è uno scrittore, giornalista, musicologo ed esperto in Marketing e Comunicazione. Tra le sue passioni la musica barocca, il jazz, gli sport velici e il tiro a segno di cui è anche tecnico federale. I suoi precedenti romanzi thriller, "Le idi di luglio", "La sindrome di Bosch" e "Qisas", hanno riscosso un notevole successo di pubblico e critica. L'autore dedica questo suo quarto libro alla moglie Eva, per il sostegno e la pazienza dimostrati durante il processo di scrittura del libro. “Quando ho iniziato a raccogliere le idee per iniziare a scrivere stavo rileggendo una tragedia di Shakespeare, una di quelle che rivelano con maggiore spietatezza le tenebre che possono essere presenti nell'animo umano”, spiega Bassoli. “Mi sono così reso conto che il romanzo e la tragedia seguivano un percorso parallelo. Ecco perché ho deciso di strutturare la trama con uno schema shakespeariano. È adeguato ad un thriller che scende nell'oscurità in cui si nascondono le peggiori pulsioni umane”.

domenica 6 aprile 2025

LE MIE LETTURE DI MARZO 2025

 

Buongiorno, cari lettori!

Eccomi con il mio recap del mese di marzo.




1. LA FURIA di S. Chalandon: romanzo basato su fatti realmente accaduti. Un adolescente evade da una colonia penale e non viene riacciuffato. Come sarà la sua vita al di fuori di quelle mura in cui si consumano violenze e sopraffazioni? (4.5/5) SE CERCHI UNA LETTURA DURA E FEROCEMENTE REALISTICA.
2. SPLENDEVA L'INNOCENZA di R. Camurri: narrativa italiana - Camurri scrive un libro intriso di nostalgia, in cui lo sguardo è rivolto costantemente e troppo al passato, col rischio di restarne imprigionati (3.5/5). PER CHI CERCA UNA LETTURA MALINCONICA, STRUGGENTE E DAL RITMO PACATO (TROPPO?).
3. I TITOLI DI CODA DI UNA VITA INSIEME di D. De Silvanarrativa italiana - esistono delle parole adatte per raccontare la fine di una bella storia d'amore? (3/5). ADATTO A CHI AMA I LIBRI IN CUI SI PARLA (TANTO) DEI RAPPORTI DI COPPIA.
4. LE RAGAZZE DELLA VILLA DELLE STOFFE di A. Jacobs: romanzo storico, secondo libro di una saga famigliare incentrata sulle vicende degli imprenditori tedeschi Melzer e dei loro domestici nel pieno del primo conflitto mondiale (3,5/5). SE HAI INIZIATO IL PRIMO E TI È PIACIUTO, PERCHÉ NON  LEGGERE IL SEGUITO? 😅
5. I SENTIMENTI ORFANI di T. Tanto: narrativa di formazione, fortemente introspettiva che punta sulla complessità dei sentimenti che colorano le nostre esperienze (belle e brutte) e che non possono che essere raccontati con un linguaggio profondo che ne colga le tante sfaccettature (3.5/5). PER CHI AMA NARRAZIONI INTIMISTE E CHE METTONO AL CENTRO IL MONDO EMOTIVO.


READING CHALLENGE



Per la RC di quest'anno, lo schema ripercorre la sfida letteraria del 2024: alle categorie fisse - cui si può attingere durante tutto l'anno e più di una volta - si aggiungono di volta in volta gli obiettivi specifici di ogni mese; a marzo gli obiettivi sono stati i seguenti:

- un libro che parli di disabilità 
- un libro da cui è stato tratto un film
- un libro ambientato nell' est Europa
- Il soldato perduto  (G. Marchand)

Io però ho attinto alle categorie fisse con l'obiettivo SAGA FAMIGLIARE.

6. LA CASA di M. McDowell: terzo libro della saga gotico-paranormal di Blackwater, in cui assistiamo all'inasprirsi dello scontro tra le due donne del clan Caskey: chi la spunterà tra l'enigmatica Elinor e la prepotente matrona Mary-Love? (4/5). PERSONALMENTE MI STA PIACENDO MOLTO QUESTA SAGA, IN PARTICOLARE PER LE ATMOSFERE CUPE E MISTERIOSE.


SERIE TV

Ho concluso la settima stagione di Outlander, che continua a rapirmi e io non posso non amare 

parola d'ordine:
stai all'erta, sempre.
(sulla scia del motto Je suis prest)
Jamie,  Claire e tutto il cucuzzaro, sentendomi già malinconica all'idea che ci avviciniamo inesorabilmente alla fine con l'ottava stagione. 

Siamo nel pieno della rivoluzione americana: Jamie è impegnato a partecipare al conflitto impartendo ordini pure Claire, assistendo i feriti. 
Si intrecciano, con queste dinamiche avventurose e belliche, quelle legate a Ian e al suo rapporto con Rachel, a William (che scopre di chi è figlio biologicamente e la cosa non gli fa proprio piacere...) e al suo legame con una giovane prostituta.
Qualche attrito tra il focoso Jamie e il gentile e fin troppo generoso (eheheh 😏) lord John a causa di Claire...
Intanto, Brianna e Roger devono vedersela con le drammatiche conseguenze provocate da un losco figuro che utilizzerà i viaggi nel tempo per i propri egoistici interessi e causerà scompiglio nelle esistenze della coppia e dei loro bambini.

Come accade sempre, a fine stagione c'è un colpo di scena che verrà "risolto" nella prossima.

Ho guardato L'ARTE DELLA GIOIA della Golino e ne ho parlato QUI.

Ho iniziato COBRA KAI e sono alla seconda stagione; mi sta piacendo moltissimo e, quando avrò terminato la serie (e non ci vorrà molto considerando la velocità con cui sto proseguendo), vi scriverò la mia opinione.